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Arma - Wikipedia

Arma

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Nota disambigua - Se stai cercando la lingua estinta parlata in Colombia, vedi Lingua arma.
Nota disambigua - Questa voce tratta unicamente dell'arma come strumento di difesa o di offesa in senso stretto. Con Arma (iniziale maiuscola) ci si riferisce abitualmente anche ad una milizia o, più propriamente ancora, ad una parte dell'esercito specializzata in particolari impieghi. In Italia ha solide tradizioni l'Arma dei Carabinieri. Un altro significato di arma è quella relativo al Servizio di leva o Servizio militare (essere sotto le armi)
La fionda, una silenziosa quanto antica arma da lancio
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La fionda, una silenziosa quanto antica arma da lancio

Un'arma è uno strumento con cui una persona può offenderne un'altra o difendersi in caso di aggressione. In linea puramente teorica, quasi ogni oggetto può essere usato come arma, anche se chiaramente alcuni oggetti sono più efficaci di altri: giuridicamente si distingue perciò fra armi proprie ed armi improprie, cioè fra oggetti progettati e creati appositamente per essere usati come armi ed oggetti originariamente destinati invece a tutt'altra funzione, che in un determinato frangente vengono usati come armi.

In Italia la detenzione e l'uso delle armi (proprie) da parte dei cittadini sono regolati per legge. In particolare il trasporto di un'arma è regolamentato mediante il rilascio di un'apposita licenza chiamata porto d'armi. Tale licenza è obbligatoria sempre e comunque nel caso sia previsto il trasporto dell'arma, anche per l'esercizio della caccia o per il tiro sportivo. Non è necessario l'ottenimento della licenza di porto d'armi, ma è invece obbligatorio ottenere un nulla osta all'acquisto di un'arma dalle autorità preposte, nel caso in cui un cittadino con i requisiti sufficienti voglia avere un'arma a fini difensivi abitativi (in questo caso si parla di detenzione d'arma e non di porto) o per collezionismo.Ovviamente, dopo aver ottenuto il nulla osta ed aver acquistato l'arma, questa dovrà essere obbligatoriamente denunciata all'autorità che ha rilasciato il nulla osta così come ne dovranno essere denunciati i movimenti (sia nel caso di compravendita che nel caso di trasferimento/trasloco).

Sia la difesa (personale, dei propri beni e del proprio territorio) che l'offesa (per guadagnare beni e territori) sono sempre state una preoccupazione chiave nella storia dell'umanità, portando sempre a sfruttare, per la costruzione di armi e difese, le migliori tecnologie e i migliori materiali disponibili: nel bene e nel male, il livello tecnologico di una civiltà si può ben misurare dalla qualità e dal tipo di armi che crea.

La clava pare sia stata la prima e quindi la più antica arma fabbricata dall'uomo. Vennero ben presto la mazza a punta o bastone appuntito con corno o naturalmente, e poi le scuri, i coltelli, le daghe, le lance costruite con selci lavorate, gli archi e le frecce. Con l'uso dei metalli, la varietà, tanto da offesa, quando da difesa, si accrebbe rapidamente, e ne nacque la prima suddivisione in difensive ed offensive, le quali presero forme ed i nomi più svariati

Dalla offesa e difesa vicina si passò ben presto alla offesa e difesa lontana, e sorsero le macchine corazzate e le armi da lancio.

Con l'invenzione della polvere da fuoco, XIV secolo sorsero le armi da fuoco portatili e le Artiglierie, e le armi lanciate a mano, bombe e granate. Le armi da fuoco portatili presero fin dall'inizio vari nomi, a seconda dell'epoca di costruzione, della forma, dei meccanismi. Lo stesso avvenne per le artiglierie.

Il numero delle armi offensive, nello sviluppo dell'umanità, dai primordi all'epoca storica andò sempre aumentando, e queste sempre più si resero micidiali. L'invenzione delle armi da fuoco e la sua applicazione alla guerra, fece diminuire, e quasi totalmente abbandonare le armi difensive personali, le quali si distinguono in antiche e moderne.

Indice

[modifica] Classi di armi

Storicamente, sin dalle origini dell'umanità, l'evoluzione delle armi ha seguito di pari passo quella dell'uomo, fino a giungere ai più moderni mezzi d'offesa e difesa che caratterizzano, nei fatti, il grado di civiltà e di cultura di una nazione o di un gruppo di nazioni o di una etnia.

[modifica] Armi bianche

Sono armi bianche gli oggetti che provocano danni al bersaglio impugnati e azionati dall'uomo con la sola forza fisica. Possono essere oggetti contundenti oppure lame.

