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Deng Xiaoping - Wikipedia

Deng Xiaoping

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Deng Xiaoping (in cinese tradizionale 鄧小平; in cinese semplificato 邓小平; pinyin Dèng Xiǎopíng; in trascrizione Wade-Giles Teng Hsiao-p'ing) (22 agosto 1904 - 19 febbraio 1997) è stato segretario generale del Partito Comunista Cinese (PCC) dal 1956 al 1966 ed ha diretto de facto la Cina dal 1976 al 1993. È stato anche il pioniere della riforma economica cinese e il teorico del "socialismo con caratteristiche cinesi" o socialismo di mercato cinese, ideologia che mira a giustificare la transizione tra il maoismo collettivista a teorie economiche più liberale. È artefice dell'apertura politica tra la Repubblica Popolare Cinese e gli Stati Uniti, che permise al colosso asiatico di essere risconosciuto come stato sovrano all'interno dell'ONU.

Deng fu il cuore della seconda generazione dei leader del PCC. Sotto il suo controllo la Cina divenne una delle economie dalla più rapida crescita, senza che il partito perdesse il controllo del paese.

Indice

[modifica] Prima carriera

Dopo aver studiato in Francia e in Russia, dove scoprì Marxismo e Leninismo, nel 1927 tornò in Cina. Due anni dopo guidò la sommossa della provincia di Guangxi contro il governo del Kuomintang. Ben presto la rivolta fallì e Deng si spostò nell'Area Soviet Centrale nella provincia di Jiangxi. Fu un veterano della Lunga Marcia, durante la quale Deng servì come Segretario Generale del Consiglio Centrale del Partito Comunista. Da commissario politico sotto Liu Bocheng, organizzò importanti campagne militari durante la guerra con il Giappone e durante la Guerra Civile contro il Kuomintang. Nel tardo Novembre 1949, Deng guidò l'assalto finale alle forze del Kuomintang sotto il comando diretto di Chiang Kai-shek, nella sua terra d'origine: Sichuan. La città di Chongqing cadde nelle mani dell'Esercito di Liberazione Popolare il 1 dicembre e Deng ne fu immediatamente incaricato sindaco e commissario politico. (Chiang Kai-shek, che aveva trasferito il suo quartier generale a Chongquing a metà Novembre, fuggì nella capitale della provincia: Chengdu. Questa, che rappresenta l'ultima città mantenuta dal Kuomintang nella terraferma cinese, cadde il 10 dicembre, lo stesso giorno nel quale Chiang scappò a Taiwan). Quando la Repubblica Popolare Cinese venne fondata nel 1949, Deng fu inviato a supervisionare i problemi nella Regione Sudoccidentale e lo fece in qualità di Primo Segretario. Ebbe un ruolo importante nel gestire i rapporti con i leader tibetani, assicurandosi molti appoggi per una futura annessione del Tibet alla Cina.

[modifica] Ascesa ed epurazioni

Essendo un sostenitore di Mao Zedong, Deng fu incaricato da Mao di ricoprire importanti posizioni nel nuovo governo, incluso il ruolo di Segretario Generale del Partito Comunista, subito dopo la formazione della Repubblica Popolare Cinese.

Dopo aver appoggiato ufficialmente Mao nella sua Campagna Anti-Conservatrice del 1957, Deng divenne Segretario Generale del Partito Comunista Cinese e dirigeva gli affari quotidiani del paese assieme al Presidente Liu Shaoqi. Al crescere del disincanto nei confronti del grande balzo in avanti di Mao, Deng e Liu guadagnarono influenza all'interno del PCC. Essi attuarono delle riforme economiche che rinforzarono il loro prestigio tra le fila del partito e tra la popolazione. Deng e Liu premettero per una linea politica più concreta, in opposizione alle idee radicali di Mao.

Mao si rese conto che il prestigio ottenuto da Deng e Liu tramite questi sforzi poteva comportare la sua riduzione a mera figura-simbolo. Per questo, oltre ad altri motivi, Mao lanciò la Rivoluzione Culturale nel 1966, durante la quale Deng perse consensi e fu costretto a ritirarsi da tutte le sue cariche. Fu mandato nella regione dello Xinjian, nella provincia rurale di Jianxi a lavorare come un lavoratore regolare. Mentre si trovava lì Deng impiegò il suo tempo libero scrivendo.

