L'Ulivo (coalizione, 1995-2004)
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L'Ulivo | |
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Coalizione politica italiana | |
Leader | Romano Prodi |
Ideologia politica | coalizione di centro-sinistra |
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Con il nome de L'Ulivo si identifica dal 1995 al 2004, l'insieme dei partiti della coalizione di centrosinistra, presentatasi alle elezioni politiche del '96 e del 2001.
Indice |
[modifica] Storia
La politica italiana, in seguito alla scomparsa dei principali partiti di riferimento che ne avevano segnato la storia repubblicana, come la Democrazia Cristiana, il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano, volge ormai verso la prospettiva del bipolarismo, dopo l'esperienza delle elezioni del 1994, in cui aveva vinto la coalizione neo-liberista guidata da Silvio Berlusconi, andata in crisi dopo pochi mesi.
È in questo scenario che nasce L'Ulivo, il simbolo che, nel corso degli anni, diventerà punto di riferimento per l'elettorato del centro-sinistra italiano. L'iniziativa è di Romano Prodi, un ex democristiano riformista, popolare, già presidente dell'IRI, mettendo insieme i partiti appartenenti al centro e alla sinistra, al fine di costruire una grande alleanza di centro-sinistra tra le forze post-comuniste, socialiste, socialdemocratiche, cattolico-popolari e liberaldemocratiche. Il centro-sinistra si alleerà successivamente con una minoranza di sinistra radicale (il Prc), con la quale si stabiliranno accordi "di desistenza".
L'Ulivo diventa forza di governo nel quinquennio 1996-2001, rilanciando una politica di riforme e di risanamento in una Italia, in quel periodo, al centro di una dura crisi economica e sociale. Tale azione politica fu in grado di mettere alle spalle, nel 1998, il debito pubblico italiano, riuscendo a far entrare il Paese nella moneta unica europea.
Partiti e movimenti fondatori della coalizione sono:
- il Partito Democratico della Sinistra (PDS), nato dalla "svolta della Bolognina" del PCI (guidato da Massimo D'Alema),
- il Partito Popolare Italiano (PPI), ciò che rimaneva della DC (guidato da Gerardo Bianco),
- il Patto dei Democratici (che raccoglieva tre partiti: i Socialisti Italiani di Enrico Boselli eredi del PSI, il Patto Segni di Mario Segni e Alleanza Democratica di Willer Bordon),
- la Federazione dei Verdi,
- altre formazioni minori (quali La Rete di Leoluca Orlando, il Partito Repubblicano Italiano di Giorgio La Malfa, la Federazione dei Liberali Italiani di Valerio Zanone e Raffaello Morelli, la Federazione Laburista di Valdo Spini, il Movimento dei Comunisti Unitari di Famiano Crucianelli, i Cristiano Sociali di Pierre Carniti).
- in occasione delle elezioni del 1996 si unirà anche la Lista Dini-Rinnovamento Italiano, guidata dal Presidente del Consiglio uscente Lamberto Dini.
In seguito, faranno parte dell'Ulivo anche:
- I Democratici, movimento fondato dallo stesso Prodi nel 1999,
- l'UDEUR di Clemente Mastella (nata nel 1999),
- il Partito dei Comunisti Italiani guidato da Armando Cossutta e Oliviero Diliberto (nato nel 1998),
- il rinnovato PSDI,
- le evoluzioni di partiti già esistenti: il PDS diventerà Democratici di Sinistra (con l'adesione di movimenti laburisti e cristiano-sociali), i Socialisti Italiani costituiranno lo SDI, mentre il PPI insieme a Rinnovamento Italiano e ai Democratici costituirà la Margherita.
Partecipano stabilmente, in molte competizioni elettorali, anche partiti regionalisti come il Partito Sardo d'Azione, la Südtiroler Volkspartei, l'Union Valdôtaine.
[modifica] La vittoria del 1996, Prodi a Palazzo Chigi
Nel 1996 la coalizione dell'Ulivo vince le elezioni politiche, conseguendo un ampia maggioranza al Senato, ma senza riuscire a raggiungerla alla Camera dei Deputati, dove necessita dell'appoggio di Rifondazione Comunista (altro partito nato dalla scissione del PCI), con cui aveva preso accordi pre-elettorali, i cosiddetti "patti di desistenza". Questo provocherà problemi e rallentamenti nei progetti della coalizione, con in particolare la caduta del Governo Prodi I, nell'ottobre 1998.
