Pragmatismo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Questa voce che tratta un argomento di filosofia è solo un abbozzo. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia e del Progetto filosofia. Vedi l'elenco degli abbozzi di filosofia. Vedi anche il Portale filosofia. (uso di questo avviso) |
Per pragmatismo si intende l'indirizzo filosofico contemporaneo, affermatosi a cavallo tra XIX e XX secolo negli Stati Uniti, per il quale la funzione fondamentale dell'intelletto di consentire una conoscenza obiettiva della realtà non è separabile dalla funzione di consentire un'efficace azione su di essa. Un pragmatista, in altre parole, sarà interessato a questioni di metodo o di fine nella misura in cui la loro risoluzione porta ad agire con profitto ed efficacia, attraverso un continuo rimando a premesse e circostanze concrete, tralasciando le sottigliezze meramente verbali. Al concetto tradizionale di verità teoretica come criterio di scelta tra diverse dottrine si sostituisce dunque la pratica utilità, intesa in senso ampio (fecondità per la vita religiosa e morale come per la scienza).
Richard Rorty (Consequences of Pragmatism. University of Minnesota Press, 1982) propone tre caratterizzazioni del termine "pragmatismo" (termine a suo dire "vago, ambiguo e trito"):
-
- Il pragmatismo "è semplicemente l'antiessenzialismo applicato a nozioni come 'verità', 'conoscenza', 'linguaggio', 'moralità', ed simili oggetti della teorizzazione filosofica". Concetto questo che deriva direttamente dal rifiuto dei pragmatisti classici (Peirce, James, ecc.) della teoria della verità come corrispondenza con la realtà. Secondo James è nel vocabolario della pratica e dell'azione, piuttosto che della teoria e della contemplazione, che si può dire qualcosa di utile sulla verità.
- Secondo i pragmatisti "non esiste una differenza epistemologica tra la verità circa ciò che deve essere e la verità circa ciò che è, nè alcuna differenza metafisica tra moralità e scienza", perché "gli schemi di tutte le ricerche - scientifiche come morali - è la deliberazione circa le relative attrattive delle varie alternative concrete"
- Il pragmatismo "è la dottrina che non vi sono limiti o paletti alla ricerca se non quelli della conversazione - nessun limite generale imposto dalla natura degli oggetti, o della mente, o del linguaggio, ma solo quei limiti particolari che sorgono nella discussione con i nostri compagni di ricerca", ovvero il riconoscimento del carattere contingente dei nostro punti di partenza e l'accettazione che l'unica fonte di guida per noi è la comune eredità e la discussione interna alla comunità umana.
- Il pragmatismo "è semplicemente l'antiessenzialismo applicato a nozioni come 'verità', 'conoscenza', 'linguaggio', 'moralità', ed simili oggetti della teorizzazione filosofica". Concetto questo che deriva direttamente dal rifiuto dei pragmatisti classici (Peirce, James, ecc.) della teoria della verità come corrispondenza con la realtà. Secondo James è nel vocabolario della pratica e dell'azione, piuttosto che della teoria e della contemplazione, che si può dire qualcosa di utile sulla verità.
Il pragmatismo fu la prima filosofia americana elaborata autonomamente. Il suo padre ispiratore fu Ralph Waldo Emerson, che alcuni già considerano un protopragmatista o anche un vero e proprio pragmatista, e i suoi fondatori furono Charles Sanders Peirce e William James. Il filosofo e pedagogista americano John Dewey, tornando fra l'altro a ua personale rilettura di Emerson, elaborò il pragmatismo in una nuova filosofia che chiamò Strumentalismo.
[modifica] Rappresentanti del pragmatismo
Protopragmatismo
- Ralph Waldo Emerson (il protopragmatista moderno, dopo i sofisti greci; filosofia esistenziale e pedagogica)
Pragmatismo classico
- John Dewey (Filosofia dell'educazione)
- William James (psicologo e filosofo)
- Charles Sanders Peirce (1839-1914 fondatore del pragmatismo americano, semiotico, logico e matematico)
- George Herbert Mead (filosofo e sociologo)
- Reinhold Niebuhr (teologo e critico sociale)
- Giovanni Papini ( psicologo italiano; seguì le teorie pragmatiche di Peirce sostenendo una particolare visione di queste)
- Josiah Royce (collega di James, spesso associato col neo-Hegelismo)
- George Santayana (spesso non considerato come pragmatista canonico)
- F.C.S. Schiller
- Giovanni Vailati (psicologo italiano che si rifa apertamente alle teorie di W.James)
Pragmatismo Neo-Classico
- Susan Haack
- Richard A. Posner
- Hilary Putnam
Neo-Pragmatisti
- Cornel West
- Richard Rorty
- Stephen Breyer
Pragmatisti in senso lato
- Willard Van Orman Quine (filosofo pragmatista, interessato alla filosofia del linguaggio, logica, e filosofia della matematica)
- Wilfrid Sellars
- Rudolph Carnap (esponente del positivismo logico, maestro di Quine)
- Clarence Irving Lewis
- Frank P. Ramsey
- Karl-Otto Apel
- Nicholas Rescher
[modifica] Voci correlate
Storia della filosofia | Filosofi | Discipline filosofiche | Opere filosofiche