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Poggibonsi

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Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Poggibonsi
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Stato: Italia
Regione: Toscana
Provincia: Siena
Coordinate:
Latitudine: 43° 28′ 0′′ N
Longitudine: 11° 9′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 116 m s.l.m.
Superficie: 70 km²
Abitanti:
28.637 31-12-04
Densità: 409,1 ab./km²
Frazioni: Staggia Senese, Bellavista 
Comuni contigui: Barberino Val d'Elsa (FI), Castellina in Chianti, Colle di Val d'Elsa, Monteriggioni, San Gimignano
CAP: 53036
Pref. tel: 0577
Codice ISTAT: 052022
Codice catasto: G752 
Nome abitanti: bonizzesi (da podium bonitii), Poggibonsesi 
Santo patrono: San Lucchese 
Giorno festivo: 28 aprile 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale

Poggibonsi è un comune di 28.637 abitanti della provincia di Siena. Sorge nel territorio dell'Alta Val d'Elsa alle propaggini delle Colline del Chianti, dove sono molto diffuse la coltivazione della vite e l'agricoltura. Importante anche il polo industriale che è sorto alla periferia della città in modo massiccio e dove si producono mobili, vasi, vetri. Molto fiorente anche l' edilizia.

Indice

[modifica] Storia

Dal punto di vista geologico, il territorio di Poggibonsi si è formato nel terziario recente e soprattutto nel Pliocene.
I primi reperti di insediamenti umani nel territorio sono preistorici (Neolitico), i più importanti però risalgono all'epoca etrusco-romana, come testimoniano le numerose piccole necropoli sparse a breve distanza dall'attuale abitato sui colli del circondario in direzione nord, nord-est, da cui tra l'altro proviene la più ricca quantità di ceramica attica della intera Valdelsa. L'origine dei toponomi conservano tracce della presenza dell'uomo in epoca antica: se Talciona ci rimanda al mondo etrusco, come lo stesso Marturi (Maris, nome etrusco per Marte o Mars-Turan in etrusco la diade Marte-Venere), i nomi di Luco (locus: santuario), Megognano, Gavignano, Cedda, Cinciano, Sornano e Gaggiano sono di origine latina; stessa origine ha la rete stradale.
Alla fine dell'epoca antica (età gota), risalgono le case in terra individuate negli scavi all'interno delle mura medicee sul "poggio di bonizzo", seguite dagli insediamenti in capanne dell'età longobarda e franca.
Ad ogni modo il principale incremento demografico dato all'espansione dei nuclei abitati si verifica fra il X e il XII secolo quando Poggibonsi, in seguito al nuovo tracciato della Via Francigena, venne a trovarsi direttamente inserito su questa fondamentale arteria stradale.

Ed è nel X secolo che comincia lo sviluppo di Borgo di Marte, detto in seguito Marturi, poi Borgo Vecchio, oggi Poggibonsi. Svariate sono le teorie degli storici intorno all'origine dell'antico Borgo Marturi: la più certa è oggi quella etrusca, nonostante la leggenda lo voglia sorto per mano di alcuni soldati romani scampati alla disfatta di Catilina, avvenuta a Pistoia nel 62 a.C..

Attorno all'anno 1010 risale l'origine del Borgo di Camaldo, che si estendeva dalla Villa Pasquini fino alla chiesa di Santa Maria a Camaldo, incorporata poi nella basilica di San Lucchese, per giungere a comprendere forse anche alcune case coloniche che guardano Calcinaia. Saranno proprio questi due Borghi insieme alla popolazione di Talciona, Santa Agnese, Papaiano, Gavignano, San Lorenzo in Pian dei Campi e Siena, con la protezione del conte Guido Guerra a iniziare nel 1155 (o 1156), su di un colle ("poggio") di grande importanza strategica, l'edificazione della città di Poggiobonizio (nome di Bonizzo Segni, signore del luogo).

Assedio di Carlo d'Angiò a Poggiobonizio
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Assedio di Carlo d'Angiò a Poggiobonizio

Questa superba città ghibellina, proclamata "città imperiale" da Federico II di Svevia nel 1220, che, secondo il Villani, era fra le più belle d'Italia, prosperò per soli 115 anni: infatti, essendo di ostacolo all'espansione di Firenze, dopo alterne vicende, nel mese di novembre del 1270 venne conquistata dalle armate fiorentine e napoletane, appoggiate da un forte contingente di soldati francesi e capitanate da Bertoldo Compagnoni e dal Duca di Monfort, dopodiché i fiorentini "comprarono" dai francesi il diritto alla distruzione della città. Mentre i ricchi mercanti riuscirono a fuggire nottetempo, i meno facoltosi ed il popolo minuto non abbandonarono la città. I vincitori però obbligarono i vinti a scendere alle falde del poggio e ad amalgamarsi alla popolazione ancora residente nel più antico Borgo Marturi.

