Schio
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Schio | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Veneto | ||
Provincia: | Vicenza | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 200 m s.l.m. | ||
Superficie: | 67 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 576 ab./km² | ||
Frazioni: | Aste, Cabrelle, Giavenale, Monte Magrè, Piane, Poleo, Santa Caterina, Santa Maria, San Rocco, Sant'Ulderico, Magrè, Liviera, Cà Trenta, Ss. Trinità, Santa Croce | ||
Comuni contigui: | Marano Vicentino, Monte di Malo, Posina, San Vito di Leguzzano, Santorso, Torrebelvicino, Valdagno, Valli del Pasubio, Velo d'Astico, Zanè | ||
CAP: | 36015 | ||
Pref. tel: | 0445 | ||
Codice ISTAT: | 024100 | ||
Codice catasto: | I531 | ||
Nome abitanti: | scledensi | ||
Santo patrono: | San Pietro, Santa Felicissima | ||
Giorno festivo: | 29 giugno | ||
Sito istituzionale |
Schio è un comune di 38.638 abitanti della provincia di Vicenza.
[modifica] Geografia
Schio è uno dei maggiori comuni della provincia di Vicenza, situato all'imboccatura della Val Leogra e attorniato da un anfiteatro montagnoso estremamente suggestivo. La presenza di montagne ha sfavorito lo sviluppo di culture contadine e commerciali, favorendo quindi lo sviluppo industriale (specialmente dell'arte laniera) come mezzo di sostentamento. L'antica cultura rurale è comunque ancora presente in questa cittadina, testimoniata soprattutto dalla presenza di molte contrade dei suoi colli e montagne.
Il territorio è caratterizzato da un'ampia presenza mineraria nel sottosuolo, sfruttati dall'uomo fin dall'antichità richiamando numerose popolazioni e favorendone il sostentamento. Queste popolazioni bonificarono il territorio e vi impiantarono numerose colture, dagli ortaggi alle granaglie, dalla frutta ai campi da pascolo.
Il territorio può essere idealmente suddiviso in quattro ambienti principali:
- nei monti circostanti, oltre i 1000 metri si può notare una grande presenza di conifere, con pini, abeti e larici. Sulla sommità del monte Novegno è presente il pino mugo, genziane e numerose altre specie vegetali. Il monte Summano, che domina la città, viene considerato un patrimonio floristico unico in europa. Vi si possono trovare circa 1000 specie di piante e fiori diversi e su questo piccolo monte è reperibile circa il 7.5% dell'intera flora europea, il 15% di quella italiana e più del 30% di quella veneta, a sua volta una delle più ricche d'Italia;
- nei luoghi di elevata umidità si possono trovare numerosi boschi di faggi;
- boschi di piante mesofile tra i 1000 e i 300 metri di quota. Qui la natura è particolarmente rigogliosa, favorita da terreni più umidi e ricchi di sostanze nutritive. Non è raro trovare animali come caprioli, volpi e numerose specie di mammiferi di piccole dimensioni;
- boschi di piante termofile sotto i 500 metri di quota con arbusti e piante di piccole dimensioni.
[modifica] Città gemellate
[modifica] Storia
Il nome Schio deriva da "ascledum", termine latino medioevale indicante una pianta della famiglia della quercia. Nonostante il nome sia -relativamente- recente Schio non è certo una città di recente fondazione. Le prime tracce della presenza dell'uomo in questo territorio risalgono addirittura all'epoca preistorica e vengono documentate da una vasta serie di reperti archeologici rinvenuti in questa zona.
[modifica] Dall'epoca preromana alla fine dell'Impero romano
Schio si trova in una posizione strategica di comunicazione e quindi ha da sempre attratto numerosi esempi di civiltà. Famosissima è ad esempio la pista dei veneti che passa di qui e attraversa tutto il Veneto, dall'Adige al Piave, che permise agli Heneti (o Veneti) di colonizzare questo territorio. I Romani conquistarono questa zona all'incirca verso il 222 a.c. costruendovi numerose vie di comunicazione quali ad esempio la via Postumia che collega Genova con Aquileia, passando anche per Vicenza. Ai confini tra Schio e Santorso verso la contrà Rio esiste una vasta sopraelevazione artificiale a pianta quadrata, di circa 400 m di lato che si pensa debba trattarsi di un antico trincerato romano. Da questo e altri ritrovamenti si desume che Schio rappresentasse per i romani un importante punto di fortificazione.
[modifica] Le invasioni barbariche e longobarde
Quando l'Impero romano cominciò a perdere il suo dominio, Schio subì numerose altre invasioni. In questo periodo i documenti sono pochi, ma si sa che col secolo V cominciarono ad avvicendarsi le invasioni barbariche discese da settentrione. Nel 568, guidati da Alboino, scesero in Italia i longobardi. Vi sono numerosi reperti che testimoniano la loro presenza nella zona di Schio. Anche questi, considerarono Schio come un importante nucleo difensivo, dove attestarono importanti sistemi difensivi.
