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Comune di Parigi - Wikipedia

Comune di Parigi

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Il termine "Comune di Parigi" si riferiva in origine al governo di Parigi durante la Rivoluzione Francese. Comunque, il termine si riferisce tradizionalmente al governo socialista che diresse per breve tempo Parigi, dal 18 marzo (più formalmente dal 26 marzo) al 28 maggio 1871.

In senso formale, la Comune di Parigi del 1871 era semplicemente l'autorità locale (il consiglio cittadino o distrettuale - in francese "commune") che esercitò il potere a Parigi per due mesi nella primavera del 1871. Ma le condizioni in cui si venne a formare, i suoi decreti controversi e la sua fine tormentata, lo rendono uno dei più importanti avvenimenti politici dell'epoca.

Indice

[modifica] Il contesto storico

La distruzione della Colonna Vendôme, durante la comune di Parigi
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La distruzione della Colonna Vendôme, durante la comune di Parigi

La Comune fu resa possibile da una sollevazione civile di tutte le tendenze rivoluzionarie all'interno di Parigi dopo la Guerra Franco-Prussiana, finita con la sconfitta francese. La guerra con la Prussia, iniziata da Napoleone III ("Louis Bonaparte") nel luglio 1870, si rivelò disastrosa per i francesi, ed a settembre la stessa Parigi era sotto assedio. Il divario tra ricchi e poveri nella capitale si era ampliato negli ultimi anni e in quel momento la scarsità di cibo e i continui bombardamenti dei prussiani si aggiungevano ad un malcontento già diffuso. La classe operaia si stava sempre più aprendo alle idee radicali. Una richiesta specifica era che Parigi dovesse autogovernarsi, tramite una Comune eletta, qualcosa di cui godevano la maggior parte delle città francesi, ma che era negato a Parigi da un governo timoroso della popolazione ingovernabile della capitale. Un desiderio più vago ma associato era per un modo più equo, se non necessariamente socialista, di gestire l'economia, che veniva riassunto dal popolare grido per "La Sociale!"

Nel gennaio 1871, quando l'assedio durava da quattro mesi, Louis-Adolphe Thiers, che sarebbe presto diventato Capo Esecutivo (in seguito Presidente) della Terza Repubblica, cercò un armistizio. I prussiani inclusero l'occupazione di Parigi nelle condizioni di pace. Nonostante la durezza dell'assedio, molti parigini erano aspramente risentiti e particolarmente arrabbiati per il fatto che ai prussiani venisse permessa una breve occupazione cerimoniale della loro città.

In quel momento, molte decine di migliaia di parigini erano membri armati di una milizia cittadina nota come "Guardia Nazionale", che era stata molto ampliata per aiutare nella difesa della città. I battaglioni dei distretti più poveri elessero i loro ufficiali e possedevano molti dei cannoni che erano stati piazzati a Parigi e pagati da sottoscrizioni pubbliche. La città e la sua Guardia Nazionale avevano resistito alle truppe prussiane per sei mesi. La popolazione di Parigi era sprezzante nei confronti dell'occupazione — limitò la presenza prussiana a una piccola area della città e ne sorvegliava i confini.

Donne e bambini aiutano a portare i cannoni delle Guardie a Montmartre: disegno dell'epoca
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Donne e bambini aiutano a portare i cannoni delle Guardie a Montmartre: disegno dell'epoca

Vennero fatti dei passi per formare un "Comitato Centrale" della Guardia, e Louis-Adolphe Thiers, presidente del governo francese, la nuova terza Repubblica, si rese conto che nella situazione instabile del momento questo organo poteva venire a formare un centro alternativo di potere politico. Inoltre, era preoccupato che i lavoratori potessero armarsi con le armi della Guardia Nazionale e provocare i prussiani.

Gli eventi a questo punto si fanno confusi, ma ciò che è chiaro è che prima che i prussiani entrassero a Parigi, la Guardia Nazionale, aiutata dai comuni cittadini, fece in modo di portare i cannoni (che consideravano loro proprietà) lontano dai prussiani e di conservarli in distretti "sicuri". Uno dei principali "parcheggi di cannoni" era sulla cima di Montmartre.

