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Orson Welles - Wikipedia

Orson Welles

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«In Italia con i Borgia per trent'anni hanno avuto guerra, terrore, assassinii e massacri; ma c'erano anche Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia e che cosa hanno prodotto? Gli orologi a cucù!»
(Il terzo uomo - Harry Lime (Orson Welles) )
Orson Welles, fotografato da Carl Van Vechten, 1937
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Orson Welles, fotografato da Carl Van Vechten, 1937

George Orson Welles (Kenosha, Wisconsin, USA, 6 maggio 1915 - Hollywood, California, USA, 10 ottobre 1985) è comunemente considerato uno dei più grandi attori, registi e sceneggiatori cinematografici e di teatro di tutti tempi. Fondamentale anche la sua attività nel settore radiofonico, che corre parallela sia a quella teatrale che a quella cinematografica, tanto che alcuni suoi film nascono spesso dai suoi programmi radiofonici.

Indice

[modifica] Biografia

[modifica] Le origini

Nato a Kenosha, nel Wisconsin, figlio di un inventore e di una pianista, fin da piccolo mostra predisposizione ai giochi di prestigio, alla pittura e alla musica. Ebbe un'infanzia inusuale: suo fratello maggiore Dickie era costantemente sotto una forte pressione da parte dei genitori che avrebbero voluto vederlo diventare una persona famosa. Dickie Welles, però, non aveva né la stoffa, né la voglia di assumersi questo ruolo, e preferì diventare un vagabondo pur di allontanarsi da casa.

Orson di conseguenza ereditò il ruolo del ragazzo prodigio di famiglia, apparendo subito come un perfetto interprete per il ruolo di celebrità che i suoi genitori avrebbero voluto per il fratello, anche se le sue relazioni personali ne risentirono in modo considerevole. All'età di otto anni, dopo la morte della madre, compie viaggi insieme al padre e comincia ad appassionarsi al mondo del cinema e del teatro: il suo primo spettacolo teatrale "Dottor Jeckyll e Mr. Hyde" è del 1925. A dodici anni, rimasto orfano del padre, viene affidato alle cure del medico di Chicago Maurice Bernstein. Nel 1931 si diploma alla Todd School di Woodstock, nell'Illinois, ma decide di non proseguire gli studi per dedicarsi al teatro.

[modifica] Dal debutto in teatro a "La guerra dei mondi"

Welles interpreta il suo adattamento radiofonico de La guerra dei mondi
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Welles interpreta il suo adattamento radiofonico de La guerra dei mondi

La sua prima vera apparizione sul palco avvenne a Dublino, in Irlanda, nel 1931, in tournee con il Gate Theatre. Dopo un periodo in cui viaggiò per il mondo, e dopo molti tentativi falliti di conquistare una parte sulle scene di Londra e New York, nel 1934 Orson Welles riesce finalmente a debuttare a Broadway, all'età di 19 anni. Recita la parte di Tibaldo in Romeo e Giulietta, nella compagnia di Katherine Cornell. Nello stesso anno si sposa con Virginia Nicholson (da cui divorzierà nel 1939), dirige il suo primo cortometraggio, "Hearts of Age" e inizia a lavorare nella radio.

Inizia a collaborare con il regista e produttore John Houseman insieme al quale fonda la compagnia Mercury Theatre che riscuote grandi successi: nel 1937, grazie ad una produzione teatrale del Macbeth interpretato da lui stesso e soprattutto con un Giulio Cesare di William Shakespeare ambientato nell'Italia fascista, per la prima volta il giovane Orson riesce a capitalizzare una grande attenzione su di lui. In questo periodo, propone al pubblico newyorchese molte opere in modo nuovo e rivoluzionario: come la messa in scena de "La morte di Danton" di Georg Büchner o quella, che rimase celebre, di "Cradle Will Rock" di Marc Blitzstein, il primo "dramma proletario" presentato a Broadway, dal quale Tim Robbins ha tratto il film "Il prezzo della libertà".

Nell'estate del 1938 Welles e la Mercury Theatre diventarono una presenza quotidiana della radio CBS, recitando brevi storie basate su classici o opere letterarie popolari con il programma Mercury Theatre on the Air. Memorabile rimase la trasmissione del 30 ottobre 1938, durante la quale il ventitreenne Orson Welles interpretò un adattamento radiofonico del romanzo di fantascienza La guerra dei mondi di H. G. Wells; tale trasmissione è rimasta celebre per aver scatenato il panico attraverso gli Stati Uniti, dato che molti ascoltatori credettero veramente che la Terra stesse subendo l'invasione di una flotta di bellicose astronavi marziane. Orson aveva allora 23 anni.

Welles non aveva minimamente previsto quelle che sarebbero state le reazioni del suo pubblico; non aveva architettato uno scherzo, come talvolta si crede, e finita la trasmissione si recò in un teatro vicino per prendere parte alle prove serali di uno spettacolo, venendo a conoscenza solo il giorno dopo del putiferio che la sua interpretazione aveva scatenato. A dire il vero, Welles pensava che l'adattamento fosse noioso, e non avrebbe voluto proporlo, ma fu costretto ad usarlo in mancanza di altro materiale interessante a disposizione.