[modifica] Età dei Comuni e delle Signorie (1180ca. - 1406)
Il centro storico di Schio si sviluppò attorno ad un quadrivio formato dall'incrocio delle maggiori vie commerciali, al castello e al Duomo. Non è ben chiara la data di nascita del Comune di Schio, ma i primi documenti comunali (anche se notoriamente molto tardivi) ritrovati sono datati 1275 e riguardano l'alienazione dei beni comitali. Il periodo medioevale fu molto travagliato da un punto di vista politico, in quanto si susseguirono numerosi dominanti. In questo periodo nacquero alcune famiglie di conti (i Maltraversi) e fu seguito da un breve dominio degli Scrovegni e dei Lemici di Padova, poi vennero gli Scaligeri, signori di Verona che infeudarono Schio ai Nogarola. Venne quindi la dominazione viscontea con il conte Giorgio Cavalli.
[modifica] La Repubblica veneta (1406-1797)
Vi fu, dai primi del quattrocento un lungo periodo di dominio veneziano, in cui Schio conobbe un grande sviluppo sia economico che sociale. A parte per un breve periodo iniziale (i disordini causati dalla guerra contro la Lega dei Cambrai portarono alla distruzione del Castello di Schio da parte dei veneziani nel 1514) Schio ebbe enormi vantaggi da questa dominazione, sia dal punto di vista sociale che economico e politico, mantenendo dopo molto tempo un lungo periodo di pace. La città diventò il principale luogo di produzione laniera della Serenissima, sfruttando un artigianato molto ben avviato. La popolazione scledense, si specializzò in questo periodo dapprima nello sfruttamento delle vene metallifere, che gli permise di integrare la magra rendita agricola, poi appunto nell’attività laniera fino a sostituirsi nella produzione a Vicenza grazie al privilegio concesso da Venezia nel 1701 della produzione dei panni alti.
[modifica] Dall'età napoleonica all'inizio della prima guerra mondiale
E' ben noto che la prima campagna italiana di Napoleone si concluse con la distruzione della Repubblica Veneta, da lui mercanteggiata con l'Austria nel Trattato di Campoformio del 16 ottobre 1797. La storia di Schio e Vicenza si trova inserita in questi grandi avvenimenti. Gli abitanti di Schio, rimasti molto legati a Venezia, si dimostrarono da subito ostili nei confronti dei francesi, e furono molte le occasioni di contrasto (anche estremamente violento) con gli invasori, e spesso fu necessario mobilitare l'esercito francese con l'armeria pesante per placare gli insorti.
Un esempio su tutti da ricordare fu la sollevazione del 1809 in occasione dell'ennesimo dazio imposto dai francesi, questa volta sulla macinazione dei prodotti agricoli. La protesta partì da Valdagno, si estese a Monte di Malo arrivò a Schio per poi allargarsi a tutta la fascia prealpina. Da una testimonianza scritta di Pietro Negri, il Procuratore del Tribunale di Schio, si può capire con quale forza e determinazione gli abitanti di Schio e d'intorni si opposero a questo nuovo dazio, mettendo a ferro e fuoco gli uffici pubblici, il tribunale, la gendarmeria e aprendo le carceri. Si fondò una sorta di nuovo governo e solo con l'intervento di alcuni personaggi illustri e rispettati dai cittadini si evitò una ulteriore degenerazione del conflitto. A causa della scarsa organizzazione, all'arrivo dei contingenti francesi i rivoltosi furono dispersi e la situazione fu riportata alla normalità. Questo evento però, viene riportato come uno dei fatti più importanti avvenuti durante la dominazione francese di questi territori e permette di capire l'esasperante situazione socio-economica in cui si trovava la popolazione in quel periodo.
A quell'epoca l'economia scledense si basava principalmente sulla lavorazione della lana in cui Schio vanta da sempre un posto di primissimo ordine. Sotto il dominio Napoleonico, quest'industria però decadde e le industrie e i commerci vennero quasi totalmente annullati. La situazione cambiò solo molto più tardi, con l'arrivo di Alessandro Rossi.