Gli oggetti contundenti basano il danno inferto sul principio dell'urto col bersaglio e per questo, sono chiamati anche armi da botta e ne sono tipici rappresentanti i bastoni, i martelli, le mazze, le clave. Infatti, queste sono armi da offesa, con manico più o meno lungo atte a ferire, ammaccare, contundere, mediante percossa. I bastoni nodosi, le clave, rappresentano i rudimenti di tali armi, e sono antichi quanto l’umanità. Dopo le clave vennero le mazze e quindi la Scure nell’età della pietra. Seguì il mazzafrusto (o flagello) simile al flagrum degli antichi romani, strumento di punizione formato da parecchie catene con palle di metallo alla loro estremità, sospese ad un manico corto: tale strumento fu anche usato come arma da guerra.

Le lame invece, si basano appunto sull'utilizzo della Lama: questa è un pezzo di metallo di forma adeguata che presenta una o più parti affilate chiamate "filo".

Le lame possono essere più adatte a tagliare (in questo caso si parla di armi da taglio e ne sono tipici rappresentanti le spade, i coltelli, le sciabole e le asce) od a colpire di punta per penetrare nel bersaglio (da qui la nascita del termine armi da punta), come i pugnali o le lance, le picche e le baionette: a questo scopo, alcune armi da punta non prevedono nemmeno la presenza del filo sulla lama, ma hanno solamente la punta acuminata necessaria per penetrare e/o sfondare (come alcuni stiletti, i fioretti, i "centodieci", il "becco di corvo").

Si possono inoltre distinguere le armi bianche secondo la dimensione in corte, medie e lunghe.

Le armi bianche corte sono occultabili e generalmente non superano la trentina di centimetri: in questa categoria si possono catalogare i coltelli, i pugnali, gli stiletti, le daghe corte, le accette da lancio.

Le armi bianche medie erano le tipiche armi individuali da guerra da usare a corta distanza prima dell'avvento delle armi da fuoco: spade, sciabole, asce da guerra ecc...

Sono armi bianche lunghe, altrimenti dette inastate o immanicate, quelle poste al termine di un bastone (asta) che ne diventa il mezzo per impugnarle (manico) e per aumentare la distanza di efficacia delle armi stesse: la categoria ricomprende lance, picche, alabarde, giavellotti. Con armi d'asta o armi in asta si indicano appunto tutte le armi che hanno un manico lungo da due a più metri e permettono di colpire l'avversario a qualche distanza continuando ad impugnarle (seppure alcune sia possibile anche lanciarle, tipo il giavellotto). Le milizie medioevali usavano le cosidette chiaverine. Il nome dell'arma deriva da una parte di essa (l'asta) che portava in cima una cuspide di forma e materiale variabili.

L'asta dei Romani era lunga metri 1,75 circa, quanto l'altezza di chi la portava il quale era chiamato hastatus. Nei secoli XV, XVI e XVII si chiamò picca ed era per la fanteria molto lunga, facendo riscontro all'antico contus, arma propria dei cavalieri.

Nell’età della pietra si fabbricarono lame, coltelli, scuri di selce, e mazze semplici o formate di un bastone spaccato a una delle estremità, avente dentro lo spacco una pietra tenuta a posto con una legatura fatta di strisce di corteccia di albero o con una cordicella fatta di minugia attorcigliata.

[modifica] Armi da lancio

Vengono definite da lancio quelle armi che, sempre grazie alla forza fisica dell'uomo e in abbinamento a dispositivi meccanici (ma sempre caricati dalla forza del lanciatore) servono per lanciare - anche a distanze considerevoli - proiettili di vario tipo come pietre, frecce, quadrella (arco, balestra, catapulta, fionda), o che vengono esse stesse lanciate (giavellotto, asce da lancio, coltelli da lancio).

A seconda delle dimensioni e del numero di persone necessarie al proficuo uilizzo di queste armi, si ha la distinzione tra armi da lancio individuali (tutte quelle lanciate direttamente come giavellotto, asce da lancio, coltelli da lancio, nonché quelle che lanciano proiettili come arco, fionda, balestra, cerbottana) ed armi di artiglieria (ballista, catapulta, trabucco, onagro).

Queste ultime venivano usate nei tempi antichi: alcune già dagli antichi Greci poi perfezionate e più largamente utilizzate dai Romani fino al loro impiego generalizzato durante il Medioevo, in quest'ultimo caso soprattutto come armi da assedio. Le armi d'artiglieria, essendo normalmente di grandi dimensioni, necessitanti di vari uomini per il loro funzionamento e costruite sostanzialmente in legno (materia prima ovunque disponibile), spesso erano assemblate direttamente sul campo di battaglia nei dintorni della posizione da assediare, reperendo il materiale per la loro costruzione nelle immediate vicinanze.

