Ducato di Milano
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Antico Stato dell'Italia settentrionale, il Ducato di Milano (1395-1797) comprendeva, al momento della sua costituzione, gran parte dell'attuale Lombardia e porzioni delle regioni Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana.
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Capitale | Milano | |
Istituzione | 1395 (diploma imperiale di Venceslao del S.R.I.) | |
Stato sovrano | 1395 - 1535 | |
Dominazione spagnola | 1535 - 1706 (Pace di Cateau-Cambrésis) | |
Dominazione austriaca | 1706 - 1797 (Trattato di Baden) | |
Annessione alla Repubblica Cisalpina | 1797 (Trattato di Campoformio) |
[modifica] Istituzione
Il Ducato fu costituito ufficialmente l'11 Maggio 1395, quando Gian Galeazzo Visconti, già Vicario Imperiale e Dominus Generalis di Milano, ottenne per mezzo di un diploma firmato a Praga da Venceslao di Lussemburgo, sovrano del Sacro Romano Impero (1378-1400), il titolo di Duca di Milano.
[modifica] Limiti
Il Ducato - le cui frontiere mutarono sensibilmente nel tempo - aveva come capitale la stessa città di Milano e comprendeva principalmente la Lombardia - escluso il territorio di Mantova, appartenente alla Casa déi Gonzaga - e si estendeva fra Emilia, Liguria, Piemonte, Toscana e Veneto, spingendosi anche nel Cantone Ticino. Formalmente , esso era parte del Sacro Romano Impero, ma era de facto indipendente.
Con un ulteriore diploma imperiale, firmato dallo stesso Venceslao di Lussemburgo a Praga il 30 Marzo 1397, Gian Galeazzo fu proclamato Dux Lombardiae: a lui ed ai suoi eredi maschî era ufficialemnte riconosciuta la potestà ducale sui territorî soggetti al casato visconteo. Questo documento menziona anche i centri più significativi dell'allora Ducato lombardo: Alessandria, Asti, Avenza (Carrara), Bassano del Grappa, Belluno, Bergamo, Bobbio, Borgo San Donnino (Fidenza), Bormio, Brescia, Crema, Cremona, Como, Feltre, Lodi, Novara, Novi Ligure, Parma, Piacenza, Pontremoli, Reggio Emilia, Riva di Trento, Rocca d'Arazzo, Sarzana, Soncino, Tortona, Vercelli, Verona, Vicenza.
Dopo aver raggiunto la massima espansione sotto lo stesso Gian Galeazzo, morto nel 1402, le frontiere del Ducato milanese andarono progressivamente riducendosi a partire dall'inizio del XV secolo, sino a comprendere - al termine dell'età austriaca - soltanto il territorio compreso fra Svizzera, Ticino, Po e Adda, con parte del Cremonese e del Mantovano.
Nel córso del XV secolo, il Cantone Ticino fu ripetutamente invaso dagli Svizzeri. I confini del Ducato verso la Svizzera - l'attuale frontiera tra Lombardia e Confederazione Elvetica, tranne la Valtellina, che appartenne al Cantone svizzero dei Grigioni fino al 1797 - si stabilizzarono nel 1515 dopo la sconfitta dell'esercito svizzero a Melegnano.
[modifica] Storia
[modifica] I Visconti: i fondatori del Ducato
Le sòrti di Milano si erano intrecciate con quelle dei Visconti fin dalla fine del XIII secolo, precisamente nel 1277 quando Ottone Visconti fu eletto arcivescovo.
Fu tuttavia con Giovanni Visconti alla metà del XIV secolo che si ebbe la prima grande espansione della città lombarda con la vittoria sugli Scaligeri, Signori di Verona, e con la sottomissione di Genova e Bologna.
[modifica] Il Ducato visconteo (1395-1447)
Dopo un periodo contrassegnato da tensioni fra i varî membri della potente famiglia, Gian Galeazzo Visconti, nipote di Bernabò, nel 1385 con un colpo di mano giunse al potere e, via via, unificò i vasti dominî familiari sparsi nell'Italia settentrionale.
Si dice che i territorî soggetti al suo dominio fruttassero a Gian Galeazzo in un anno - oltre la rendita ordinaria di 1.200.000 fiorini d'oro - altri 800.000 di sussidĵ straordinari.
Alla morte di Gian Galeazzo Visconti (1402), il giovane figlio Giovanni Maria non seppe mantenere le conquiste paterne ed il Ducato si andò in preda ad una rapida disgregazione.
Nel 1412 Giovanni Maria morì assassinato a Milano. Gli successe al trono il fratello minore Filippo Maria, che, dopo aver ripreso il controllo di gran parte del Ducato, riprese la politica espansionistica perseguita da Gian Galeazzo ed entrò in contrasto con la Repubblica di Venezia. La guerra, dichiarata nel 1426, durò diversi anni, e si concluse con la Pace di Ferrara (1433), in cui Filippo Maria Visconti cedette alla Serenissima le città ed i territorî di Brescia e Bergamo.
