Partito Repubblicano Italiano
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Partito Repubblicano Italiano | |
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Partito politico italiano | |
Leader | Francesco Nucara |
Fondazione | 12 aprile 1895 |
Sede | |
Coalizione | Casa delle Libertà |
Ideologia | Repubblicanesimo, liberalismo |
In Parlamento | 2 deputati, 1 senatore |
Partito europeo | Partito Europeo dei Liberali, Democratici e Riformatori |
Organo ufficiale | La Voce Repubblicana |
Sito internet | www.pri.it |
Il Partito Repubblicano Italiano (PRI) è il più antico partito politico italiano ed è l'unico ad aver sempre mantenuto immutati nome, simbolo ed ideali. Il primo congresso si svolse a Bologna il 12 aprile 1895.
Attualmente aderisce alla coalizione del centrodestra italiano, denominata Casa delle Libertà, in stretto rapporto con il movimento politico di Forza Italia. Il suo segretario nazionale è Francesco Nucara.
[modifica] Storia
[modifica] Epoca monarchica: dall'Unità al 1946
[modifica] Epoca repubblicana: dal 1946
Nel settembre 1946, pochi mesi dopo le elezioni per l'Assemblea Costituente, si verifica l'evento che caratterizzerà il PRI per tutti gli anni a venire: l'adesione al partito di Ugo La Malfa, già esponente di spicco del Partito d'Azione.
[modifica] Le prime elezioni repubblicane del 1948 e l'alleanza di centro
All'indomani delle elezioni del 1948, con la segreteria di Randolfo Pacciardi, il PRI si sposta al centro. L'alleanza con il centrismo dura fino al 1957, quando i repubblicani ritirano l'appoggio esterno al governo Segni; Randolfo Pacciardi, messo in minoranza, lascia la direzione del partito. Nel 1959 Ugo La Malfa assume la direzione de "La Voce Repubblicana". Nel 1965 diventa segretario del partito.
[modifica] Anni sessanta e settanta: la guida di Ugo La Malfa
Dai primi anni sessanta il PRI rientra stabilmente nella maggioranza di governo. Tale collaborazione andrà in crisi nel 1974, per dissidi in materia di politica economica. In quell'anno, infatti, La Malfa esce, e con lui il PRI, dalla maggioranza per insanabili divergenze sulla politica economica col ministro del Bilancio. Il politico siciliano era fautore di una gestione rigorosa della finanza pubblica, basata su scelte capaci di privilegiare gli investimenti piuttosto che le spese.
Nei primi mesi del 1979, il capo dello Stato affida a Ugo La Malfa l'incarico di formare il nuovo governo. È la prima volta dal 1948 che un politico non democristiano riceve l'incarico. Il tentativo però non riesce, e il 21 marzo viene varato il quinto governo Andreotti, del quale la Malfa è comunque vicepresidente. Cinque giorni dopo La Malfa muore, colto da un male improvviso. In settembre il Pri elegge Bruno Visentini presidente e Giovanni Spadolini segretario del partito.
[modifica] Anni ottanta: Spadolini e la nascita del pentapartito
Negli anni ottanta Spadolini prima e il figlio di Ugo, Giorgio La Malfa poi, legano il PRI al pentapartito, che dal 1983 al 1990 governa l'Italia. Il PRI romperà con la maggioranza nel 1991 in merito alla "legge Mammì" sulle telecomunicazioni.
Gli avvenimenti più importanti degli anni ottanta possono esser così riassunti.
Nel giugno 1981 Giovanni Spadolini diventa il primo presidente non DC del Consiglio dei ministri dal 1948. Spadolini assume la direzione de "La Voce Repubblicana". Nel 1983 il PRI raccoglie con Spadolini oltre il 5% dei voti, massimo storico del partito.
Nel luglio 1987, all'indomani delle elezioni politiche del 14 giugno, Giovanni Spadolini viene eletto alla carica di presidente del Senato. Il 12 settembre dello stesso anno il Consiglio nazionale elegge il suo successore: il nuovo segretario politico del PRI è Giorgio La Malfa.
