Robert Graves
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Robert von Ranke Graves (Wimbledon, 24 luglio 1895 – Deia, Maiorca, 7 dicembre 1985) fu un poeta e romanziere britannico.
Durante la sua lunga vita produsse più di 140 opere, delle quali le più famose sono Io, Claudio[1], La dea bianca[2] e I miti greci[3].
[modifica] Teorie storiche
Graves ha approfondito, su temi di natura poetica, lo studio antropologico di Sir Frazer.
La teoria fondamentale è che sia esistito un continuum cultuale in tutti popoli indoeuropei, le cui tracce si possono individuare dai Veda, alla Bibbia, ai miti gaelici.
La religione primitiva, secondo Graves, è legata essenzialmente all'agricoltura, e venera la Dea Madre Terra come divinità superiore.
Da un iniziale "monoteismo", si sono poi generate le diverse divinità, secondo i tempi, i luoghi, le etnie, le guerre. Così ogni aspetto della Dea si è di volta in volta personificato, con nomi diversi, rimanendo facilmente individuabile nelle diverse culture: salta subito agli occhi per esempio l'equivalenza dei culti greci e romani, sebbene questo principalmente per la vicinanza temporale delle due culture.
Graves, riprendendo Frazer, ipotizza che tutta la ritualità nasca dalla necessità dell'uomo di essere padrone del ciclo della terra, così da non lasciarsi soggiogare dalla crudeltà della Natura.
Poiché le scelte su come, dove, quando, e cosa coltivare erano in mano ai sacerdoti, e non ai contadini, queste venivano conservate e tramandate per mezzo dei misteri (Dal lat. mysterium, gr. mystxrion, der. di mystxs 'iniziato', der. di myó 'esser chiuso').
La ricerca di Graves parte dallo studio dell'alfabeto irlandese. Valutando una nutrita vastità di dati, e seguendo un personalissimo, nonché dubbio, filo del pensiero, Graves individua che la successione alfabetica delle lettere è in realtà un indovinello che, ricomposto secondo l'ordine dei mesi dell'anno liturgico, nasconde il Nome Ineffabile di Dio, il [[Tetragrammon]], o meglio le giuste vocali che tutti cercano.
Le invasioni di popoli pastori provenienti dall'Est hanno pian piano usurpato la religione dei contadini e imposto i propri dei maschili: miti che raccontano stupri da parte di divinità maschili (Giove, ricordiamo soprattutto) racconterebbero appunto questi avvenimenti.
Come per tutte le migrazioni, però, è la cultura ad essere invasa quella più forte, quella che comunque sopravvive e ingloba la cultura sopravveniente.
Fino a quando il dio del Tetragrammon, il Dio degli Eserciti (Sabaoth) non esce vittorioso.
JHWH è un dio maschile, che ha spezzato la ciclicità della Storia imposta dalla Dea: un tempo, per rendere fertili i campi, il compagno della Dea veniva sacrificato ogni anno per un novello sposo, come raccontano numerosi miti in altrettante numerose varianti. JHWH quindi si impone come unico e onnipotente Dio; un dio geloso, sottolinea la Bibbia.
Graves, in particolare, individua nel profeta ebreo Ezechiele il fautore principale di questa rivoluzione religiosa, la quale non si limita al solo popolo ebraico, ma si diffonde, sempre seguendo la linea temporale delle migrazioni, fino all'occidente celtico.
Questa passata religione matriarcale è stata successivamente considerata come "Età dell'Oro" dai movimenti femministi, un "tempo primigenio" nel quale il "Potere" era delle donne, e tutto si trovava in equilibrio perfetto, mentre successivamente l'arroganza del maschio usurpatore ha portato guerra e distruzione.
[modifica] Note
- ↑ Robert Graves, Io, Claudio. Milano, TEA, 2000. ISBN 8878185639.
- ↑ Robert Graves, La dea bianca. Milano, Adelphi, 1992. ISBN 8845909514.
- ↑ Robert Graves, I miti greci. Milano, Longanesi, 1991. ISBN 8830409235
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