Ariel Sharon
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* Morto assassinato |
Ariel Sharon, in ebraico אריאל שרון, il cui vero nome è Ariel Scheinermann, noto anche con il soprannome di Arik, è un politico israeliano proveniente dai ranghi dell'esercito, dove ha raggiunto il grado di generale. È stato primo ministro di Israele dal marzo 2001 all’aprile 2006, l'undicesimo a ricoprire questo incarico.
Sharon è nato il 27 febbraio 1928 nella cooperativa agricola di Kfar Mala, in quello che poi sarebbe diventato lo stato d’Israele, da una famiglia di immigrati. Come molti ebrei immigrati, anche i suoi genitori, lituano il padre e russa la madre, decidono di adottare un nuovo cognome in ebraico. Sharon, una parola biblica dal significato letterale di “foresta”, è la denominazione di quella fertile pianura costiera proprio al centro della quale è Kfar Malal.
Indice |
[modifica] Carriera militare
Membro dell’esercito clandestino ebraico Haganah a 15 anni, ha combattuto come capo plotone nella guerra del 1948-49, dove è stato gravemente ferito. È diventato capitano a 21 anni e ufficiale dei servizi segreti a 23. Dopo una breve esperienza all’Università, torna nell’esercito. Maggiore, è comandante negli anni ’50 dell’Unità 101, una forza speciale dell’esercito creata apposta per reagire con rappresaglie agli attacchi terroristici sul suolo israeliano. Ma in una di queste azioni, nel 1953, muoiono 60 civili palestinesi e l’unità viene sciolta. Sharon ha fatto da capro espiatorio e, in effetti, in pochi mesi la 101 è ricostruita come Brigata Paracadutisti 202.
Generale all’età napoleonica di 28 anni, combatte alla testa dell’esercito la Guerra del 1956, ma in un’azione durante la battaglia di Mitla muoiono suoi 40 soldati. Questa volta la responsabilità è sua e Sharon è costretto stare fuori dall’esercito per 6 anni. Ne approfitta per tornare all’Università e laurearsi in legge.
Di nuovo nei ranghi militari, nel 1962 viene nominato Comandante della Scuola di Fanteria e Responsabile dell’Addestramento. Durante la Guerra dei Sei Giorni (1967) è comandante di una divisione corazzata. Nel 1969 viene nominato Comandante del Comando Sud. La sua carriera è destinata ad arrivare ai vertici delle Forze armate, ma nel 1972 il ministro della Difesa Moshe Dayan, che lo ha in antipatia, blocca la sua nomina a Capo di Stato Maggiore. Lascia di nuovo l’esercito, questa volta sbattendo la porta, e decide di entrare in politica. Sceglie il Likud, in opposizione al laburista Dayan.
Ma nel 1973 scoppia di nuovo la guerra (Guerra del Kippur) e Sharon è richiamato in servizio al comando di una divisione corazzata della riserva. Il generale Elazar, che Dayan gli ha preferito come Capo di Stato Maggiore, si è fatto cogliere di sopresa dagli eserciti di Egitto e Siria, ma Sharon gli toglie le castagne dal fuoco. Aggira la terza armata egiziana sbarcata sul suolo israeliano con un ardito controsbarco sulla costa africana e inizia addirittura una marcia sul Cairo, fermata solo dalla tregua. Furibondo, lascia la divisa definitivamente, protestando contro il governo che ha preferito il negoziato alla vittoria sul campo.
[modifica] Carriera politica
Sharon nel 1973 è già deputato del Likud, ma dopo un anno dà le dimissioni e, fra il 1975 e il 1977 è consigliere per la sicurezza del premier, il laburista (ma amico) Yitzhak Rabin. Quando il Likud ha vinto per la prima volta le elezioni, Sharon è diventato Ministro dell’Agricoltura, svolgendo un ruolo di primo piano nel programma di costruzione di insediamenti ebraici a Gaza e in Cisgiordania.
