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Riserva naturale orientata dello Zingaro

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Progetto aree protette Riserva naturale orientata dello Zingaro

Tipo di area: Riserva Regionale
Codifica EUAP: EUAP0382
Regioni: Sicilia
Province: Provincia di Trapani
Comuni: Castellammare del Golfo, San Vito Lo Capo
Class.internaz.:
Provvedimenti istitutivi: LR 98 6/05/1981 - D.A.R. 09/05/88
Superficie a terra: 1600 ha
Gestore: Azienda Regionale Foreste Demaniali
Sito istituzionale

La Riserva naturale orientata dello Zingaro è una riserva gestita dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana.

Indice

[modifica] Storia

La costa dello Zingaro è una delle pochissime in Sicilia non contaminata dalla presenza di una strada litoranea.

Nel 1976 erano già iniziati i lavori per la costruzione della litoranea Scopello-San Vito Lo Capo, ma in seguito ad una serie di iniziative del mondo ambientalista, culminate in una partecipatissima marcia di protesta che ebbe luogo il 18 maggio 1980, l'Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana si impegnò ad espropriare l'area dello Zingaro riconosciuta di grande interesse ambientale.

Con la legge regionale 98/81, venne ufficialmente istituita la riserva, la prima riserva naturale della Sicilia, affidata in gestione all'Azienda Regionale Foreste Demaniali.

[modifica] Territorio

La Riserva si estende nella parte Occidentale del Golfo di Castellammare, nella penisola di San Vito Lo Capo che si affaccia sul Tirreno tra Castellammare del Golfo e Trapani (coordinate geografiche: 38° 6' N, 12° 47' O) .
Il territorio ricade per gran parte nel comune di San Vito Lo Capo e in misura minore nel comune di Castellammare; si estende lungo 7 Km di costa e quasi 1.700 ha di natura incontaminata.

La costa è formata da calcareniti quaternarie e da rilievi calcarei del Mesozoico di natura dolomitica, con falesie che da un'altezza massima di 913 mt. (Monte Speziale) degradano ripidamente verso il mare, intercalate da numerose calette.

[modifica] Flora

La Riserva ospita oltre 650 specie vegetali, alcune delle quali endemiche e rare.

Sono rappresentati differenti ecosistemi mediterranei, parzialmente modificati da residui di attività agricole.

Il paesaggio originario era costituito in massima parte da foresta mediterranea sempreverde (foresta xerofila) le cui tracce sono tuttora rappresentate da zone di lecceta, dove trovano ospitalità piccole felci, ciclamini, cespugli di pungitopo (Ilex aquifolium), e, al limite ovest della Riserva, anche da frammenti di sughereta, testimonianza di quella formazione forestale a sughera oramai quasi del tutto scomparsa nel resto della Sicilia Occidentale.

Il paesaggio attualmente predominante nelle zone costiere è quello della macchia bassa caratterizzata dallo sparzio villoso (Calycotome villosa), la ginestra odorosa (Spartium junceum), il timo selvatico (Thymus vulgaris), l'Erica multiflora, l'olivastro (Olea europea var.sylvestris) e l'euforbia arborea (Euphorbia dendroides). Sono presenti inoltre l'alloro (Laurus nobilis), la malva (Malva sylvestris), il cappero (Capparis spinosa), il finocchio selvatico (Foeniculum vulgare). Tra le specie introdotte per la coltivazione si annoverano infine il mandorlo (Prunus dulcis), il frassino da manna (Fraxinus ornus), il carrubo (Ceratonia siliqua) e la vite (Vitis vinifera).

L'aspetto più peculiare della Riserva è tuttavia la gariga a palma nana, che caratterizza ampie zone del paesaggio costiero e che in Contrada Zingaro, dove si trovano esemplari di Chamaerops humilis che raggiungono i 2-3 mt di altezza, assume rilevanza di macchia. Tra le rocce affioranti si sviluppano il ranuncolo (Ranunculus rupestris), l'issopo (Hyssopus officinalis) e l'endemico Allium lehmani.

