Prima Linea
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Prima Linea è stata un' importante formazione terroristica italiana nata in Lombardia nell'autunno del 1976. Per numero di aderenti e di azioni armate è stata seconda in Italia solo alle Brigate Rosse.
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[modifica] Nascita ed ideologia
Prima Linea è stata fondata da reduci dai gruppi extra-parlamentari Lotta Continua e Potere Operaio, fuoriusciti da queste formazioni che decisero di non abbandonare la legalità. In particolare il nome deriva dagli aderenti che in Lotta Continua facevano parte del servizio d'ordine durante le manifestazioni che era posto appunto in "prima linea". Prima Linea era formata principalmente da operai e studenti e suoi dirigenti erano considerati Enrico Baglioni, Francesco Galmozzi, Roberto Rosso e Sergio Segio
Inizialmente il gruppo non rivendicava le proprie azioni anche perché nei primi mesi si autodefiniva "non un nuovo nucleo combattente, ma l'aggregazione di vari gruppi guerriglieri che finora hanno agito con sigle diverse" (testo di un volantino rilasciato dopo un'irruzione nella sede del gruppo dirigente della FIAT di Torino).
In sede processuale il primo omicidio attribuito al gruppo sarà quello di Enrico Pedenovi, consigliere provinciale del Movimento Sociale Italiano, il 29 aprile del 1976 a Milano, in occasione del primo anniversario della morte di Sergio Ramelli, ucciso da un commando di Avanguardia Operaia.
Nell'aprile del 1977 a San Michele a Torri, nei pressi di Firenze, si tenne la conferenza istitutiva dell'organizzazione che si dotò di uno statuto e di un impianto organizzativo. Alla testa di PL c'era la Conferenza dell'Organizzazione ed il Comando Nazionale, poi i settori informativi e logistici ed infine le Squadre di Combattimento ed i Gruppi di Fuoco. PL si proponeva di mantenere una forte presenza nei movimenti di contestazione degli anni Settanta accanto ad una struttura organizzata a livello nazionale.
Il modello era molto più elastico di quello delle BR che invece si basavano sulla compartimentazione e sulla clandestinità. PL infatti era fondata sulla non divisione rigida dei ruoli e soprattutto dal rifiuto (salvo pochissime eccezioni) della clandestinità proprio per mantenere una presenza nei luoghi di lavoro e nei movimenti della sinistra extra-parlamentare. Dal punto di vista ideologico PL ha sempre posto al centro l'azione relegando in secondo piano una precisa elaborazione ideologica, ancora una volta diversamente dalle BR.
[modifica] Ascesa e declino
Nel luglio del 1977 Prima Linea danneggiò un'armeria di Tradate, in provincia di Varese, in risposta all'uccisione (da parte del proprietario del negozio stesso durante una rapina) di Romano Tognini, un suo militante.
Nel 1978 si è avuta una fusione con le Formazioni Comuniste Combattenti, in seguito alla quale si è data vita al Comando Nazionale Unificato. In questo periodo PL si concentrò nella lotta contro le strutture carcerarie ed i suoi esponenti. Nel gennaio del 1978 fu ucciso l'agente Fausto Dionisi[1], mentre nell'ottobre dello stesso anno venne freddato a Napoli Alfredo Paolella, docente universitario di antropologia criminale e osservatore tecnico nel carcere di Pozzuoli: ai suoi funerali i sindacati ed i partiti di sinistra promossero una grande manifestazione contro il terrorismo. Nel gennaio del 1979 vengono uccisi l'agente Giuseppe Lorusso a Torino ed a Milano il giudice Emilio Alessandrini che lavorava ad una riforma della legislatura carceraria.
Nel febbraio del 1979 la polizia sorprese ed uccise a Torino due membri di Prima Linea seduti ad un bar. In risposta, nel marzo successivo, PL compì un agguato contro una volante della polizia; nello scontro a fuoco perse la vita il passante Emanuale Iarulli. Pochi mesi dopo fu ucciso Carmine Civitate, proprietario del bar e ritenuto responsabile di aver identificato i due terroristi.
Il 13 luglio del 1979 fu ucciso durante una rapina a Druento (TO) il vigile urbano Bartolomeo Mana, che faceva servizio di vigilante disarmato, freddato con un colpo a bruciapelo alla testa.
