Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Bombardamento a tappeto - Wikipedia

Bombardamento a tappeto

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Il bombardamento a tappeto è una tecnica di bombardamento che prende come obiettivo le città e gli abitanti del paese nemico allo scopo di fiaccarne la resistenza, incuotendo il terrore e deprimenendo il morale della popolazione civile.

Indice

[modifica] L'origine della dottrina

Il bombardamento aereo venne introdotto durante la prima guerra mondiale, quando la possibilità di gettare le bombe alla maggior distanza possibile costituì un elemento essenziale della guerra di trincea. Sebbene questi attacchi fossero inizialmente portati con strumenti terrestri come artiglieria pesante e cannoni ferroviari, apparve evidente il vantaggio del neonato mezzo aereo, che risolveva i problemi di scarsa mobilità e di difficoltà di approvvigionamento dei supercannoni a terra. È in questo periodo che diventò chiaro che le guerre future si sarebbero sempre più risolte nel cielo e che si formò la dottrina del bombardamento tattico. Contemporaneamente, la dottrina militare e politica comprese che la potenza aerea poteva essere usata per colpire i centri vitali logistici del nemico, come le industrie e le infrastrutture di trasporto e, addirittura, per colpire direttamente la popolazione civile, fino ad allora relativamente poco coinvolta dalle guerre non direttamente combattute sul proprio territorio.

Tutte le nazioni concorsero alla diffusione di questa dottrina. Negli Stati Uniti, nel 1925, il pilota Billy Mitchell fu condannato dalla corte marziale per insubordinazione dopo le sue dure critiche ed accuse di incompenteza nei confronti di esercito e la marina, in particolare quelle seguite alla perdita del dirigibile USS Shenandoah (ZR-1). Ciononostante, dimessosi dall'esercito, Mitchell dedicò il resto della sua vita a scrivere articoli e a tenere conferenze sull'importanza rivoluzionaria del bombardamento aereo dei paesi nemici, rifiutandosi di trovare alcunché di illegale o immorale in questa strategia e riuscendo in buona misura a convincere i vertici della marina. Le sue parole fecero talmente presa che a Mitchell fu in seguito intitolato uno dei più importanti bombardieri statunitensi, il North American B-25 Mitchell.

Simili posizioni furono sostenute anche dal russo naturalizzato americano Alexander de Seversky, nel suo libro Victory Through Air Power del 1942. Il libro ebbe un tale successo che Walt Disney ne fu ispirato per un cartone animato di propaganda dallo stesso titolo.

In Italia, il generale Giulio Douhet pubblicò un pamphlet in cui si sosteneva che l'avanzata delle truppe poteva essere facilitata dalla confusione che il panico avrebbe prodotto colpendo la popolazione civile del territorio nemico. Il panico avrebbe potuto essere "consegnato per via aerea".

In Germania, posizioni analoghe furono sostenute dal generale Erich Luderndorff nel suo libro Die Totale Krieg (La guerra totale) in cui sosteneva che i civili dovessero essere considerati come combattenti e trattati conseguentemente. A differenza di Mitchell, Luderndorff incontrò l'adesione del governo e, in particolare, del gerarca nazista ed ex-pilota Hermann Göring. Il Trattato di Versailles prevedeva la totale eliminazione delle forze aeree tedesche. Le autorità germaniche aggirarono il divieto chiedendo all'industria di produrre aerei civili in grado di svolgere anche compiti militari. La Luftwaffe venne così ricostruita in segreto e rivelata al mondo solo il 1° marzo 1935.