Quando il Premier Zhou Enlai si ammalò di cancro, Deng venne scelto da Zhou come suo successore e Zhou riuscì a convincere Mao a riportare Deng Xiaoping in politica nel 1974 come Primo Vice Premier, a svolgere gli affari quotidiani. Tuttavia la Rivoluzione Culturale non era ancora finita e un gruppo politico radicale, conosciuto come la Banda dei quattro, concorreva per il potere all'interno del Partito Comunista. La Banda vide in Deng il suo grande avversario da battere per conseguire i propri piani. Dopo la morte di Zhou nel Febbraio 1976, Deng perse il solido appoggio del partito e dopo aver tenuto il suo elogio ufficiale ai funerali di stato di Zhou, fu ancora una volta vittima dell'epurazione. Deng fu costretto a lasciare tutte le funzioni alla Banda dei quattro.

[modifica] Riemersione di Deng

Deng, minuto e sulla via della vecchiaia, gradualmente emerse come leader de-facto della più popolosa nazione del mondo nei primi anni successivi alla morte di Mao nel 1976. Faceva parte anche lui di quella manciata di contadini rivoluzionari che aveva condotto la Cina, un gruppo che include Mao Zedong e i fondatori delle dinastie Han e Ming.

Mobilitando attentamente i suoi sostenitori all'interno del PPC, Deng riuscì ad imporsi e a sconfiggere strategicamente il successore (divenuto premier) designato da Mao, Hua Guofeng, il quale lo aveva precedentemente graziato, e successivamente allontanò lo stesso Hua dalle alte cariche del governo nel 1980-1981

In contrasto con la precedente linea politica di riforme, Deng permise a Hua, che era ancora vivo, di conservare l'appartenenza al Consiglio Centrale del PCC fino al Novembre 2002, per ritirarsi poi silenziosamente, e consentì di creare un precedente: perdere una lotta per la leadership non significava venire danneggiati fisicamente.

In seguito Deng ripudiò la Rivoluzione Culturale e lanciò la “Primavera di Beijing”, la quale permise una critica aperta degli eccessi che ebbero luogo e delle sofferenze vissute in quel periodo. Nel frattempo, egli si rese fautore dell'abolizione del sistema delle classi. Con questo sistema, il PCC aveva limitato le opportunuità di occupazione ai cinesi ritenuti di essere associati con il proprietario terriero di classe pre-rivoluzionario; la sua rimozione pertanto consentì, in maniera efficace, che i capitalisti cinesi diventassero membri del Partito Comunista.

Deng vinse progressivamente tutti i suoi oppositori politici. Grazie all'incoraggiamento dato alla critica della Rivoluzione Culturale, venne meno l'appoggio di coloro che dovevano la loro posizione politica proprio a quell'evento, mentre si andava rafforzando la posizione di coloro che come lui erano stati epurati durante quel periodo. Deng riceveva inoltre grande supporto dalla popolazione.

Man mano che Deng consolidava il suo controllo sul PCC, Hua fu sostituito da Zhao Ziyang come premier nel 1980 e da Hu Yaobang come capo del partito nel 1981. Deng rimase la cellula con la maggiore influenza, sebbene dopo il 1987 il suo solo incarico ufficiale fu solo quello di capo della Commissione Centrale Militare del Partito Comunista.

Originariamente, il Presidente era concepito come una figura-simbolo a capo dello stato, mentre con l'attuale situazione il potere rimane nelle mani del Premier e del Presidente del partito, incarichi che erano stati entrambi concepiti per essere tenuti da persone diverse, in modo da prevenire un culto della personalità (come accadde nel caso di Mao); il partito sviluppava la linea politica da seguire, mentre lo stato si occupava di eseguirla. Deng non ottenne mai nessuna di queste alte posizioni, pur essendo stato colui che, almeno fino ai primi anni novanta, aveva, di fatto, guidato il paese.