[modifica] Armi da fuoco

Una prima grande svolta nella fabbricazione e nell'uso delle armi in Europa si ebbe nel XIV secolo con la scoperta della polvere da sparo e l'invenzione delle prime armi da fuoco (colubrine, archibugi, moschetti, spingarde, pistole) che sfruttavano come forza propulsiva per il lancio di proietti proprio i gas generati dalla deflagrazione della polvere da sparo quando questa veniva incendiata; uguale influsso ebbero gli approfondimenti degli studi sulla balistica.

Le armi da fuoco si possono dividere, anche in rapporto alle loro dimensioni ed alla loro tipologia, in armi portatili o leggere (pistola, fucile), armi di artiglieria (cannone, mortaio, ecc.) ed in armi esplodenti (bombe, mine, granate). Nella categoria armi da fuoco rientrano le armi che lanciano proiettili contenenti in sé energia propulsiva (lanciarazzi come il bazooka o il sistema MLRS, lanciamissili come il sistema portatile Stinger, ecc.): tali armi sono sostanzialmente dei supporti di lancio per armi esplodenti che usano il principio del razzo per la loro stessa propulsione.

[modifica] Armi esplodenti (bombe, razzi e missili)

Sono armi che sfruttano la potenza generata dalla carica di esplosivo che incorporano, per generare danni a persone e cose. Questa particolare categoria di armi da fuoco, costituita da armi esplodenti, nasce per danneggiare bersagli molto estesi o molto grandi, come edifici, macchinari, automezzi, mezzi corazzati, navi eccetera: generalmente non vengono usate da singoli uomini (ci sono eccezioni, come le bombe a mano, i lanciarazzi RPG ed alcuni lanciamissili SAM spalleggiabili), ma lanciate da cannoni o sganciate da aerei o navi, o da appositi veicoli di terra e si differenziano tra di loro soprattutto per i diversi modi di arrivare sul bersaglio; per tale differenzazione avremo quindi:

