Trascendenza
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Il termine trascendenza - antitetico al concetto di immanenza - deriva dal latino ("trans" + "ascendere"= salire al di là) e indica in filosofia la qualità di ciò che è trascendente, ovvero il carattere di una realtà concepita come superiore e "al di là" di un'altra: il concetto, pertanto, sottende una visione dualistica della realtà, in base alla quale Dio si contrappone al mondo .
[modifica] La trascendenza in metafisica e in teologia
Il concetto caratterizza le metafisiche dell'assoluto di tipo platonico, per le quali esiste un mondo sovrasensibile, puramente ideale, superiore a quello sensibile, materiale, e le teologie, come quella cristiana, per cui Dio è trascendente rispetto al mondo.
[modifica] La "doppia veduta" di Giordano Bruno
Giordano Bruno parla di Dio in duplice modo: come "Mens super omnia" (Mente al di sopra di tutto) e come "Mens insita in omnibus" (Mente presente in ogni cosa). Per il primo aspetto Dio è trascendente, fuori del cosmo e dalle capacità razionali dell'uomo, è oggetto di fede e di lui ci parla solo la Rivelazione. Per il secondo aspetto, invece, Dio è principio immanente del cosmo e risulta accessibile alla ragione umana, costituendo anzi oggetto privilegiato del discorso filosofico.
[modifica] La trascendenza nel pensiero moderno
La negazione di ogni trascendenza caratterizza gran parte del pensiero moderno a partire da Kant.
[modifica] Kant
Kant negò la possibilità stessa della metafisica, cioè la possibilità per la conoscenza umana di attingere la realtà "in sè", al di là e al di fuori dell'esperienza.
Occorre distinguere il concetto di trascendente da quello di trascendentale, che nella filosofia kantiana e successiva a Kant non designa una realtà posta al di là dell'esperienza, ma definisce il carattere di quei principi a priori che rendono possibile l'esperienza medesima.
[modifica] Husserl
Secondo Edmund Husserl, fondatore della fenomenologia, la coscienza è intenzionale, cioè si rivolge a oggetti che sono trascendenti rispetto ai vissuti della coscienza medesima, ovvero sono al di là di essi: in questo senso, trascendente è l'oggetto, il contenuto dell'atto che compie la coscienza.
[modifica] Jaspers
L'esistenzialismo di Karl Jaspers teorizza l'impossibilità per l'uomo di raggiungere l'essere, che rimane sempre al di là delle sue possibilità: la trascendenza dell'essere si rivela per l'uomo nelle situazioni-limite (come ad esempio il dolore, la colpa, la morte), poiché in esse egli fa esperienza dello scacco che subisce nel tentativo di superarle e di comprenderle. Jaspers dice: "La trascendenza non è esistenza. L'esistenza infatti sussiste solo in quanto c'è comunicazione; la trascendenza invece è se stessa senza bisogno d'altro".
[modifica] Voci correlate
Storia della filosofia | Filosofi | Discipline filosofiche | Opere filosofiche