La prateria mediterranea ad ampelodesma, costituisce l'aspetto dominante del paesaggio vegetale della parte alta della Riserva; è rappresentata principalmente dalla disa (Ampelodesmos mauritanicus) e dal barboncino mediterraneo (Cymbopogon hirtus); accoglie inoltre specie endemiche quali il timo spinosetto (Thymus spinulosus), il giaggiolo siciliano (Iris pseudopumila), la speronella (Delphinium emarginatum) e la Silene sicula.

Sono state descritte oltre 40 specie endemiche, tra cui merita una segnalazione particolare il rarissimo limonio di Todaro (Limonium todaroanum) rinvenibile a 750 mt. di altezza sulle rupi di Monte Passo del Lupo, esclusivo dello Zingaro. Sono inoltre rinvenibili Limonium flagellare, endemico esclusivo nel tratto di costa compreso tra lo Zingaro e Balestrate; Helichrysum rupestre var. rupestre, Dianthus rupicola, Centaurea ucriae, Brassica bivoniana, Helichrysum pendulum, Seseli bocconei, Brassica drepanensis, Hieracium cophanense, Minuartia verna subsp. grandiflora, Lithodora rosmarinifolia, Convolvolus cneeorum.

La Riserva ospita infine oltre 250 specie di orchidee tra cui l'orchidea a mezzaluna (Ophrys lunulata), l'orchidea di Branciforti (Orchis brancifortii), l'Ophrys oxyrrhynchos, endemica della Sicilia, e la Neotinea tridentata.

[modifica] Fauna

Nella Riserva nidificano ben 39 specie di uccelli tra cui il falco pellegrino (Falco peregrinus), una delle ultime dieci coppie presenti in Sicilia dell'aquila del Bonelli (Hieraaetus fasciatus), la poiana (Buteo buteo) e il gheppio (Falco tinnunculus); incerta è invece la nidificazione del nibbio reale (Milvus milvus). Durante il periodo delle migrazioni sono stati avvistati anche esemplari di aquila reale (Aquila chrysaetos) e di falco pecchiaiolo (Pernis apivorus). Altri uccelli presenti sono il corvo imperiale (Corvus corax), lo zigolo nero (Emberiza cirlus), il passero solitario (Monticola solitarius), la coturnice (Alectoris graeca), il gabbiano (Larus ridibundus), il piccione selvatico (Columba livia), il rondone comune (Apus apus), il rondone pallido (Apus pallidus), la cornacchia grigia (Corvus corone cornix), la gazza (Pica pica), il cardellino (Carduelis carduelis) e l'usignolo (Luscinia megarhynchos). Fra gli uccelli notturni sono presenti la civetta (Athene noctua) e l'allocco (Strix aluco).

Tra i mammiferi sono molto diffusi il coniglio (Oryctolagus cuniculus) e la volpe (Vulpes vulpes). Sono presenti anche la donnola (Mustela nivalis), il riccio (Erinaceus europaeus) e l'istrice (Hystrix cristata); tra i roditori, l'arvicola del Savi (Microtus savii) ed il topo quercino (Eliomys quercinus). Nelle numerose grotte presenti nella Riserva albergano otto differenti specie di pipistrelli tra cui il raro orecchione bruno (Plecotus auritus), il ferro di cavallo (Rhinolophus ferrumequinum), il miniottero (Miniopterus schreibersi) e il pipistrello albolimbato (Pipistrellus kuhlii). In passato era inoltre presente anche la foca monaca (Monachus monachus), avvistata per l'ultima volta nelle grotte marine dello Zingaro nel 1972.

Tra i rettili sono presenti la vipera (Vipera aspis), il biacco (Coluber viridiflavus), il gongilo (Chalcides ocellatus), il geco (Tarentola mauritanica), il ramarro (Lacerta viridis) e due specie di lucertola, la Podarcis sicula e la meno comune Podarcis wagleriana.