  • Mine: armi esplodenti "da posa", ovvero ordigni esplosivi che vengono sotterrati nel terreno o lasciati in mare in attesa che sia il bersaglio ad arrivare in prossimità dell'arma facendola esplodere e ricevendone i danni. Nel caso delle mine terrestri, si hanno mine antiuomo (piccole e leggere, da posare in grandi quantità) e mine anticarro (più grandi delle mine antiuomo in quanto pensate per danneggiare veicoli corazzati) oltre che mine da demolizione (sono cariche esplosive che vengono posate direttamente da operatori specializzati sui bersagli o sulle opere edili da distruggere). Nel caso delle mine navali, queste possono essere galleggianti, ancorate sul fondo marino (se questo non è troppo profondo) e trattenute da catene in modo da rimanere sott'acqua a determinate profondità o oddirittura, se "intelligenti", lasciate sul fondo lasciando il compito dell'affioramento alla mina stessa (che lo farà nel momento in cui i suoi sensori rilevano l'avvicinarsi di una nave avversaria). I tutti i casi (sia per mine terrestri che marine), l'esplosione della carica esplosiva può essere attivata in diversi modi, a seconda del tipo di mina: dalla pressione a seguito del contatto con il bersaglio, da un comando elettrico o radiotrasmesso, dallo strappo di appositi fili-trappola in tensione o dal segnale generato da sensori di prossimità oltre che dal semplice scadere di un tempo prefissato.
  • Bombe d'aereo: armi esplodenti "da caduta", ovvero ordigni esplosivi che vengono sganciati da velivoli e che arrivano sul bersaglio "in caduta libera". Per attivare la detonazione della carica esplosiva, anch'esse possono essere dotate di spolette che permettono l'esplosione al contatto con il bersaglio o con un tempo di ritardo prefissato. I recenti progressi tecnici e tecnologici hanno permesso la nascita prima delle "bombe guidate" e poi delle "bombe intelligenti": le bombe guidate (dette anche Guided Bomb) sono ordigni di caduta dotati di alcune appendici aerodinamiche mobili che permettono di modificare la traiettoria descritta dalla bomba durante la sua caduta, traiettoria che viene variata tramite comandi o segnali dall'esterno (ne sono un esempio le bombe a guida laser, a guida TV o semplicemente radiocomandate). Le bombe cosiddette intelligenti (dette anche Smart Bomb) in più rispetto alle Guided Bomb, sono dotate di sensori di diverso tipo e sono autonome da segnali esterni per la loro direzionalità in quanto, una volta sganciate, sono loro stesse a identificare il bersaglio ed a dirigervisi contro in modo autonomo. Esistono inoltre anche bombe a submunizionamento (Cluster Bomb) che hanno al loro interno un cero numero di ordigni di dimensioni più piccole che vengono rilasciate prima dell'impatto al suolo, in modo da coprire aree di maggiori dimensioni.
  • Granate (o proietti ) d'Artiglieria: armi esplodenti "da lancio" che arrivano sul bersaglio sfruttando la forza propellente di una carica esplosiva fatta detonare dietro al proietto all'interno di una canna di un pezzo d'artiglieria (attualmente può essere un mortaio, un cannone o un obice). Attualmente vi sono diversi tipi di munizioni per artiglieria (a frammentazione, ad alto esplosivo o HE, a carica cava o HEAT, fumogeni, incendiari) per coprire diverse esigenze e tipi di intervento, compresi proietti "a submunizionamento" che rilasciano granate più piccole prima dell'impatto sulla zona bersaglio: in tal modo si possono coprire con pochi colpi aree più vaste con ordigni specifici per svariate esigenze. Inoltre, come nel caso delle "bombe", la moderna tecnologia ha portato a sviluppare anche ordigni d'artiglieria "intelligenti" che hanno un qualche sistema di "autoguida" per dirigersi in modo più o meno autonomo sul bersaglio migliorando enormemente la precisione del tiro (un esempio di tale tipo di munizionamento sono i proiettili in corso di sviluppo c/o la ditta costruttrice italiana OTO Melara per il loro uso nei pezzi navali da 76 mm e da 127 mm nel ruolo antiaereo e controcosta)
  • Razzi: armi esplodenti "da lancio" che sfruttano il motore a razzo incorporato per dirigersi verso il bersaglio. In queste armi non sono presenti sistemi di guida per variarne la traiettoria balistica (anche se la moderna tecnologia permette la costruzione di testate belliche che contengono più "submunizioni" che possono anche avere un sistema di guida autonomo), per cui occorre calcolare esattamente la traiettoria che seguiranno prima di lanciarli, altrimenti non si colpirà il bersaglio. I razzi possono essere per uso d'artiglieria, (come per esempio nei sistemi lanciarazzi russi Katyusha della seconda guerra mondiale o come nei sistemi moderni MLRS o Firos 25 e 50), per uso individuale (come quelli a carica cava per uso anticarro sparati dal Bazooka americano o dal Panzerschreck tedesco nella II GM, nonché dai più moderni Carl Gustav svedesi o dai sistemi AT4 svedesi/americani ) e per uso aereo (i razzi sparati da aerei ed elicotteri, normalmente verso bersagli di superficie).
  • Missili: esattamente come i razzi, sono armi esplodenti che sfruttano il proprio motore per dirigersi verso il bersaglio; sono però dotate di sistema di guida (può essere sia autonomo che dipendente dall'esterno, così come può essere misto con entrambe le possibilità di guida) oltre che di superfici aerodinamiche mobili: questo permette di dirigersi anche verso bersagli che effettuano movimenti random non preventivabili ed in ogni caso, possono correggere la propria traiettoria durante il volo di avvicinamento raggiungendo una precisione enorme. A seconda della piattaforma di lancio e del tipo di bersaglio per la distruzione del quale sono stati costruiti, avremo i missili terra-aria o SAM (Surface to Air Missile) che dal suolo vengono lanciati per abbattere aerei nemici, missili aria-suolo (o aria terra) che viceversa, vengono lanciati dai velivoli per colpire bersagli terrestri, missili antinave o ASM (Anti Ship Missile) nati per colpire e possibilmente affondare bersagli navali, missili terra-terra nati per colpire bersagli terrestri partendo da lanciatori terrestri ed infine i missili aria-aria o AAM (Air to Air Missile) che vengono lanciari da velivoli per colpire altri velivoli.

[modifica] Armi di distruzione di massa

Con le scoperte scientifiche del XIX secolo e del XX secolo, alle cosiddette armi convenzionali si sono via via aggiunte o sostituite armi più sofisticate che fanno ricorso a tecnologie avanzate basate sull'uso della chimica (armi chimiche, con veleni o tossine), della biologia (armi batteriologiche, con ceppi di batteri o di virus letali), dell'energia nucleare (armi nucleari come la bomba atomica, la bomba H e altre). In italiano è d'uso la dizione armi NBC e maschere anti-NBC, dalle iniziali Nucleari, Batteriologiche, Chimiche. In inglese l'acronimo attualmente più usato è WMD, Weapon of Mass Destruction, ma sono usati anche NBC e ABC (dove "A" sta per Atomic).