[modifica] L'industrializzazione e Alessandro Rossi
Per approfondire, vedi la voce Lanerossi. |
Grazie all’abbondanza della manodopera, all'alta professionalità degli artigiani locali e l'assenza di corporazioni, Schio già nella seconda metà del 1700 attirò l'attenzione del patrizio veneziano Nicolò Tron. Questi, come ambasciatore della serenissima era stato inviato in Inghilterra ove apprese le numerose innovazioni industriali inglesi che importò negli anni seguenti a Schio, realizzando una prima moderna attività imprenditoriale e diffondendo le più importanti innovazioni tecnologiche del tempo. Già nei primi vent'anni del secolo esistevano in città il Lanificio Garbin e quello di Francesco Rossi (padre di Alessandro), fondato nel 1817. Negli anni più vigorosi del Risorgimento Schio diede natale a uomini illustri quali Ludovico e Valentino Pasini, Arnaldo Fusinato e soprattutto Alessandro Rossi che fece crescere la fabbrica laniera del padre riuscendo a farla divenire la maggior azienda laniera del mondo a quell'epoca (Lanerossi).
Rossi, uomo di grande ingegno e cultura, diede un decisivo contributo a fare di Schio uno straordinario polo industriale ed urbano. In primo luogo realizzò una moderna e pionieristica industria tessile, ponendo al centro della produzione il lavoratore. Finanziò la costruzione in città di un gran numero di istituzioni per i lavoratori della sua fabbrica, assunte poi a modello dagli altri imprenditori del tempo. Modificò inoltre l’urbanistica della città, con la costruzione di nuove abitazioni per gli operai (il Nuovo quartiere operaio), nuove strutture sociali (come gli asili per i figli dei lavoratori, scuole, un teatro, giardini ecc.) intervenendo anche nella ristrutturazione di palazzi, chiese e piazze. Dedicò addirittura una statua al tessitore. Tra i più importanti lanifici ancora presenti a Schio, che testimoniano il suo passato industriale sono da ricordare il lanificio Conte, lo stabilimento intitolato a Francesco Rossi con l’attigua Fabbrica Alta fatta costruire nel 1862 da Alessandro; questa in particolare è un simbolo dell’archeologia industriale nazionale costruita secondo il modello architettonico industriale Nord europeo.
[modifica] La prima guerra mondiale
Col decreto di mobilitazione del 23 maggio 1915, Vicenza e la sua provincia forono dichiarate zona di guerra e quindi Schio rimase inclusa nella zona delle operazioni. Essendo da subito nelle immediate retrovie del fronte Pasubio Schio e tutta la Val Leogra subì particolarmente la Grande Guerra, dando anche prova di fermezza e dignità anche al costo di gravi perdite. Da subito le truppe italiane avanzarono superando il confine austriaco di Pian delle Fugazze e gli alpini conquistarono il Pasubio. Schio subì durante la guerra numerosi bombardamenti da parte dell'aviazione nemica. Nel maggio 1916 gli austriaci portarono una improvvisa offensiva, la Strafe expedition, ossia spedizione punitiva contro l'Italia. L'eroica difesa italiana sui monti Pasubio e Novegno permetterono di far fallire la spedizione, riportando una delle più importanti vittorie della guerra. Nell’estate del 1916 i comandi italiani realizzarono un sistema difensivo nelle montagne scledensi di allora, di cui rimangono tuttora le testimonianze nella strada delle 52 gallerie. Da ricordare la tragica vicenda avvenuta nel Monte Pasubio dei denti italiano e austriaco in cui per mezzo di gallerie sotterranee venne fatto esplodere il Dente italiano.
[modifica] La seconda guerra mondiale
Di ugual prova di forza d'animo Schio diede prova durante la Seconda guerra mondiale e in particolare durante la Resistenza.
[modifica] La resistenza antifascista
Schio è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia d'Argento al Valor Militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Da ricordare l'eccidio di Schio: la notte del 6 luglio 1945 un gruppo di partigiani irrompe nel carcere della città aprendo il fuoco sui fascisti lì rinchiusi e uccidendo 54 persone tra uomini e donne. Resta da notare, peraltro, che all'indomani dell'evento le organizzazioni partigiane, la Camera del Lavoro e il Partito Comunista Italiano, hanno condannato l'accaduto. Citando Sarah Morgan a riguardo l'episodio di Schio è avvenuto al di fuori del periodo di guerra, quando uccidere era diventato inaccettabile. Questo era un atto fuori legge e fuori dalle regole, portato a termine dai partigiani in aperta sfida anche ai loro stessi superiori. [1]
L'Eccidio di Schio è un esempio di "regolamento di conti" all'italiana. La guerra era finita da oltre due mesi, ma una squadriglia di partigiani aprì il fuoco sugli ex componenti del partito fascista e su persone che avevano a che fare con "fascisti" (mogli, fidanzate, conoscenti...) inermi che erano rinchiusi nelle carceri mandamentali.