[modifica] Bombardamento di Guernica

Guerinca, 1937
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Guerinca, 1937

La dottrina di Göring aveva l'appoggio entusiasta di Adolf Hitler, ma richiedeva una verifica sul campo. L'occasione fu colta con la partecipazione della Germania in appoggio a Francisco Franco alla guerra civile spagnola. Verso le 4 e mezza del pomeriggio del 26 aprile 1937, venticinque bombardieri Junkers e Heinkel della Legione Condor, con al comando Wolfram von Richthofen (cugino del "Barone Rosso", scortati da una ventina di caccia Messerschmitt e Fiat, attaccarono la città basca di Guernica. La città non era provvista di alcuna difesa, pur essendo un importante nodo ferroviario e sede di due fabbriche di armi e bombe. Il bombardamento durò più di tre ore con bombe esplosive ad alto potenziale e bombe incendiarie. La città continuò a bruciare per giorni, e alla fine risultò distrutta per oltre il 70%. Le diverse storiografie sostennero differenti numeri di vittime: 1.650 civili secondo i repubblicani (dato riportato anche sul New York Times), addirittura nessuno per i nazionalisti, che sostenevano l'inesistenza del bombardamento e accusavano i repubblicani di avere appiccato volontariamente l'incendio alla città. Da testimonianze indipendenti si scopre come il bombardamento causò, invece, circa 100 vittime.

Il 28 aprile, il New York Times riportò la notizia con un articolo di George Steer (peraltro non testimone oculare), che venne subito ripreso e tradotto dal L'Humanité. Pablo Picasso rinominò un suo quadro, concernente una corrida, Guernica. Il parlamento tedesco ha presentato scuse formali per il bombardamento di Guernica il 24 aprile 1999. L'esperienza della guerra di Spagna convinse (erroneamente) l'aeronautica tedesca della superiorità del bombardiere medio, come ad esempio gli Heinkel He 111 e i Dornier Do 17, (entrambi in grado di operare solo di giorno e con un'autonomia di circa 1.200-2.000 km) come arma strategica e dell'aereo da attacco al suolo, come il Junkers Ju 87 Stuka, come arma tattica.

[modifica] Bombardamento di Coventry

Nella seconda guerra mondiale i bombardamenti diretti a colpire i civili iniziarono con i bombardamenti tedeschi su Varsavia e Rotterdam (che fu praticamente rasa al suolo) e proseguirono con un botta e risposta tra Germania e Inghilterra, sintetizzato dalle vicende di Coventry. La città, una delle architetture medioevali meglio conservate d'Europa, ospitava diverse fabbriche di interesse militare, che erano state spostate al di fuori delle zone residenziali per ridurre i rischi per la popolazione.

Il 25 giugno 1940 cinque bombe tedesche colpirono l'aeroporto della città di provocando 16 morti. Un altra incursione, il 25 agosto, distrusse il cinema e in ottobre, in diversi raid vennero uccise 176 persone. Dal canto suo, l'8 novembre, la RAF bombardò Monaco, città in cui fu fondato il Partito Nazista.

La vendetta di Hitler si concretizzò nell'operazione Sonata al chiaro di luna: al tramonto del 16 novembre, circa 500 aerei si levarono dai campi di volo della Francia occupata diretti su Conventry. I bombardieri erano dotati di un rudimentale sistema computerizzato, chiamato X-Gerat, in grado di guidare i velivoli verso il bersaglio attraverso segnali radio usati come radiofari. Alle 7 di sera le sirene antiaeree di Coventry cominciano a suonare. Venti minuti dopo, la città viene illuminata dai bengala lanciati dai bombardieri, seguiti dalle bombe incendiarie al fosforo, che non possono essere spente dall'acqua. Gli incendi avevano lo scopo di illuminare il bersaglio per gli aerei che sarebbe seguiti. Alle 7.30, la seconda ondata di aeroplani colpisce oltre 500 tonnellate di esplosivo e ulteriori bombe incendiarie. Le industrie in periferia sono appena sfiorate e la maggior parte delle bombe cadono nel centro della città. Verso le 20, in centro infuriano centinaia di incendi e l'antiaerea non è più in grado di opporre alcuna resistenza. Le sirene suonarono il cessato allarme alle 6.15 del mattino; la città era ridotta ad un cumulo di macerie fumanti. L'attacco provocò 1.236 morti e 1.746 feriti. La devastazione fu così vasta che i termini "Koventrieren" e "Coventrate" entrarono nelle lingue tedesca e inglese come sinonimo di "devastare con bombardamento aereo". Due gironi dopo, per risposta, la RAF bombardò per la prima volta Amburgo.