[modifica] Ascesa e natura della comune

I prussiani entrarono a Parigi per breve tempo e se ne andarono senza incidenti. Ma la capitale continuò ad essere accerchiata mentre la questione delle indennità di guerra si trascinava.

I Generali Lecomte e Thomas vengono fucilati a Montmatre dopo che le loro truppe si sono unite alla ribellione (ricostruzione fotografica)
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I Generali Lecomte e Thomas vengono fucilati a Montmatre dopo che le loro truppe si sono unite alla ribellione (ricostruzione fotografica)

Mentre il Comitato Centrale della Guardia Nazionale adottava una posizione sempre più radicale e conquistava una sempre maggiore autorità, il governo non poteva permettere indefinitamente che questo avesse quattrocento cannoni a sua disposizione. Fu così che, come primo passo, il 18 marzo Thiers ordinò a truppe regolari di prendere i cannoni conservati sulla Buttes Montmartre. Comunque, invece di seguire gli ordini, i soldati fraternizzarono con la Guardia Nazionale e i residenti. Quando il loro generale, Claude Martin Lecomte, diede ordine di sparare su una folla disarmata, lo trascinarono giù da cavallo. Venne in seguito fucilato, assieme al generale Thomas, odiato ex-comandante della Guardia, che venne preso dalla folla nei boulevard esterni.

Altre unità dell'esercito si unirono alla ribellione, che si diffuse così rapidamente che il presidente Thiers ordinò un'immediata evacuazione di Parigi da parte di tutte le forze ancora obbedienti, della polizia e degli amministratori e specialisti di ogni tipo. Egli stesso fuggì alla loro testa verso Versailles. Il Comitato Centrale della Guardia Nazionale era ora l'unico governo effettivo di Parigi; esso abdicò immediatamente la sua autorità e preparò le elezioni per la Comune, che si sarebbero tenute il 26 marzo.

I 92 membri della Comune (o più correttamente, del "Consiglio Comunale") comprendevano operai qualificati, diversi "professionisti" (come medici e giornalisti), e un gran numero di attivisti politici, che andavano dai riformisti repubblicani, a varie tipologie di socialisti, fino ai Giacobini che tendevano a guardare con nostalgia alla Rivoluzione del 1789. Il carismatico socialista Louis Auguste Blanqui fu eletto presidente del Consiglio, ma ciò avvenne in sua assenza, poiché era stato arrestato il 17 marzo e venne tenuto in una prigione segreta per tutto il periodo di vita della Comune. La Comune di Parigi venne proclamata il 28 marzo, anche se i distretti locali spesso conservarono le organizzazioni istituite durante l'assedio.

Nonostante le differenze interne, il Consiglio ebbe un buon inizio nel mantenimento dei servizi pubblici essenziali per una città di due milioni di abitanti; fu anche in grado di ottenere il consenso su certe politiche il cui contenuto andava verso una progressiva socialdemocrazia, piuttosto che verso la rivoluzione sociale. La mancanza di tempo (la Comune fu in grado di riunirsi per meno di 60 giorni in tutto) fece si che solo pochi decreti vennero effettivamente messi in vigore. Questi comprendevano: la remissione degli affitti per l'intero periodo dell'assedio (durante il quale erano stati alzati considerevolmente da molti proprietari); l'abolizione del lavoro notturno in centinaia di panifici parigini; l'abolizione della ghigliottina; la concessione di una pensione alle compagne non sposate di membri della Guardia Nazionale uccisi in servizio, oltre che ai figli se ce n'erano; la restituzione, da parte degli uffici prestiti dello stato, di tutti gli strumenti di lavoro dei lavoratori dati in pegno durante l'assedio, poiché il Consiglio era preoccupato che i lavoratori specializzati erano stati costretti a impegnare i propri strumenti durante la guerra; vennero rinviate le scadenze delle cambiali e abolito l'interesse sul debito; e in un importante allontanamento dai principi strettamente "riformisti", il diritto degli impiegati di impossessarsi e condurre un'impresa se questa era stata abbandonata dal proprietario.