Nel 1982, come Ministro della Difesa, è stato l’artefice dell’invasione del Libano. L’attacco si risolse anche nel massacro di centinaia di palestinesi nei campi profughi libanesi ad opera delle milizie cristiane. Nota a tutti è stata la strage di Sabra e Chatila. Sharon è stato messo sotto inchiesta per non averla impedita. La commissione di inchiesta israeliana, presieduta dal magistrato della Corte Suprema Kahan, lo ha ritenuto indirettamente responsabile per negligenza.
Costretto alle dimissioni, ottiene un ministero senza portafoglio nel 1983-84, per poi andare al Commercio e Industria tra 1984 e 1990 e all’Edilizia tra 1990 e 1992. Di nuovo ministro delle Infrastrutture tra 1996 e 1998 e degli Esteri tra 1998 e 1999 con Benjamin Netanyahu premier, dopo la sua sconfitta è diventato il nuovo leader del Likud.
[modifica] Sharon premier
Il primo appuntamento elettorale sono state le elezioni parlamentari all’inizio del 2001. Nel settembre 2000 Sharon si è recato sulla spianata delle moschee di Gerusalemme. Il suo gesto ha provocato conseguenze nefaste presso la popolazione araba, che ha scatenato contro Israele quella che è stata chiamata “Seconda Intifada”; ma gli è valso anche per vincere le elezioni su una piattaforma di critica degli accordi di Oslo. Dopo le elezioni, sua è stata la decisione di confinare Yasser Arafat a Ramallah, dove il capo palestinese è morto nel 2004.
Rieletto nel 2003 ha avviato la costruzione di una barriera difensiva al confine con la Cisgiordania per ridurre al minimo gli attentati suicidi. Nel febbraio 2004 ha annunciato la sua intenzione di lasciare la striscia di Gaza. Il piano prevedeva non solo il ritiro dei soldati, ma anche il rientro di 8 mila coloni dai loro 25 villaggi, costruiti a partire dal 1967 a Gaza e in Cisgiordania. Il piano è stato attuato, non senza incontrare numerose resistenze da parte dei coloni, nell’agosto 2005.
[modifica] Sharon fonda Kadima
Il 20 novembre 2005 Sharon è uscito dal Likud ed ha fondato un nuovo partito, il Kadima (che in ebraico significa “avanti!” o “seguitemi!”), in cui è confluito anche il Premio Nobel per la Pace Shimon Peres. Poche settimane dopo la fondazione del partito, Sharon ha avuto però un improvviso cedimento fisico che ne ha provocato l’uscita dalla vita politica attiva.
Ricoverato in ospedale il 18 dicembre 2005, per un leggero ictus, Sharon è stato dimesso il 20. Ma il 4 gennaio 2006, alle 22:50 ora di Israele (GMT +0200) il premier veniva colpito da una grave emorragia cerebrale che ha comportato il suo ricovero d'urgenza all'ospedale di Hadassa a Gerusalemme, dove è stato sottoposto, in due diversi momenti, a due lunghi interventi per bloccare due episodi assai imponenti di emorragia cerebrale. Il dottor Shlomo Mor Yosef, direttore dell'ospedale Hadassa, dove il Premier è ricoverato, conferma le notizie dei lievi miglioramenti del paziente, uscito il 10 gennaio dal coma farmacologico.
Nel marzo 2006, il suo partito ha visto le elezioni parlamentari. L’11 aprile 2006, visto il permanere del coma, è stato ufficialmente destituito dalla sua carica. La decisione ha avuto effetto dal 14 aprile, ponendo formalmente termine al suo incarico come Primo ministro, carica poi assunta "ad interim" da Ehud Olmert.
Medici esperti hanno recentemente affermato che Sharon si trova in uno stato vegetativo persistente e la possibilità che possa riprendere conoscenza è ormai estremamente bassa.
[modifica] Voci correlate
Predecessore: | Primo ministro israeliano | Successore: | |
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Ehud Barak | 7 marzo 2001 - 14 aprile 2006 | Ehud Olmert |