Dopo il 1270 questa terra cessò di essere conosciuta col nome di Marturi o Borgo Vecchio ed ereditando il nome dal "Nobile Castello" adottò quello di Poggibonsi che ancora mantiene. La città trecentesca nata dall'ampliamento di Borgo Marturi aveva una cinta muraria lunga poco più di un chilometro, con 4 porte (Porta S. Maria detta delle Chiavi dopo la consegna della chiavi all' imperatore Arrigo VII di Lussemburgo il 6 gennaio 1313, Porta del Poggiarello, Porta S. Jacopo detta di Sotto e Porta Ad Cornetum) e 26 torri. La sua struttura urbana antica è ancora oggi rintracciabile almeno nelle linee fondamentali. Con la pace di Fucecchio, del 12 luglio 1293, Poggibonsi fu annessa al territorio fiorentino anche se non mancarono occasioni di rivolta. Così nel 1313, con la discesa in Italia dell'imperatore Arrigo VII di Lussemburgo, si tentò una riedificazione di Poggiobonizio (col nuovo nome Monte Imperiale) che fu interrotta a causa della morte dello stesso Imperatore, avvenuta a Buonconvento il 24 agosto 1313.

Da questa data, fino all'invasione napoleonica, Poggibonsi rimarrà sotto l'influenza di Firenze, di cui ne seguirà le sorti. Nonostante ciò, fin dal 1300, il Comune si era dato un proprio statuto mantenendo una certa autonomia con un capitano di parte guelfa, un Podestà, sei Governatori ed un Consiglio Generale. Del 1488 è la fortezza del Poggio Imperiale, grandiosa opera militare testimone del passaggio dall'epoca delle armi bianche alla rivoluzione portata dalla polvere da sparo, con i primi bastioni della cinta muraria della città mai portata a compimento e della relativa fortezza, voluta da Lorenzo il Magnifico e costruita coi nascenti criteri della fortificazione alla moderna su disegno e sotto la direzione di Giuliano ed Antonio da Sangallo. Questa non fu mai portata a termine in seguito alla definitiva sottomissione di Siena a Firenze e alla conseguente perdita de facto del valore strategico-militare della città di Poggibonsi.

Con la dominazione spagnola del '600 e il regno dei Lorena del secolo successivo iniziarono le prime forme di industrializzazione; l'occupazione francese dell'800 ispirò in qualche modo una parvenza di idea rivoluzionaria che contribuì all'unificazione politica dell'Italia portando alla città un lieve benessere economico con Firenze capitale.

È comunque il '900 che ha portato ad un significativo cambiamento alla città di Poggibonsi, dapprima con la nascita di un'intensa attività commerciale basata sul vino Chianti e Chianti classico e con il consolidamento di svariate industrie; e poi con una completa ricostruzione urbanistica e strutturale che ha restituito un volto nuovo alla città dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale che seminarono distruzione e morte.

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Economia

Poggibonsi fin dal medioevo, quando già la città svolgeva la funzione di emporio sulla Via Francigena, ha sempre avuto una particolare vocazione commerciale che l'ha posta al centro degli scambi economici transitanti per la Valdelsa. Attualmente la città, che vanta una invidiabile percentuale di disoccupazione, è il capoluogo del Distretto Industriale dell'Alta Valdelsa, che comprende nel suo territorio anche i comuni di Colle Val d'Elsa, San Gimignano, Casole d'Elsa, Barberino Val d'Elsa e Certaldo, ed è un punto di riferimento occupazionale di un vasto bacino che interessa le province di Firenze, Siena e Pisa. Se per tutto il periodo che va dal "boom economico" agli anni 80 la produzione locale era stata sostanzialmente monotematica e incentrata sul settore del mobile e dell'arredamento, attualmente è invece possibile trovare aziende che si occupano di settori che spaziano dal caravaning, (a Poggibonsi è concentrato oltre il 90% della produzione nazionale di camper e caravan), alla meccanica (in particolare macchine per la lavorazione del legno e per l'edilizia), all'elettronica con la realizzazione di componentistica utilizzata anche nelle missioni spaziali, o aziende storiche che si impongono sul mercato mondiale per la produzione di oggetti in vetro artistico. Resta comunque ancora molto viva la vocazione della zona a produrre mobili e complementi per l'arreamento.

Oltre alla produzione industriale, un'altra voce importante per l'economia locale è rappresentata dalle società di servizi. Si trova per esempio proprio a Poggibonsi: una delle tre sedi regionali del CFNT (Centro Formazione Nuove Tecnologie); il Centro Sperimentale del Mobile e dell'Arredamento (unica realtà in Toscana) che, dopo aver creato mercati in Europa e Medio Oriente, ha da pochi anni permesso al settore del mobile italiano di approdare in Cina; e ancora il CTQ (Centro Toscano per la Qualità), l'Eurobic e molte altre società che sono nate a supporto delle imprese locali ma che sono poi diventate con gli anni punti di riferimento per un vasto territorio che interessa gran parte della Toscana centrale.

