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Nazionale di calcio dell'Inghilterra - Wikipedia

Nazionale di calcio dell'Inghilterra

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Inghilterra

Divise Ufficiali

Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Casa
Manica sinistra Maglia ufficiale Manica destra
Calzoncini da gara
Calzettoni da gara
 
Trasferta
Associazione The Football Association
Soprannome: Three Lions ("Tre leoni")
Selezionatore Steve McClaren
Record presenze Peter Shilton (125)
Capocannoniere Sir Bobby Charlton (49)
Esordio internazionale
Scozia 0 - 0 Inghilterra
Partick, Scozia; 30 novembre, 1872
Migliore vittoria
Irlanda 0 - 13 Inghilterra
Belfast, Irlanda del Nord; 18 febbraio, 1882
Peggiore sconfitta
Ungheria 7 - 1 Inghilterra
Budapest, Ungheria; 23 maggio, 1954
Mondiali
Partecipazioni 12 (Prima nel 1950)
Miglior risultato Vincitori, 1966
Europei
Partecipazioni 7 (Prima nel 1968)
Miglior risultato Terzi, 1968, Semi-finalisti, 1996

La nazionale di calcio inglese (England national football team in inglese) è la selezione calcistica rappresentativa dell'Inghilterra ed è posta sotto l'egida della Federazione calcistica inglese. Insieme a quella scozzese è la nazionale più antica del mondo. Ha conquistato un campionato del mondo nell'edizione del 1966 giocata in casa.

Indice

[modifica] Storia

[modifica] Le origini

La prima partita internazionale che gli annali del calcio registrino fu disputata fra le due compagini britanniche all'Hamilton Crescent di Glasgow il 30 novembre 1872 e terminò con un pareggio a reti inviolate. Da allora la nazionale albionica ha disputato oltre 800 partite internazionali contro squadre nazionali di tutto il mondo, anche se i primi confronti avvennero quasi esclusivamente all'interno delle isole britanniche sia come amichevoli, sia nell'ambito del cosiddetto Torneo Interbritannico (British Home Championship).[1]

Per approfondire, vedi la voce Torneo Interbritannico.

Alle prime edizioni delle Olimpiadi presero parte rappresentative della Gran Bretagna variamente composte, vincendo gli ori nel 1900, 1908 e 1912.

Nel 1900 il calcio era al suo esordio olimpico assoluto: in un torneo disputato da sole tre squadre trionfò la squadra dilettantistica dell'Upton Park F.C. (un sobborgo di Londra). Nel 1908 il calcio fu introdotto nel novero degli sport olimpici ufficiali: in quell'occasione, e nelle successive olimpiadi di Stoccolma, il Regno Unito fu rappresentato da un'unica squadra che raccoglieva giocatori dilettanti delle quattro federazioni. La nazionale dilettanti vinse in entrambe le competizioni, affermando nettamente la superiorità del calcio britannico in quell'epoca pionieristica.

Lo stadio di Highbury, teatro di molte partite della nazionale inglese
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Lo stadio di Highbury, teatro di molte partite della nazionale inglese

Nonostante ciò, non è del tutto esauriente quello che si riporta da più parti, cioè che gli Inglesi si arrogassero il ruolo di inventori del calcio e, di conseguenza non intendessero mescolarsi alle altre nazionali: la Federcalcio inglese entrò infatti a far parte della FIFA nei primissimi anni di vita della federazione internazionale (1906); tuttavia ne uscì nella seconda metà degli anni Venti (per la precisione nel 1928) a causa di una serie di divergenze con i vertici (soprattutto francesi) dell'associazione.[2]


Tra i motivi d'attrito vi era l'idea da parte della FIFA, e di Jules Rimet in particolare, di organizzare un proprio campionato del mondo di calcio alternativo al torneo olimpico: questo fatto avrebbe oscurato l'Home championship e, soprattutto, messo in crisi il sistema delle amichevoli di lusso gestito in proprio dalla potente federazione inglese. Pure, vi erano differenze di vedute sull'introduzione del professionismo nel calcio, evento già consumatosi da tempo sulle isole britanniche, ma visto ancora con sospetto da parte della dirigenza mondiale, che condivideva una visione decoubertiniana dello sport.

In tal modo la nazionale dei tre leoni (così soprannominata per via del suo stemma) non prese parte alle prime tre edizioni dei mondiali di calcio, salvo riservarsi il privilegio di mettere in palio il proprio titolo morale invitando a misurarsi con loro le squadre di volta in volta ritenute degne. Si ricordano a questo proposito i memorabili incontri con il Wunderteam di Hugo Meisl nel 1932 e con l'Italia di Vittorio Pozzo, fresca campione del mondo del 1934, passata agli annali come "battaglia di Highbury".

