Delta (fiume)
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Un delta è un accumulo di sedimenti, o corpo sedimentario, che si forma in un'area di foce dove un corso d'acqua convoglia sedimenti terrigeni in un bacino con una massa d'acqua relativamente stazionaria. Dipendentemente dal tipo di bacino (mare o lago), si può avere quindi un delta marino o un delta lacustre.
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[modifica] Formazione di un delta
Un delta marino si forma per la combinazione di processi sedimentari fluviali (correnti fluviali) e marini (moto ondoso, correnti costiere e maree), in condizioni ambientali sia subaeree (emerse) che subacquee.
Il termine "delta" deriva dalla forma triangolare che molti corpi sedimentari di questo tipo mostrano in pianta (a somiglianza della terza lettera dell'alfabeto greco). In realtà, la morfologia e le dimensioni di un edificio deltizio dipendono da molteplici fattori:
- quantità di sedimento apportato dal fiume (portata solida);
- granulometria del sedimento: principalmente il rapporto tra materiali fini, (argilla e silt, trasportati prevalentemente in sospensione dalle acque fluviali) e grossolani (sabbie e ghiaie, trasportate a contatto con il fondo);
- regime fluviale (velocità della corrente);
- tipo ed energia dei processi costieri (onde, maree, correnti);
- morfologia del bacino che riceve i sedimenti
- tasso di subsidenza (abbassamento naturale del suolo).
In particolare, la tipica forma a "delta" si realizza nel caso in cui i processi fluviali tendono a prevalere su quelli marini (delta "costruttivo"), e l'edificio deltizio tende ad avanzare (progradare) entro il bacino.
Viceversa, la prevalenza dei processi marini determina lo smantellamento dell'edificio deltizio più rapidamente di quanto si formi, redistribuendo i sedimenti lungo la costa. In questo caso si forma un estuario, in cui il canale fluviale sfocia direttamente in mare.
[modifica] Geometria e organizzazione interna
L'immagine seguente è una sezione geologica ideale in senso longitudinale (parallelo alla direzione prevalente delle correnti fluviali) di un edificio deltizio.
La parte emersa del delta si definisce piana deltizia, spesso in continuità con una pianura alluvionale, ed è caratterizzata da fenomeni e morfologie simili a quelli alluvionali e dai sedimenti più grossolani.
La fronte deltizia si trova in condizioni sia subaeree che subacquee, a seconda delle fluttuazioni del livello del mare. È caratterizzata dalla presenza di barre di foce (accumuli di sedimenti deposti dalla corrente fluviale entrante per perdita di carico dovuta alla brusca diminuzione di velocità). Le strutture sedimentarie più comuni sono stratificazione e laminazione obliqua e incrociata a piccola e media scala (cross bedding e ripples da onda e da corrente).
Il prodelta è la parte interamente subacquea dell'edificio deltizio, e ne costituisce la parte prevalente in volume. È caratterizzata da sedimenti sempre più fini (sabbie fini, silt, argille) allontanandosi progressivamente dalla foce. Le strutture sedimentarie più frequenti sono laminazioni (sempre meno frequenti verso il bacino) e bioturbazioni (strutture prodotte dall'attività di organismi viventi, come vermi, molluschi etc.).
La fronte deltizia e il prodelta sono caratterizzati da clinostratificazione (stratificazione inclinata) a grande scala. L'angolo di giacitura degli strati (esagerato verticalmente nell'immagine sopra) dipende dal tipo di sedimenti. È maggiore per i sedimenti grossolani (ghiaie, sabbie) e minore per i sedimenti fini (silt, argille). La sovrapposizione e la deposizione verso l'interno del bacino in tempi successivi (nell'esempio sopra t1 - tn) di strati e corpi sedimentari dà origine ad una geometria progradazionale. L'immagine sopra riportata fornisce un esempio di progradazione sigmoidale (dalla forma degli strati in sezione, simile alla lettera sigma dell'alfabeto greco).