Altro settore che negli ultimi anni si è andato affermando e che attualmente è in forte espansione è il turismo. Questo grazie alla riscoperta di molte attrazioni storico culturali recentemente valorizzate, una invidiabile realtà di splendide chiese romaniche, castelli medioevali e ville rinascimentali disseminati sul territorio, ma soprattutto grazie a una posizione geografica fortunata. Poggibonsi infatti, data la sua centralità rispetto ad importanti città d'arte come San Gimignano, Firenze e Siena, ma anche Volterra e Pisa, ha visto crescere la propria capacità ricettiva, con la nascita di moltissime strutture alberghiere e aziende agrituristiche che, oltre a soddisfare la domanda ricettiva, svolgono un importante ruolo di commercializzazione dei prodotti locali dell'agricoltura come l'olio, il vino, (Poggibonsi è uno dei maggiori produttori del Chianti), il miele e lo zafferano.

[modifica] Monumenti e luoghi da visitare

[modifica] Poggibonsi-Città

  • Palazzo Comunale

Massima costruzione civile della città, progettata da Salvatore Guidi e realizzata fra il 1818 e il 1871; da quell'anno vi si trasferì l'Amministrazione Comunale, che fino ad allora aveva avuto sede nel vicino Palazzo Pretorio. L'edificio, restaurato di recente, ospita nelle sue sale le opere di oltre cento fra i più noti e prestigiosi artisti contemporanei; fra cui Bacosi, Bandini, Bozzolini, Fusi, Montagnani, Marta Pieraccini, Sarto, Squillantini, Calonaci, Salvetti, Liberatore, Vagarini, ecc.

  • Palazzo Pretorio

L'edificio risale alla fine del 1200 ed è stato, dopo la distruzione di Poggiobonizio nel 1270, la sede del potere civile di Poggibonsi per oltre seicento anni fino alla costruzione del nuovo Palazzo Comunale. Sono ancora visibili le grandi arcate del loggiato che in origine era aperto al piano terreno e adibito alle pubbliche adunanze ed al mercato mentre il piano primo era suddiviso in più locali che comprendevano tra le altre anche la sala per le adunanze private. Affiancato ad esso è posta la torre del Podestà, preesistente costruzione duecentesca inglobata e della quale sono ancora visibili le varie aperture originarie: Sulla sommità era presente un campanile a vela, dove era alloggiata una campana per dare i segnali al castello nelle varie occasioni: ore, calamità, guerre, assedi. Nel 1895 fu aggiunta la merlatura, fu demolito il campanile a vela e la campana fu donata per il campanile di San Lucchese. Sulla torre era installato anche un orologio, commissionato dal Comune a Messer Guglielmo, teutonico maestro orologiaio, il 7 settembre 1500, che con la demolizione del campanile a vela fu trasferito sulla Torre del campanile della Collegiata e munito degli attuali quattro quadranti. Il palazzo fu realizzato quasi certamente in due tempi ben distinti: il loggiato al piano terreno ed il piano primo fino all' altezza del davanzale delle finestre è realizzato in pietre di travertino disposte a filaretto, mentre la rimanente porzione del piano primo è realizzata in mattoni con alternati conci di travertino. L'edificio nei secoli ha subito molti rimaneggiamenti, al punto che ai primi del Novecento risultava completamente intonacato con finestre ad architrave a piatta e munite di persiane. È degli anni Trenta il restauro che lo ha riportato all'aspetto originario come lo vediamo oggi. Nei vari secoli i Podestà che vi sono succeduti hanno affisso sulla facciata i loro stemmi in pietra ancora ben visibili sopra le arcate del piano terreno. Dal 1997 l'edificio ospita il Museo di Paleontologia, con testimonianze di Archeologia e Scienze Naturali.

  • Collegiata di Santa Maria Assunta

È la maggior chiesa di Poggibonsi. Costruita nel 1863, al posto della antichissima ma ormai distrutta pieve romanica di Santa Maria di Borgo Marturi. Di assetto basilicale a tre navate, lo stile neoclassico utilizzato non è valso tuttavia a conservarle l'imponenza originale che l'edificio doveva avere. Ne è testimonianza la bellissima e quasi intatta torre campanaria che l'affianca, sulla cui sommità dove è alloggiato il campanone della chiesa di S. Agostino in Poggiobonizio sorretto da un singolare traliccio metallico che i poggibonsesi chiamano bonariamente "gabbione" e che è finito col diventatare nel tempo un simbolo stesso della città. La chiesa, fra le numerose opere conserva la grande "Resurrezione" del Botticini, recentemente restaurate, la statua lignea di San Gregorio e una bellissima fonte battesimale del trecento.