La comune di Parigi restituisce ai lavoratori gli attrezzi dati in pegno durante l'assedio
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La comune di Parigi restituisce ai lavoratori gli attrezzi dati in pegno durante l'assedio

Il Consiglio pose fine alla coscrizione e sostituì l'esercito con una Guardia Nazionale composta da tutti i cittadini che potevano portare le armi. Tra i progetti legislativi, la separazione di chiesa e stato, rendeva tutti i beni della chiesa di proprietà dello stato, ed escludeva la religione dalla scuola. Alle chiese era permesso di continuare la loro attività religiosa solo a patto che tenessero le loro porte aperte per incontri politici pubblici la sera. Ciò rese le chiese i principali centri di partecipazione politica della Comune. Un altro progetto legislativo aveva a che fare con la riforma dell'istruzione, che avrebbe reso l'istruzione superiore e l'addestramento tecnico liberamente disponibili per tutti.

La Comune riadottò il calendario repubblicano francese, e durante la sua breve esistenza usò la bandiera rossa al posto del tricolore.

La mole del lavoro venne agevolata da diversi fattori, anche se i membri del Consiglio (che non erano "rappresentanti" ma delegati, soggetti all'immediato richiamo da parte del loro elettori) dovevano mandare avanti molte funzioni esecutive, oltre a quelle legislative. Le numerose organizzazioni ad hoc istituite nei quartieri durante l'assedio, per andare incontro ai bisogni della popolazione (mense, punti di pronto soccorso), continuarono a prosperare e cooperarono con la Comune.

Allo stesso tempo, le assemblee locali inseguivano i propri fini, generalmente sotto la direzione dei lavoratori locali. Nonostante il riformismo formale del Consiglio, la composizione della Comune nel suo complesso era più rivoluzionaria. Le correnti rivoluzionarie presenti comprendevano anarchici e socialisti, Blanquisti, e repubblicani libertari. La Comune di Parigi è stata celebrata in continuazione da anarchici e socialisti Marxisti fino ai giorni nostri, in parte a causa della diversità di orientamenti, dell'alto controllo dei lavoratori e della notevole cooperazione tra i vari gruppi rivoluzionari.

Nel III arrondissement, ad esempio, i materiali scolastici venivano forniti gratuitamente, tre scuole vennero laicizzate e venne istituito un orfanotrofio. Nel XX arrondissement, gli studenti ricevevano vestiti e cibo gratis. Ci furono molti altri esempi simili, ma un ingrediente fondamentale del relativo successo della Comune in questa fase fu l'iniziativa mostrata nel settore pubblico dai lavoratori comuni, che riuscirono a gestire e farsi carico delle responsabilità degli amministratori e specialisti che Thiers si era portato via.

Friedrich Engels, avrebbe in seguito sostenuto che l'assenza di un esercito, l'autogestione dei quartieri, ed altre caratteristiche, stavano a significare che la Comune non era più uno "stato" nel senso vecchio e repressivo del termine: era una forma transitoria, che si muoveva in direzione dell'abolizione dello stato in quanto tale. Il suo sviluppo futuro, comunque, sarebbe rimasto una questione teorica. Dopo una sola settimana finì sotto l'attacco da parte di elementi del nuovo esercito (che includeva ex prigionieri di guerra rilasciati dai prussiani), che venne creato in fretta e furia a Versailles.

[modifica] L'assalto

La Comune venne assalita a partire dal 2 aprile dalle forze governative dell'Esercito di Versailles, e la città fu bombardata costantemente. Il vantaggio del governo era tale che a partire da metà aprile si rifiutò di negoziare.

