Eudosso di Cnido
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Eudosso di Cnido (Cnido att. Knidos, Turchia, 408 a.C./406 a.C. - Cnido, 355 a.C.) matematico e astronomo greco cui sono attribuiti risultati di grande importanza, fondamentali per il costituirsi della matematica come scienza.
Allievo di Archita di Taranto, da lui si presume sia stato avviato allo studio del problema della duplicazione del cubo, dei numeri interi e della teoria della musica. Studiò anche medicina. Durante il suo viaggio in Egitto fu allievo di Conufis sacerdote e scienziato di Menfi.
A Cnido costruì un osservatorio e da lui vennero identificate varie costellazioni.
Secondo Archimede egli sviluppò la teoria delle proporzioni che consentì di superare le difficoltà che si incontrano per trattare i numeri irrazionali; questa teoria sarà ripresa negli Elementi di Euclide e in sostanza consente di trattare rigorosamente i numeri reali pensati come rapporti di grandezze. Le sue idee, dopo la fossilizzazione della scienza ellenistica, verranno riprese con piena consapevolezza solo nel XIX secolo da Julius Dedekind, ispirando la sua definizione delle sezioni del campo dei razionali.
Ad Eudosso Archimede attribuisce anche lo sviluppo del metodo di esaustione e la dimostrazione rigorosa delle formule che forniscono i volumi del cono e della piramide.
Ad egli sembra che si debba attribuire una delle prime misurazioni del meridiano terrestre, che corrisponderebbe a un valore di 74.000 chilometri circa.
Infine va ricordato che scrisse un'opera di geografia in 7 libri intitolata La torre della Terra.
In suo onore è stato dato il suo nome a:
- una curva algebrica:
- a2x4 = b4(x2 + y2)
[modifica] Astronomia
Eudosso introdusse una più esatta conoscenza dell’anno Tropico. Anche se la sua fama è legata soprattutto allo sviluppo delle sfere omocentriche, ossia di un Universo diviso in sfere aventi un unico centro di rotazione con al centro la terra, in ogni sfera vi era un pianeta con un moto circolare uniforme differente da quello degli altri; in questo modo diede spiegazione dei movimenti retrogradi e degli stazionamenti periodici dei pianeti: per le stelle fisse fu facile attribuire una sfera immobile, mentre per i pianeti e per la luna il moto veniva spiegato con una prima sfera che induceva un moto diurno, un’altra per il moto mensile ed infine una terza ed una quarta con diverso orientamento dell’asse per il moto retrogrado. Tenendo conto che il Sole ne possedeva tre, si giunge ad un sistema di ben 27 sfere. In tal modo seppur ignorando le variazioni di luminosità dei pianeti si provava a dare una prima spiegazione ai moti planetari.
Questo sistema venne ripreso da Aristotele nella Metafisica. Esso inoltre è simile a quello pensato da Platone; contrariamente a quanto talora affermato, oggi si ritiene che Eudosso non abbia tratto ispirazione da Platone.