  • Chiesa di San Lorenzo

La chiesa testimonia, nel suo assetto essenziale e pur nelle reiterate trasformazioni subite, il trapasso armonico e gotico. Fu la chiesa degli Agostiniani di Lecceto, che vi ebbero a lungo il loro convento, e il luogo dell'incontro storico fra Carlo VIII di Francia e Girolamo Savonarola avvenuto, come ricorda un'epigrafe, nel 1495. L'edificio, dopo innumerevoli e tragiche vicende (soppressione dell'ordine, occupazioni militari, trasformazione in caserma prima e ospedale poi, bombardamenti, ecc..) è stato intelligentemente e accortamente ripristinato e si offre ai visitatori nelle sue linee armonicamente essenziali e con opere di grandissimo pregio tra cui un dipinto rappresentante San Nicola di Neri di Bicci, il trecentesco e veneratissimo crocifisso ligneo di Giovanni D'Agostino e la bella Madonna delle Grazie proveniente dal soppresso Oratorio del Piano.

  • Santuario di Romituzzo

Nato attorno all'oratorio di alcune "donne romite", assunse le dimensioni di chiesa e quindi di Santuario già all'inizio del XV secolo con il diffondersi e moltiplicarsi della devozione verso un'immagine della Madonna (la "Madonna della Neve") dipinta da artista ignoto della fine del 1300. Alla fine del ‘500 la chiesa si arricchì del bel campanile e soprattutto di un armonioso porticato che racchiude l'intero recinto sacro e ne dilata armonicamente l'ampiezza. Il tempio ha raccolto, nell'arco di quattro secoli, innumerevoli testimonianze di fede, così come testimoniano le migliaia di ex voto in cartapesta, appesi alle pareti e un centinaio di tavolette votive, restaurate recentemente. Ogni anno, la prima domenica di maggio, si celebra la Festa in onore della Madonna di Romituzzo quale patrona di tutto il popolo poggibonsese.

  • Chiesa di San Giuseppe

Costruzione moderna (1960-1962) realizzata su progetto del prof. Carlo Del Zanna, la chiesa merita una visita almeno per due motivi: l'armonica linearità dell'insieme e la presenza di opere assai importanti dell'artista poggibonsese Giuseppe Calonaci (celebre ormai nel mondo la porta di ingresso al tempio detta "della Pace"), che ha realizzato anche la grande vetrata di sinistra, e l'imponente "Resurrezione" del pittore senese Enzo Pollai.

  • Piazza Mazzini

E’ la piazza nata interamente nell'area rasa al suolo dai bombardamenti aerei del 1943-1944 a simboleggiare in chi ne decise la costruzione, la volontà di rinascita e di affermazione della città. Primo elemento la nuova stazione ferroviaria, progettata dall'architetto poggibonsese Carlo del Zanna, realizzata al posto del vecchio scalo merci, che copre l'intero lato basso del leggero declivio, su cui si è sviluppata nel tempo, con i suoi uffici pubblici, banche, stazione degli autobus, parcheggio multipiano, ufficio di informazioni turistiche, che si trovano ai due lati di essi. La parte superiore, che la separa da via Trento e dal Centro Storico ma che si apre al traffico in arrivo, è schermata da due grandi aiuole, delimitate da un muretto, all'interno del quale si trovano alti cedri del Libano. La parte centrale è occupata dalla splendida fontana di Umberto Mastroianni, una delle dodici fontane ideate per altrettante piazze nei cinque continenti. La grande fusione in bronzo, che costituisce la tazza della fontana e che fu realizzata negli anni settanta, è omaggio ai valori della Resistenza.

  • Colombaio

Lungo la via che dall'uscita del raccordo autostradale conduce verso la zona sportiva del Bernino, è collocata l'originalissima "Porta del Lavoro" dell'artista Poggibonsese Giuseppe Calonaci.

[modifica] Poggibonsi-Periferia

  • Basilica di San Lucchese

Su una delle più belle e suggestive colline della media Valdelsa, a meno di un chilometro dal centro storico, il complesso monumentale di San Lucchese (convento e basilica) si è sviluppato attorno alla primitiva chiesina romanica di Santa Maria in Camaldo e ai suoi immediati insediamenti. Di questo primitivo edificio rimangono visibili e significative tracce nell'attuale parete di sinistra della grande chiesa gotica, realizzata attorno al 1252, ed anche nella facciata. La basilica, uno degli edifici per il culto più grandi della Valdelsa, ha subito, nel corso dei secoli, aggiunte (la parte absidale delle cappelle fu costruita attorno alla metà del XIV secolo, mentre il portico antistante la basilica è del XVII secolo), trasformazioni e ristrutturazioni di recupero, specie alla facciata e al tetto (per frane, scosse telluriche, cannoneggiamento del 1943) senza tuttavia esserne snaturato ed anzi mantenendo integro l'assetto originario.