[modifica] Anni novanta: Giorgio La Malfa segretario
La Malfa porta i repubblicani all'opposizione, non partecipando al governo Andreotti VII (1991), e facendosi portabandiera della questione morale. Dopo lo scoppio di Tangentopoli lo stesso La Malfa risulterà momentaneamente indagato e lascerà l'incarico di segretario che sarà assunto per qualche mese da Giorgio Bogi. Bogi mira a guidare il partito all'interno di una più ampia coalizione di centrosinistra in Alleanza Democratica, ma la linea non è condivisa da tutto il partito.
Nel gennaio 1994, con La Malfa tornato segretario, il partito sceglie di collocarsi al centro, nella coalizione del Patto per l'Italia di Segni e Martinazzoli. Nella quota maggioritaria però nessun seggio va ai repubblicani. Nella quota proporzionale il PRI presenta candidati nelle liste del Patto Segni e risulta eletta solo una esponente repubblicana, Carla Mazzuca Poggiolini. L'ipotesi centrista di fatto fallisce. Con la "discesa in campo" di Berlusconi molti ex-repubblicani aderiscono a Forza Italia. Ha inizio una diaspora repubblicana:
- quasi subito aderiscono a Forza italia: Piergiorgio Massidda, Luigi Casero, Guglielmo Castagnetti, Jas Gawronski, Mario Pescante, Denis Verdini e Alberto Zorzoli;
- Giorgio Bogi lascia il partito e rimane in Alleanza Democratica, successivamente fonda il movimento della Sinistra Repubblicana che confluirà nei Democratici di Sinistra con altri illustri repubblicani (Stelio De Carolis, Antonio Duva, Andrea Manzella, Libero Gualtieri e Stefano Passigli;
- nel corso degli anni '90 altri esponenti repubblicani si collocano in formazioni di centrosinistra: Antonio Maccanico prima fonda l'Unione Democratica poi confluisce nei Democratici, ai quali aderisce anche il sindaco di Catania Enzo Bianco.
Alle elezioni europee del 1994 il PRI si ripresenta col proprio simbolo e raccoglie lo 0,7% dei voti che consentono al segretario La Malfa di entrare nell'europarlamento.
[modifica] L'adesione all'Ulivo
Nel 1995 il PRI entra nell'Ulivo. Preso atto dell'impossibilità di dar vita a un'alternativa centrista, il partito repubblicano, così come il Partito Popolare Italiano, decide di avvicinarsi alle forze di centrosinistra con l'intento di creare uno schieramento di unità nazionale che sappia affrontare i problemi del paese. Nel frattempo in Parlamento La Malfa riesce a ricostituire una piccola presenza repubblicana: due deputati di origine repubblicana, eletti nelle file dei Progressisti, accettano di tornare nel PRI: si tratta di Luciana Sbarbati e Denis Ugolini. La deputata Carla Mazzuca Poggiolini invece non accetta di lasciare Segni e quindi esce dal partito.
Alle elezioni politiche del 1996, il PRI si presenta quindi nell'alleanza di centrosinistra (nel maggioritario) e con la lista composita Partito Popolare Italiano-Unione Democratica (nella quota proporzionale), sostenendo la candidatura di Romano Prodi a capo del Governo. Due sono i deputati eletti: Luciana Sbarbati e Giorgio La Malfa che subito abbandonano il progetto dell'Unione Democratica di Maccanico (cui aderivano anche Alleanza Democratica e i liberali di Valerio Zanone) e scelgono di andare nel gruppo misto. Nel corso della legislatura poi i due deputati repubblicani si uniranno al gruppo di Rinnovamento Italiano per poi distaccarsene formando un piccolo gruppo denominato "Federalisti, Liberaldemocratici e Repubblicani" con l'adesione al partito anche del deputato Gian Antonio Mazzocchin.