Gli ascoltatori della trasmissione erano caduti nel panico credendo che la trasmissione fosse reale, senza capire che si trattava in realtà di un semplice programma radiofonico. La vicenda immaginaria narrata nel romanzo venne infatti interpretata da Welles come una reale radiocronaca, con l'unico intento di risultare avvincente per il pubblico. L'adattamento del romanzo simulava infatti un notiziario speciale, che a tratti si inseriva sopra gli altri programmi del palinsesto, per fornire aggiornamenti sull'atterraggio di astronavi marziane a Grovers Mill, nel New Jersey. Il risultato fu fin troppo realistico, andando oltre le aspettative dell'autore stesso e terrorizzando molti ascoltatori, che credettero realmente ad uno sbarco da parte di extraterrestri. Si trattò di una enorme pubblicità per il regista, che portò la RKO ad offrirgli un contratto per la realizzazione di tre film a Hollywood.

[modifica] La RKO e Hollywood

Welles sul set di Quarto Potere
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Welles sul set di Quarto Potere

Per il suo primo progetto alla RKO, Welles fu a lungo indeciso, lavorando inizialmente ad un adattamento del romanzo di Joseph Conrad Cuore di tenebra (Heart of Darkness), prima di abbandonarlo definitivamente. Secondo lo spirito innovativo di Welles, moderno e molto avanti rispetto all'epoca, l'intenzione dell'autore era di girare l'azione interamente in soggettiva, dal punto di vista di Marlowe, il protagonista.

Anche per quel che riguarda il suo primo e più noto film, Quarto Potere (Citizen Kane, 1941), Welles fu al centro di una lunga controversia. La scrittrice di gossip Louella Parsons convinse il magnate della stampa William Randolph Hearst di essere stato la base per Kane, il protagonista della pellicola di Welles, anch'esso un magnate della stampa, con il risultato che l'impero mediatico Hearst boicottò totalmente il film, negandogli ampie possibilità pubblicitarie. Al suo debutto nelle sale questo evento pose in ombra le grandi innovazioni dell'opera, relegandola in un ruolo di secondo piano.

A tal proposito si narra di come Welles abbia sardonicamente rimarcato che, se avesse mai dovuto girare un film su Hearst, la verità sarebbe stata molto più incredibile e scioccante della finzione. Nonostante tutto, il film riuscì comunque ad emergere e ad ottenere un buon successo, vincendo un premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale e divenendo nel corso del tempo una vera e propria pietra miliare, più volte eletto in vari sondaggi come il "film più bello della storia del cinema".

Il secondo film di Welles per la RKO fu il più tradizionale L'orgoglio degli Amberson (The Magnificent Ambersons), adattato dal romanzo vincitore del premio Pulitzer scritto da Booth Tarkington, nel quale i dirigenti della casa di produzione riponevano le speranze per recuperare i soldi persi con il relativo flop commerciale del film precedente. Durante la produzione, a Wells fu chiesto di realizzare un film-documentario sull'America meridionale da parte del governo degli Stati Uniti. Welles lasciò dunque il paese per cominciare le riprese per il documentario dopo aver premontato la prima copia di bozza di L'Orgoglio degli Amberson, pensando di poter continuare a inoltrare le seguenti istruzioni per il taglio finale telegramma.

A questo punto la RKO, in una pericolosa situazione finanziaria, spaventata da un possibile nuovo flop commerciale, prese il controllo della pellicola dallo staff della Mercury Production di Welles. Il risultato fu un taglio selvaggio di oltre 50 minuti di girato, mentre alcune scene vennero rigirate ed aggiunte o sostituite a quel che restava della prima versione, compreso il finale: la pellicola originale tagliata, compreso il finale originale che Welles aveva girato, andò persa irrimediabilmente.

Questo evento fu solo l'inizio di una serie di persecuzioni e dannose interferenze da parti di dirigenti che durarono per tutta la carriera di Welles a Hollywood. Il regista, per questi motivi, ha disconosciuto il film.

[modifica] L'addio a Hollywood e l'Europa

Dopo tre ulteriori tentativi, tutti fallimentari, di lavorare al di fuori del "sistema hollywoodiano", nel 1948 Wells lasciò definitivamente la cittadina californiana. L'anno seguente, ebbe un importante ruolo davanti alla telecamera ne Il terzo uomo (The Third Man) tratto dal romanzo di Graham Greene e diretto da Carol Reed, nel quale Wells, nel ruolo di Harry Lime, recitò la battuta sull'orologio a cucù e la Svizzera (vedi inizio della pagina). Questa fu l'unica frase del film non scritta dal regista: fu lo stesso Wells ad inventarla e ad insistere per inserirla nei dialoghi del film, nonostante si dica che Greene la odiasse.

