Guido Guerra
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Guido Guerra è fra i personaggi che Dante incontrerà nella triade dei violenti contro natura nel XVI canto dell’Inferno assieme a Jacopo Rusticucci e Tegghiaio Aldobrandi. È una delle anime magnanime - da ricordare è Farinata degli Uberti del X canto - con le quali è Virgilio stesso a spronare al dialogo il pellegrino.
Guido VI, dalla famiglia Dovàdola, detto guerra, figlio di Marcovaldo discende da figure di primo rango nella guelferia fiorentina intorno alla metà del Duecento. Egli stesso, prima di esserlo per il papa Innocenzo IV, fu pupillo di Federico II Hohenstanufen.
I membri della famiglia Dovàdola, continueranno a lungo ad esprimere i gruppi dirigenti delle due fazioni opposte; il poeta dice "fece col senno assai e con la spada", e così sembrerebbe quando la sua astuzia gli fece operare il senno sia nella battaglia di Montaperti, dove Guerra fu il primo a lasciare il campo, sottraendosi agli orrori della carneficina o a Benevento, dove con i suoi, schierato in quinta fila, si accaniva sul nemico in rotta.
Rientrato a Firenze assunse il ruolo di capo della Parte Guelfa, e nella gestione dei poteri pubblici, si capisce dove Guido adoperò meglio la spada praticando ad arte, la violenza e l'intimidazione. Morirà nel 1272.