[modifica] Dall'umiliazione brasiliana al titolo del '66

Billy Wright, capitano dell'Inghilterra negli anni Cinquanta
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Billy Wright, capitano dell'Inghilterra negli anni Cinquanta
Il vecchio stadio di Wembley, "tana" dei leoni d'Inghilterra
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Il vecchio stadio di Wembley, "tana" dei leoni d'Inghilterra

L'Inghilterra ritornò a far parte del mondo calcistico ufficiale negli anni immediatamente successivi alla seconda Guerra Mondiale, quando uno spirito di collaborazione sovranazionale pareva attraversare il mondo, anche sportivo. Nel 1946 la Football Association ridivenne membro della FIFA, nel 1948 si tennero i primi giochi olimpici del dopoguerra proprio nella capitale inglese e due anni dopo anche il mondo del pallone a spicchi era pronto a ritrovare la sua competizione principale.

Il battesimo inglese nella Coppa Rimet si tenne dunque ai mondiali brasiliani del 1950, ma fu una grande delusione per gli albionici, eliminati nel girone preliminare. Dopo una vittoria per 2-0 contro il Cile, la nazionale inglese patì un'inattesa sconfitta contro gli Stati Uniti, che vinsero 1-0 (gol di Gaetjens), con gli inglesi che si videro anche parare un rigore dal portiere americano. La loro successiva sconfitta per 1-0 con la Spagna (rete di Zarra) ne affossò definitivamente le velleità di immediato riscatto.

Ma lo schiaffo peggiore per i blasonati giocatori inglesi arrivò il 25 novembre 1953, quando l'Ungheria guidata da Puskás fu la prima nazionale non britannica ad espugnare la "tana" di Wembley battendo i padroni di casa per 3-6. Pochi mesi dopo, il 23 maggio 1954 a Budapest, i magiari inflissero all'Inghilterra quel 7-1 che rimane a tutt'oggi sua la più pesante sconfitta di sempre e che pose fine al dominio, ormai meramente formale, degli inventori del calcio.

Nel mondiale elvetico del 1954 fu l'Uruguay a sconfiggere gli ex maestri nei quarti di finale, mentre nell'edizione del 1958 fu necessario uno spareggio contro l'Unione Sovietica al primo turno, che vide gli inglesi uscire nuovamente sconfitti. Nel mondiale 1962 in Cile, invece, toccò al Brasile, futuro campione del mondo, eliminare gli inglesi ai quarti.

La nazionale d'oltremanica dovette attendere il mondiale casalingo del 1966 per riuscire a prevalere su tutti. La squadra si presentava in campo con i favori del pronostico, sia per il fatto di disputare la competizione con il sostegno del proprio pubblico, sia perché era finalmente in grado di schierare una formazione composta da grandi campioni come i fratelli Jackie e Bobby Charlton, Bobby Moore e Gordon Banks guidati dalla sagacia tattica di Alf Ramsey. In un mondiale che si caratterizzò per il basso livello di spettacolo, la formazione di casa superò il primo turno grazie soprattutto ad un'attenta difesa (quattro gol fatti e nessuno subito). In seguito gli inglesi regolarono non senza difficoltà l'Argentina per 1-0 (rete di Hurst al 79') e in semifinale ebbero ragione del Portogallo, cui la classe ed un gol di Eusebio non bastarono contro la doppietta messa a segno da Bobby Charlton.

Maglia ufficiale della nazionale inglese (1990)
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Maglia ufficiale della nazionale inglese (1990)

La finale contro la Germania Ovest, duecentesima partita nella storia dei mondiali, fu uno dei più memorabili match di sempre: nei novanta minuti regolamentari la Germania andò in vantaggio con Haller al 12'. L'Inghilterra riequilibrò il risultato solo sei minuti dopo con Hurst e poi passò a condurre segnando con Peters al 78'. Al novantesimo, quando i giochi sembravano fatti, Weber riportò il risultato in equilibrio segnando un gol assai contestato dai padroni di casa che lamentavano un fallo di mano dell'attaccante tedesco.

