Agostino Depretis
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Agostino Depretis (Mezzana Corti Bottarone, 31 gennaio 1813 – Stradella, 29 luglio 1887) è stato un politico italiano.
Fu Presidente del Consiglio dei ministri italiano per nove mandati nei periodi:
Fin da adolescente discepolo di Mazzini e affiliato alla Giovane Italia, prese parte attiva ai moti mazziniani, tanto da rischiare la cattura da parte degli Austriaci in occasione di un tentativo di far pervenire armi agli insorti di Milano. Eletto deputato nel 1848, aderì al gruppo della Sinistra storica e fondò il giornale Il Diritto, ma non rivestì cariche ufficiali fino a quando fu nominato governatore di Brescia nel 1859. Nel 1860 si recò in missione in Sicilia per cercare di mediare fra le posizioni di Cavour, che spingeva per l'immediata annessione dell'isola al Regno d'Italia, e quella di Garibaldi, che invece voleva rimandare il plebiscito di ratifica fino a dopo la progettata liberazione di Napoli e Roma. Pur riuscendo a farsi nominare da Garibaldi dittatore pro-tempore della Sicilia, non riuscì tuttavia a concludere l'accordo.
Dopo aver accettato il dicastero dei Lavori Pubblici nel governo Rattazzi del 1862, fece ancora da intermediario con Garibaldi nell'organizzazione della disastrosa spedizione dell'Aspromonte. Quattro anni più tardi, allo scoppio delle ostilità con l'Austria, entrò nel governo Ricasoli come Ministro della Marina. La sua decisione di mantenere al comando della flotta l'ammiraglio Persano contribuì non poco alla sconfitta nella Battaglia di Lissa del 1866. i suoi sostenitori, tuttavia, sostennero, non senza fondamento, che, da civile inesperto di questioni militari, non avrebbe mai potuto introdurre profondi cambiamenti nell'organizzazione della flotta da guerra, e che quindi, nell'imminenza dello scoppio delle ostilità, fu costretto ad accettare le scelte dei propri predecessori.
Nel 1873, alla morte di Rattazzi, Depretis, divenuto capo della Sinistra, preparò l'avvento al potere del suo partito, cosa che avvenne nel 1876, quando fu chiamato a formare il primo governo di sinistra del nuovo Regno d'Italia. Spodestato dal Cairoli nel marzo 1878 a causa dell'introduzione della controversa tassa sulle granaglie, il successivo mese di dicembre sconfisse Cairoli tornando ad essere Primo Ministro, ma, il 3 luglio 1879 fu ancora una volta estromesso dallo stesso Cairoli. Nel novembre del 1879, tuttavia, entrò a far parte del governo Cairoli come Ministro dell'Interno, e, nel maggio del 1881 gli subentrò come premier, mantenendo la carica fino alla morte, avvenuta il 29 luglio 1887.
Durante questo lungo intervallo di tempo compì ben quattro rimpasti di governo, estromettendo dapprima gli esponenti di sinistra Zanardelli e Beccarini, allo scopo di compiacere alle richieste della Destra, e successivamente nominando Ricotti, Robilant e altri esponenti conservatori, attuando così quel rivolgimento politico che fu poi chiamato il Trasformismo. Pochi mesi prima della morte si pentì di aver compiuto queste scelte, e reintegrò Crispi e Zanardelli nel proprio governo. Altre sue iniziative degne di nota furono l'abolizione della sopra menzionata tassa sulle granaglie, l'ampliamento del suffragio elettorale, il completamento della rete ferroviaria, l'entrata nella Triplice Alleanza e l'occupazione di Massaua in Eritrea, con cui si inaugurò la politica coloniale dell'Italia. Per contro gli si addebita un grande incremento dell'imposizione fiscale indiretta, lo snaturamento della struttura originaria dei partiti politici emersi alla fine del periodo risorgimentale, e di aver messo in grave crisi le finanze dello stato a causa di assai discutibili scelte in materia di lavori pubblici.
Parte di questo testo è la traduzione dell'articolo presente sull'Enciclopedia Britannica del 1911 ora di pubblico dominio.
Predecessore: | Presidente del Consiglio del Regno d'Italia | Successore: | |
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Marco Minghetti | marzo 1876 - marzo 1878 | Benedetto Cairoli | I |
Benedetto Cairoli | dicembre 1878 - luglio 1879 | Benedetto Cairoli | II |
Benedetto Cairoli | maggio 1881 - luglio 1887 | Francesco Crispi | III |