Il sobborgo esterno di Courbevoie venne catturato, e un tentativo tardivo delle forze della Comune di marciare su Versailles fallì ignominiosamente. La difesa e la sopravvivenza divennero questioni primarie. Le donne della classe lavoratrice di Parigi giocavano ora un ruolo sempre più importante. Servirono nella Guardia Nazionale e formarono addirittura un battaglione femminile che in seguito combatté eroicamente per difendere la Place Blanche, un punto chiave per arrivare a Montmartre. (Ma va notato che anche sotto la Comune le donne non avevano diritto di voto, e non c'erano donne all'interno del Consiglio.)

Un forte supporto giunse dalla consistente comunità straniera di rifugiati politici ed esiliati a Parigi: uno di loro, Jaroslaw Dombrowski, ex ufficiale polacco e combattente per l'indipendenza della sua nazione dalla Russia, sarebbe divenuto il miglior generale della Comune. Il Consiglio era completamente impegnato nell'internazionalismo, e fu nel nome della fratellanza che venne abbattuta la Colonna Vendôme, celebrante le vittorie di Napoleone I, considerata dalla Comune un monumento allo sciovinismo.

All'estero, ci furono raduni e messaggi di solidarietà inviati da organizzazioni sindacali e socialiste, provenienti anche dalla Germania. Ma qualsiasi speranza di ottenere aiuto concreto da altre città francesi svanì ben presto. Thiers e i suoi ministri a Versailles riuscirono a impedire la fuoriuscita di quasi tutte le notizie da Parigi; e nella Francia provinciale e rurale c'era sempre stato un atteggiamento scettico verso le attività della metropoli. I movimenti di Narbonne, Limoges, e Marsiglia vennero soffocati rapidamente.

Con il deteriorarsi della situazione, una parte del Consiglio vinse una votazione (avversata dal rilegatore Eugène Varlin, un corrispondente di Karl Marx, e da altri moderati) per la creazione di un "Comitato di Sanità Pubblica", modellato sull'organo giacobino dallo stesso nome, formato nel 1792. I suoi poteri erano ampi e spietati. Ma il momento in cui una forte autorità centrale poteva essere d'aiuto era ormai quasi passato.

Il 21 maggio un cancello nella parte occidentale delle mura cittadine di Parigi venne forzato (o, più probabilmente, aperto grazie ad un tradimento) e le truppe di Versailles iniziarono la riconquista della città, occupando per primi i prosperosi distretti occidentali, dove vennero accolti da quei residenti che non avevano lasciato Parigi dopo l'armistizio.

I forti patti di lealtà locali, che erano stati una caratteristica positiva della Comune, divennero ora una specie di svantaggio: invece di una difesa pianificata complessivamente, ogni "quartiere" combatté disperatamente per la sopravvivenza e venne sopraffatto. La ragnatela di strade strette che aveva reso interi distretti quasi impenetrabili nelle precedenti rivoluzioni parigine, era stato in gran parte rimpiazzato da ampi boulevard. Le truppe di Versailles sfruttavano invece un comando centralizzato ed una artiglieria moderna.

Durante l'assalto, le truppe governative si resero colpevoli del massacro di civili disarmati: i prigionieri vennero giustiziati e le esecuzioni multiple erano comuni. Con un futile gesto di sfida, il 27 maggio la folla catturò ed uccise brutalmente 50 ostaggi, diversi dei quali erano preti, che si trovavano nelle mani della Comune. Complessivamente, le perdite governative furono attorno alle novecento unità. Queste morti vennero ampiamente vendicate.

La resistenza più strenua giunse dai distretti più "operai", collocati ad oriente, dove i combattimenti continuarono per altri otto giorni di guerriglia urbana (La Semaine sanglante, la settimana sanguinosa). Il 27 maggio rimanevano solo poche sacche di resistenza, soprattutto nei distretti orientali più poveri di Belleville e Menilmontant.

Alle quattro del pomeriggio del giorno seguente cadde l'ultima barricata, in Rue Ramponeau e Belleville, e il Maresciallo MacMahon emanò un proclama: "Agli abitanti di Parigi. L'esercito francese è giunto a salvarvi. Parigi è libera! Alle quattro i nostri soldati hanno occupato l'ultima posizione degli insorti. Oggi la lotta è finita. Ordine, lavoro e sicurezza rinasceranno".