S'imponevano i supplementari, nei quali tenne la scena uno dei grandi gialli del gioco del calcio. All’undicesimo minuto del primo tempo supplementare Geoff Hurst scoccò un tiro rapido e potente indirizzato verso la porta tedesca. La palla colpì il lato inferiore della traversa, rimbalzò a terra e ritornò in campo. L’azione fu molto veloce e l’arbitro, lo svizzero Dienst, non fu in grado di capire se la sfera di cuoio avesse interamente oltrepassato la linea di porta e si risolse così a chiedere il parere dell'assistente più vicino, il sovietico Tofik Bakhramov, il quale convalidò il gol. Con la Germania sbilanciata in avanti alla ricerca del pareggio, i leoni misero a segno un altro gol proprio allo scadere, ancora con Geoff Hurst, che divenne così l'unico giocatore ad aver mai segnato una tripletta in una finale mondiale. Il risultato di 4-2 consegnò agli inventori del gioco del calcio, che ricevettero la coppa dalle mani della regina in persona, il loro primo (e finora unico) alloro planetario.

Per approfondire, vedi la voce Mondiali di calcio Inghilterra 1966.

[modifica] Gli anni recenti

9.4.2004. Austria - Inghilterra (maglia bianca) 2-2. Qualificazioni ai mondiali 2006
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9.4.2004. Austria - Inghilterra (maglia bianca) 2-2. Qualificazioni ai mondiali 2006
Il nuovo stadio di Wembley: l'inaugurazione è prevista per il 2007
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Il nuovo stadio di Wembley: l'inaugurazione è prevista per il 2007

La Germania Ovest consumò la propria vendetta solo quattro anni dopo, a Messico 1970. I supplementari questa volta riuscirono fatali ai sudditi di Sua Maestà, sconfitti nei quarti per 3 a 2.

Gli inglesi non riuscirono poi a qualificarsi alle due successive edizioni dei mondiali (Germania Ovest 1974 e Argentina 1978).

Quella che da molti viene considerata la miglior nazionale inglese dal '66 ad oggi scese in campo nel mundial spagnolo del 1982. Per capire la reale caratura di quella nazionale basti pensare che le squadre inglesi, nelle quali militavano pochissimi stranieri, avevano conquistato tutte le edizioni della Coppa dei Campioni dal 1977 al 1982. Malgrado ciò la formazione britannica fu eliminata nella seconda fase a gironi (ancora dalla Germania Ovest), nonostante avesse fatto sino a quel momento un'ottima impressione (nessuna sconfitta e un solo gol al passivo), tanto da spingere i commentatori a includerli nel novero dei favoriti per la vittoria finale.

Celeberrima la partecipazione inglese al mondiale 1986, dovuta soprattutto alla partita dei quarti contro l'Argentina di Diego Armando Maradona. Il Pibe de Oro stese gli inglesi con due suoi gol, entrambi memorabili, l'uno nel bene, ottenuto dribblando mezza squadra avversaria in una folle corsa fino alla linea di porta, l'altro nel male, segnato grazie ad un colpo con il pugno che spiazzò il portiere Peter Shilton.

Nel mondiale italiano del 1990 gli inglesi centrarono per la seconda volta nella loro storia l'obiettivo della semifinale, dove però dovettero cedere - questa volta ai calci di rigore - alla loro "bestia nera", la Germania Ovest. Successivamente si classificarono quarti dopo essere stati sconfitti per 2-1 dall'Italia nella finalina per il terzo posto.

Wayne Rooney, stella degli anni recenti
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Wayne Rooney, stella degli anni recenti

Con grande delusione, i bianchi d'Inghilterra non si qualificarono ad USA 1994, mentre a Francia 1998 furono nuovamente sconfitti dalla rivale Argentina agli ottavi, questa volta ai calci di rigore.

Nel mondiale nippocoreano del 2002 non seppero resistere alla folle corsa del Brasile verso il titolo di pentacampeón e dovettero cedere ai quarti a causa di un'errore del portiere David Seaman su una punizione di Ronaldinho nell'azione del secondo gol verdeoro.

Qualificata per i mondiali di calcio Germania 2006, la nazionale inglese passò agli ottavi come prima del proprio girone. Sconfitto l'Ecuador, grazie ad una punizione di David Beckham, l'Inghilterra dovette affrontare la difficile sfida con la nazionale portoghese, nella quale i lusitani si imposero 3 a 1 ai rigori: per la sesta volta in dodici partecipazioni ai mondiali la nazionale inglese venne eliminata ai quarti. Dopo l' eliminazione al mondiale l' allenatore Sven-Göran Eriksson è stato esonerato. Il suo posto è stato preso dal coach del Middlesbrough, Steve McClaren. A fine mondiale Beckham ha detto addio alla fascia di capitano che quindi è passata a John Terry, capitano anche del Chelsea.

