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Alpi - Wikipedia

Alpi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Nota disambigua - Se stai cercando altre voci sulle Alpi, vedi Alpi.
Le Alpi dal satellite
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Le Alpi dal satellite

Le Alpi sono la catena montuosa più importante d'Europa; si estendono tra l'Italia settentrionale, la Francia sud-orientale, la Svizzera, il Liechtenstein, l'Austria, il Sud della Germania e la Slovenia. Quale centro del continente agiscono da diaframma culturale delle varie aree delimitate dalla catena stessa. La loro più alta cima è costituita dal Monte Bianco che con i suoi 4.810 m è considerato anche il tetto d'Europa; seguono il Monte Rosa (4.634 m), il Dom (4.545 m), il Weisshorn (4.505 m) e il Cervino(4.476 m); altre vette sono il Gran Paradiso, il Bernina e il Monviso.

Va considerato che dal Colle di Cadibona al Passo Vrata si estende non tanto una semplice catena montuosa come può essere intesa in senso stretto, ma una serie di più catene che si possono definire sistema montuoso alpino oppure appunto, semplicemente, Alpi.

Indice

[modifica] Storia

La storia del popolamento delle Alpi iniziò con la fine dell'ultima glaciazione (ca. 15.000 anni fa), quando i ghiacci iniziarono a rendere abitabili vaste zone vergini.

[modifica] Geologia delle Alpi

Le Alpi fanno parte delle catene alpine peritetidee, formatesi durante il Mesozoico e il Cenozoico, che si estendono dal Maghreb all’Estremo Oriente. Una parte di queste catene montuose (le catene perimediterranee) è dovuta all'apertura, poi alla chiusura dei bacini oceanici del peritetidee. L’esistenza di questa orogenesi è legata alla convergenza delle placche africana e europea e all'interposizione di blocchi o di microplacche.

Le Alpi propriamente dette si estendono su un migliaio di chilometri, tra Ginevra e Vienna, con una larghezza compresa tra 100 e 400 chilometri.

Si possono suddividere secondo criteri geografici, geologici e topologici, in tre parti distinte: le Alpi occidentali, che formano un arco tra il mar Mediterraneo e le Valais, le Alpi centrali, tra le Valais e i Grigioni (Svizzera orientale), e le Alpi orientali e meridionali, che si inseriscono nel bacino Pannonico a Ovest dei Carpazi.

L’arco delle Alpi occidentali è classicamente suddiviso in due parti, separate dall'accavallamento pennico crostale: la zona esterna e le zone interne. Tale accavallamento maggiore unisce unità paleogeografiche distinte, con storie tettoniche e metamorfiche diverse: globalmente, le unità della zona esterna corrispondono alle parti vicine al margine europeo, che sono state poco accorciate metamorfizzate durante la storia della catena alpina, mentre le unità interne corrispondono alle parti più distali e au fondale oceanico, che hanno subito un metamorfismo e un accorciamento più forti. Le deformazioni nelle Alpi (osservabili grazie ai movimenti tellurici e alla geodesia) sono attualmente piuttosto deboli. Tuttavia sono osservabili in Svizzera tassi di sollevamento dell'ordine di 1mm/anno; dei dati comparabili non sono disponibili in Francia o in Italia, ma è probabile che le velocità verticali siano comparabili. L'origine di un tale sollevamento resta oggi ampiamente dibattuta, tuttavia l'accorciamento nelle Alpi occidentali è pressoché nullo.

[modifica] Geografia

Le Alpi possono essere suddivise in tre parti: Alpi occidentali (dal Mediterraneo al Monte Bianco), centrali (dalla Valle d'Aosta al Brennero e orientali (fino alla Slovenia).

[modifica] Suddivisione delle Alpi

Le Alpi europee viste dallo spazio - maggio 2002
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Le Alpi europee viste dallo spazio - maggio 2002
DEM delle Alpi
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DEM delle Alpi

[modifica] Clima

La pressione atmosferica scende con l'aumentare dell'altitudine. A causa delle ridotta Pressione atmosferica, l'aria contiene minori quantità di umidità e di anidride carbonica. Perciò l'acqua viene sottratta più velocemente alle piante, ed il livello di anidride carbonica diminuisce. Questi elementi sono però necessari ai vegetali per la fotosintesi, che produce zuccheri e cellulosa. All'aumentare della quota diminuisce proporzionalmente la temperatura.

[modifica] Flora

Un limite naturale della vegetazione è l'altitudine, che si nota dalla presenza dei principali alberi decidui — quercia, faggio, Frassino e Sicomoro. Questi non raggiungono esattamente la stessa quota, né è frequente che crescano assieme, ma il loro limite superiore di crescita corrisponde in modo abbastanza accurato ai cambiamenti di temperatura verso un clima più freddo che è ulteriormente confermato dai cambiamenti nel manto erbaceo nativo. Questo limite di solito rimane circa a 1200 m sopra il livello del mare sul lato nord delle Alpi, ma a sud spesso sale a 1500 m, talvolta anche a 1700 m.