Nel settembre del 1979 si tenne una conferenza di PL a Bordighera (Imperia) nel quale emerse un contrasto tra coloro che volevano mantenere una radicazione nei movimenti e coloro che invece volevano portare un attacco più deciso alle istituzioni. A causa di questi contrasti alcuni membri lasciarono l'organizzazione e ripararono in Francia dove furono successivamente arrestati. Sul finire dell'anno a Torino venne colpita la FIAT con l'uccisione dell'ingegnere Carlo Ghiglieno ed il ferimento di alcuni dirigenti aziendali, mentre a Rivoli (TO) viene ucciso dalla polizia il militante Roberto Pautasso.
Nel 1980 prevalse l'ala radicale di PL che decise l'uccisione del magistrato e criminologo Guido Galli, a Milano, il 19 marzo del 1980. Il 5 febbraio fu ucciso invece Paolo Poletti, dirigente della fabbrica ICMESA di Seveso da cui scaturì la nube tossica di diossina nel noto incidente dell'estate del 1976. Nel 1980 si ebbero vari pentiti che portarono a numerosi fermi e ad un grosso dibattito all'interno di PL.
In particolare le rivelazioni di Roberto Sandalo causarono una serie di arresti e dettero vita ad una profonda riflessione interna sulla cosiddetta desolidarizzazione tra i militanti. Mentre l'organizzazione decise, in febbraio, di uccidere William Waccher, ritenuto un collaboratore di giustizia, diversi membri abbandonarono PL, confluendo in parte nelle BR. In quei mesi vennero uccisi i carabinieri Antonio Chionna, Ippolito Cortellessa, Pietro Cuzzoli e l'agente Filippo Giuseppe.
[modifica] L'«affaire» Donat Cattin
Anche grazie alle rivelazioni di Sandalo la polizia identificò nel maggio del 1980 tra i membri più importanti di PL Marco Donat Cattin, figlio di Carlo, membro di spicco della Democrazia Cristiana e più volte ministro della Repubblica. Esattamente lo stesso giorno in cui la notizia apparve sui giornali Marco Donat Cattin riuscì a scappare in Francia dove poco tempo dopo venne arrestato ed estradato nel febbraio 1981. Su di lui pendevano tra le varie accuse quella di aver partecipato attivamente all'omicidio Alessandrini.
La sua fuga in Francia fu oggetto di aspre polemiche nel mondo politico che coinvolsero il padre e l'allora Presidente del Consiglio Francesco Cossiga accusato di aver informato Carlo Donat Cattin riguardo le indagini sul figlio e addirittura di averne agevolato la fuga all'estero. Le inchieste successive non portarono ad alcuna responsabilità da parte di Cossiga anche se pare accertato che alcuni giorni prima di essere tratto in arresto Sandalo abbia avuto dei colloqui con Carlo Donat Cattin riguardo la situazione compromessa del figlio Marco.
Pochi mesi dopo la sua estradizione in Italia Marco Donat Cattin fece di nuovo parlare di sé in quanto usufruì della legge sulla dissociazione recentemente approvata che prevedeva forti riduzioni di pena per coloro che dichiaravano conclusa la loro esperienza nella lotta armata ed appunto si "dissociavano" dai rispettivi gruppi terroristici di appartenenza.
[modifica] La fine di Prima Linea
Nel 1981 a Barzio, in provincia di Como si tennero due conferenze in cui si decise, dopo alcuni falliti tentativi di riorganizzazione, di sciogliere Prima Linea. Questa decisione viene approvata da moltissimi militanti incarcerati che daranno vita ad un vasto movimento di dissociazione. Alcuni membri ancora in libertà dettero vita ai Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria, una formazione che si proponeva la liberazione dei detenuti per banda armata e per reati politici in generale.
Sergio Segio, uno dei leader, dopo aver scontato la sua condanna a 22 anni, lavora al recupero dei soggetti svantaggiati della società collaborando in questo anche con don Luigi Ciotti. Ha pubblicato diversi articoli sulle tematiche carcerarie e nel 2005 è uscito il suo libro "Miccia Corta", che traccia la storia di PL.
Alcuni dicono, ma non è certo, che terroristi del gruppo siedano ora in parlamento.
Prima Linea è stata presente soprattutto in Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto e nella sua attività vennero coinvolte 923 persone
[modifica] Note
Singole responsabilità.
[1] per questo delitto vennero condannati vari responsabili.
[modifica] Esponenti di Prima Linea
- Marco Donat Cattin -- deceduto
- Roberto Sandalo
- Sergio Segio
- Enrico Baglioni
- Francesco Galmozzi
- Sergio D'Elia
[modifica] Voci correlate
- Anni di piombo
- Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria
- Formazioni Comuniste Combattenti
- Lista delle principali organizzazioni armate di sinistra
- Marco Donat Cattin