Lingua aragonese
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Aragonese (Aragonés) † | |
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Parlato in: | Spagna |
Regioni:Parlato in: | Pirenei aragonensi |
Persone: | ~11.000 |
Classifica: | non in top 100 |
Filogenesi: |
Lingue indoeuropee |
Statuto ufficiale | |
Nazioni: | Aragona in Spagna |
Regolato da: | - |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | an |
ISO 639-2 | arg |
SIL | arg (EN) |
Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica | |
L’ aragonese (aragonés, luenga aragonesa, fabla aragonesa o semplicemente fabla) è una lingua romanza parlata in Aragona settentrionale da circa 10.000 persone (1981). Non è da confondersi col dialetto aragonese che è una variante locale del castigliano (spagnolo).
Indice |
[modifica] Storia
L’aragonese si è delineato a partire dai secoli VII-VIII a partire dai dialetti del latino parlati nella penisola iberica nonché da un sostrato basco. Il periodo più vitale dell’aragonese coincise storicamente con l’epoca del regno di Aragona (1035-1479); in questo periodo l’area di diffusione della lingua aragonese si ampliò grazie all’espansione del regno verso sud, nell’ambito del più ampio fenomeno storico della Reconquista.
Tuttavia, già dal 1412, con l’avvento al trono della dinastia castigliana dei Trastámara, il castigliano passò ad essere la lingua della corte e della nobiltà aragonese.
Il definitivo affermarsi del regno di Castiglia come potenza iberica e la sua unione dinastica con l’Aragona (1479, nozze di Isabella di Castiglia con Ferdinando d’Aragona), nonché la formale creazione della Spagna come singola entità statuale nel 1516, sancirono l’ulteriore declino politico e linguistico dell’aragonese, che privato di ogni garanzia di autonomia regredì a lingua regionale.
Nel corso degli ultimi secoli il maggiore prestigio del castigliano fece inoltre arretrare l’area di lingua aragonese dalla pianura dell’Ebro (Saragozza) alle vallate dei Pirenei dove aveva tratto le sue origini.
Il declino accelerò ulteriormente durante la dittatura franchista, quando l’uso di questa lingua (e delle altre lingue iberiche diverse dallo spagnolo) venne addirittura proibito per legge. Nelle scuole gli insegnanti giunsero a percuotere gli alunni sorpresi a parlare aragonese.
Con il ritorno della democrazia in terra spagnola, negli ultimi decenni l’aragonese è diventato oggetto di rinnovato interesse letterario e filologico (con norme ortografiche standardizzate), ma a causa dell’esiguo numero di parlanti è tuttora da considerarsi una lingua in grave pericolo di estinzione.
[modifica] L’aragonese oggi
L’aragonese oggigiorno è parlato come lingua materna nel suo nucleo originale, le valli pirenaiche dell’Aragona (2/3 settentrionali della provincia di Huesca), da circa 10.000 persone. Le parlate più pure sono conservate nella valle di Hecho/Echo, nell’Aragona nordoccidentale.
A livello istituzionale ed amministrativo l’aragonese è praticamente quasi assente, nonostante sia riconosciuto ufficialmente dallo Statuto di Autonomia dell’Aragona.
Alcune riviste in lingua aragonese sono pubblicate con cadenza irregolare. In media, vengono pubblicati annualmente circa una dozzina di libri in aragonese.
Nonostante gli sforzi perpetrati, l’aragonese non è una materia di insegnamento ufficiale ed è insegnato come materia aggiuntiva facoltativa solo in poche scuole. Il numero di parlanti aragonese come seconda lingua non supera le 20.000 persone.
- Un caso particolare è rappresentato dal benasquès (o patuès), che è una parlata di transizione tra l’aragonese, il catalano e l’occitano (guascone). È parlata nella valle di Benasque (a sud-ovest della val d’Aran) ed è in rapida recessione.
Principali località in cui si parla aragonese:
- Huesca (arag. Uesca)
- Jaca (arag. Chaca)
- Hecho (arag. Echo)
- Sabiñánigo (arag. Samianigo)
- Barbastro (arag. Balbastro)
- Ainsa (arag. L’Ainsa)
- El Grado (arag. Lo Grau)
- Graus (arag. Graus)
- Benasque (arag. Benás)
[modifica] Caratteristiche
Dal punto di vista linguistico, l’aragonese presenta le seguenti caratteristiche:
- conservazione della /f/ iniziale: fillo (catalano fill, spagnolo hijo), feito (cat. fet, spagn. hecho)
- conservazione della /b/ latina nell’indicativo imperfetto: teniba (cat. tenia, spagn. tenía)
- perdita della /e/ finale non accentata: gran (spagn. grande), importán (spagn. importante)
- palatalizzazione dei suoni latini /lj/ e /cl/ in /λ/: mullé(r) (spagn. mujer), biello (cat. vell, spagn. viejo), fillo (cat. fill, spagn. hijo), agulla (cat. agulla, spagn. aguja)
- modificazione del suono /ct/ latino in /jt/ e /wt/: feito (cat. fet, spagn. hecho), dialeuto (spagn. dialecto), respeutar (spagn. respectar), autualidá (spagn. actualidad)
- modificazione di yod (ge-, gi-, i-) in affricata palatale sorda /t∫/: rechión (spagn. región), choben (spagn. joven), chelar (cat. gelar, spagn. helar)
- participio passato in -au o -iu: fablau (spagn. hablado), conoxiu (spagn. conocido), perdiu (spagn. perdido), pasau (spagn. pasado)
Dal punto di vista grafico, l’aragonese si distingue per:
- scrittura del suono /s/ con z: probinzia, ziudá, capazidá, dizir
- scrittura del suono /v/ con b: nuebo, choben, biello, Balenzia
Esempio: il “Padre Nostro” in aragonese
Pai nuestro, que yes en o zielo, satificato siga o tuyo nombre, bienga ta nusatros o reino tuyo y se faiga la tuya boluntá en a tierra como en o zielo. O pan nuestro de cada diya da-lo-mos güei, perdona las nuestras faltas como tamién nusatros perdonamos a os que mos faltan, no mos dixes cayer en a tentazión y libera-mos d'o mal. Amén.
[modifica] Collegamenti esterni
- (AN) Consello d'a fabla aragonesa
- (AN) Lingua aragonese
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