Basilica di San Lucchese
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Basilica di San Lucchese

All'interno una serie non trascurabile di opere d'arte: una Immacolata Concezione in terracotta (Giovanni della Robbia), due affreschi di Bartolo di Fredi (fra cui la celebre Madonna del Cardellino), ancora affreschi di Taddeo Gaddi e di Cennino Cennini nelle cappelle di San Lucchese (dove è conservato il corpo del santo), altri di Arturo Viligiardi illustranti vicende della vita di San Lucchese. La sacrestia, alla quale si accede dal lato destro della basilica, conserva un prezioso armadio con 17 splendide formelle di Memmo di Filippuccio. Il convento, cui si accede da un portone a destra della basilica conserva l'Aula Capitolare della fine del 1200, che chiude da un lato il grande chiostro secentesco attiguo alla stessa basilica. Da qui si ha accesso al refettorio, costruito nel 1400, che conserva uno splendido affresco di Gerino da Pistoia, "La moltiplicazione dei pani e dei pesci".

  • La Fonte delle Fate

Sulla strada che porta a San Lucchese ed a circa 200 metri da quest'ultima, la Fonte di Vallepiatta, detta delle Fate, è l'unico grandioso reperto architettonico della sovrastante e distrutta Poggiobonizio.

la Fonte delle Fate
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la Fonte delle Fate

Riscoperta, in parte, nel 1803, dopo che era stata interrata nel 1484 con la costruzione della Fortezza del Sangallo e successivamente ricondotta allo stato originale, questa grande fontana pubblica (la più grande per dimensione di tutto il territorio senese) è stata completamente restaurata, ripulita e ricondotta all'antico splendore grazie ad un recente intervento. È attribuita al disegno di un "magister lapidum" del tutto sconosciuto, Balugano da Crema, che comunque vi ha riversato la sua grande sapienza costruttiva. Essa si presenta con una sorta di portico costruito su sei arcate doppie a sesto acuto, all'interno del quale si trovano le vasche per la raccolta delle acque. Antistante è la piazza delimitata su un lato dalla seconda cinta muraria di Poggiobonizio, dove è una postierla, che incluse la fonte a scopo difensivo in quanto di vitale importanza per l' approvvigionamento idrico in caso di assedio. La fonte era (ed in parte lo è ancora) alimentata dal vasto impluvio sovrastante, attraverso una lunga serie di gallerie e cunicoli. La sua realizzazione è riferibile ai primi anni del XIII secolo.

  • Poggiobonizio e Fortezza Medicea di Poggio Imperiale

È la collina sovrastante l'antico Borgo Marturi e l'attuale città e dove Guido Guerra dei Conti Guidi fece iniziare nel 1155 la costruzione della nuova città di Poggiobonizio, radunandovi i vari popoli della terre circostanti. Distrutta dai fiorentini nel 1270 con la proibizione assoluta e tassativa di mai più abitarvi, nel 1313 sperò di risorgere per volontà di Arrigo VII, che ne fece riprendere la costruzione. Morto l'imperatore, la sommità della grande collina conobbe il silenzio e l'oblio fino al 1484, quando nella parte sud di essa, Lorenzo il Magnifico iniziò a far costruire le mura urbiche del nuovo abitato da costruire secondo i canoni rinascimentali della " città ideale", difeso dalla fortezza, uno dei primi esempi di architettura militare di "transizione" tra le armi medievali e quelle da fuoco realizzata in forma "antropomorfa" secondo le teorie di Francesco di Giorgio Martini,che oggi possiamo ammirare. Affidata a Giuliano da Sangallo la costruzione terminò, senza concludersi, nel 1510 e fu subito considerato il più perfetto gioiello costruttivo d'arte militare. Nel 1991 sono iniziate ricerche preliminari sul colle per conto dell'Università di Siena e, successivamente, scavi archeologici sistematici che stanno portando alla luce ciò che resta dei vari insediamenti che dal V-VI secolo si sono succeduti fino alla città di Poggiobonizio e la successiva ricostruzione di Arrigo VII nel 1313. Il grande cantiere di scavi, destinato ad ampliarsi nei prossimi anni, è facilmente visitabile seguendo i percorsi suggeriti dalla segnaletica esistente. Tutta la collina con i suoi antichi tesori costituisce il Parco Archeologico e Tecnologico

  • La Magione di San Giovanni al Ponte

Il piccolo ma splendido complesso monumentale (chiesa, foresteria e servizi complementari) rappresenta un raro esempio di conservazione e ripristino di strutture medioevali, riferibili al XII secolo. Fu sede dell'antico Spedale gerosolimitano e anche casa dei cavalieri templari sulla Via Francigena, presso il diruto ponte di Bonizio sul torrente Staggia. La chiesina, ad una sola navata terminante con la bellissima abside, ha nella facciata motivi di particolare interesse, legati alla singolarità degli elementi costruttivi come il residuo campanile a vela in bozze di travertino e il portale con archivolto fortemente estradossato. Discorso a parte merita la finestrella con stipiti a denti di sega visibile sulla facciata; questa era stata probabilmente realizzata con una forma così particolare allo scopo di creare in un giorno preciso dell'anno una particolare illuminazione dell'interno della chiesa, ma la costruzione chiaramente posteriore delle attuali volte a crociera, che hanno sostituito le capriate a vista del soffitto, ne ha fatto perdere completamente l'effetto. Il complesso della Magione è attualmente sede della milizia del Tempio e centro di grandi iniziative culturali.