[modifica] L'apertura

Sotto la direzione di Deng, le relazioni con l'Occidente migliorarono notevolmente. Deng viaggiò all'estero ed ebbe una serie di incontri amichevoli con i leader occidentali. Andò negli Stati Uniti nel 1979 per incontrare il Presidente Carter alla Casa Bianca poco dopo che essi ebbero interrotto le relazioni diplomatiche con la Repubblica di Cina per stabilirle con la Repubblica Popolare Cinese. Anche le relazioni Sino-Giapponesi migliorarono significativamente. Deng usò il Giappone come esempio di un rapido sviluppo di una potenza economica che rappresenta un ottimo modello per la futura direzione economica della Cina.

Un altro successo fu l'accordo firmato da Gran Bretagna e Cina il 19 dicembre 1984 (La Dichiarazione Congiunta Sino-Britannica) in base al quale Hong Kong sarebbe stata consegnata alla Repubblica Popolare Cinese nel 1997. Allo scadere dei 99 anni di affitto dei Nuovi Territori, Deng concordò che la Repubblica Popolare Cinese non avrebbe interferito con il sistema capitalista di Hong Kong per i successivi 50 anni. Un accordo simile fu firmato con il Portogallo per la restituzione della colonia di Macao. Nominato “Un paese, due sistemi”, questo approccio è stato propagandato negli ultimi anni dalla Repubblica Popolare Cinese come un potenziale modello strutturale con il quale Taiwan potrebbe essere riunita alla Terraferma.

Deng, tuttavia, fece poco per migliorare le relazioni con l'Unione Sovietica, continuando ad aderire alla linea Maoista dell'era della Divisione Sino-Sovietica, che considerava l'Unione Sovietica una superpotenza tanto egemonica quanto lo erano gli Stati Uniti, ma persino più minacciosa nei confronti della Cina a causa della sua vicinanza geografica.

[modifica] Tentativi di assassinio

Una cosa che Hu Jintao fece dopo essere salito al potere fu quella di rilasciare al pubblico molte informazioni formalmente segrete, inclusi i tentativi di assassinio nei confronti di Deng. Secondo le limitate informazioni rilasciate, ci furono sette attentati alla vita di Deng tra gli anni Sessanti gli anni Ottanta e la maggior parte dei casi rimane tuttora irrisolta.

1. Il 21 dicembre 1969, Deng Xiaoping fu esiliato in una scuola di fanteria abbandonata in un luogo chiamato Wangcheng Hill nella regione dello Xinjian, nella provincia di Jiangxi a causa degli arresti domiciliari impostigli dalla Commissione Centrale Esecutiva del Partito Comunista Cinese, ordine #1. Nella mattina del 23 dicembre 1969, una banda armata fece un'incursione e colpì il complesso a suon di colpi di mitragliatrice. Tuttavia, la milizia aveva scambiato la residenza delle guardie con quella di Deng e molti degli attentatori vennero uccisi quando le guardie risposero al fuoco. Dell'incidente fu in seguito incolpato Lin Biao ma, nei nei primi anni Ottanta, si decise che Lin Bao non era implicato. Il caso rimane irrisolto.

2. Il 21 febbraio 1973, un aereo Ilyushin Il-14 fu mandato da Pechino a Jiangxi per riportare Deng Xiaoping a Pechino affinché riprendesse il suo lavoro ma, nello stesso giorno, un ordine urgente da Pechino istruì Deng di prendere il treno al posto dell'aereo, con la protezione ulteriore di una squadra guidata personalmente dal capo del distretto militare locale. Fu riferito che questo cambio di programma venne diretto da Zhou Enlai per proteggere Deng: l'aereo che egli avrebbe dovuto prendere esplose sopra la provincia di Anhui durante il viaggio di ritorno. Questo caso non fu mai risolto.

3. Nel Settembre 1975, Deng Xiaoping, Jiang Qing, e Hua Guofeng si recarono nella provincia dello Shanxi e una sera, mentre Deng stava facendo la sua passeggiata quotidiana, qualcuno nell'ombra aprì il fuoco su Deng e lo mancò. Le guardie risposero al fuoco ma mancarono a loro volta il bersaglio e l'assassino non venne mai preso. Il caso rimane irrisolto.