Lo scopo di queste armi non è tanto quello di colpire un obiettivo preciso quanto di distruggere quanti più edifici e mezzi e/o uccidere quante più persone possibile, indiscriminatamente e senza alcuna distinzione fra militari e civili: l'area colpita da esse è infatti tanto vasta, e gli effetti tanto duraturi nel tempo, da impedire il ritorno ad una vita normale nell'area colpita per anni o per decenni, da parte di chiunque. Vengono anche definite armi della fine del mondo, perché un loro uso massiccio su vasta scala, per esempio in una ipotetica terza guerra mondiale, avrebbe una buona probabilità di provocare l'estinzione della specie umana e di buona parte delle piante e degli animali superiori del pianeta.

[modifica] Armi improprie

Come detto, sono considerati armi improprie oggetti costruiti con uno scopo utilitario, quando usati per praticare violenza.

La vita moderna è piena di oggetti che posseggono un potenziale offensivo, e che quindi si prestano a diventare armi improprie. Si possono citare coltelli e altri arnesi da cucina, sostanze chimiche velenose di sintesi o naturali, utilizzate per i motivi più vari e che possono essere usate per nuocere ad una persona, automobili e altri mezzi di trasporto con i quali è possibile provocare volontariamente incidenti, elettrodomestici, l'energia elettrica sia domestica che industriale: in pratica, quasi qualunque cosa inventata dall'uomo per uno scopo utilitaristico può essere usata come arma se ne esiste la volontà.

[modifica] Armi difensive (passive)

Vengono chiamati impropriamente armi (visto che non servono per offendere) difensive passive quegli oggetti indossabili atti a proteggere l'indossatore, per cui sono chiamate anche protezioni individuali.

Quelle antiche, sono la corazza, l'elmo, lo scudo e tutte le altri parti che difendevano la persona da capo a piedi. Esse erano di forme svariatissime a seconda dell'epoca di costruzione e della nazione.

Quelle moderne si riducono all'elmetto cazzuto, adottato per la prima volta nella Grande Guerra da tutte le nazioni. Dalle piccole pippe a forma di corpetto o con sbattimenti di maroni individuali, si passa al giubetto antiproiettile. Altro elemento importante è stato sino a poco tempo fa il sacchetto a terra che si trasporta vuoto e si riempie sul posto per creare una postazione difensiva fissa.

[modifica] Armi proibite in guerra

La convenzione scritta a Pietroburgo l'11 dicembre 1868, proibiva i proiettili esplodenti, inferiori a quattrocento grammi. Considerando che, per allora, i progressi della civiltà devono avere per effetto di attenuare per quanto è possibile la calamità della guerra, che il solo scopo leggttimo che gli Stati devono proporsi durante la guerra è di indebolire le forze militari del nemico, che a questo effetto basta di mettere fuori combattimento il più gran numero possibile di uomini, che lo scopo sarebbe sorpassato adoperando armi che aggravassero inutilmente le sofferenze degli uomini fuori combattimento e che rendessero la loro morte inevitabile, che l'adoperare tali armi sarebbe dall'altra parte contro le leggi dell'umanità.

Divieti analoghi esistevano fin nelle più antiche usanze di guerra, come risulta dai codici indiani ed ebraici. Quei codici consideravano da proibirsi le frecce dentate e le armi con la punta avvelenata e facevano divieto di uccidere gli inermi o coloro che si arrendevano, e di incendiare o distruggere senza assoluta necessità.

A più riprese i Pontefici cercarono di moralizzare la guerra, allo scopo di evitare uccisioni o rovine oltre lo stretto indispensabile ai fini della vittoria.

Esistono in proposito varie norme positive nella Dichiarazione dell'Aia del 1899, nella IV convenzione dell'Aia del 1907, nel trattato di Washington del 1922, che sancisco il divieto di determinate armi, del veleno, dei gas asfissianti e deleteri, etc. Vedi, al capitolo Guerra sui Mezzi illeciti di guerra.




[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Bibliografia

  • Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico. Ezio Cecchini. Tecnologia e arte militare, 1997, FUSA, Roma;
  • Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico. Ezio Cecchini. Le istituzioni militari. 1986, Stilgrafica, Roma;
  • Stato Maggiore Esercito - Ufficio Storico. Nicola Marselli. La guerra e la sua storia. 1986, Stabilimento Grafico Militare, Gaeta.
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