[modifica] Ambiente sedimentario
Il delta fluviale costituisce un ambiente sedimentario assai complesso e articolato in vari subambienti:
- piana deltizia
- canali distributori (canali più o meno ramificati, caratterizzati da elevata energia del mezzo e sedimenti grossolani sabbiosi)
- canale
- argine naturale
- canali distributori (canali più o meno ramificati, caratterizzati da elevata energia del mezzo e sedimenti grossolani sabbiosi)
- fronte deltizia
- area interdistributrice (aree situate tra i canali distributori e caratterizzate da bassa energia del mezzo e sedimenti fini argilloso-siltosi)
- lago o acquitrino interdistributario
- depositi di rotta (da rottura di argine naturale)
- baia interdistributaria
- piana e canali di marea
- area interdistributrice (aree situate tra i canali distributori e caratterizzate da bassa energia del mezzo e sedimenti fini argilloso-siltosi)
- prodelta
- prossimale (alta energia)
- barre di foce
- spiaggie
- barre e cordoni di marea
- distale (bassa energia)
- barra distale
- spiaggia esterna
- prossimale (alta energia)
Sovente, la notevole densità delle correnti fluviali in regime di piena, per la presenza di sedimento in sospensione, dà origine nel bacino marino prospiciente l'apparato deltizio a correnti di tipo torbiditico, che depongono sedimenti grossolani anche a notevole distanza dal delta propriamente detto:
In Italia hanno la foce a delta sia il fiume Po (naturale), sia il fiume Tevere (due soli rami di cui uno artificiale). Sul delta del Tevere sorgono Ostia (ramo naturale) e Fiumicino (ramo artificiale). Nell'ampio delta del Tevere sorge l'Isola Sacra (frazione di Fiumicino).
Tra le più importanti ed estese foci a delta c'è quella del Nilo, di 24.000 km².
Un esempio di apparato deltizio marino fossile in Italia è la formazione delle Arenarie di Val Sabbia (Triassico Superiore), affiorante nelle Alpi meridionali (Bergamasco-Bresciano).
[modifica] Ambiente naturale
I delta fluviali costituiscono ecosistemi di notevole importanza, rifugio di numerose specie animali e vegetali. Si tratta di un ambiente molto complesso e articolato che permette la contiguità di biocenosi sia marine che continentali, spesso con sviluppo di adattamenti peculiari. Nei delta sono rappresentati diversi geotopi:
- fluviale (canali distributori): alghe e piante superiori continentali di ambiente umido; notevole sviluppo delle faune ittiche; faune ad anfibi, rettili e mammiferi di ambiente acquatico.
- di pianura costiera (piana deltizia): a seconda del clima e della latitudine possiamo avere lo sviluppo di tundra, foresta temperata, foresta pluviale, con relative faune.
- palustre (rappresentato da acquitrini e torbiere nelle aree interdistributarie): sviluppo sia di alghe che di piante superiori; mangrovie nei climi tropicali. Ricche faune ittiche, anfibi e rettili; notevole anche lo sviluppo dell'avifauna e dei mammiferi di ambiente acquatico.
- lagunare (baie protette da cordoni litorali): ricca fauna ittica; sviluppo di faune adattate a condizioni salmastre e schizoaline (con ampie fluttuazioni della salinità);
- litorale (spiaggia e spiaggia sommersa): sviluppo di conifere nelle zone di retrospiaggia protette dalla salsedine; presenza nelle immediate vicinanze del mare di vegetazione pioniera (piante alofile); faune a molluschi e crostacei adattate a condizioni di alta energia; presenza frequente in talune zone di mammiferi marini.
La complessità di questo ambiente lo rende anche particolarmente fragile ed esposto alle conseguenze dell'attività antropica, con diversi fattori di rischio. Tra i principali vi sono:
- inquinamento: da attività industriale, agricola e zootecnica, ma anche dalla semplice presenza di concentrazioni abitative (l'inquinamento può essere, oltre che di natura chimica e organica - il più evidente - anche di natura acustica e luminosa);
- attività estrattiva: estrazione di materie prime (ghiaie e sabbie, torbe e ligniti, metano di origine biogenica). Queste attività possono avere conseguenze rilevanti:
- l'asportazione di sedimenti può alterare l'equilibrio del profilo dell'alveo fluviale provocando fenomeni erosivi;
- l'estrazione di idrocarburi da accumuli e giacimenti a bassa profondità può provocare incremento della subsidenza, con fenomeni di ingressione marina su ampie aree del delta. Questo fenomento è presente attualmente (e attentamente monitorato) in tutto l'alto Adriatico e nel delta del Po, come conseguenza dell'attività estrattiva di gas metano prolungatasi per decenni.
- attività di caccia e pesca: ovviamente dannose se non adeguatamente regolamentate, in quanto possono portare all'impoverimento della fauna e alla riduzione della biodiversità dell'ambiente;
- attività di navigazione (sia da diporto che da trasporto): fonte di inquinamento (principalmente chimico e sonoro), e di perturbazione delle acque.
In Italia, l'esempio più notevole di parco naturale in ambiente deltizio è il Parco del Delta del Po (suddiviso tra le regioni Veneto ed Emilia-Romagna), che raggiunge una superficie di 52000 ettari.