Non si deve supporre che questa regione sia sempre segnata dalla presenza degli alberi caratteristici. L'intervento dell'uomo in molte regioni li ha quasi eliminati e, ad eccezione delle foreste di faggi delle Alpi austriache, una grande foresta di alberi decidui è rara. In molte regioni dove tali alberi esistevano una volta, sono state occupate dal Pino silvestre e dall'Abete rosso, che soffrono meno le devastazioni delle capre, i peggiori nemici della vegetazione arborea.

Piante tipiche:

[modifica] Fauna

Fauna delle Alpi. Queste specie si trovano numerose nel 15% delle aree protette alpine.

[modifica] Turismo

Il Cervino
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Il Cervino

Le Alpi hanno una nettissima vocazione turistica. Già nel XIX secolo gli Inglesi esaltavano il concetto di Alpi come playground of Europe (v. Alpinismo).

Una speciale importanza per le Alpi ha il turismo associato agli sport invernali, ma anche il turismo degli amanti delle escursioni e delle arrampicate.

Per molte comunità alpine il turismo è diventato praticamente l'unica fonte di reddito (a scapito delle attività tradizionali, relegate a un ruolo marginale).

Gli ambientalisti e una parte degli abitanti locali temono però sempre maggiormente i danni che il turismo di massa può arrecare e invocano sempre più spesso dei limiti all'utilizzo turistico delle Alpi. Ad esempio, vengono costruite sempre più vie di comunicazione attraverso le montagne, vengono alterate le strutture dei villaggi, aumentano i rifiuti da smaltire.

D'altra parte, lo sviluppo delle infrastrutture turistiche ha già toccato in diverse vallate il suo limite perché la superficie utile è limitata da pericoli naturali (valanghe, frane ecc.). Alcune tragiche disgrazie negli ultimi anni (ad es. a Galtür (Tirolo)) nel Febbraio 1999 hanno evidenziato questa problematica.

Il turismo itinerante rappresenta invece un esempio di turismo ecologicamente sostenibile ("turismo dolce"), in particolar modo se riscopre vallate semi-abbandonate e minacciate dall'emigrazione, contribuendo ad assicurare una fonte di introiti per le popolazioni originarie. Questo tipo di turismo viene pubblicizzato in maniera esemplare dalla Grande Traversata delle Alpi in Piemonte.

[modifica] Condizioni

La varietà paesaggistica, le bellezze culturali e le particolari condizioni climatiche sono prerequisiti ottimali per l'utilizzo turistico delle Alpi, poiché permettono offerte differenziate per i diversi interessi turistici (ad es. turismo di relax, attivo, di cura, culturale ecc.). In estate sono possibili soggiorni riposanti o energizzanti (trekking, passeggiate, turismo balneare sui laghi), e soprattutto la vacanza sportiva nella sua forma più elevata, l'Alpinismo. Questa è stata anche l'attività che ha inaugurato lo sviluppo turistico delle Alpi. In particolar modo fu il turismo inglese a lasciare un'impronta decisiva al termine del XIX secolo. Già all'epoca vennero organizzati dall'inglese Thomas Cook dei viaggi di massa dalla Gran Bretagna verso le Alpi. In inverno le Alpi sono un'attrattiva mondiale per gli sport invernali, fra i quali domina lo sci nelle sue diverse evoluzioni e varianti. Negli ultimi decenni il turismo invernale ha però ceduto il passo alla sua variante estiva in numerose aree della catena montuosa.

[modifica] Vantaggi e pericoli

Attraverso il turismo di massa si creano posti di lavoro e introiti a livello regionale, e si può ridurre lo spopolamento delle aree montane. Il turismo alpino è però spesso concentrato solo in determinati territori, città o paesi. Nei grandi territori privi di turismo di massa l'emigrazione è infatti tuttora rilevante. Spesso si incontrano a breve distanza aree di grande sfruttamento e "terre di nessuno", almeno a livello turistico. Questo fenomeno si riscontra prevalentemente nelle Alpi italiane, anche a causa della loro estensione.

Le popolazioni alpine sono ormai fortemente dipendenti dal turismo di massa. A questo fenomeno si sottomettono spesso intere aree del vivere civile, e talvolta le identità o le particolarità regionali si riducono a semplici cliché. Inoltre le condizioni di lavoro legate al turismo offrono spesso prospettive limitate e non interessanti (orari di lavoro estremamente flessibili, compensi ridotti, elevata stagionalità). I lavoratori che non vogliono o non possono sottostare a queste condizioni trovano soltanto le alternative dell'emigrazione o del pendolarismo.

L'intensivo turismo di massa ha portato anche problemi ecologici, come inquinamento, problemi di smaltimento dei rifiuti, incremento del traffico stradale e "inquinamento estetico", ad esempio a causa di strutture altamente tecnologiche come le funivie, che hanno un notevole impatto ambientale.

[modifica] Trasporti

La catena alpina rappresenta un ostacolo per le principali reti di trasporto transeuropee, potendo essere oltrepassate solo con valichi o tunnel. Fra i corridoi di attraversamento principali ricordiamo:

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

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