4. Nell'Aprile 1976, Deng Xiaoping fu nuovamente rimosso dal suo incarico ed esiliato in un centro militare di accoglienza a Yuquan Mountain, nella periferia di Pechino, ancora una volta sotto arresti domiciliari. La sera stessa Deng era arrivato, l'edificio numero 5 dove Deng alloggiava prese fuoco e indagini successive rivelarono che il fuoco aveva avuto origine nel primo piano, lo stesso nel quale si trovava Deng e si fermò proprio dopo che ogni stanza del primo piano fu bruciata. Le dichiarazioni ufficiali affermarono che si era trattato di un corto circuito, ma era ovvio che era stato invece un tentativo di assassinio. Le guardie assegnategli da Ye Jianying gli ordinarono di andare da qualche altra parte a studiare il lavoro di Mao e in questo modo non si trovava nell'edificio quando esso prese fuoco. Dopo l'incidente, fu immediatamente riportanto in città. Il caso rimane irrisolto.

5. A seguito del tentativo di assassinio avvenuto tre mesi prima in Aprile, se ne verificò un altro. Nel Luglio 1976, Deng fu istruito di andare a Chengde, provincia di Hebei per sfuggire al caldo estivo. Deng si rifiutò di andare affermando che aveva bisogno di andare all'ospedale per la sua visita fisica annuale. Quando la macchina giapponese incaricata di andarlo a prendere ritornò al ministero della difesa, si scoprì che l'asse anteriore era prossimo alla rottura e nessuno sarebbe sopravvissuto all'eventuale incidente. Il caso è tuttora aperto.

6. Nel Marzo 1980, Deng Xiaoping si recò ad una ispezione delle truppe nella regione militare di Jinan. Quando Deng rientrò alla sala conferenze dall'esterno, una delle guardie locali gridò:”Abbasso il capitalista Deng Xiaoping! Difendete il pensiero rivoluzionario del presidente Mao! Vendetta per il vice-presidente Jiang Quing!” e allo stesso tempo aprì il fuoco su Deng. Grazie alla pronta reazione delle guardie del corpo di Deng, egli non riportò ferite e l'assassino fu rapidamente immobilizzato. Si scoprì che l'assassino era un fervente maoista e sembrò che avesse agito da solo. Tuttavia, molti erano convinti che ci fosse qualcuno dietro.

7. Nel Febbraio 1988, Deng Xiaoping, Chen Yun e Yang Shangkun andarono a Shangai per il Capodanno cinese e riesedevano al “Western Suburb Hotel”. Quattro uomini che si dicevano appartenti al “gruppo di combattimento maoista” riuscirono ad eludere la sicurezza e ebbero uno scontro a fuoco con le guardie, che si concluse con l'uccisione di tre dei quattro uomini e l'arresto dell'ultimo. Addosso a questi maoisti furono trovate mappe della residenza di Deng, pistole con il silenziatore, esplosivi e bombe incendiarie. Ancora una volta sono in pochi a credere alla versione ufficiale secondo la quale i maoisti avrebbero agito da soli.

[modifica] "Socialismo con caratteristiche cinesi"

La finalità delle riforme di Deng era riassunta nel programma delle Quattro Modernizzazioni: agricoltura, industria, scienza e tecnologia, apparato militare. La strategia da usare per conseguire l'obiettivo di una nazione moderna, industriale era l'economia socialista di mercato.

Deng argomentò che la Cina si trovava nello stadio base del socialismo e che il dovere del partito era di perfezionarlo facendolo diventare un “socialismo con caratteristiche cinesi”. Questa interpretazione cinese del Marxismo ridusse il ruolo e il peso dell'ideologia per quanto riguarda le decisioni economiche e l'efficacia delle linee di condotta da seguire. Deng pose in risalto che socialismo non significa povertà condivisa. La giustificazione teoretica che diede per consentire le forze di mercato fu questa:

"Pianificazione e forze di mercato non rappresentano l'essenziale differenza che sussiste tra socialismo e capitalismo. Economia pianificata non è la definizione di socialismo, perché c'è una pianificazione anche nel capitalismo; l'economia di mercato si attua anche nel socialismo. Pianificazione e forze di mercato sono entrambe strumenti di controllo dell'attività economica." [1]

A differenza di Hua Guofeng, Deng credeva che nessuna linea di condotta dovesse essere respinta semplicemente per il fatto di non essere aderente a quella tenuta da Mao, e diversamente dai leader più conservatori come Chen Yun, Deng non presentava obiezioni a determinate politiche economiche per la sola ragione che esse erano simili a quelle attuate nelle nazioni capitaliste.