In questo periodo, i tedeschi sperimenta per la prima volta l'uso terroristico di missili. Le V1 e, soprattutto, le V2 lanciate sull'Inghilterra hanno precisione scarsa, ma un impatto psicologico devastante: al contrario dei normali aerei, la loro velocità impedisce che la popolazione venga allertata.

[modifica] La dottrina del bombardamento a tappeto

I tedeschi colpirono numerose volte Londra tra il 1940 e il 1941, ma, al termine della battaglia d'Inghilterra, la Luftwaffe aveva perso moltissimi velivoli e, parallelamente, l'Inghilterra aveva decisamente rafforzato le proprie difese, così per un paio d'anni, i raid sia inglesi sia tedeschi si diradarono notevolmente. La svolta avvenne quando il fisico Frederick Lindemann entrò nel Gabinetto di Guerra di Winston Churchill. Nel 1942, Lindemann presentò uno studio in cui si invocava una campagna di bombardamenti strategici delle citta tedesche allo scopo non solo di colpire i centri industriali più importanti ma di distruggere deliberatamente il maggior numero di abitazioni, per ridurre la forza lavoro disponibile. Le case popolari dei quartieri operai, con la loro densità, sembravano un bersaglio adatto all'uso delle bombe incendiarie. Il Gabinetto accettò la proposta e il Maresciallo dell'Aria Arthur "Bomber" Harris venne nominato comandante in capo del Comando Bombardieri nel febbraio 1941.

All'industria venne richiesto un massiccio sforzo produttivo per la costruzione dei bombardieri strategici quadrimotore Handley Page Halifax e Avro Lancaster, con autonomia di circa 3.000 km, quota operativa superiore ai 7.000 m e, soprattutto, in grado di operare di notte.

La prima applicazione della nuova dottrina, nota come bombardamento a tappeto, avvenne il 30 maggio 1942 su Colonia. I circa mille bombardieri ottennero un risultato inferiore alle attese, a causa di errori di puntamento e alla mancanza di coordinamento, ma nel giro di un anno il sistema diventò micidialmente efficiente. La città bersaglio veniva sorvolata di notte da cacciabombardieri Mosquito che, grazie alla loro velocità e all'altitudine di volo risultavano praticamente al sicuro. Questi, sfruttando il sistema radar, da poco inventato, lanciavano con estrema precisione bengala rossi su punti specifici della città.

Immediatamente dopo, centinaia di bombardieri, seguendo i segnali lasciati, rovesciavano da altissima quota tonnellate di bombe esplosive e incendiarie. Un singolo Lancaster era in grado di trasportare tra le 6 e le 10 tonnellate di ordigni. Con questo sistema venne colpita, a successive ondate il 24, il 27 e il 29 luglio 1943, in una missione denominata Operazione Gomorra, Amburgo, che pagò con oltre 50.000 vittime e più di un milione di senzatetto. La stessa sorte tocco a Kessel il 2 ottobre 1943, a Berlino tra novembre 1943 e marzo 1944, Norimberga nel marzo 1944 e a numerose altre città. Più della metà della città di Colonia fu rasa al suolo in questo modo.

[modifica] Bombardamento di Dresda

Dresda, 1945
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Dresda, 1945

Il punto culminante venne raggiunto a febbraio 1945 con l'attacco, nel corso dell'Operazione Thunderclap, alla città barocca di Dresda. La notte del 13 febbraio, 796 Lancaster sganciarono 1.478 tonnellate di bombe ad alto potenziale e 1.182 tonnellate di bombe incendiarie. L'aeronautica tedesca, ormai in ginocchio, non fu in grado di opporre alcuna resistenza. Tre ore dopo, altri 529 Lancaster colpirono Dresda con 1.800 tonnellate di esplosivo. A mezzogiorno del 14, le Fortezze volanti delle forze aeree Americane sganciarono altre 771 tonnellate di bombe, ripetendosi il giono dopo con ulteriori 466 tonnellate.