Nel 1997-98 tra gli esponenti ex-repubblicani che non accettano la scelta di centrosinistra del partito nasce un piccolo movimento guidato da Armando Corona (esponente della Massoneria) denominato Unità Repubblicana (adotta come simbolo tre foglie di edera, una verde, una bianca e una rossa) che si colloca nel centrodestra, vicino a Forza Italia. Il movimento nel 1998 aderirà per breve tempo al progetto dell'UDR (Unione Democratica per la Repubblica), ma se ne distaccherà dopo la scelta dell'UDR a favore del Governo D'Alema I, confermando una scelta di centrodestra.
[modifica] L'ingresso nella Casa delle Libertà
A fine legislatura (dopo cinque anni di governi dell'Ulivo a guida Prodi, D'Alema e Amato) il PRI cambia schieramento: il XLII congresso del partito, che si svolge a Bari nel gennaio del 2001, decreta l'adesione alla Casa delle Libertà.
L'on. Luciana Sbarbati, in aperta polemica con i vertici del PRI per questa decisione, esce dal partito alla guida di un piccolo gruppo di scissionisti (5% dei voti congressuali) che daranno vita al Movimento Repubblicani Europei, alleato del centrosinistra ed oggi membro della Federazione dell'Ulivo.
Alla scissione a sinistra corrisponde però anche un recupero di attrattiva verso destra: in seguito alla scelta di centrodestra riconfluiscono nel PRI gli esponenti del movimento di Unità Repubblicana, tra cui il leader Armando Corona.
[modifica] La segreteria di Nucara e l'ingresso nel governo
Il 6 ottobre 2001 Giorgio La Malfa, dopo 14 anni, lascia la segreteria del partito per assumerne la presidenza. Il consiglio nazionale del partito elegge come nuovo segretario nazionale l'on. Francesco Nucara.
Ad ottobre del 2002 il XLIII Congresso nazionale del partito che si svolge a Fiuggi conferma le scelte del congresso di Bari e la collocazione del partito nell'alleanza della CdL. A giugno del 2003, riprendono le pubblicazioni de "La Voce Repubblicana", sotto la direzione di Francesco Nucara.
Nel maggio 2004 piove una tegola sul partito da parte della magistratura. Il tribunale di Roma, infatti, annulla temporaneamente i risultati del congresso del 2001 per un presunto mancato rispetto dello statuto del partito. Tali risultati, confermati dal successivo congresso di Fiuggi, saranno infine convalidati dal tribunale.
Nell'aprile 2005, a seguito della crisi di governo determinata dalla sconfitta della CdL alle elezioni regionali, il PRI acquista maggiore visibilità nel nuovo esecutivo: La Malfa viene nominato ministro per le Politiche Comunitarie e Nucara vice-ministro per l'Ambiente.
Nell'ottobre 2005, all'indomani dell'approvazione della nuova legge elettorale proporzionale, ci sono alcune frizioni con la coalizione: il PRI contesta alcuni aspetti della normativa (decisa contro il suo avviso) e cala il gelo nei rapporti con gli alleati, in attesa della conferenza programmatica del 3 febbraio 2006, dove interviene lo stesso Berlusconi con un saluto ed il PRI riconferma la sua alleanza con la CdL ed avvia un legame elettorale con Forza Italia.
Intanto, proprio in vista delle nuove elezioni politiche del 2006, il PRI ottiene il riconoscimento dell'esclusività del simbolo dell'edera: il Tribunale di Roma emette un'ordinanza vietando al Movimento Repubblicani Europei e ai Repubblicani Democratici l'uso contemporaneo del simbolo dell'edera e della parola "Repubblicani", che resta diritto esclusivo del PRI.
[modifica] Le elezioni politiche del 2006
In occasione delle Politiche 2006 si crea un rapporto elettorale tra PRI e Forza Italia, che gli garantisce un diritto di rappresentanza parlamentare ospitando candidati repubblicani nelle proprie liste alla Camera dei Deputati. Al Senato, il PRI si presenta in alcune regioni con liste e simbolo propri, ma vi è comunque un candidato nelle liste di FI, il senatore uscente Antonio Del Pennino, nella circoscrizione regionale della Lombardia. Il dato complessivo del partito al Senato è di poco più di 45.000 voti pari allo 0,3% (va però considerato che era presente solo in alcune regioni). Questo l'andamento della lista nelle regioni in cui è stata presente, in nessuna supera lo sbarramento necessario per eleggere senatori: il risultato maggiore è lo 0,6% registrato in Calabria.
