Teodorico il Grande
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Teodorico detto il Grande (454 - 526), ostrogoto, fu il secondo dei re barbari di Roma.
Teodorico nacque in Pannonia, sull'attuale territorio dell'Ungheria, figlio di Teodomiro, uno dei tre re degli Ostrogoti (Velamiro e Vidimato il nome degli altri due re).
Ancora giovane, aveva otto anni, fu inviato come ostaggio a garanzia della pace tra Bizantini ed Ostrogoti alla corte di Costantinopoli, dove visse per 10 anni e dove fu educato. Riscattato dal padre, si fece subito valere come comandante degli Ostrogoti in diverse battaglie, conquistandone ben presto la fiducia. Teodorico succede nel trono degli Ostrogoti alla morte del padre avvenuta nel 474 e prosegui la politica di alleanza con il vicino Impero, dal quale otteneva tributi in cambio dei servigi a guardia dei confini. L'imperatore bizantino, alleandosi con Teodorico, sperava che questi riuscisse a porre sotto il controllo ostrogoto le nuove popolazioni barbariche che spingevano ai confini dell'Impero, assicurando così a Bisanzio una zona di influenza che fungesse da cuscinetto tra l'Impero e le popolazioni barbariche.
I successi di Teodorico portarono l'imperatore Zenone a riconoscere al re ostrogoto lo stato di federato romano e di eleggerlo a console nell'anno 484 (alcuni anni dopo gli fu anche eretta una statua equestre in Costantinopoli), ufficializzando in questo modo il predominio ostrogoto sull'area balcanica.
La presenza di Teodorico stava diventando però sempre più ingombrante per Zenone e nel contempo Odoacre in Italia stava allargando la sua zona di influenza minacciando gli interessi di Bisanzio; Zenone pensò di risolvere i suoi problemi mettendo l'uno contro l'altro i due re barbari, per cui con l'aiuto di Bisanzio nel 488 Teodorico preparò la spedizione verso l'Italia che intraprese nell'autunno dello stesso anno.
Teodorico varcò le Alpi orientali con al seguito oltre 300.000 Ostrogoti, tra guerrieri e popolazione al seguito, e condusse le sue genti in una serie di cruenti scontri contro gli Eruli, scontri che terminarono dopo cinque anni (493), quando Teodorico fece uccidere a tradimento il suo rivale Odoacre durante un banchetto che avrebbe dovuto sancire la pace tra i due re. L'eliminazione di Odoacre segnò l'inizio del dominio degli Ostrogoti in Italia, dominio che rappresentò un lungo periodo di pace e stabilità.
Teodorico seguì le linee guida già tracciate da Odoacre, lasciando ai romani, che gli si dimostrarono fedeli, gli impieghi amministrativi e politici che già possedevano, riservando nel contempo esclusivamente ai Goti i compiti di sicurezza e difesa. Inoltre per pacificare l'Italia riscattò i cittadini romani fatti prigionieri da altri popoli barbari e procedette alla distribuzione delle terre destinando comunque ai cittadini romani i due terzi delle terre incolte o strappate agli Eruli e il restante terzo alla popolazione ostrogota. Teodorico si segnalò anche per la costruzione di opere pubbliche, come l'acquedotto che dall'Appennino, attraverso la località di Galeata, scende verso Forlì e Ravenna. Queste ed altre misure permisero all'economia italiana di riprendersi dal lungo ristagno a cui era soggetta oramai da lungo tempo. Anche in ambito religioso Teodorico, benché di professione ariana, si fece tutore della fede cristiana, seguendo anche in questo l'esempio di Odoacre.
Il nuovo imperatore Giustino I, che ambiva ad un nuovo ruolo dell'Impero anche in relazione alle questioni religiose che agitavano il cristianesimo, dette inizio alla sua personale crociata contro l'Arianesimo, visto come fede inconciliabile e soprattutto pericolosa per il crescente potere della Chiesa Cattolica.
Inizialmente Teodorico cercò di raggiungere un'accordo pacifico con l'Imperatore, accordo che prevedeva il riconoscimento della libertà religiosa per gli ariani all'interno dell'Impero; le richieste di Teodorico furono respinte da Giustino I che non le volle nemmeno ascoltare. Come risposta Teodorico operò una sistematica persecuzione contro la Chiesa e contro i cristiani, arrivando ad imprigionare ed uccidere persino uno dei suoi più valenti consiglieri, Severino Boezio, e lo stesso papa Giovanni I.
Quando oramai il conflitto tra Teodorico e l'imperatore sembrava inevitabile, improvvisamente il re, ormai settantaduenne, morì lasciando l'Italia, ormai pacificata, al nipote Atalarico, sotto la reggenza della figlia Amalasunta.