[modifica] Il governo dal 1996 al 2001
Governo | Periodo |
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Governo Prodi I | maggio 1996 - ottobre 1998 |
Governo D'Alema I | ottobre 1998 - dicembre 1999 |
Governo D'Alema II | dicembre 1999 - aprile 2000 |
Governo Amato II | aprile 2000 - giugno 2001 |
I cinque anni di governo della coalizione ulivista (dal '96 al 2001) portano all'approvazione di leggi di snellimento burocratico, di liberalizzazione economica, di acquisizione di diritti, di miglioramento economico generale, importanti per lo sviluppo dell'Italia che con il Governo Prodi I ha consolidato la propria appartenenza all'Unione Europea in coincidenza con l'avvento dell'euro.
Il quinquennio, dotato di una certa continuità esecutiva, per via del mantenimento di diversi ministri, si può dividere, comunque, in tre parti:
- Il rinnovamento (1996-1998). Prodi e l'Ulivo al governo rilanciano il Paese con un programma riformista, europeista e in concertazione con le forze sindacali. La sua attività si estende per quasi due anni e mezzo, entrando, all'epoca, al secondo posto, nella storia della Repubblica, per durata di un esecutivo (superando il governo Moro del 1966).
- D'Alema presidente del Consiglio (1998-2000): periodo caratterizzato da un iniziale rilassamento dopo la corsa per il rispetto dei parametri di Maastricht (in questo momento e per i successivi cinque anni, il leader e promotore dell'Ulivo, Romano Prodi, ha l'incarico di svolgere le mansioni di Presidente della Commissione Europea). Termina dopo la sconfitta elettorale nelle elezioni regionali del 2000, di cui il primo ministro, Massimo D'Alema, si assume la responsabilità e si dimette.
- Il declino (2000-2001): primo ministro è Giuliano Amato. Periodo di un anno, con ormai un consolidato risanamento economico alle spalle ed il tentativo di recuperare negli aspetti più duri ad evolversi nell'economia italiana, come l'occupazione.
[modifica] Governo D'Alema
Quando la direzione di Rifondazione Comunista decide di ritirare l'appoggio esterno al Governo Prodi I, i parlamentari eletti si dividono: il presidente del partito, Armando Cossutta, raccoglie i favorevoli al proseguimento dell'esperienza di governo, facendo partire una scissione da Rifondazione che porta alla nascita del nuovo Partito dei Comunisti Italiani. Tuttavia questa mossa non è sufficiente, e per un solo voto il premier in carica viene sfiduciato (mancò il voto di un appartenente a Rinnovamento Italiano).
Prodi è costretto a lasciare Palazzo Chigi. Il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, avvia le consultazioni per affidare l'incarico ad un nuovo premier: per evitare che si vada a nuove elezioni e consentire la nascita di un nuovo governo di centrosinistra, viene costituito un nuovo gruppo parlamentare di esponenti di centro, l'UDR, Unione Democratica per la Repubblica, guidato da Francesco Cossiga e Clemente Mastella, al quale aderirà anche il CDU di Rocco Buttiglione, sostenitore della premiership di Massimo D'Alema, che otterrà così la fiducia. Il CDU, però, in un secondo momento, tornerà nella coalizione di centrodestra.
[modifica] Riforme della giustizia
Per approfondire, vedi la voce Riforme giudiziarie del centrosinistra. |
Il ministro della giustizia, sin dal governo di Prodi, fu l'avvocato Giovanni Maria Flick. Prima delle elezioni era stato lui ad occuparsi di scrivere il programma dell'Ulivo sulla giustizia, i cui punti principali prevedevano:
- norme per sveltire i processi e renderli più efficienti
- norme anticorruzione per rafforzare la lotta a fenomeni come quello di Tangentopoli
- norme per riequilibrare il potere dell'accusa e della difesa e renderle totalmente indipendenti dal potere politico
Le riforme della giustizia portate avanti in parlamento da L'Ulivo durante la legislatura rispecchiavano per la maggior gran parte quelle del programma del Polo[1], scritto da Cesare Previti mentre era indagato assieme a Silvio Berlusconi, ed erano di segno opposto rispetto quelle scritte da Flick. Il caso fu alla base dell'uscita dall'Ulivo del movimento Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, per le successive elezioni del 2001; Di Pietro dichiarò a Walter Veltroni: L'Ulivo ha realizzato totalmente un programma, peccato che fosse quello di Previti[1].
Tra le proposte di riforma, quelle che vennero approvate passarono con con maggioranze del 90-95%, dovute ad accordi tra Polo e Ulivo.