  • Abbazia di San Michele Arcangelo a Poggio Marturi ora Castello di Badia

L'attuale costruzione ottocentesca, se pur molto bella, fa torto alla primitiva e formidabile costruzione di una delle Badie più antiche della Tuscia longobarda e franca, insieme a quella di San Salvatore all'Amiata e all'insediamento della famiglia dei Cadolingi a Fucecchio e a San Miniato. Prima di essere Castello e luogo di difesa fu centro attivo di attività economiche, sociali e culturali di grande importanza. Dopo alterne vicende delle diverse comunità monastiche che vi si susseguirono, la Badia pervenne a privati che, nella prima metà del 1800. la trasformarono nell'attuale castello di stile tardo-romantico.

[modifica] Poggibonsi-Dintorni

  • Staggia Senese

Nel 1994 ha celebrato i suoi mille anni di vita, anche se gli storici gliene attribuiscono almeno cento in più. Nell'anno Mille era infatti già un importante castello, residenza di una potente famiglia di origine longobarda, un discendente della quale, Isalfredi, vi aveva fondato una chiesa intitolata a Santa Maria. Nella prima metà del XII secolo vi si stabilì la famiglia dei Soarzi, che si trovò a dover fare i conti tra le mire senesi e fiorentine sul castello (strategicamente importantissimo e vitale punto di transito di uno dei tracciati valdelsani della Via Francigena) seguendo le alterne fortune politiche delle due città e pagando con la distruzione del castello la propria alleanza con Siena da parte dei fiorentini.

la rocca di Staggia
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la rocca di Staggia

Prima della fine del XIII secolo il castello e gran parte delle sue terre e pertinenze furono acquistati da Albiero Franzesi, dell'omonima famiglia fiorentina di mercanti, magnati e finanzieri. Il Castello fu ricostruito agli inizi del trecento insieme alla rocca, poi abituale dimora dei Franzesi. Furono a più riprese fortificate e ampliate le mura castellane in coincidenza delle mai sopite aspre lotte fra Siena e Firenze, che termineranno solo nella seconda metà del XVI secolo. Il Castello conserva ancor oggi l'impianto urbanistico della sua prima fortificazione, caratterizzata da una cerchia muraria alta e possente ancorché rimaneggiata e trasformata nel corso dei secoli, da una strada centrale fra le due porte principali e da altre stradine parallele, caratterizzate da antiche corti, orti, pozzi di approvvigionamento ecc. L'antica pieve romanica di Santa Maria, al centro del borgo, fu purtroppo completamente snaturata alla fine del XIX secolo.

  • Museo del Pollaiolo

Attiguo alla pieve di Santa Maria a Staggia Senese, il minuscolo ma preziosissimo museo (famoso per essere il più piccolo del mondo) ospita un'opera di grandissimo pregio di Antonio del Pollaiolo: la Santa Maria Egiziaca, alcune tavole di Scuola senese e fiorentina dei secoli XIV e XV, una bella tela del Salimbeni e alcuni preziosi oggetti di arte sacra.

  • Castello di Strozzavolpe

Legato ad una infinità di leggende (alcune suggestive e delicate, altre crudeli e paurose) è uno dei luoghi più amati dai Poggibonsesi. Dimora dell'antichissima famiglia dei Conti Guidi, fu ulteriormente fortificato da Guido Guerra alla fine del 1100.Fortilizio imprendibile, in posizione invidiabile, era collegato da un leggendario tunnel alla città di Poggiobonizio. Salvo piccolissime contaminazioni ottocentesche (la sommità della torre), ricorrenti del resto ovunque in periodo romantico, la struttura, cui si accede ancora oggi attraverso il ponte levatoio, ha conservato intatto gran parte dell'originario assetto, comprese le possenti ed irregolari mura di cinta. Fu via via proprietà degli Alberti, dei Salimbeni, degli Adinari, dei Rinuccini, dei Ricciardi ed oggi dei Bizzarri-Arcangeli. Di grande interesse, all'interno del castello, la Sala d'armi e la piccola cappella gentilizia, trasformata in periodo rinascimentale.

  • Chiesa di San Martino a Luco

Piccola ma deliziosa chiesetta romanica a circa due chilometri dal centro della città. Una sola navata e senza abside terminale, conserva il bel paramento murario a bozze di tufo e travertino. La lunetta del portale e l'architrave risultano rimaneggiati. L'edificio è stato recentemente restaurato grazie ai contributi della comunità poggibonsese di San Giuseppe.