Prigionieri della Comune marciano verso Versailles: da una rivista illustrata dell'epoca.
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Prigionieri della Comune marciano verso Versailles: da una rivista illustrata dell'epoca.

Le rappresaglie iniziarono a moltiplicarsi. Aver appoggiato la Comune in qualsiasi modo venne dichiarato un crimine del quale migliaia potevano essere, e vennero, accusati. Alcuni dei Comunardi vennero fucilati contro quello che è oggi noto come Muro dei Comunardi nel cimitero di Père Lachaise, mentre altre migliaia vennero condotte a Versailles per essere processate. Pochi Comunardi sfuggirono, principalmente attraverso le linee prussiane a nord. Per molti giorni colonne infinite di uomini, donne e bambini condussero un doloroso viaggio, sotto scorta militare, verso le aree temporanee di prigionia di Versailles. In seguito vennero processati; alcuni vennero giustiziati, molti furono condannati ai lavori forzati; molti di più vennero deportati per lunghi periodi o per tutta la vita in isole francesi dell'Oceano Pacifico virtualmente disabitate. Il numero di uccisioni durante La Semaine Sanglante non potrà mai essere stabilito con certezza, ma le stime più basse parlano di 30.000 morti, molti più feriti, e forse fino a 50.000 tra giustiziati ed imprigionati in seguito. 7.000 furono gli esiliati in Nuova Caledonia. Per gli imprigionati ci fu un'amnistia generale nel 1889.

Parigi rimase sottoposta a legge marziale per cinque anni.

[modifica] La Comune in retrospettiva

I cittadini benestanti di Parigi, e molti dei primi storici della Comune, la videro come un classico esempio di governo delle masse, terrificante e allo stesso tempo inspiegabile. La maggior parte degli storici successivi, anche quelli di destra, hanno riconosciuto il valore di alcune delle riforme della Comune e deplorato il modo selvaggio con cui venne repressa. Comunque, hanno trovato difficile spiegare l'odio senza precedenti che la Comune suscitò nei ceti medio-alti.

Da sinistra, ci sono stati molti che hanno criticato la Comune per aver mostrato troppa moderazione, in particolare considerando la difficile situazione in cui si trovava. Karl Marx ritenne grave il fatto che i Comunardi "persero momenti preziosi" per organizzare elezioni democratiche, invece di farla finita con Versailles una volta per tutte. La Banca Nazionale di Francia, con sede a Parigi e che conservava miliardi di franchi, venne lasciata intatta e non sorvegliata dai Comunardi. Essi chiesero timidamente di avere dei prestiti dalla banca (che vennero loro concessi senza esitazioni). I Comunardi scelsero di non impossessarsi dei beni della banca perché temevano che il mondo li avrebbe condannati se lo avessero fatto. Queste grandi quantità di denaro vennero trasferite da Parigi a Versailles e finanziarono l'esercito che schiacciò la Comune.

Comunisti, socialisti di sinistra, anarchici e altri, videro la Comune come modello, o prefigurazione, di una società liberata, con un sistema politico basato sulla democrazia partecipativa dal basso. Marx e Engels, Bakunin, e successivamente Lenin e Leon Trotsky, cercarono di trarre un'importante lezione teorica (in particolare riguardo allo "smantellamento dello stato") dalla limitata esperienza della Comune. Una lezione più pragmatica fu quella ricavata dal diarista Edmond de Goncourt, che scrisse, tre giorni dopo La Semaine sanglante, "...lo spargimento di sangue è stato condotto intensamente, ed è stato di tale portata, con l'uccisione della parte ribelle della popolazione, da rimandare la prossima rivoluzione... La vecchia società ha davanti vent'anni di pace..."

