Faccia a faccia (film 1967)
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Faccia a faccia | |
Una scena del film |
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Titolo originale: | Faccia a faccia |
Paese: | Italia, Spagna |
Anno: | 1967 |
Durata: | 110' (3040 m.) |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | western |
Regia: | Sergio Sollima |
Soggetto: | Sergio Sollima |
Sceneggiatura: | Sergio Donati, Sergio Sollima |
Produzione: | P.E.A. - Produzioni Europee Associate di Grimaldi Maria Rosaria e C., Napoli. Casa di comproduzione: Arturo González P.C., Madrid (Spagna) |
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Fotografia: | Rafael Pacheco |
Montaggio: | Eugenio Alabiso |
Effetti speciali: | Eros Baciucchi |
Musiche: | Ennio Morricone |
Scenografia: | Carlo Simi |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Faccia a faccia è un film western diretto da Sergio Sollima e proiettato per la prima volta in pubblico il 23 novembre 1967 (v.c. n. 50297 del 21-11-1967). Il film è stato distribuito anche in Spagna (Cara a cara - Madrid, 14-10-1968), Francia (Le dernier face à face - 19-3-1969 - 90'), Germania Occidentale (Von Angesicht zu Angesicht - 19-7-1968 - 112') e Usa (Face to Face - 1967 - 110').
Ottima la prestazione dei due protagonisti in questo film, forse il migliore girato da Sollima: un Tomas Milian introverso, dal look inedito e suggestivo (capelli lunghi e fluenti, barba, fisico possente) e un Gian Maria Volontè perfetto nel ruolo del professore timido che si lascia tentare dal male, un personaggio ricco di sfumature psicologiche. A questi si aggiunge William Berger nel ruolo di Charlie Siringo (tra l'altro personaggio realmente esistito).
[modifica] Trama
Per curarsi una malattia polmonare, un professore di storia del New England (Gian Maria Volontè) arriva nel West. Qui l'uomo entra in contatto con una banda di fuorilegge, in precedenza rapito come ostaggio dal capo banda Beauregard Bennet (Tomas Milian). L'insegnante cerca in tutti i modi di redimere il capo ma finisce col subire il fascino della vita da bandito, tramutandosi in un uomo violento, fanatico e visionario.
Memorabile la scena in cui avviene un primo duello tra i due protagonisti: il professore, che a inizio film non sapeva neanche sparare, riesce a superare in destrezza Beauregard Bennet, ma scopre che la pistola gli è stata scaricatata a sua insaputa; una prova architettata dallo stesso Beauregard Bennet, che mette in risalto il cambiamento del professore.
Alcune battute recitate nel film da Gian Maria Volontè sono rimaste tutt'ora nella storia del genere spaghetti-western:
- Non appena il professor Fletcher ha l'occasione di impugnare per la prima volta una pistola dice: "Certo che stringendola si ha come un'assurda sensazione di potenza con questo modo così naturale di aderire alla mano..."
- Il professore fa della violenza un uso scientifico e studiato spiegandolo a un uomo che tortura: "Un violento, sì, è un fuorilegge; cento sono una banda, centomila un esercito... Bisogna superare il confine della violenza individuale che è crimine, per arrivare a quella di massa che è storia!"
[modifica] Il "duello psicologico"
Di notevole interesse risulta il lento mutare della psicologia dei due personaggi principali, a dimostrazione della potenziale carica negativa che un "intellettuale" può celare in sé e della fondamentale positiva che, invece, può celarsi dentro un fuorilegge incallito. Il duello finale e suggestivo, unico nella storia del cinema, pone di fronte Tomas Milian e Gian Maria Volontè con personalità e ruoli completamente diverse da quelle che possiedono a inizio film: il buono diventato cattivo che affronta il cattivo diventato buono. Il cambiamento che ha l'uomo di fronte ad avvenimenti eccezionali è il tema cardine del film.