Alla morte senza eredi di Giovanna II d'Angiò (1435), la corona del regno di Napoli fu contesa fra Anjou|Angioini ed Aragonesi. Filippo Maria Visconti formò una lega con Venezia e Firenze e si schierò con gli Angioini; in seguito, in uno dei suoi frequenti cambi di schieramento passò con gli Aragonesi ma fu sconfitto dagli ex alleati, guidati dal condottiero mercenario Francesco Sforza. Nel (1441) Filippo Maria firmò la Pace di Cremona, con la quale cedette altre terre alla Repubblica di Venezia e diede in moglie a Francesco Sforza la propria figlia naturale Bianca Maria, che in dote al marito portò Cremona ed il suo contado, eccetto Castelleone e Pizzighettone, piazzaforte che fu scambiata con Pontremoli in Lunigiana.
[modifica] L'Aurea Repubblica Ambrosiana (1447-1450)
Alla morte di Filippo Maria, ultimo dei Visconti, (agosto 1447), quando morì Filippo Maria, fu istituita la cosiddetta Aurea Repubblica Ambrosiana, una forma di governo repubblicana istituita da un gruppo di nobili milanesi. La Repubblica affidò la difesa contro Venezia a Francesco Sforza che, dotato di notevoli capacità strategiche, aprofittò della crisi della repubblica per farsi nominare Duca di Milano (25 marzo 1450).
[modifica] Il primo Ducato sforzesco (1450-1499)
Venezia non aveva abbandonato le sue velleità di espandersi in Lombardia, strinse un'alleanza con Alfonso d'Aragona, Re di Napoli e con l'Imperatore Federico III d'Asburgo (1440-1493), contro Francesco Sforza ed i suoi alleati. La caduta di Costantinopoli, riconquistata dai Turchi però mise in pericolo l'assetto dei possedimenti veneziani nell'Egeo e dopo 4 anni di guerra si giunse alal firma della Pace di Lodi (aprile 1454).
Con questo documento Francesco Sforza ed Alfonso d'Aragona furono riconosciuti rispettivamente Duca di Milano e Re di Napoli, la Repubblica di Venezia estese il suo dominio fino all'Adda e fu stipulata la Santissima Lega Italica contro i Turchi.
L'equilibrio politico raggiunto con la Pace di Lodi durò fino alla morte di Lorenzo il Magnifico (8 Aprile 1492) ed alla discesa di Carlo VIII in Italia (1494).
Galeazzo Maria, figlio di Francesco Sforza, a causa del suo governo considerato da molti tirannico, fu assassinato in una congiura. Il figlio, Gian Galeazzo, governò sotto la reggenza della madre Bona di Savoia, finché lo zio, Ludovico il Moro usurpò il trono del Ducato. Ludovico il Moro, figlio di Francesco Sforza, riuscì ad ottenere la tutela del nipote Gian Galeazzo ed a confinarlo nel Castello di Pavia, dove nel 1494 lo fece avvelenare.
Si guastarono perciò i rapporti fra Ludovico e Ferdinando d'Aragona: Gian Galeazzo aveva infatti sposato una nipote del Re di Napoli, il quale prese le parti del legittimo erede. Ludovico il Moro rispose incoraggiando Re Carlo VIII di Francia a rivendicare il Regno di Napoli, poiché fino al 1442 il trono partenopeo era appartenuto al casato francese degli Angioini. Nel 1494 Carlo VIII discese in Italia e conquistò Napoli, sconvolgendo l'equilibrio fra i varî Stati italiani e dando inizio alle guerre d'Italia (1494-1559).
[modifica] Il primo Ducato francese (1499-1512)
Nel 1495 Carlo VIII fu scacciato dalla Penisola da una Lega composta dagli Stati italiani, Sacro Romano Impero, Spagna ed Inghilterra, ma solo tre anni dopo, nel 1498, il Duca d' Orléans - divenuto Re di Francia col nome di Luigi XII - fece valere i proprî diritti sul Ducato di Milano: un suo antenato, Luigi di Turenna, aveva infatti sposato nel Valentina Visconti, figlia del primo Duca Gian Galeazzo. Egli, protestandosi legittimo erede déi Visconti, invase lo Stato milanese nel 1499 scacciandone Ludovico il Moro. L'ex sovrano sforzesco cercò inutilmente di contrastare le truppe transalpine, chiedendo anche aiuto all'Imperatore, ma riuscì soltanto a riprendere per breve tempo la capitale e poche altre terre. Sconfitto e fatto prigioniero a Novara nel 1500, fu deportato in Francia, nel Castello di Loches, ove morì il 27 Maggio 1508.