La Comune di Parigi è stata oggetto di ammirazione per molti leader comunisti. Mao vi avrebbe fatto spesso riferimento. Lenin, come Marx, giudicava la Comune un esempio vivente della dittatura del proletariato. Ai suoi funerali il suo corpo venne avvolto nei resti di una bandiera rossa usata dalla Comune. La navetta spaziale sovietica Voskhod 1 portò a bordo parte di un vessillo della Comune per scopi propagandistici. Inoltre, i bolscevichi ribattezzarono la nave da guerra Sevastopol in Parizhskaya Kommuna in onore della Comune.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Bibliografia e collegamenti esterni

  • Le fonti primarie principali sono:
    • Le registrazioni delle sessioni della Comune (Procès-verbaux de la Commune. 2 vol., Parigi, 1944-1945) — da tempo fuori catalogo, anche se si possono trovare copie di seconda mano.
    • La storia della Comune di Prosper-Olivier Lissagaray, un giornalista affidabile, con convinzioni socialiste, che fu presente o vicino a gran parte degli eventi che descrive (Histoire de la Commune de 1871. Edizione più recente, 3 vol. in 1, Parigi, Maspero, 1969), che è disponibile in una traduzione in inglese).
    • L'autobiografia di Louise Michel, partecipe di tutti i principali avvenimenti, pubblicata in italiano col titolo di La Comune da Editori riuniti nel 1969.
  • Un altro classico disponibile online è l'analisi fatta all'epoca da Karl Marx, The Civil War in France, scritta durante e immediatamente dopo gli eventi.
  • Per un'analisi anarchica degli accadimenti, due importanti documenti dell'epoca sono The Paris Commune and the Idea of the State di Michail Bakunin e The Commune of Paris di Pëtr Kropotkin
  • Sempre online è disponibile Un sito di Agor@ sulla Comune (in francese)
  • Tornando alle fonti primarie, esiste un resoconto ben scritto in 4 volumi intitolato Les Convulsions de Paris (Parigi, 1878) del giornalista Maxime du Camp, che prende una posizione di destra, dura e retorica. Il suo libro si può trovare nelle principali biblioteche francesi o attraverso Galaxidion la principale fonte francese online di libri d'antiquariato e di seconda mano.
  • Due libri in inglese con ricerche accurate sono facilmente disponibili di seconda mano:
    • Alistair Horne. The Fall of Paris. The Siege and the Commune 1870-71. Londra, Macmillan, 1965. (Un'edizone più breve ma riccamente illustarata venne pubblicata nel 1971 col titolo, The Terrible Year). Ampiamente neutrale nei suoi giudizi.
    • Frank Jellinek. The Paris Commune of 1871. Londra, Gollancz, 1937 e N.Y., Grosset & Dunlap, 1965. Scritta da un punto di vista socialista.
  • The Revolutionary Idea in France 1789-1871 di Godfrey Elton (Londra, Edwin Arnold, 1923), disponibile in molte biblioteche universitarie, è uno dei pochi libri che colloca la Comune in una prospettiva storica di più lungo termine. Ha un tono conservatore.
  • La più completa bibliografia della Comune è quella di Robert le Quillec: La Commune de Paris. Bibliographie Critique 1871-1997. Parigi, La Boutique de l'Histoire, 1997. Vi sono elencati 2660 libri, pamphlet e altri materiali.
  • Oltre a innumerevoli racconti (principalmente in francese) ambientati nella Comune, almeno tre opere teatrali sono state scritte e portate in scena: Nederlaget, del norvegese Nordahl Grieg; Die Tage der Commune di Bertolt Brecht; e Le Printemps 71 di Arthur Adamov.
  • Ci sono stati molti film ambientati nella Comune: il più recente (al 2005), è anche il più lungo (5 ore e mezza). La Commune Paris 1871 venne girato a Montmartre nel 2000 e diretto da Peter Watkins. Come in molti dei suoi altri film, usa persone comuni al posto degli attori, per creare un effetto documentaristico.
  • Il compositore italiano Luigi Nono ha scritto un'opera, Al gran sole carico d'amore, basata sulla Comune di Parigi.
  • Altri collegamenti esterni:
  • (FR) Associazione Les Amis de la Commune de Paris (1871)
  • (FR) Un breve riassunto e diverse canzoni famose de "La Commune"
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