Luigi Facta
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Luigi Facta (Pinerolo, 16 novembre 1861 - ivi, 5 novembre 1930), è stato un uomo politico italiano, l'ultimo Presidente del Consiglio prima della dittatura di Benito Mussolini.
Laureato in giurisprudenza, avvocato, entrò in politica nel 1892 venendo eletto deputato nel collegio della sua città natale, dove venne puntualmente rieletto nel corso dei successivi trent'anni. Giolittiano, membro del Partito Liberale, nel corso della sua carriera politica ebbe numerosi incarichi politici: fu sottosegretario alla giustizia ed agli interni per poi divenire Ministro delle Finanze (dal 1910 al 1914 e dal 1919 al 1920).
Allo scoppio della Prima guerra mondiale, sostenne le idee dei neutralisti, ma cambiò opinione dopo l'entrata del Paese nel conflitto. Dopo la morte in battaglia del figlio, affermò di esser fiero di aver consegnato l'esistenza del ragazzo alla Patria. Nel dopoguerra continuò la sua ascesa e venne nominato nuovamente ministro delle Finanze nel quinto esecutivo guidato da Giolitti (1920 - 1921).
Il re Vittorio Emanuele III di Savoia lo scelse come presidente del Consiglio dei Ministri e Facta (che occupò ad interim anche il ruolo di Ministro degli Interni) conservò tale incarico dal 26 febbraio del 1922 al 28 ottobre dello stesso anno. Quando seppe che i fascisti avrebbero organizzato una marcia su Roma, fu dapprima indeciso sul da farsi e successivamente propose al Re di promulgare lo stadio d'assedio, senza però ottenere l'appoggio della Corona.
Tuttavia, dopo la formazione del governo Mussolini, non si oppose al regime. Nel 1924 venne nominato senatore del Regno.
Predecessore: | Presidente del Consiglio del Regno d'Italia | Successore: | |
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Ivanoe Bonomi | febbraio 1922 - ottobre 1922 | Benito Mussolini | I |