Una delle giornate più nere della cronaca italiana riportata alla luce grazie a Giampaolo Pansa nel 2003 con il romanzo Il sangue dei vinti.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Arte e Cultura
L'elemento culturale probabilmente più importante di Schio è il museo all'aperto di archeologia industriale. Propone ai visitatori la scoperta di un vastissimo patrimonio di storia industriale dell'area di Schio. La scoperta del patrimonio storico-artistico del territorio viene realizzata grazie alla possibilità di coinvolgere le persone interessate nell'osservazione diretta dell'ambiente storico di Schio. Il percorso guidato prevede inizialmente un momento introduttivo di presentazione di materiale audiovisivo e storico, cui segue la visita diretta per lo studio attivo del territorio storico cittadino, con possibilità di scelta tra i due itinerari specifici, il primo legato alla fabbrica alta e ad un percorso che segue la storia laniera di Schio, mentre il secondo legato ad illustrare come veniva prodotta l'energia grazie d un sistema di canali artificiali.
[modifica] Economia
Grazie alla ricchezza del territorio e ad una forte vocazione imprenditoriale scledense, Schio risulta essere un caso abbastanza peculiare all'interno del panorama economico italiano. In passato sorsero poche grandi imprese, che catalizzarono le attività e l'economia non solo della città ma anche di tutto il territorio circostante (ad esempio la Lanerossi diede lavoro a generazioni di vicentini). In epoche più recenti sono proliferate aziende di piccole e medie dimensioni, aziende famigliari e artigiane sparse in tutto un vasto territorio di cui Schio è a capo.
Il settore economico trainante resta sicuramente l'industria, in particolarmente industria metalmeccanica, laniera, alimentare, dolciaria e delle confezioni altre ad alcune prestigiose presenza (anche se numericamente meno rilevanti) legate all'industria farmaceutica, dei marmi, calzature ecc. Negli ultimi anni l'industria tessile sta attraversando una grave crisi, causando la perdita di migliaia di posti di lavoro.
Schio possiede una vasta zona industriale ai margini del centro abitato, creata alla fine degli anni sessanta e poi espansa nei decenni fino alla realizzazione di una seconda zona industriale.
La logistica dei trasporti all'interno della città e tra Schio e le città confinanti è in continuo sviluppo, da ricordare l'apertura del "Traforo Schio-Valdagno" nato appunto per collegare queste due città legate da intensi scambi commerciali.
Attualmente è ulteriormente diminuita l'importanza dell'agricoltura nel territorio, anche se è notevolmente aumentata la qualità dei prodotti e la meccanizzazione del settore. Il turismo invece sta dimostrando un grande sviluppo, grazie alla presenza di realtà di grande interesse naturalistico e ambientale, essendo Schio immersa in un ambiente artistico, culturale, naturalistico e paesaggistico di grande interesse.
[modifica] Sport
Il 29 maggio 1998 la 13^ tappa del Giro d'Italia 1998 si è conclusa a Schio con la vittoria di Michele Bartoli.
La squadra cittadina di basket femminile, il Famila Schio milita nella seria A1 del campionato nazionale e nelle stagioni 2004-2005 e 2005-2006 si è laureata Campione d'Italia.
Da segnalare anche che la squadra di pallavolo maschile scledense (Con sponsor Jockey - Deroma e in seguito Wuber) ha militato in serie A1 dalla stagione 92-93 fino alla stagione 95-96 conquistanto un quarto posto nella finale di Coppa Italia 1993 giocata a Napoli e un Italian Open nella stagione 94-95.
La stagione 1995-96 doveva essere l'anno della consacrazione tra le prime 5 squadre in Italia, ma la squadra retrocesse in serie A2.
Attualmente, dopo aver ceduto i diritti sportivi, la società sclendense milita in serie B2.
[modifica] Personalità legate a Schio
- Arnaldo Fusinato
- Almerigo da Schio, scienziato
- Olinto De Pretto, imprenditore e fisico
- Ludovico e Valentino Pasini
- Alessandro Rossi, imprenditore
- Nicolò Tron
[modifica] Monumenti
Siti di Archeologia Industriale
- Lanificio Rossi
- Fabbrica Alta
- Lanificio Cazzola
- Nuovo quartiere operaio
- Asilo Rossi
- Lanificio Conte
Altri monumenti / edifici di interesse storico - artistico
- Duomo di Schio
- Castello di Schio
- L'Omo - Monumento al Tessitore
- Piazza Falcone e Borsellino
- Monumento a Alessandro Rossi
- Parco donatori di sangue
- Palazzo Fogazzaro
- Teatro civico
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Luigi Dalla Via dal 27/06/2004
Centralino del comune: 0445 691111
Email del comune: info@comune.schio.vi.it
[modifica] Galleria fotografica
[modifica] Collegamenti esterni
Sito del comune
Portale del comune
- ↑ Sarah Morgan Rappresaglie dopo la Resistenza, L’eccidio di Schio tra guerra civile e guerra fredda