Partito d'Azione

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Il Partito d'Azione (PdA) è stato fondato nel luglio 1942 dalla confluenza di:

ex militanti del movimento di Giustizia e Libertà, come Emilio Lussu e Alberto Tarchiani;
esponenti di area democratico-liberale, come Ferruccio Parri, Luigi Salvatorelli e Ugo La Malfa;
esponenti di tendenza liberal-socialista, come Guido Calogero, Aldo Capitini, Riccardo Lombardi e Gaetano Salvemini;
repubblicani, come Oronzo Reale.

Il motivo che raccoglie, in un unico partito, capi e militanti di così varie tendenze politiche, non è naturalmente un'affinità ideologica; piuttosto la volontà di organizzare tutto l'antifascismo democratico di obbedienza non comunista. La finalità, cospirazionalista prima e per la lotta armata poi, diventa una questione di grande importanza di fronte all'immobilismo cattolico, ancora non si capisce cosa ci si possa aspettare, e socialista, paralizzato di fronte al più organizzato e dinamico partito fratello.

[modifica] I sette punti

Il 4 giugno 1942, durante la riunione costitutiva del partito, vengono elaborati i rinomati sette punti contenenti le indicazioni di massima di un futuro ordinamento riformatore; l'assemblea viene convocata da Ugo La Malfa nel momento in cui i dirigenti giellisti sono impossibilitati a un rientro dall'esilio francese e i socialdemocratici chiusi nella morsa degli arresti. Le indicazioni che vengono quindi abbozzate sono:

Costituzione di una repubblica parlamentare con classica divisione di poteri
Decentramento politico-amministrativo su scala regionale
Nazionalizzazione dei grandi complessi industriali
Riforma agraria (revisione dei patti colonici)
Libertà sindacale
Laicità dello stato
Proposta di una federazione europea dei liberi stati democratici

Aderiscono al Partito d’Azione, dopo aver fondato nel 1943 il Movimento Federalista Europeo, Ernesto Rossi e Altiero Spinelli. Il primo dei quali con la Liberazione nel 1945, in rappresentanza del Partito d'Azione, diventerà sottosegretario alla Ricostruzione nel Governo Parri e presidente dell'Arar (Azienda Rilievo Alienazione Residuati) fino al 1958.

[modifica] Scioglimento del partito

Nel febbraio 1946, la corrente di ispirazione democratico-radicale del PdA, rappresentata da Ferruccio Parri, Ugo La Malfa, Adolfo Omodeo, Guido De Ruggiero, esce dal partito e costituisce il Movimento per la Democrazia Repubblicana, che alle elezioni del 2 giugno presenta le sue liste con la denominazione di Concentrazione Democratica Repubblicana (CDR) e che successivamente, nel 1948, confluisce nel Partito Repubblicano Italiano.

Il 6 aprile 1947, il PdA delibera il proprio scioglimento. Parte dei suoi esponenti, come Alberto Cianca, Francesco De Martino, Vittorio Foa, Riccardo Lombardi, Emilio Lussu, confluisce nel Partito Socialista Italiano nell'ottobre 1947. Una minoranza aderisce in seguito al Partito Socialista dei Lavoratori Italiani, come Piero Calamandrei, o al Partito Repubblicano Italiano, come Oronzo Reale.

Nel dicembre del 1955 Ernesto Rossi è tra i fondatori del Partito radicale, insieme a Leo Valiani, Marco Pannella, Guido Calogero, Francesco Compagna, Giovanni Ferrara, Felice Ippolito, Franco Libonati, Alberto Mondadori, Arrigo Olivetti, Mario Pannunzio, Leopoldo Piccardi, Rosario Romeo, Nina Ruffini, Eugenio Scalfari, Paolo Ungari. Molti dei temi azionisti entreranno nel dibattito politico grazie alla ricerca e al giornalismo d'inchiesta de Il Mondo.