Fatta eccezione per un breve ritorno a Hollywood per girare, nel 1958, L'infernale Quinlan (Touch of Evil) (che fu anch'esso oggetto di modifiche da parte della produzione, ma che questa volta Wells riuscì a restaurare a sua volta in seguito), il resto della carriera registica si svolse in Europa, autofinanziandosi le produzioni con i compensi per i suoi ruoli di attore, o, in seguito, finanziato da piccole case di produzione. Finalmente ottenne in quasi tutti i suoi progetti la possibilità di dare il montaggio finale alla pellicola, ma l'indipendenza guadagnata era relativa a produzioni con un budget molto ridotto e pochi mezzi tecnici rispetto alle opportunità offerte da Hollywood. Nonostante questo, alcuni dei migliori lavori di Welles furono prodotti in questo periodo, per l'ispirazione ritrovata grazie alla ritrovata libertà di azione. Da grande appassionato di magia e illusionismo, apparve spesso in spettacoli di questo genere.

Welles recitò in numerose opere e scrisse soggetti e sceneggiature, spesso avvalendosi della collaborazione dei giovani talenti da lui scelti e raccolti nel Mercury Theatre. Tra queste vi sono numerose storie tratte dalla letteratura inglese, come Macbeth, tratto dall'omonima opera teatrale di William Shakespeare (1948), La porta proibita, tratto dal romanzo Jane Eyre (che è anche il titolo originale del film) di Charlotte Bronte e Campanadas a medianoche del 1965, un classico sottovalutato nel quale Wells interpreta il ruolo principale.

[modifica] Gli ultimi anni

Durante la sua carriera Welles vinse un Oscar, al quale vanno aggiunte altre quattro nomination. Una delle sue ultime apparizioni degne di nota fu nel ruolo del cardinale Wolsey in Un uomo per tutte le stagioni (1966). Nel 1971, l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences (l'organizzazione che presiede alla cerimonia degli Oscar) gli conferì un premio onorario "per la superlativa capacità artistica e la versatilità dimostrata nella creazione di opere cinematografiche". Nel medesimo anno lavorò con Claude Chabrol in Dieci incredibili giorni, curiosa trasposizione europea di un noto giallo di Ellery Queen.

Di costituzione robusta dalla nascita, Welles raggiunse un certo grado di obesità negli ultimi anni di vita, anche a causa di alcune disfunzioni fisiche che si accumularono nel corso degli anni, durante i quali comparve in numerose campagne pubblicitarie di vini, hot dog e altri prodotti alimentari, data la fama di grande buongustaio (evidente anche nel film-documentario F come Falso del 1976) e viveur.

Morì per un attacco cardiaco a Hollywood, in California, il 10 ottobre 1985. La sua ultima apparizione in un film fu come doppiatore di Unicron, un personaggio del film Transformers: The Movie.

[modifica] Curiosità

  • George Lucas avrebbe voluto Welles per doppiare il personaggio di Dart Fener (in originale Darth Vader) della trilogia originale di Guerre Stellari, impersonato dal culturista David Prowse, ma l'idea venne scartata in quanto la voce di Welles era troppo riconoscibile. Welles fu comunque la voce narrante del trailer originale, mentre il personaggio venne doppiato da James Earl Jones.
  • Il gruppo musicale heavy metal dei Manowar si avvalse delle doti recitative di Welles per le parti non cantate di uno dei loro primissimi album, Battle Hymns, del 1981.
  • Welles è divenuto nel 1994 il personaggio protagonista di un thriller italiano, Dissolvenza al nero scritto dal regista Davide Ferrario. Il romanzo è ambientato nel periodo del soggiorno romano di Welles, che viene dettagliatamente ricostruito, calando il lettore nella vita di un'Italia appena uscita dalla seconda guerra mondiale.

[modifica] Radio

[modifica] Filmografia

[modifica] Regista

[modifica] Sceneggiatore

[modifica] Attore

[modifica] Bibliografia

  • AA.VV., Orson Welles, Cahiers du cinéma, numero fuori serie, 1982
  • Citizen Welles, Centro Espressioni Cinemat., 2005
  • André Bazin, Orson Welles, GES, Santhià 2000 (ristampa, Temi, 2005)
  • Riccardo Caccia, Invito al cinema di Welles, Mursia, 1997
  • Robert L. Carringer, Come Welles ha realizzato Citizen Kane, il Castoro, Milano, 2000
  • Gerardo Casale, L'incantesimo è compiuto. Shakespeare secondo Orson Welles, Lindau, 2001
  • Toni D'Angela, Orson Welles, Falsopiano, 2004
  • Maurizio Del Ministro, Othello di Welles, Bulzoni, 2000
  • James Naremore, Orson Welles ovvero la magia del cinema, Marsilio, Genova, 1993
  • Marco Salotti, Orson Welles, Le Mani-Microart'S, 1995
  • Nicoletta Vallorani, Wells & Welles. La narrativa e i media, CUEM, 2002
  • Fabio Vittorini, La soglia dell'invisibile. Percorsi del Macbeth: Shakespeare, Verdi, Welles, Carocci, 2005
  • Orson Welles - Peter Bogdanovich, Io, Orson Welles, Baldini & Castoldi, 1996

[modifica] Altre appparizioni

Welles è la voce narrante nella canzone Defender (uscita inizialmente come singolo e poi inclusa in una versione diversa nell'album Fighting the World) del gruppo heavy metal statunitense Manowar.

[modifica] Altri progetti

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