[modifica] Il secondo Ducato sforzesco (1512-1515)
Luigi XII rimase Duca di Milano fino al 1512, quando l'esercito svizzero scacciò quello francese dalla Lombardia e pose sul trono milanese Massimiliano Sforza, figlio di Ludovico il Moro. Fra il 1512 ed il 1515 i Cantoni svizzeri controllarono de facto il Ducato.
[modifica] Il secondo Ducato francese (1515-1521)
Sotto il regno di Francesco I di Valois la Corona francese riuscì a ristabilire la propria sovranità sul Ducato milanese. Nel 1515, dopo la sanguinosa battaglia di Marignano - che vide la sconfitta dell'esercito elvetico - il sovrano francese depose Massimiliano e si installò sul trono ducale. Francesco di Valois governò il Ducato fino al 1521, quando Carlo V, Re di Spagna e Sacro Romano Imperatore, innalzò al trono del Ducato il giovane fratello di Massimiliano, Francesco II Sforza.
[modifica] Il terzo Ducato sforzesco (1521-1535)
Dopo la decisiva sconfitta francese nella battaglia di Pavia il 24 Febbraio 1525, che lasciò alle forze imperiali di Carlo V il predominio in Italia, Francesco si unì alla Lega di Cognac contro l'Imperatore: insieme a lui, la Repubblica di Venezia, la Repubblica fiorentina, il Pontefice Clemente VII ed il Regno di Francia. Il Duca fu rapidamente soverchiato dalle truppe imperiali, ma riuscì a mantenere il controllo su alcune città e piazzeforti del Ducato. Grazie a favorevoli congiunture politiche, riuscì a conservare il proprio titolo quando i contendenti deposero le armi, nel 1529, pur dovendo subire la pesante tutela asburgica. Francesco II Sforza morì senza eredi nel 1535 aprendo una nuova questione per la successione al trono.
[modifica] Il "periodo spagnolo" (1535-1706)
Il Re di Francia e l'Imperatore reclamavano il Ducato facendosi guerra. Quest'ultimo ottenne il controllo del Ducato installandovi il figlio Filippo con diploma imperiale firmato a Bruxelles l'11 Ottobre 1540. Il possesso del Ducato da parte di Filippo d'Asburgo fu finalmente riconosciuto dalla Corona francese nel 1559, con la Pace di Cateau-Cambrésis .
Il Ducato di Milano rimase soggetto ai sovrani spagnoli sino all'inizio del XVIII secolo. In questo periodo la sua capitale divenne con San Carlo e Federico Borromeo uno fra i principali centri della Controriforma in Italia.
La valutazione del "periodo spagnolo" è molto controversa. Indubitabile appare la decadenza economica che colpì il Ducato, in particolare dall'inizio del XVII secolo. Occorre però ricordare che tale involuzione si manifestò - seppure con forme e dimensioni diverse - nell'Italia intera. Molto influente per la percezione negativa di questo periodo fu il romanzo ottocentesco I Promessi Sposi, scritto da Alessandro Manzoni.
[modifica] La dominazione austriaca (1706-1797)
Con il Trattato di Baden, che mise fine alla Guerra di Successione Spagnola, il Ducato di Milano fu ceduto alla Casa degli Asburgo d'Austria, che lo conservarono fino alla conquista francese compiuta da Napoleone Bonaparte nel 1796. Nel córso del XVIII secolo la superfice del Ducato – nonostante l'accorpamento con il Ducato di Mantova, dotato però di forti autonomie rispetto a Milano – si ridusse ulteriormente, arrivando ad un'estensione inferiore addirittura all'attuale Lombardia: infatti, non appartenevano al Ducato milanese Bergamo, Brescia, Crema e l'Oltrepò Pavese.
Il governo degli Asburgo d'Austria fu caratterizzato da rilevanti riforme amministrative, che i sovrani del casato austriaco – ispiràti dai principî del cosiddetto Assolutismo illuminato – introdussero anche néi loro territorî lombardi: per esempio, la risistemazione del catasto, la soppressione della censura ecclesiastica, lo sviluppo dell'industria della seta. Tali misure sono unanimemente riconosciute come uno déi presupposti che néi secoli successivi permisero alla Lombardia di divenire uno fra i principali "motori" economici dell'Italia.
A séguito della vittoriosa campagna di Napoleone Bonaparte nell'Italia settentionale, nel 1797 il Ducato fu ceduto alla Repubblica Francese dagli Asburgo con il Trattato di Campoformio. Il Ducato cessò così di esistere ed i suoi restanti territorî formarono la parte centrale della costituenda Repubblica Cisalpina, di cui Milano divenne la capitale.
[modifica] Bibliografia
Per il periodo spagnolo Domenico Sella, Lo Stato di Milano in età spagnola, UTET, Torino, 1987