[modifica] La sconfitta del 2001
Il 13 maggio 2001, mentre Romano Prodi è impegnato a Bruxelles con la presidenza della Commissione europea, la coalizione dell'Ulivo vede in Francesco Rutelli il possibile premier che possa portare avanti i progetti avviati nel quinquennio uscente. La coalizione si presenta all'appuntamento elettorale formata dagli stessi partiti di cinque anni prima, con l'aggiunta dell'UDEUR di Clemente Mastella (nato sulla scia della vecchia UDR ormai disciolta), che partecipa al progetto politico della Margherita, guidato dal candidato premier. Rimane fuori Rifondazione Comunista, che presenta suoi candidati autonomamente.
L'Ulivo non regge il confronto con il centrodestra di Silvio Berlusconi e perde le elezioni. Tra le cause della sconfitta:
- Il mancato raccoglimento in un fronte unito e compatto, di tutte le forze in contrasto con il comune antagonista, che porterà alla sconfitta in diversi collegi in bilico. In queste elezioni corrono da soli Italia dei Valori di Antonio Di Pietro (in contrasto con le riforme giudiziarie approvate dall'Ulivo[1]), Rifondazione Comunista (a parte la desistenza su alcuni collegi) e qualche altro parlamentare uscente dai partiti della coalizione.
- L'incapacità di comunicare i risultati del suo operato, giudicati dal centro-sinistra positivi per il paese. La coalizione, infatti, è apparsa, in una seconda parte della legislatura, in diversi momenti ferma, poco reattiva, piuttosto timorosa riguardo alle proprie azioni, facilmente ritenute deboli, poco sostenute di fronte all'opinione pubblica.
- Differente dalla forza e originalità propagandista dell'avversario vittorioso. Berlusconi infatti ha utilizzato una nave da crociera girando l'Italia, oltre che aerei che lo reclamizzavano. Ha fatto inviare opuscoli alle famiglie italiane e ha disposto un formale e rituale pubblico giuramento in diretta televisiva, il cosiddetto "patto con gli italiani". Sono stati affissi, infine, innumerevoli manifesti e sono stati trasmessi vari spot televisivi.
L'Ulivo conduce i suoi anni di opposizione e, sin dai successivi appuntamenti elettorali, comincia a raccogliere significativi successi, soprattutto alle elezioni amministrative del 2002, 2003 e 2004. In questi anni, inoltre, mettendo da parte incomprensioni e pensando all'obiettivo prioritario di ricostituirsi come forza di governo e battere la destra, si attua una politica di disgelo nei confronti di Rifondazione, con la quale l'Ulivo torna a stringere iniziative di collaborazione.
[modifica] Il rinnovamento: nasce L'Unione
Durante i governi Berlusconi II e III, l'alleanza di centro-sinistra si rinnova, allargandosi anche al Partito della Rifondazione Comunista ed all'Italia dei Valori. La nuova coalizione di centrosinistra assumerà così il nome di "L'Unione" e risulterà così formata da:
- Democratici di Sinistra (DS), principale partito politico della sinistra italiana ispirato alle istanze del socialismo democratico e guidato da Piero Fassino;
- La Margherita (DL), soggetto politico guidato da Francesco Rutelli, all'interno del quale si fondono le tradizionali culture riformiste di centro della politica italiana (cattolico-popolare, liberaldemocratica e socialdemocratica);
- Partito della Rifondazione Comunista (PRC), partito ispirato ai valori dell'eurocomunismo e guidato prima da Fausto Bertinotti e successivamente da Franco Giordano;
- Socialisti Democratici Italiani (SDI), partito socialista e guidato da Enrico Boselli;
- Federazione dei Verdi, partito ambientalista collocato nell'area della sinistra radicale, guidato da Alfonso Pecoraro Scanio;
- Popolari-UDEUR (UDEUR), partito centrista e cristiano-democratico, guidato da Clemente Mastella;
- Partito dei Comunisti Italiani (PdCI), partito eurocomunista d'ispirazione marxista, guidato da Oliviero Diliberto;
- Italia dei Valori (IdV), movimento fondato sulla tutela della giustizia e dei diritti civili, guidato da Antonio Di Pietro;
- Movimento Repubblicani Europei (MRE), soggetto d'ispirazione repubblicana e laica, guidato da Luciana Sbarbati.
Di lì a poco si uniranno alla coalizione anche altri partiti politici sempre di area cattolica, socialista e laico-riformista.
Il termine "L'Ulivo" passerà invece ad indicare la fedrerazione dei partiti riformisti della coalizione di centro-sinistra (DS e DL in particolare).
[modifica] Citazioni
Sulla scelta del simbolo
(da Nel segno dell'Olivo di Romano Prodi, 6 marzo 1995)
Sui risultati del Governo
(da The Economist, 8 maggio 2001)