Salvatore Di Giacomo
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Salvatore Di Giacomo (Napoli, 12 marzo 1860 - 5 aprile 1934) è stato un poeta, drammaturgo e saggista napoletano, autore di molte notissime poesie in dialetto (molte delle quali poi musicate) che costituiscono una parte importante della cultura popolare partenopea.
Figlio di un medico e di una musicista, Di Giacomo frequentò per volere della famiglia la facoltà di medicina, ma nel 1886 abbandonò gli studi per diventare redattore della pagina letteraria del "Corriere del Mattino". In seguito lasciò il Corriere e passò al "Pro Patria" prima e alla "Gazzetta" poi.
Dal 1893 ricoprì l'incarico di bibliotecario presso varie istituzioni culturali cittadine (Biblioteca del Conservatorio di San Pietro a Maiella, Biblioteca universitaria, Biblioteca nazionale). Nel 1902 divenne direttore della Sezione autonoma Lucchesi-Palli della Biblioteca nazionale e dal 1925 al 1932 ricoprì la qualifica di bibliotecario capo.
Fu nominato Accademico d'Italia nel 1929.
Alcuni suoi versi del 1885, non particolarmente amati dall'autore (tanto da non essere inseriti nelle raccolte da lui curate personalmente), sono stati musicati da Francesco Paolo Tosti per quella che resta una delle più famose canzoni in dialetto napoletano: "Marechiaro".
Tra le tante canzoni di successo di cui scrisse il testo ci sono anche "Era de maggio", "Luna nova", "Palomma 'e notte", "Carulì".
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