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Decima Mas di Borghese - Wikipedia

Decima Mas di Borghese

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

La Xª Flottiglia Mas era uno corpo militare indipendente della Repubblica Sociale Italiana. Venne fondato da Junio Valerio Borghese che prese nomi e simboli dalla precedente unità della Regia Marina, che era stata ufficialmente sciolta con l'armistizio (Decima Flottiglia MAS). Durante i due anni che seguirono operò a sostegno dei tedeschi sia per contrastare l'avanzata alleata dopo lo sbarco di Anzio, sia in operazioni antipartigiane, attività in cui si distinse per l'efferatezza.

Indice

[modifica] L'armistizio dell'8 settembre 1943

L'armistizio di Cassibile, reso noto l'8 settembre 1943, pose fine alla Decima Flottiglia Mas che su ordine Alleato si disciolse. La maggior parte di essa tra cui Luigi Durand De La Penne, catturato dopo l'azione di Alessandria, rimesso in libertà partecipò ad azioni al fianco delle unità alleate in una unità denominata Mariassalto, in particolare per mantenere aperto il porto della Spezia, insieme alle unità inglesi, contro il tentativo dei nazisti di affondare delle navi alla sua entrata.

Tuttavia, nella confusione e nello sbandamento delle forze armate causato dalle circostanze dell'armistizio e dalla fuga di Vittorio Emanuele III da Roma, alcuni ufficiali della Xª MAS rimase dalla parte della Germania nazista. Junio Valerio Borghese utilizzando nomi e simbolo della X Mas creò un nucleo militare da schierare contro gli Alleati.

[modifica] Rapporti fra Xª MAS e RSI

Borghese negoziò direttamente con la Germania nazista i termini della sua collaborazione. È un comune errore considerare la Xª MAS di Borghese un corpo della Repubblica Sociale Italiana: in realtà, la Xª e la RSI mantenevano rapporti difficili, perché la RSI non gradiva che un corpo italiano operante sul "suo" territorio non fosse sotto il proprio comando. In ogni caso, Borghese ottenne dai nazisti, attraverso il capitano di vascello Berlinghaus della Kriegsmarine, il permesso di combattere sotto bandiera italiana, ottenendo ampia autonomia. Pur rispondendo, in pratica, al comando tedesco, la Xª MAS era formalmente equiparata alla Wehrmacht, e in pratica era una forza armata a sé, non rispondente direttamente ad alcuno stato. [1]

La Xª MAS di Borghese aumentò rapidamente i suoi numeri, attraverso campagne di propaganda ma anche di rastrellamento degli abili. Furono molte, infatti, le diserzioni, tanto che Borghese dovette adottare misure estreme come la pena di morte per chi disertasse o anche fosse considerato "codardo".

[modifica] La Xª MAS dopo l'armistizio

Il tema principale della Xª MAS repubblichina fu l'"onore" di difendere l'integrità territoriale della patria contro il "tradimento" operato dai badogliani. Ironia della sorte, gli alleati diretti della decima, la Germania nazista, avevano già cominciato a smembrare l'Italia sotto il loro controllo, incorporando nel Reich il Tirolo e parti di Trentino e Veneto con il nome di Alpenvorland, e la Venezia Giulia, l'Istria e la Dalmazia con il nome austroungarico di Adriatisches Kustenland.

L'antisemitismo, sulla scia dell'alleanza con i nazisti, fu un altro tema fondamentale. La rivista della Decima, L'Orizzonte, conteneva articoli fortemente antisemiti, come quelli di Giovanni Preziosi in cui si propugnava la teoria del complotto giudaico. Preziosi cominciò un articolo con queste parole:

È storicamente dimostrato che l'attuale guerra fu voluta, attuata e preparata dal giudaismo, che ha avuto come strumento principale la massoneria...

Il giornale ebbe problemi di distribuzione legati ai difficili rapporti tra Xª MAS e RSI. [2]

[modifica] Rapporti difficili con Mussolini

I rapporti con la Repubblica Sociale di Benito Mussolini non furono facili, a causa dell'indipendenza che la Decima aveva acquisito in virtù dell'aver subito trattato con i nazisti. Borghese fu arrestato il 14 gennaio 1944, mentre era ricevuto da Mussolini a Gargnano. Mussolini voleva prendere il controllo della Xª MAS, ma voce dell'arresto di Borghese, attraverso circostanze fortuite, arrivò al comando della Decima, che valutò addirittura l'ipotesi di marciare su Salò. Probabilmente l'incidente fu risolto anche con la mediazione dei tedeschi, che non volevano una lotta intestina tra i loro alleati, e Borghese fu rilasciato. [3]

[modifica] Il fronte orientale

Dopo la liberazione, Borghese cercò un'improbabile alleanza con gli alleati per fronteggiare l'esercito jugoslavo di Tito, che stava rapidamente avanzando: in quei tempi, era viva in molti gerarchi nazisti e fascisti la speranza di arrivare a un armistizio con gli alleati occidentali per poter continuare la guerra contro l'Unione Sovietica e il bolscevismo in generale.