Sebbene Deng avesse fornito la base teoretica e il supporto politico per consentire che avesse luogo una riforma economica, poche delle riforme economiche che Deng introdusse, originarono da lui stesso. Tipicamente una riforma veniva introdotta dai capi locali, spesso in violazione delle direttive del governo centrale. Se riuscivano ed erano promettenti, tali riforme venivano poi adottate da aree man mano più ampie e infine introdotte a livello nazionale. Molte altre riforme furono influenzate dalle esperienze delle “Quattro Tigri” asiatiche.

Questo è in netto contrasto con il modello della perestroika intrapreso da Mikhail Gorbachev nel quale la maggior parte delle riforme partirono da Gorbachev stesso. L'approccio ascendente delle riforme di Deng, in opposizione con quello discendente della perestroika, fu probabilmente un fattore chiave del successo del primo dei due.

Le riforme di Deng, infine, includevano l'introduzione di una gestione pianificata e centralizzata della macro-economia in mano a funzionari tecnicamente competenti, abbandonando il modello di economia collettivista di Mao. Tuttavia, a differenza del modello sovietico, la gestione risultava essere indiretta tramite i meccanismi del mercato.

Deng sostenne l'eredità di Mao per quanto riguarda la misura in cui si sforzò di porre in risalto il ruolo di primaria importanza della produzione agricola e incoraggiò una significativa decentralizzazione della gestione delle decisioni nei gruppi dall'economia rurale e nei singoli nuclei familiari di contadini. A livello locale, per motivare la forza lavoro, dovevano essere impiegati incentivi concreti, piuttosto che appelli politici, incluso il permesso ai contadini di guadagnare entrate extra grazie alla vendita dei prodotti dei propri terreni sul mercato.

Nella generale spinta volta ad ottenere una posizione di mercato, alle municipalità locali e alle provincie fu consentito di investire nelle industrie che esse consideravano più redditizie, questo spronò l'investimento nelle industrie leggere. Così, le riforme di Deng fecero sì che la strategia di sviluppo della Cina si spostasse verso l'industria leggera e la crescita guidata delle esportazioni.

La produzione industriale leggera fu vitale per lo sviluppo di un paese che veniva da un basso capitale di base. Con un breve periodo di gestazione, bassi requisiti di capitale e alti guadagni derivanti dalle esportazioni con l'estero, i profitti generati dall'industria leggera poterono essere reinvestiti in una produzione più avanzata tecnologicamente e in ulteriori importanti spese ed investimenti.

Tuttavia, in netto contrasto con le riforme simili ma non di così notevole successo attuate in Yugoslavia e in Ungheria, tali investimenti non furono mandati dal governo. Il capitale investito nell'industria pesante in gran parte proveniva dal sistema bancario e la maggior parte di esso veniva dai depositi dei consumatori. Uno dei primi punti delle riforme di Deng prevedeva di far sì che non si verificasse una ripartizione dei profitti, se non tramite la tassazione o il sistema bancario; pertanto, la ripartizione nelle industrie di proprietà dello stato avveniva in modo indiretto, rendendole così più o meno indipendenti dall'interferenza del governo. In breve, le riforme di Deng furono la scintilla che mise in moto una rivoluzione industriale in Cina.

Queste riforme rappresentarono un cambio di tendenza rispetto alle linee di condotta maoiste di un'economia autosufficiente. La Cina decise di accelerare il processo di modernizzazione aumentando il volume di commerci con l'estero, specialmente tramite l'acquisto di macchinari dal Giappone e dall'Occidente. Con una tale crescita guidata delle esportazioni, la Cina riuscì a portare avanti le Quattro Modernizzazioni, grazie a consistenti fondi stranieri, al mercato, a tecnologie innovative e ad esperienze manageriali, che accelerarono il suo sviluppo economico.

Deng attirò compagnie straniere in una serie di Zone Economiche Speciali, dove erano incoraggiati gli investimenti stranieri e la liberalizzazione del mercato.