La città si trasformò in un unico incendio. I piloti riportarono che la puzza di carne bruciata era avvertibile fino da 10.000 metri d'altitudine. Alla fine, delle 28.410 case che costituivano la città, 24.866 erano distrutte e un'area di 15 km quadrati completamente rasa al suolo. Dresda, che contava circa 642.000 abitanti nel 1939, ospitava nel 1945 oltre 200.000 profughi da altre città tedesche. Per questo motivo, esistono stime contraddittorie sul numero di vittime, che varia tra 35.000 e 135.000. L'impatto psicologico sui superstiti fu devastante. Lo scrittore americano Kurt Vonnegut, prigioniero in un campo nei dintorni di Dresda durante il bombardamento, narrò la sua esperienza in Mattatoio n. 5, uno dei suoi libri più famosi.

[modifica] Bombardamento di Hiroshima e Nagasaki

Sul fronte del pacifico, la distanza tra le possibili base aeree americane e il Giappone rendeva impossibile qualsiasi tentativo di attacco al suolo nemico. Una sola azione, più che altro propagandistica, venne portata a termine il 18 aprile 1942 da 16 B-25 decollati dalla portaerei USS Hornet che colpirono Tōkyō e Yokohama.

La svolta si ebbe con l'entra in produzione, nel 1944, delle Superfortezze B-29, con un'autonomia di oltre 6.000 km. Inizialmente, vennero tentati dei bombardamenti diurni di precisione da alta quota su Tokyo, Nagoya, Osaka e Kobe. Visti gli scarsi risultati, il Generale Curtis LeMay, comandante del XXI Comando Bombardieri di stanza alle Isole Marianne, passò ai bombardamenti incendiari. La prima città colpita fu, il 3 febbraio 1945, Kobe. Tokyo venne colpita in tre riprese, il 24 febbraio, il 10 marzo e il 26 maggio. Oltre 41 km quadrati della città, quasi interamente costruita in bambù, bruciarono; le stime indicano circa 100.000 vittime. Dopo la guerra, il Generale LeMay dirà: «Penso che se avessimo perso, io sarei stato trattato come un criminale di guerra».

Uno degli atti più controversi della Seconda guerra mondiale furono comunque i bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, che causarono circa 90.000 morti all'esplosione e, a causa degli effetti delle radiazioni, oltre il doppio negli anni successivi. Se da una parte il Giappone aveva parlato di "150 milioni di martiri" per intendere che il suolo nipponico sarebbe stato difeso fino alla morte, la giustificazione del Presidente Harry S. Truman sull'uso della Bomba come unico mezzo per porre termine al conflitto sono contraddette dalla documentazione storica. Probabilmente, fattori di politica interna, come la giustificazione delle spese del Progetto Manhattan, e di politica estera, in particolare nei rapporti con l'Unione Sovietica, giocarono un ruolo decisivo nella scelta di usare l'arma atomica.

[modifica] Questioni etiche

Se il bombardamento a tappeto sia o meno stato efficace, è a 60 anni dalla fine della seconda guerra mondiale ancora motivo di accese polemiche. Quello che è certo è che non ottenne mai, eccetto che in Italia, risultati pari alle aspettative di un cedimento rapido della controparte, piegata dalle perdite e distruzioni materiali.

Nonostante i bombardamenti, sia in Giappone che in Germania durante il 1944-45 la produzione industriale di tipo bellico, nonostante la drammatica crisi alimentare, raggiunse punte incredibilmente alte, e per giunta con le armi dei tipi più moderni. È evidente che il dispendio di risorse per costruire 50.000 bombardieri pesanti e la perdita di quasi 100.000 uomini non ottenne i risultati sperati in tal senso.

[modifica] Il teatro europeo

Quello che viene tuttora dibattuto è se la teoria del bombardamento a tappeto davvero finì per accorciare la guerra oppure fosse conveniente insistere con attacchi mirati, condotti da equipaggi selezionati e a bassa quota. Questa era la tesi del famoso pilota di bombardieri Guy Gibson, autore tra l'altro delle missioni epiche contro le dighe della Ruhr, utilizzata in un certo qual modo anche dall'aereo noto in Italia come Pippo, e che erano in evidente opposizione a quelle del comandante del Bomber Command inglese "Bomber" Harris (noto anche come "Butcher" Harris, "il Macellaio"). Il risultato finale sul fronte tedesco è comunque noto: il paese non capitolò fino a quando la capitale non venne espugnata casa per casa.