In un'area della Riserva ricca di pozze d'acqua (abbeveratoio di contrada Acci) è possibile incontrare uno degli artropodi più rari del nostro paese, il granchio di acqua dolce (Potamon fluviatile) e una rara specie degli anfibi, il discoglosso dipinto (Discoglossus pictus), non presente in altre regioni d'Italia.

Sono individuabili numerose specie di insetti tra cui l'ape legnaiola (Xylocopa violacea), ape solitaria che deposita le sue larve in gallerie scavate nei tronchi d'albero morti, la bella Vanessa atalanta, l’unica farfalla che sverna in questi luoghi anche allo stato adulto, il panfago (Pamphagus marmoratus), una grossa cavalletta incapace di volare.

Un cenno particolare, con riferimento alla fauna marina costiera, merita infine la presenza nella Riserva di ampie zone di trottoir a vermeti, una importante biostruttura tipica del Mar Mediterraneo, per molti versi simile alle barriere coralline. La sua crescita è legata ad un processo di cementificazione di gusci di due specie di molluschi gasteropodi della famiglia dei Vermetidi: Dendropoma petraeum e Vermetus triquetrus. La importanza di questa biostruttura è legata alla sua capacità di modificare l’aspetto e le caratteristiche ecologiche delle coste rocciose, ampliando lo spazio a disposizione delle specie, stimolando la biodiversità dei popolamenti associati. Tra le forme di vita che popolano le pozze di scogliera si annoverano l'Actinia equina, comunemente nota come pomodoro di mare, e l'Anemonia sulcata detta capelli di Venere; diverse specie di madrepore dai colori intensissimi come le Astroides calycularis e i Parazoantus axinellae, e numerose specie di piccoli pesci tra cui varie specie di bavose (Blenniidae sp.) e di piccoli labridi (Labridae sp.), il succiascoglio (Lepadogaster lepadogaster) e lo scorfano (Scorpaena scrofa).

[modifica] Itinerari

[modifica] Sentiero costiero

L'ingresso Sud della Riserva
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L'ingresso Sud della Riserva

È il sentiero principale della Riserva, il più battuto dai visitatori.

Si snoda per circa 7 km e collega l'ingresso di Scopello (Ingresso Sud) a quello di San Vito Lo Capo (Ingresso Nord). Durata: circa 2 ore (sola andata).
Subito dopo l'ingresso si attraversa la galleria, frutto dell'antico progetto di costruzione di una strada litoranea, e dopo un centinaio di metri si incontra una prima deviazione che conduce ad un area attrezzata per picnic. Dopo un breve cammino si incontra il Centro visitatori, sede di un piccolo Museo Naturalistico, subito dopo il quale una deviazione conduce alle calette di Punta Capreria, due incantevoli spiaggette di ciottoli incastonate fra le rocce.
Continuando sul sentiero principale si attraversa un tratto di circa 2 km di gariga costiera e si giunge a Cala del Varo, dove si trova un piccolo rifugio, aperto solo nei mesi estivi. Dopo un ulteriore breve tratto di cammino si giunge in contrada Zingaro, il cuore della Riserva, dominato dalla macchia a palma nana. La contrada ospita alcuni caseggiati rurali. Da qui si possono facilmente raggiungere Cala della Disa e Cala Berretta. Procedendo ancora oltre si raggiungono prima la contrada Marinella (e la omonima incantevole caletta) e successivamente la contrada Uzzo (e l'ennesima splendida caletta) - la grotta dell'Uzzo - Torre dell'Uzzo - Museo della Civiltà Contadina, custodisce testimonianze del ciclo del grano - Tonnarella dell'Uzzo - Museo Attività Marinare -Ingresso Nord

Rifornimenti d'acqua sono disponibili a Cala del Varo (solo nei mesi estivi) e al Museo della Civiltà Contadina in contrada Uzzo