Il PRI elegge i due deputati repubblicani inseriti a fini elettorali nelle liste di FI, il presidente La Malfa e il segretario Nucara, ma anche il senatore Antonio Del Pennino (anch'egli inserito nella lista di FI), dopo la rinuncia all'elezione di Roberto Formigoni (in quanto presidente della Regione Lombardia), il 12 luglio 2006 rientra in Senato poiché era il primo dei non eletti. Si completa così l'elezione dei tre parlamentari repubblicani previsti.
[modifica] Le dimissioni di La Malfa
Una bufera nel partito si scatena in occasione del referendum costituzionale del giugno 2006, quando Giorgio La Malfa si dissocia dalla delibera della maggioranza della direzione nazionale che dà indicazione di seguire l'orientamento della Casa delle Libertà di votare "Sì" alla riforma federalista. La Malfa è contrario all'approvazione della riforma costituzionale e, di conseguenza, presenta le proprie dimissioni da presidente del partito, con queste motivazioni:
Va comunque notato che il Partito, pur avendo dato indicazione di voto, aveva lasciato libertà di scelta ai propri iscritti.
A luglio il Consiglio Nazionale del Partito "prende atto" dell'irrevocabilità delle dimissioni di La Malfa dalla carica di Presidente (carica peraltro non prevista dallo statuto), dopo che il segretario Nucara gli aveva scritto una lettera per chiedere di ritirare le proprie dimissioni e dopo che il Consiglio Nazionale unanimemente gli aveva fatto direttamente la stessa richiesta. Nucara in Consiglio Nazionale delinea una nuova linea del partito, sostenendo che è "l'ora della tuta":
«Ora è il tempo che qualcuno o molti dismettano gli abiti delle feste quirinalizie e indossino la tuta da lavoro. Il nostro riferimento deve essere la casa comune europea dell'ELDR. Finora abbiamo sottovalutato questa opportunità. Oggi dobbiamo ripartire da lì e trovare con i liberaldemocratici europei un'intesa che ci porti "a pensare europeo" ed a calare nelle nostre teste e in quelle degli italiani un pensare europeo.»
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Tale linea si avvicina nettamente (fin quasi a coincidere) alle posizioni espresse da La Malfa e, anche se in maniera minore, a quelle dalla minoranza interna, riaprendo anche le porte ai transfughi.
[modifica] Risultati elettorali
Immagine:PRI.gif – PRI alle Elezioni Politiche | ||||
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Elezione | Parlamento | Voti | % | Seggi |
1946 1948 1953 1958 1963 1968 1972 1976 1979 1983 1987 1992 1994 (con AD) 1996 (con L'Ulivo) 2001 (con la CDL) 2006 |
Costituente Camera Senato (con US) Camera Senato Camera (con il PR) Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato Camera Senato (solo in alcune regioni) |
1.003.007 652.477 607.792 437.988 262.484 405.574 - 420.419 - 626.567 620.658 954.597 917.989 1.134.936 846.505 1.110.209 1.052.772 1.874.512 1.452.912 1.429.628 1.248.641 1.722.465 1.562.139 - - - - - - - 45.133 |
4,4 2,5 2,7 1,6 1,0 1,4 - 1,4 - 2,0 2,2 2,9 3,0 3,0 2,7 3,0 3,4 5,1 4,7 3,7 3,9 4,4 4,7 - - - - - - - 0,1 |
23 9 4 5 0 8 0 6 0 9 2 15 5 14 6 16 6 29 10 21 8 27 10 8 7 2 2 1 1 2 (in F.I.) 1 (in F.I.) |
Immagine:PRI.gif – PRI alle Elezioni Europee | ||||
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Elezione | Parlamento | Voti | % | Seggi |
1979 1984 (con PLI) 1989 (con PLI e Federalisti) 1994 1999 2004 (con Liberal Sgarbi) |
Parl. Europeo Parl. Europeo Parl. Europeo Parl. Europeo Parl. Europeo Parl. Europeo |
895.558 2.136.075 1.533.053 223.099 168.620 232.799 |
2,6 6,0 4,4 0,7 0,5 0,7 |
2 5 4 0 1 0 |
[modifica] Governi della Repubblica cui ha preso parte il PRI
Negli anni 1947-53 (Governi De Gasperi IV, V, VI e VII) Quattro ministeri:
- Carlo Sforza al Ministero degli Esteri fino al Governo De Gasperi VI. Firma il Trattato di pace con gli alleati e contribuisce all’adesione dell’Italia al Piano Marshall, al Patto Atlantico (4 aprile 1949) e al Consiglio d’Europa (5 maggio 1949). Conduce i negoziati e firma per l'Italia il 18 aprile 1951 il trattato istitutivo della Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA).