Gli statunitensi in Europa nella maggior parte dei casi evitarono bombardamenti indiscriminati, anche quando gli inglesi agirono in tal senso con una notevole progressione dal 1942 in poi. In Giappone invece gli Americani, applicarono in pieno le teorie del "terror bombing", detto anche "carpet bombing" o addirittura "de-housing", ovvero la teoria -molto inglese- che motivava i bombardamenti sulle città indirizzandoli in teoria prevalentemente alle distruzioni materiali piuttosto che all'uccisione di civili.

[modifica] Il fronte del Pacifico

Sul fronte del Pacifico invece lo sgancio delle due bombe atomiche ottenne certamente l'effetto desiderato. Va detto però che il Giappone era oramai in ginocchio e senza più alleati, non aveva più riserve alimentari né petrolifere. Era sostanzialmente senza speranza sin dalla caduta di Okinawa, e documenti piuttosto recenti hanno dimostrato che tramite l'ambasciata dell'URSS cercasse di ottenere una resa almeno un minimo dignitosa per non urtare la sensibilità della casta militare che ancora comandava, vinta ma non doma.

Comunque siano andate le cose, le spiegazioni dichiarate a tutt'oggi dalla maggior parte degli storici e militari statunitensi (come anche dagli inglesi con la Germania) per giustificare le massicce distruzioni prima "convenzionali" poi nucleari sul territorio giapponese non possono essere razionalmente giustificate.

La teoria che l'uso delle atomiche potesse aver salvato molte più vite umane (americane) di quante ne spense ha indignato anche uno storico americano, Mike Walzer, che l'ha definita nel suo libro Guerre giuste e ingiuste come «grottesca, blasfema, spaventosa ed orrenda», questione sottoposta a critiche anche da Lifton e Markusen in un'altra opera non casualmente intitolata The genocidal mentality: the Nazi holocaust and nuclear threat.

Eppure, come documentato anche in alcune interviste TV, molti dei reduci degli equipaggi che sganciarono la "bomba" sono rimasti convinti che quella era l'azione giusta da fare per porre finalmente termine alla guerra. Anche il famoso asso dell'aviazione della marina giapponese Saburo Sakai dichiarò nella sua auto-biografia che se gli Stati Uniti non avesso usato le bombe atomiche, i giapponesi avrebbero continuato a combattere casa per casa fino all'ultimo.

Paradossalmente, è poi altrettanto indubbio che proprio il successo della campagna aerea ha dimostrato come non fosse necessario lo sbarco anfibio in Giappone. Gli statunitensi avrebbero dovuto considerare che nelle sue condizioni, tale paese non avrebbe potuto resistere che per qualche ulteriore mese.

Può essere considerata anomala la rapidità che ebbero gli USA nell'usare l'atomica anche su Nagasaki, appena 3 giorni dopo Hiroshima. Ufficialmente, questo fu dovuto al fatto che le autorità giapponesi non risposero subito all'ingiunzione di resa richiesta dal comando americano. Molti storici hanno avanzato invece l'ipotesi che, essendo la seconda atomica di tipo diverso (al plutonio), l'interesse era di "testarla" anch'essa su di un bersaglio reale (la primissima arma nucleare, detonata ad Alamogordo, era in effetti al plutonio) prima che i giapponesi si arrendessero. Quel che è certo, è che a quel punto non esisteva più nessun motivo di natura militare per avere tale premura.

Altri storici sostengono invece che, date le terribili condizioni in cui i giapponesi tenevano i prigionieri e anche i civili nelle terre da loro conquistate in Asia continentale, tanto valesse abbreviare in ogni modo la guerra e liberare tutte quelle persone che rischiavano la morte entro breve tempo. Questa tesi potrebbe essere considerata valida, ma l'idea di uccidere centinaia di migliaia di civili in cambio di questo beneficio fa tornare direttamente alla definizione di Walzer, tanto più che ad Hiroshima esisteva un campo di prigionia in cui erano rinchiusi anche militari americani, morti a loro volta nell'esplosione.