[modifica] Sentiero di mezza costa

Veduta dal sentiero di mezza costa
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Veduta dal sentiero di mezza costa

È il sentiero più panoramico.
Ha un tragitto di 8,5 Km. Durata 4h 30 m.
Dall'ingresso Sud della Riserva si raggiunge il Centro visitatori; da qui un ripido sentiero in salita, smorzato da alcuni tornanti, conduce all'inizio del sentiero di mezza costa (390 m), che percorre la Riserva da sud a nord, parallelamente al sentiero costiero. Lasciatasi sulla destra una deviazione che conduce al Bosco di Scardina (sentieri alti), si prosegue diritto sino a raggiungere Pizzo del Corvo. Da qui il sentiero procede quasi pianeggiante sino a contrada Sughero (367 m), offrendo una splendida vista dall'alto della linea di costa. In contrada Sughero si incontrano diversi caseggiati rurali, alcuni dei quali adibiti a rifugi. Il sentiero prosegue per altri 2 Km, in leggera salita, sino a Borgo Cusenza. Si tratta di un piccolo borgo rurale, un tempo abitato da pastori e contadini, perfettamente conservato. Da qui un sentiero consente di raggiungere il circuito dei sentieri alti mentre percorrendo in discesa il Canalone delle Grotte di Mastro Peppe Siino si arriva al sentiero costiero e da qui verso l'uscita.

[modifica] Sentiero alto

Marcato della Mennola - sullo sfondo il bosco di Monte Scardina
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Marcato della Mennola - sullo sfondo il bosco di Monte Scardina

È senza dubbio il sentiero più impegnativo.

Lunghezza: 17,5 km. Durata: 7 ore.
Dall'ingresso Sud della Riserva si raggiunge il Centro visitatori; da qui un ripido sentiero in salita, smorzato da alcuni tornanti, conduce all'inizio del sentiero di mezza costa (390 m). Percorrendo il sentiero di mezza costa, dopo poche centinaia di metri sulla destra si incontra un sentiero che si inerpica attraverso un ripido canalone sui fianchi del quale si alternano macchie di ginestra odorosa e aree di prateria ad ampelodesma. Al termine del sentiero si arriva ad un pianoro (533 m) situato ai piedi del Bosco di Scardina, una zona di rimboschimento occupata da una pineta di pini d'Aleppo. Si prosegue per un sentiero in leggera salita che costeggia il caseggiato rurale di Marcato della Mennola - Marcato della Sterna - dopo circa 15 min di cammino si raggiunge Pianello, una ampia pianura di steppa mediterranea - Pizzo Passo del lupo - (deviazione per Sughero) - (deviazione per Borgo Cusenza). Si prosegue sino ad arrivare al Monte Speziale (914 m) - Pizzo dell'Aquila (759 m) - Proseguendo si arriva a Portella Mandra Nuova (717 m), un pianoro che ospita una fitta lecceta, da cui si gode un panorama mozzafiato. - Monte Passo del Lupo (Limonium todaroanum) - Marcato Puntina , Monte Acci (abbeveratoio - Potamon fluviatile) discesa sino a Borgo Cusenza

[modifica] Strutture ricettive

All'interno della riserva si trovano il Museo Naturalistico, il Museo delle Attività Marinare, il Museo della Civiltà Contadina, il Centro di Educazione Ambientale, due aree attrezzate e degli antichi caseggiati rurali adibiti a rifugio (contrada Sughero), presso i quali è possibile anche pernottare su richiesta.
I rifugi utilizzati per il bivacco vengono concessi soltanto nel periodo che va da ottobre a maggio.

Per usufruire del servizio è necessario compilare una domanda scritta (vedi modulo), da inviare via mail alla Direzione della Riserva (mailto:info@riservazingaro.it).

[modifica] Bibliografia

  • Federico C. Guida illustrata della flora dello Zingaro, L'Epos Società Editrice, Palermo, 1999. ISBN 88-8302-186-X

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni



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