Analogamente, fra il settembre ed il dicembre del 1944 furono presi approfonditi contatti con la brigata partigiana Osoppo, al fine di costituire un corpo misto che potesse organizzare una difesa comune di quel fronte. Ma a Porzûs tutti i principali esponenti della brigata partigiana furono uccisi su denuncia di Radio Londra, e il tentativo non ebbe séguito.

Diversi membri della Xª MAS, come Giovanni Steffè, Giuseppe Cavallaro e Edoardo Musina, dopo la liberazione di Trieste nel 1º maggio 1945 formarono, con alcuni criminali comuni, la Banda Steffè, che diede atto ad un notevole episodio di infiltrazione politica: divenne tristemente nota per le esecuzioni sommarie ed infoibamenti (foiba di Plutone) eseguiti dai suoi appartenenti travestiti da partigiani jugoslavi. I delitti vennero in un primo momento attribuiti appunto ai soldati jugoslavi.

[modifica] Crimini di guerra

Ferruccio Nazionale, un partigiano trucidato dalla Xª MAS
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Ferruccio Nazionale, un partigiano trucidato dalla Xª MAS

La Xª MAS, un corpo formato per il combattimento sul mare, fu costretto dagli eventi e dai suoi alleati a combattere a terra. I nazisti impiegarono la Decima in attività antipartigiane, in cui i soldati della Decima si distinsero per efferatezza, divenendo probabilmente il corpo italiano più simile alle famigerate SS nei metodi e nella reputazione. La Xª MAS fu attiva nel Monferrato, nelle Langhe, nel Canavese, in Friuli e in Lombardia.

I crimini di guerra e contro l'umanità della Xª MAS si svolsero essenzialmente in paesi e frazioni, dove era concentrata l'attività partigiana. Si citano ad esempio:

  • Forno: 68 persone, per lo più civili e qualche partigiano, vennero uccise da un misto di forze naziste e della Decima. [4]
  • Guadine: Atti di terrorismo nella popolazione civile, ritenuta fiancheggiatrice dei partigiani. Il paese fu quasi completamente bruciato. [5]
  • Borgo Ticino: Corresponsabilmente alle SS, assassinio di 12 civili, saccheggio e distruzione del paese per mezzo del fuoco, con il pretesto del ferimento di tre soldati tedeschi. [6]
  • Castelletto Ticino: Per dare una dimostrazione di forza e determinazione contro il crimine, un ufficiale della Xª MAS fa fucilare in pubblico cinque condannati per reati minori, dopo aver raccolto una folla allo scopo di terrorizzarla. [7]
  • Crocetta del Montello: Tortura su prigionieri di guerra, con fruste e benzina, ed esecuzioni sommarie. [8]

Le operazioni di rastrellamento contro i civili causarono malcontento tra alcuni soldati che si erano arruolati per combattere gli Alleati, o erano stati costretti all'arruolamento. Le diserzioni che ne conseguirono furono una delle cause delle misure draconiane adottate da Borghese contro la "codardia".

[modifica] Scioglimento

Verso la fine della guerra, la Xª MAS di Borghese spostò il suo quartier generale in Piemonte e cercò di finanziarsi con il mercato nero, rubando le armi agli stessi tedeschi e rivendendole. Lo stesso prefetto di Milano espresse preoccupazione per le numerose azioni illegali commesse dai marò. Il 26 aprile, l'ultimo dei tre giorni di insurrezione popolare che portarono alla Liberazione, Borghese sciolse la Decima nell'odierna piazza della Repubblica a Milano.

Riuscì quindi a fuggire a Roma, aiutato dai servizi segreti americani (con cui si era accordato scambiando la smobilitazione della Xª MAS con la sua fuga e immunità), lasciando molti dei suoi ex camerati nelle mani della resistenza e degli eserciti alleati.

[modifica] Bibliografia

  • Arrigo Petacco, Storia del Fascismo

[modifica] Voci correlate

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