Unione Democratica per la Repubblica
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L'Unione Democratica per la Repubblica, abbreviato in UDR, era una formazione politica di centro, ufficialmente ispirata ai valori del cristianesimo democratico e fondata dall'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga nel febbraio del 1998, in realtà nata a causa dell'insofferenza per il ruolo di oppositori di un gruppo di parlamentari trasformisti del centrodestra, fra i quali Clemente Mastella ed Agazio Loiero.
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[modifica] La nascita della federazione: febbraio 1998
L'UDR nasce in Parlamento durante il governo dell'Ulivo guidato da Romano Prodi, su proposta di Cossiga che voleva creare una formazione autonoma rispetto alle due coalizioni, un'alternativa alla destra e alla sinistra, sul modello della ormai disciolta Democrazia Cristiana ma anche con l'ispirazione di vecchie culture politiche.
Inizialmente il progetto nasce come una federazione e provoca alcuni smottamenti nel panorama politico: all'UDR aderiscono subito:
- i Cristiani Democratici Uniti (CDU) di Rocco Buttiglione
- i Cristiano Democratici per la Repubblica (CDR) di Clemente Mastella (che si era scisso dal CCD)
- il movimento della Socialdemocrazia Liberale Europea (SOLE) di Enrico Ferri (già vicepresidente del CCD, con il quale il SOLE si era federato nel 1995).
- diversi parlamentari provenienti da Forza Italia (tra questi Giorgio Rebuffa, Tiziana Parenti, Carlo Scognamiglio Pasini, Alessandro Meluzzi), Alleanza Nazionale (Romano Misserville e Valentino Martelli).
Si costituirà così il relativo gruppo in Parlamento, inizialmente chiamato "CDU-CDR-Nuova Italia".
All'UDR si federeranno successivamente anche:
- il Patto Segni (con a capo Mario Segni).
- il piccolo Partito Liberale di Stefano De Luca (già eurodeputato eletto in Forza Italia)
- la piccola Unità Repubblicana guidata dal massone ex-PRI Armando Corona.
Dopo appena un mese è crisi nell'UDR: Cossiga dice di voler abbandonare il progetto accusando i suoi seguaci di essere alla ricerca soltanto di poltrone. Ma la questione si ristabilizza nel giro di poco tempo: le diverse anime dell'UDR trovano l'accordo e costituiscono un gruppo parlamentare unitario. L'alternativa di centro sembra essere sulla buona strada, creandosi il suo spazio fra i due schieramenti ma guardando con favore al centrosinistra, ormai in crisi per la sottrazione dell'appoggio di Rifondazione Comunista al Governo: l'UDR, infatti, si dice pronta a votare per il governo Prodi in caso di problemi con il partito guidato da Fausto Bertinotti.
[modifica] L'UDR diventa un partito unico: Mastella segretario
Il 9 giugno 1998 l'UDR smette di essere una federazione e si costituisce come partito: Mastella ne è il segretario, Buttiglione e Scognamiglio co-presidenti, Cossiga accetta la carica di presidente onorario ma rimane il leader del partito.
[modifica] La fiducia al Governo D'Alema: l'UDR nel centrosinistra
Ad ottobre è crisi per il Governo Prodi I. Rifondazione ritira il suo appoggio alla maggioranza: si va al voto di fiducia, Prodi viene battuto per un solo voto (313 no, 312 sì). In breve tempo, il centrosinistra indica Massimo D'Alema come probabile premier: l'UDR appoggia D'Alema che si presenta in Parlamento e ne raccoglie la fiducia (da qui la formazione del Governo D'Alema I). Molto critici Casini e Berlusconi, che accusano: "Questo governo nasce con la rappresentanza di un milione di nostri elettori" (alludendo al fatto che la maggior parte dei parlamentari UDR erano stati eletti nel Polo per le Libertà.
L'UDR partecipa dunque alla costituzione del primo governo D'Alema, ma è subito scontro fra la tripla leadership di Cossiga, Buttiglione e Mastella: nel febbraio 1999 Cossiga lascia e si iscrive al gruppo Misto, più tardi è rottura fra Buttiglione e Mastella.
[modifica] La fine del partito: febbraio 1999
Il partito non ha una vita lunga: dopo appena un anno già scompare.
- Buttiglione ricostituisce il suo CDU (con la defezione però del ministro Gianguido Folloni), si presenta alle elezioni europee del 1999 e nel giro di pochi mesi torna nell'alveo del centrodestra di Berlusconi;
- Mastella non torna sui suoi passi e decide di fondare un nuovo partito, l'UDEUR, Unione Democratici per l'Europa, inizialmente con l'intento di proseguire l'esperienza dell'UDR ma poi alleandosi con la coalizione dell'Ulivo;
- Cossiga e i suoi fedelissimi (qualche deputato e qualche senatore) decidono di creare nel novembre 1999 l'Unione per la Repubblica, che parteciperà poi nel 2000 alla formazione politica del Trifoglio: dopo lo sfaldamento di quest'ultimo, si ritira nella sua "modesta" attività di senatore a vita.
- Nel febbraio del 2000 alcuni esponenti dell'UDR guidati dal senatore Alessandro Meluzzi e da Stefano Pedica danno inoltre vita ad un piccolo movimento denominato Cristiano Democratici Europei che seguirà un percorso autonomo tra centrodestra e centrosinistra.
- Il Patto Segni ridotto ormai a due soli deputati (Diego Masi e Giuseppe Bicocchi) sceglie una collocazione di centrodestra vicina ad Alleanza Nazionale con la quale stringerà un accordo per liste comuni col simbolo dell'elefantino alle elezioni europee del 1999.
- Il movimento Socialdemocrazia Liberale Europea di Enrico Ferri confluirà in Forza Italia (Ferri sarà candidato alle elezioni europee del 1999 ed eletto europarlamentare).
- Il Partito Liberale di Stefano De Luca confluirà anch'esso in Forza Italia.
- Il movimento di Unità Repubblicana si dissocia dall'UDR sin dal momento in cui il partito dichiara il proprio sostegno al Governo D'Alema I; nel 2001 confluisce nel Partito Repubblicano Italiano di Giorgio La Malfa nel frattempo sganciatosi da centrosinistra e alleatosi col centrodestra.
L'UDR, di fatto, non ha partecipato ad alcuna competizione elettorale: alla più vicina dalla sua costituzione, le europee del 1999, il partito si era già sfaldato.