Le riforme si concentrarono anche sul miglioramento della produttività. Vennero introdotti nuovi concreti incentivi e sistemi di bonus. I mercati rurali, che vendevano i prodotti nazionali dei contadini e i prodotti in eccedenza delle comuni, conobbero una rinascita. Non solo i mercati rurali incrementarono la produzione agricola ma stimolarono anche lo sviluppo industriale. Con contadini in grado di vendere i loro raccolti agricoli in eccedenza sul libero mercato, i consumi domestici aumentarono e stimolarono l'industrializzazione, creando anche un supporto politico per più difficili riforme economiche.

Ci sono molti parallelismi tra il socialismo di mercato di Deng, soprattutto nei primi stadi, e la Nuova Politica Economica di Lenin così come con la politica economica di Bukharin, in entrambe le quali era previsto un ruolo per l'impresa privata e mercati basati sul commercio e sulla determinazione dei prezzi di vendita piuttosto che su una pianificazione centrale.

Un aneddoto interessante riguarda il primo incontro tra Deng e Armand Hammer: Deng premette su questo industriale americano che investiva nell'Unione Sovietica, per ottenere più informazioni possibili sul NEP.

[modifica] Le proteste di Piazza Tiananmen

Deng ebbe un ruolo cruciale nella repressione delle proteste di Piazza Tianamen del 1989.

La violenza con la quale venne trattata la protesta comportò una condanna internazionale della Repubblica Popolare Cinese. Deng Xiaoping, assieme ad altri che avevano tenuto una linea dura, come Li Peng, vennero incolpati dell'evento. La critica accusò Deng di reprimere ogni forma di libertà politica che potesse minare la condotta delle sue riforme economiche. L'implicazione di Deng nell'accaduto provò che egli possedeva ancora solidi poteri dittatoriali, dei quali non evitava di far uso. Deng e i governi successivi continuano a giustificare la soppressione delle proteste come una misura necessaria per la stabilità sociale e per un efficace progresso economico.

Per anni dopo la soppressione, gli oppositori di Deng, concentrati principalmente attorno alle università, bruciarono e ruppero anonimamente piccole bottiglie di vetro come segno di disprezzo nei suoi confronti, soprattutto nell'anniversario delle proteste. (La parola usata per le piccole bottiglie suona proprio come Xiaoping (小瓶) in cinese.)

[modifica] Dopo le dimissioni

Ufficialmente Deng decise di lasciare le sue alte cariche nel momento in cui si dimise dalla posizione di Capo della Commissione Centrale Militare nel 1989; si ritirò dalla scena politica nel 1992. La Cina, tuttavia, era ancora nell'era di Deng Xiaoping. Egli continuò ad essere largamente considerato il “capo supremo” del paese, si credeva che avesse ancora il controllo del paese operando dal retroscena. Hu Jintao, successore scelto da Deng, era il leader della quarta generazione del PCC. Deng fu ufficialemente identificato come “L'architetto delle riforme economiche e della modernizzazione socialista della Cina”. Nel Partito Comunista era ritenuto un esempio per i membri che si rifiutavano di ritirarsi in tarda età.

Nella primavera del 1992, Deng andò in visita nel sud della Cina, nelle città di Guangzhou, Shenzhen, Zhuhai e Shangai, tenendo diversi discorsi. Sottolineò l'importanza della costruzione economica della Cina, e criticò coloro i quali erano contrari alle riforme e all'apertura. Dichiarò che gli elementi “a sinistra” della società cinese era molto più pericolosi di quelli “a destra”. Sostenne che le riforme economiche rappresentavano una linea guida immutabile per la Cina e che esse erano essenziali per il futuro sviluppo del paese. Le sue visite nei territori meridionali vennero seguite con attenzione dai mass media cinesi e furono tenute in seria considerazione dai funzionari locali. Molte persone riconobbero in questa visita un nuovo successo di Deng, che compensa gli errori della soppressione di Piazza Tianamen.

[modifica] Bibliografia

  1. John Gittings, The Changing Face of China, Oxford University Press, Oxford, 2005. ISBN 0192806122

[modifica] Collegamenti esterni

Caricature di Deng Xiaoping

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