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Renato Carosone - Wikipedia

Renato Carosone

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Renato Carosone (Napoli, 3 gennaio 1920 - Roma, 20 maggio 2001) fu uno dei più grandi interpreti della canzone napoletana e della musica leggera italiana del dopoguerra.

Indice

[modifica] Gli inizi

Nel 1937, ad appena 17 anni, si diplomò in pianoforte presso il Conservatorio di S. Pietro a Majella a Napoli. Poco dopo ottenne una scrittura come direttore d'orchestra per una tournée in Africa. Finito il lavoro, Renato Carosone si ritrovò a fare il pianista ad Addis Abeba. In breve tempo riuscì a farsi notare, ed ottenne poi diversi ingaggi come direttore d'orchestra.

Renato Carosone rientrò in Italia solo nel 1946, al termine della Seconda guerra mondiale.

Dieci anni di esperienze musicali all'estero gli avevano fatto conoscere nuovi ritmi e nuove sonorità, ma, nonostante i successi internazionali ottenuti, Carosone era uno sconosciuto in Italia. Dovette ricominciare la sua carriera da capo, come pianista in orchestrine da ballo.

[modifica] L'apice del successo

Nel 1949 gli venne chiesto di mettere insieme un gruppo per l'inaugurazione di un night. Dopo alcune audizioni, Renato Carosone ingaggiò il chitarrista olandese Peter Van Wood e il batterista napoletano Gegè Di Giacomo: era nato il Trio Carosone.

Successivamente Van Wood lasciò il gruppo per intraprendere la carriera solista, mentre Gegè Di Giacomo rimase al fianco di Carosone, che aggregò altri musicisti fino a formare una vera e propria band.

Negli anni Cinquanta Carosone divenne sempre più popolare, con la sua orchestra era richiestissimo sia in Italia che all'estero, e le vendite dei suoi dischi andavano a gonfie vele.

Per avere un'idea del suo successo planetario, basti pensare che la canzone Torero, scritta appositamente per una tournée in Spagna, rimase per 14 settimane al primo posto della hit parade americana, fu tradotta in 12 lingue, e ne furono incise almeno una trentina di cover solo negli Stati Uniti.

Il 5 gennaio 1957 Carosone e il suo gruppo iniziarono a Cuba una fortunata tournée americana, che si concluse con un concerto trionfale alla prestigiosa Carnegie Hall di New York.

[modifica] Il ritiro dalle scene

Nel 1960, all'apice del successo, Carosone annunciò il suo ritiro: "preferisco ritirarmi ora sulla cresta dell'onda, che dopo assalito dal dubbio che la moda yè-yè e le nuove armate in blues jeans possano spazzare via tutto questo patrimonio accumulato in tanti anni di lavoro e di ansie"'.

La decisione fece scalpore, suscitando sospetti di oscure trame di malavita, anche alimentati (non disinteressatamente) da artisti ormai in declino, ai quali implicitamente pareva un suggerimento di fare altrettanto.

Lontano dalle scene, si dedicò ad altri interessi, soprattutto alla pittura.

[modifica] Il rientro

Il 9 agosto 1975 Carosone fece il grande rientro in pubblico con un concerto trasmesso anche in TV.

Da quel momento riprese l'attività artistica con concerti, partecipazioni al Festival di Sanremo, programmi televisivi, che proseguì fino alla fine degli anni Novanta.

Nel 1996 ha ricevuto il Premio Tenco.

[modifica] Un vasto repertorio

Molti dei suoi successi nacquero dalla lunga e felice collaborazione con il paroliere Nisa. La loro intesa era perfetta: bastava un piccolo spunto di Carosone, e sulle sue battute Nisa ricamava una storiella divertente ed arguta. Citiamo solo alcuni dei loro brani più famosi: 'O suspiro, Torero, Tu' vuo' fa' l'americano, Caravan Petrol, Pigliate 'na pastiglia, 'O Sarracino.

Altri brani celebri del repertorio di Carosone non portano la firma di Nisa: ...E la barca tornò sola (allegra parodia di una canzone presentata da Gino Latilla al Festival di Sanremo nel 1954), Tre numeri al lotto, Maruzzella (dedicata alla moglie Marisa), 'O russo e 'a rossa.

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