- Giuseppe Facchinetti al Ministero della Difesa nel Governo De Gasperi IV, sostituito da Randolfo Pacciardi nel De Gasperi V.
- Ugo La Malfa è Ministro senza portafoglio nel Governo De Gasperi VI e Ministro per il Commercio Estero nel De Gasperi VII.
Nella terza Legislatura (1953-1958) il PRI offre il suo appoggio esterno. Il PRI rientra nel governo quando diventa chiara l'intenzione della DC di rinunciare all'alleanza con la Destra. Rimarrà nella maggioranza per tutti gli anni sessanta.
- Governo Fanfani IV (1960-1962)
Ugo La Malfa è Ministro del Bilancio e della programmazione economica. Amintore Fanfani e La Malfa lanciano: a) la nazionalizzazione delle industrie elettriche; b) l'imposta cedolare d'acconto (il repubblicano Bruno Visentini ebbe un ruolo importante nella preparazione tecnica di questa imposta); c) la Commissione della programmazione economica. Infine, per affrontare la questione degli squilibri settoriali e territoriali, Ugo La Malfa propone per primo l'avvio di una "politica dei redditi".
- Governo Rumor IV (1973-74)
Ugo La Malfa Ministro del Tesoro (fino al 28/02/1974)
- Governo Moro IV (novembre 1974-gennaio 1976)
Bruno Visentini ministro delle Finanze e Giovanni Spadolini Ministro dei Beni Culturali e Ambientali (primo della storia)
- Governo Andreotti V (marzo-aprile 1979)
Ugo La Malfa Vicepresidente del Consiglio e Ministro del Bilancio. Dopo la sua scomparsa (26/3/1979) è sostituito al Bilancio da Bruno Visentini. Giovanni Spadolini Ministro della Punbblica Istruzione (primo non DC della storia repubblicana)
- Governi Spadolini I e Spadolini II (1981-1982)
Il primo governo della Repubblica non guidato dalla DC.
Bruno Visentini ministro delle Finanze Giovanni Spadolini Ministro della Difesa
- Governo Andreotti VI (luglio 1989-marzo 1991)
Tre ministeri: Riforme istituzionali, con Antonio Maccanico, Industria, con Adolfo Battaglia, Poste e telecomunicazioni con Oscar Mammì.
- Governo Dini (gennaio 1995-maggio 1996)
Guglielmo Negri sottosegretario alla Presidenza per i rapporti con il parlamento.
- Governo Berlusconi II (giugno 2001-aprile 2005)
Francesco Nucara, sottosegretario al Ministero dell'Ambiente.
- Governo Berlusconi III (aprile 2005-aprile 2006)
Giorgio La Malfa, Ministro senza portafoglio alle Politiche comunitarie, e Francesco Nucara, viceministro dell'Ambiente.