Un altro tema, meno nobile senz'altro, che viene a dover essere citato è quello del razzismo e dell'odio che negli Usa era presente contro i "musi gialli", come testimoniato anche dalle condizioni degli immigrati giapponesi internati durante la guerra nei campi di prigionia. Questo sentimento era chiaramente esasperato dall'attacco a Pearl Harbour, ma già preesistente e ulteriormente acceso dalla propaganda bellica.

L'opinione pubblica si compattò in maniera straordinaria dopo "il proditorio attacco", ma l'analisi critica del come ci si arrivò, ed in particolare di come Roosvelt ne fosse al corrente, almeno a grandi linee non venne e apparentemente non viene affrontata. L'errore formale dei giapponesi di presentare la dichiarazione di guerra in ritardo condonò tutto. E l'opinione pubblica americana ha sempre avuto la tendenza a giustificare la campagna di bombardamenti sul Giappone come definitiva "vendetta" per Pearl Harbour, sorvolando tra l'altro anche sul fatto che lì i giapponesi colpirono esclusivamente un'obiettivo militare. D'altro canto, i soldati giapponesi non erano solo disprezzati dal punto di vista razziale, ma anche temutissimi per la loro propensione a combattere fino alla morte in qualunque situazione.

I massacri di Tarawa, Pelielu, Iwo Jma e Okinawa stavano a dimostrarlo. Ma non si teneva conto, ancora una volta, di come la situazione fosse ben diversa dopo la caduta delle ultime due isole, parti del territorio giapponese, e che anche i nipponici sapevano che ormai la guerra era definitivamente perduta.

In sostanza, occorre ricordare che l'arte militare contempla la presa di una fortezza o per colpo di mano o per assedio. Visto e considerato che il colpo di mano sarebbe stato troppo dispendioso, allora non restava che l'assedio, che invece ha avuto successo pieno, grazie alle mine, ai sommergibili e al potere aereo. Forse mancò la lucidità o la volontà per aprire un dialogo ora che il Giappone era chiaramente vinto. Ma, occorre dire che nel 1945 doveva essere comunque ben chiaro come, oltre che essere dei gesti orrendi, i bombardamenti a tappeto si erano già dimostrati incapaci di arrecare allo strumento militare di un paese un danno che giustificasse i crimini commessi nei confronti dei civili.

Quello che è certo, è che l'era atomica allora inaugurata pose gli USA, già incomparabilmente superiori in termini industriali ed economici, su di un piano in quel tempo realmente irraggiungibile per qualunque altra potenza rimasta tra le macerie del resto del mondo.

[modifica] Utilizzo in epoca moderna

[modifica] Bombardamento di Hanoi

Al termine della guerra, anche se le notizie sull'effetto dei bombardamenti a tappeto si diffusero nel mondo, il Tribunale di Norimberga non ritenne di dover discutere l'argomento. La quarta Convenzione di Ginevra, nel 1949, stabilì un generico obbligo di protezione della popolazione civile, ma il clima della Guerra fredda non ne favorì l'applicazione pratica. Durante la guerra del Vietnam, il Generale LeMay disse che il Vietnam del Nord doveva essere «riportato all'età della pietra». Gli Stati Uniti, nel corso dell'Operazione Rolling Thunder, scaricarono tonnellate di bombe su Hanoi e Haiphong nel cosiddetto bombardamento di Natale del 1972. I bombardieri B-52 vennero usati anche per colpire la Cambogia, nonostante nessuna guerra fosse formalmente in atto.

Ciononostante, da una parte la sempre minore accettabilità politica e sociale delle azioni contro la popolazione civile, manifestata da intellettuali (Noam Chomsky) e artisti (Jane Fonda), e , dall'altra, la scarsa efficacia dello strumento in guerre di guerriglia costrinse i governi a rinunciare ai bombardamenti strategici.

Finalmente, nel 1977, il I Protocollo Aggiuntivo della Convenzione di Ginevra, bandì esplicitamente i bombardamenti di città, villaggi e altre aree contenenti concentrazioni di civili. Il protocollo proibisce esplicitamente l'attacco per bombardamento e ogni altro mezzo che tratta come un singolo obbiettivo militare un insieme di obbiettivi militari chiaramente distinti. Ciononostante, le potenze nucleari continuano a mantenere arsenali di missili balistici muniti di bombe H che altro uso non possono avere se non quello del bombardamento strategico delle popolazioni civili.