[modifica] Campionati europei

Agli europei la nazionale inglese non ha ottenuto risultati di rilievo: si segnala un terzo posto, ottenuto nel 1968 battendo l'URSS 2-0 nella finale di consolazione dopo essere stata eliminata dalla Jugoslavia. L'Inghilterra inoltre è stata semifinalista nel 1996, quando ospitava la manifestazione (non era prevista la finale per il terzo e quarto posto). In quell'occasione la squadra fu sconfitta ai rigori dalla Germania, poi laureatasi campione, dopo una partita terminata 1-1 nei 120 minuti regolamentari.

Una curiosità: la nazionale inglese è l'unica tra le vincitrici del titolo mondiale a non aver mai vinto il proprio titolo continentale.

[modifica] Note

  1. * RSSSF. Dati e statistiche
  2. * Giovanni Armillotta. Come Fifa comanda. «I Quaderni speciali di Limes», n.2 - 2005

[modifica] Palmarès

Piazzamenti ai Mondiali

  • 1930 - Non partecipante
  • 1934 - Non partecipante
  • 1938 - Non partecipante
  • 1950 - Primo Turno
  • 1954 - Quarti di finale
  • 1958 - Primo turno
  • 1962 - Quarti di finale
  • 1966 - Campione del mondo
  • 1970 - Quarti di finale
  • 1974 - Non qualificata
  • 1978 - Non qualificata
  • 1982 - Secondo Turno
  • 1986 - Quarti di finale
  • 1990 - Quarto posto
  • 1994 - Non qualificata
  • 1998 - Ottavi di finale
  • 2002 - Quarti di finale
  • 2006 - Quarti di finale

Piazzamenti agli Europei

  • 1960 - Non partecipante
  • 1964 - Non partecipante
  • 1968 - Terzo posto
  • 1972 - Quarti di finale
  • 1976 - Non qualificata
  • 1980 - Primo turno
  • 1984 - Non qualificata
  • 1988 - Primo turno
  • 1992 - Primo turno
  • 1996 - Semifinali
  • 2000 - Primo turno
  • 2004 - Quarti di finale

[modifica] Rosa


Inghilterra per i Mondiali 2006
Commissario tecnico: Sven-Göran Eriksson
Nome
Provenienza
Nome
Provenienza
Portieri
01. P. Robinson
Tottenham
13. D. James
  Man City
22. R. Green
Norwich
Difensori
02. G. Neville
Man Utd
03. A. Cole
Arsenal
05. R. Ferdinand
  Man Utd
06. J. Terry
Chelsea F.C.
12. S. Campbell
Arsenal
14. W. Bridge
Chelsea
15. J. Carragher  
Liverpool
{{{ND9}}} [[ ]] [[ ]] [[ ]] [[ ]]
Centrocampisti
04. S. Gerrard
Liverpool
07. D. Beckham  
Real Madrid
08. F. Lampard
Chelsea
11. J. Cole
Chelsea
16. O. Hargreaves  
Bayern Monaco
17. J. Jenas
Tottenham
18. M. Carrick
Tottenham
19. A. Lennon
Tottenham
20. S. Downing
Middlesbrough
Attaccanti
09. W. Rooney
Man Utd
10. M. Owen
Liverpool
21. P. Crouch
Liverpool
23. T. Walcott
Arsenal



[modifica] Record di presenze

  1. 125 Peter Shilton
  2. 108 Bobby Moore
  3. 106 Bobby Charlton
  4. 105 Billy Wright
  5. 90 Bryan Robson
  6. 86 Kenny Sansom
  7. 85 David Beckham
  8. 84 Ray Wilkins
  9. 80 Gary Lineker

[modifica] Record di gol

  1. 49 Bobby Charlton
  2. 48 Gary Lineker
  3. 44 Jimmy Greaves
  4. 33 Michael Owen
  5. 30 Tom Finney
  6. 30 Nat Lofthouse
  7. 30 Alan Shearer

[modifica] Bibliografia

[modifica] Libri e riviste

  • Giovanni Armillotta. Come Fifa comanda. «I Quaderni speciali di Limes», n.2 - 2005
  • Antonio Papa, Guido Panico. Storia sociale del calcio in Italia dai club dei pionieri alla nazione sportiva (1887-1945), Il Mulino, Bologna 1993, ISBN 8815087648.

[modifica] Collegamenti esterni

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