[modifica] Segretari
dal 1895 al 1945:
dal 1945:
- Randolfo Pacciardi (maggio 1945)
- Oronzo Reale (febbraio 1949)
- Oddo Biasini, Claudio Salmoni ed Emanuele Terrana, segreteria collegiale (giugno 1964)
- Ugo La Malfa (marzo 1965)
- Oddo Biasini (marzo 1975)
- Giovanni Spadolini (settembre 1979)
- Giorgio La Malfa (aprile 1987)
- Giorgio Bogi, vice-segretario reggente (febbraio 1993)
- Giorgio La Malfa (gennaio 1994)
- Francesco Nucara (ottobre 2001)
[modifica] Congressi
- I Congresso - Bologna, 1° novembre 1895
- II Congresso - Firenze, 27-29 maggio 1897
- III Congresso - Lugano, 8-9 settembre 1899
- IV Congresso - Firenze-Rifredi, 1-3 novembre 1900
- V Congresso - Ancona, 19 febbraio 1901
- VI Congresso - Pisa, 6-8 ottobre 1902
- VII Congresso - Forlì, 3-5 ottobre 1903
- VIII Congresso - Genova, 22-24 giugno 1905
- IX Congresso - Roma, 3-5 maggio 1908
- X Congresso - Firenze, 9 -11 aprile 1910
- XI Congresso - Ancona, 18-20 maggio 1912
- XII Congresso - Bologna, 16-18 maggio 1914
- XIII Congresso - Roma, 13-15 dicembre 1919
- XIV Congresso - Ancona, 25-27 settembre 1920
- XV Congresso - Trieste, 22-25 aprile 1922
- XVI Congresso - Roma, 16-18 dicembre 1922
- XVII Congresso - Milano, 9-10 maggio 1925
- I congressi dell'esilio (senza numerazione):
- Lione, 30 giugno - 1° luglio 1928
- Parigi, 29-30 giugno 1929
- Annemasse, 28-29 marzo 1931
- St. Louis, 27-28 maggio 1932
- Parigi, 23-24 aprile 1933
- Lione, 24-25 marzo 1934
- Parigi, 3 febbraio 1935
- Parigi, 11-12 giugno 1938
- Portsmouth, 9-10 ottobre 1943
- Congresso clandestino dell'Alta Italia
- Milano, 5 dicembre 1943
- XVIII Congresso - Roma, 9-11 febbraio 1946
- XIX Congresso - Bologna, 17-20 gennaio 1947
- XX Congresso - Napoli, 16-18 febbraio 1948
- XXI Congresso - Roma, 5-8 febbraio 1949
- XXII Congresso - Livorno, 18-21 maggio 1950
- XXIII Congresso - Bari, 6-8 marzo 1952
- XXIV Congresso - Firenze, 29 aprile - 2 maggio 1954
- XXV Congresso - Roma, 16-19 marzo 1956
- XXVI Congresso - Firenze, 20-23 novembre 1958
- XXVII Congresso - Bologna, 3-6 marzo 1960
- XXVIII Congresso - Livorno, 31 maggio - 3 giugno 1962
- XXIX Congresso - Roma, 25 -29 marzo 1965
- XXX Congresso - Milano, 7-10 novembre 1968
- XXXI Congresso - Firenze, 11-14 novembre 1971
- XXXII Congresso - Genova, 27 febbraio - 2 marzo 1975
- XXXIII Congresso - Roma, 14 -18 giugno 1978
- XXXIV Congresso - Roma, 22-25 maggio 1981
- XXXV Congresso - Milano, 27-30 aprile 1984
- XXXVI Congresso - Firenze, 22-26 aprile 1987
- XXXVII Congresso - Rimini, 11-15 maggio 1989
- XXXVIII Congresso - Carrara, 11-14 novembre 1992
- XXXIX Congresso - Roma, 4-6 marzo 1995
- XXXX Congresso - Roma, 9-11 aprile 1999
- XLI Congresso - Chianciano, 28-30 gennaio 2000
- XLII Congresso - Bari, 26-28 gennaio 2001
- XLIII Congresso - Fiuggi, 25-27 ottobre 2002
- XLIV Congresso - Fiuggi, 4-6 febbraio 2005