  • Chiesa di Sant' Andrea a Papaiano

Una delle più antiche costruzioni romaniche dell'area valdelsana (è ricordata prima del Mille), l'edificio attuale è riferibile tuttavia alla prima metà del secolo XII. Una sola grande navata, terminante in un transetto rialzato e in tre absidi, una delle quali quasi del tutto scomparsa. La chiesa fu restaurata oltre un secolo fa (riapertura delle finestre laterali e ricostruzione della bifora sulla facciata) ma non "depurata" del brutto intonaco che nasconde ancora il bel filaretto. All'interno un affresco di Scuola Fiorentina del XV secolo (Madonna e Santi) ed una Sacra Famiglia in ceramica policroma del XVIII secolo.

  • Chiesa di Santa Maria a Talciona

L'edificio, d'impianto romanico e risalente ai primi del 1100, fu allungato nel corso del XIII secolo. È ad una sola navata e termina con una bellissima abside. Vi si notano chiari influssi architettonici oltramontani (portale con arco crescente e rosone sovrastante riccamente decorato) e, purtroppo, i segni di un restauro frettoloso realizzato un secolo fa (ripristino della torre campanaria e consolidamento del filaretto interno). Di pregio notevolissimo l'architrave dello stesso portale, che raffigura, in un bassorilievo datato 1234 rappresentante l'Adorazione dei Magi.

  • Chiesa di San Bartolomeo ai Pini

Sul tracciato della cosiddetta Francigena di Marturi (Pian de' Campi, Maltraverso, Galognano) si raggiunge in realtà più facilmente dalla statale Cassia in località Bellavista. L'edificio, romanico, costituito da un'uica navata e senza abside, è in pessime condizioni di conservazione.

  • Chiesa di San Lorenzo in Pian de' Campi

A meno di due chilometri da San Lucchese, lungo il tracciato della Via Francigena di Marturi, questo piccolo edificio, d'impianto romanico, conserva in minima parte l'originario paramento murario. Una monofora segna un portale non originale e due finestrelle sul lato sinistro dell'edificio danno luce sufficiente alla piccola navata terminante in un'abside. Vi si conserva un bellissimo affresco quattrocentesco di Pier Francesco Fiorentino. A pochi metri di distanza dall'edificio furono casualmente rinvenuti nel 1963 antichi oggetti sacri in argento, appartenenti alla scomparsa chiesa di Galognano (due patene con dedica, tre calici, un cucchiaino) di grande pregio artistico e di notevole rilevanza storica, d'epoca gota. Noti come "tesoro di Galognano" gli oggetti sono attualmente esposti presso il museo civico e d'arte sacra di Colle.

  • Chiesa di San Pietro a Canonica

A due chilometri dal capoluogo, la chiesa fu al centro di un antico cenobio di religiosi e chierici. L'edificio romanico dell'inizio del XII secolo, ha subito sostanziali devastazioni che l'hanno completamente snaturato. Rimangono, inserite nei filaretti della facciata, alcune porzioni di architravi decorati che danno testimonianza del diffondersi in Valdelsa degli stili Pisano-Volterrani.

  • Magione di Torri

Sul più antico tracciato valdelsano della Via Francigena e alla confluenza di questa con la cosiddetta Volterrana Sud, Torri si trova a meno di 3 chilometri dal capoluogo, sulla tre Vie-Ulignano. Fu una grande magione dei Cavalieri di San Giovanni, i Gerosolimitani, che la utilizzarono, nel 1173, per un Capitolo generale dell'ordine per la sua grandezza e capacità ricettiva. Era stata costruita ai primi del secondo millennio ed era costituita da una più ampia chiesa, da un grande ospizio per i pellegrini adiacente ad essa e di altri servizi complementari. Cinta di mura e con un'unica porta d'accesso fra le due imponenti torri in laterizio (di cui sopravvive oggi una soltanto) fu oggetto di non poche mire di signorotti della zona. Dell'antica chiesa romanica, utilizzata a lungo come tinaia, rimane ben poco: la parte superiore della facciata con il piccolo rosone murato e parte della lunetta del portale nascosto da un capannaccio. È venuto recentemente alla luce un bellissimo portale in pietra serena che doveva rappresentare un accesso secondario al complesso assistenziale. Nonostante poco o niente sia stato fatto per salvarlo dalla completa rovinache, Torri è oggi considerato per legge bene storico e artistico inalienabile e patrimonio dell'UNESCO.

  • Pieve di San Pietro a Cedda

Il complesso monumentale si trova sulla via Chiantigiana a 6 chilometri dal centro cittadino. È giustamente considerato l'edificio romanico fra i più belli della Valdelsa. Ad una sola navata di tipo abbaziale (ricorda la Badia di Coneo) termina in una splendida abside, forse l'elemento architettonico più significativo e pregevole dell'intero edificio, il quale tuttavia conserva anche una intatta e imponente torre campanaria. Le decorazioni, i fregi, le simbologie tipiche delle costruzioni medioevali che si colgono sui vari elementi costruttivi (portali, architravi, monofore ecc.) rappresentano motivi di particolare richiamo. La facciata è in parte coperta dalla costruzione di poco posteriore adibita a canonica. All'interno, di notevole fattura, un tabernacolo della Scuola di Mino da Fiesole. Bellissimo il trittico trecentesco di scuola Fiorentina trafugato e poi recuperato, che vi è rimasto esposto per secoli (ora al Museo Civico e d'Arte Sacra di Colle) e del quale viene proposta una gigantografia fotografica.

