Sidney Sonnino
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Il barone Giorgio Sidney Sonnino (Pisa, 11 marzo 1847 - Roma, 24 novembre 1922) fu un uomo politico e Presidente del Consiglio dei Ministri Italiano dal 8 febbraio 1906 al 27 maggio 1906 e dal 11 dicembre 1909 al 31 marzo 1910.
Figlio di un commerciante di origine ebraica e di una gallese. Sonnino era di religione protestante.
Laureatosi in legge. Sonnino pratica la professione per un breve periodo prima di entrare nella carriera diplomatica risiedette a Madrid, Vienna e Parigi. Lascerà ben presto per dedicarsi a studi di natura economica in primis sulle condizioni dell'agricoltura italiana. A quest'epoca, precisamente nel 1878, egli avviò una nuova pubblicazione La Rassegna Settimanale, rivista che trattava all'inizio essenzialmente questioni di natura economica e finanziaria per poi concentrarsi via via pure sull'attività politica.
Nel 1880 è eletto deputato nel collegio di San Casciano in Val di Pesa. Pur di area conservatrice, terrà sempre una posizione "illuminata" e di apertura, sostenendo fra l'altro appassionatamente il suffragio universale. Nel 1893 è ministro delle Finanze e del Tesoro nel primo Governo Crispi, carica che manterrà nel secondo governo di Francesco Crispi. Sonnino in governo persegue una politica di risanamento dei conti anche con misure impopolari (aumento dei dazi sul grano) e di rafforzamento della Banca d'Italia.
Negli anni successivi Sonnino si pone su posizioni liberalconservatrici, ostili alla politica di più ampie aperture di Giovanni Giolitti.
Sonnino fu Presidente del Consiglio per brevi periodi nel 1906 con, per la prima volta, una partecipazione dei radicali al governo e nel 1909.
Sonnino è Ministro degli Esteri nel governo Salandra nel 1914, egli partecipa pertanto ai negoziati segreti che portarono alla partecipazione dell'Italia alla I Guerra Mondiale, che sfoceranno nel Trattato di Londra, che prometteva all'Italia una serie di ampliamenti territoriali .
Egli sarà pure presente sempre come ministro degli esteri alla Conferenza di Parigi del 1919 che discusse i trattati di pace. In tale veste egli fu confrontato con il mancato rispetto da parte di inglesi e francesi degli impegni assunti con il trattato di Londra. Con la conseguente caduta del governo di Vittorio Emanuele Orlando cessa la vita pubblica di Sonnino, quantunque nel 1920 fosse nominato senatore. Sonnino, uno dei grandi notabili dell'età liberale, si spegne quasi simbolicamente neanche un mese dopo la marcia su Roma.
[modifica] Scritti
Libro Verde, storia delle trattative diplomatiche fra Italia e Austria.
[modifica] Bibliografia
Sul ruolo di Sonnino alla Conferenza di Parigi e sulla sua personalità:
- Margaret Macmillan, Paris 1919, Random House, New York 2003, pagg. 279 e segg.
Predecessore: | Presidente del Consiglio del Regno d'Italia | Successore: | |
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Alessandro Fortis | febbraio 1906 - maggio 1906 | Giovanni Giolitti | I |
Giovanni Giolitti | dicembre 1909 - marzo 1910 | Luigi Luzzatti | II |
Predecessore: | Ministro degli Esteri del Regno d'Italia | Successore: | |
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Antonino Paternò-Castello | 1914 - 1919 | Tommaso Tittoni |