[modifica] La guerra del Golfo

Finita la guerra del Vietnam, non si hanno più bombardamenti massicci contro la popolazione civile. Costi, efficacia e, non per ultimi, motivi umanitari, spingono i paesi, capitanati dagli Stati Uniti, a sviluppare armi di precisione, in grado di colpire singoli obbiettivi. Ciononostante, azioni al di fuori di guerre contro obiettivi non esplicitamente militari, con scopi strategici, terroristici o di esecuzione mirata, vengono compiuti da vari paesi.

Il 7 giugno 1981, una stormo di F-15 e F-16 israeliani distrusse la centrale nucleare in costruzione a Osirak in Iraq.

Il 14 aprile 1986, Ronald Reagan ordinò raid aerei, nell'operazione chiamata Canyon El Dorado contro le città libiche di Tripoli e Bengasi, in cui morirono 60 persone, tra cui la figlia del leader libico Muammar Gheddafi, vero obiettivo dell'attacco. Il giorno dopo, la Libia lanciò due missili Scud B contro l'isola di Lampedusa, che ospita alcune installazioni dell'esercito statunitense. I missili, con una gittata di 290 km, caddero in mare aperto a circa quattro chilometri dall'isola.

I bombardamenti strategici tornarono nel 1991, durante l'operazione Desert Storm per la liberazione del Kuwait dall'occupazione irachena. A partire dal 17 gennaio, per dodici giorni, oltre mille missioni al giorno colpirono l'Iraq con bombe intelligenti, cluster bombs e missili cruise. Per rappresaglia, l'Iraq lanciò alcuni missili Scud verso l'Arabia Saudita e Israele.

La tecnologia delle nuove armi, basata su computer e sistema GPS, evitò che la generalità delle infrastrutture civili subisca danni, ma, in ogni caso, morirono circa 2.000 persone.

[modifica] La Guerra del Kosovo

Autobus passeggeri colpito a Luzane, Kosovo, 1999
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Autobus passeggeri colpito a Luzane, Kosovo, 1999

La popolazione civile viene maggiormente danneggiata nel 1999, quando la NATO interviene contro la Serbia con l'intento dichiarato di proteggere la popolazione del Kosovo (Operazione Allied Force). In realtà, a tutt'oggi, non è chiaro se un'intervento di questa portata fosse necessario e ha sollevato dubbi la dichiarazione dell'allora Segretario di Stato statunitense Madeleine Albright con sui si chiedeva «A quale scopo avere il miglior esercito del mondo quando non puoi usarlo?».

In ogni caso, con la scusa che alcuni bersagli avessero doppio uso (civile e militare), furono distrutti quasi tutti i ponti sul Danubio, fattorie, centrali elettriche e infrastrutture di comunicazione. Particolarmente controversi sono stati gli attacchi al quartier generale del Partito Socialista Serbo, alla torre della Televisione di stato e, fatto che la NATO attribuisce ad un errore, ma non del tutto chiarito, all'Ambasciata Cinese di Belgrado. Diversi giuristi hanno ipotizzato che queste azioni abbiano costituito una violazione della Convenzione di Ginevra.

[modifica] Shock and awe

Ai fatti dell'11 settembre è seguita una nuova politica americana, che per la prima volta dagli anni '70 parla esplicitamente dell'uso di bombardamenti strategici compiuti con B-52 e missili Cruise al preciso scopo di spargere terrore. La strategia Shock and awe ("colpisci e terrorizza") richiama esattamente questi scopi che, per quanto verbalmente riferiti ai combattenti nemici, hanno avuto tra gli obiettivi anche la popolazione civile.

[modifica] Fonti

[modifica] Bombardamento di Guernica

  • Burnett Bolloten, The Spanish Civil War: Revolution and Counter-revolution, (1991)
  • Ricardo de la Cierva, Historia esencial de la Guerra Civil Espanola, (1996)
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