  • Chiesa di San Donato a Gavignano

Piccola, ma deliziosa chiesina romanica dell'immediata periferia cittadina. Sottoposta ad interventi fra i più devastanti nel corso dei secoli (ne fu distrutta l'abside nel secolo scorso per utilizzare le bozze in un muro di un orto!) ha oggi gradatamente ritrovato l'antico e grazioso aspetto.

[modifica] Poggibonsesi illustri

  • Benedetto Bacci - religioso italiano.
  • Beato Davanzato - beato italiano, patrono della città di Barberino Val d'Elsa
  • San Lucchese - santo italiano, primo terziario francescano e patrono della città di Poggibonsi.
  • Francesco Costantino Marmocchi - geografo e patriota.
  • Gaetano Pieraccini - medico e politico.
  • Niccolò da Poggibonsi - scrittore.
  • Novello Novelli - attore cinematografico.

[modifica] Eventi

[modifica] Campionaria della Valdelsa

Manifestazione fieristica che si svolge a Poggibonsi nel periodo a cavallo tra settembre e ottobre organizzata dalle Associazioni di categoria: Confcommercio, C.N.A., Confesercenti, Confederazione Italiana Agricoltori, Unione Provinciale Agricoltori, Federazione Provinciale Coltivatori Diretti e Artigianato Senese. L'evento, utilizzato per far conoscere all'esterno le potenzialità della Valdelsa, è un'importante vetrina in cui trovano spazio numerosi settori: dall'oggettistica all'arredamento, dall'abbigliamento ai prodotti agro-alimentari ed enogastronomici, dall'informatica all'elettronica al settore automobilistico e nautico.

[modifica] Il Pigio

Manifestazione nata nel 2004 e che si svolge a Poggibonsi la seconda domenica di ottobre, patrocinato dalla Associazione Pro Loco di Poggibonsi. L'evento ha inteso ricostruire, non in chiave strettamente storica, l'antica tecnica di "pigiatura dell'uva" delle zone collinari del Chianti. È una competizione che vede la sfida dei sette rioni: Centro, Falco, Borgaccio, Cimamori, Romituzzo, Girata de' Preti, Orti, che si contendono "il Pigio", damigiana decorata da artista locale, a chi fa più mosto e lo "Zipolo", parte superiore della damigiana, per il rione che ha fatto la sfilata più bella della manifestazione.

Pigio 2004 - vinto dal Falco; Pigio 2005 - vinto dal Cimamori, Pigio 2006 - vinto dall'Orti

1° edizione dello Zipolo (2005) vinto dal Centro; 2° edizione dello Zipolo vinto dalla Girata de' Preti

[modifica] Sport

Poggibonsi è una città molto attiva a livello sportivo, con numerose società presenti, spesso anche con buoni risultati, in molte discipline sportive.

Il calcio la fa da padrone con ben quattro società calcistiche iscritte alla FIGC presenti nel territorio comunale: la più antica e prestigiosa è l'US Poggibonsi, l'unica ad aver militato in campionati professionistici, le altre sono la US Virtus Calcio, la UP Poggibonsese e il AS Calcio Staggia (squadra della frazione Staggia Senese). La UP Poggibonsese, in quanto società polisportiva, raggruppa sotto la propria insegna numerose squadre di altri sport. Prima fra tutte il Calcetto Poggibonsese (calcio a 5), squadra più volte campione italiana di coppa (sia con la selezione maschile che con quella femminile) e attualmente nella serie B nazionale.

Di seguito sono riportate tutte le principali società sportive poggibonsesi divise per discipline sportive:

[modifica] Calcio

  • US Poggibonsi
  • US Virtus Calcio
  • la UP Poggibonsese
  • AS Calcio Staggia

[modifica] Calcio a 5

  • Calcetto Poggibonsese

[modifica] Basket

Poggibonsi Basket

[modifica] Pallavolo

  • US Virtus Pallavolo

[modifica] Nuoto

  • A Nuoto Virtus UPP Poggibonsi

[modifica] Ciclismo

  • Unione Ciclistica Valdelsa
  • Unione Ciclistica Staggese
  • Team Bike Grandama

[modifica] Bowling

  • AS Green Pad

[modifica] Tiro con l'arco

[modifica] Curiosità

Poggibonsi è anche il titolo di una canzone di Milva, composta dal cantautore Franco Battiato, pubblicata nel 1983.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Luca Rugi dal 12-13/06/2004
Centralino del comune: 0577 9861
Email del comune: info@comune.poggibonsi.si.it

Poggibonsi fa parte di:

[modifica] Città gemellate

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