Guerre cantabriche
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Le guerre cantabriche (29-19 a.C.) furono condotte da Ottaviano Augusto in persona e dal generale Marco Vipsanio Agrippa e portarono alla sottomissione dei cantabri e alla conquista della Cantabria. Con queste guerre i romani completarono la conquista della Spagna.
Le prime apparizioni dei cantabri sulla scena storica sono nel contesto delle prime guerre in Iberia, dove servirono come mercenari (sono menzionati nell'esercito di Annibale durante la seconda guerra punica, combatterono col popolo dei vaccei nel 151 a.C., aiutarono a spezzare l'assedio romano di Numanzia e si pensa che ci fossero elementi cantabrici anche nell'esercito di Quinto Sertorio. Inoltre, secondo la Guerra Civile di Caio Giulio Cesare, ci furono cantabri anche nella battaglia di Lerida del 49 a.C.). Perciò, al momento della conquista, i romani affrontarono un nemico di cui conoscevano già il modo di combattere. Sebbene gli storici abbiano provato a spiegare l'intervento romano come punizione per delle presunte incursioni cantabriche nel territorio romano della Meseta centrale, la verità è che Roma si mosse per l'oro e il ferro di quelle zone. Alla fine, dopo una serie di campagne inconcludenti, segnate anche da qualche bruciante sconfitta, in Spagna si recò Augusto in persona (26 a.C.), stabilendo la sua base a Segisama' (odierna Burgos).
Secondo lo storio romano Dione Cassio, i cantabri adottarono la tattica della guerriglia, evitando di affrontare in campo aperto le legioni. Sfruttando la conformazione impervia del territorio montuoso e la loro maggior conoscenza dell'area, i cantabri sferrarono rapidi attacchi di sopresa alle colonne romane in marcia e a quelle che recavano vettovagliamenti, recando consistenti danni materiali e morali ai romani. Come si può dedurre dalle monete e da quanto dice il poeta Lucano, i cantabri utilizzavano armi leggere come spade corte, daghe, scudi di legno, piccole lance o giavellotti, oltre ad asce bipenni e alla falcata (tipica arma iberica). Non ci sono invece prove che loro usassero archi e fionde. Erano inoltre abili cavaliere!cavalieri, come dimostra il fatto che furono poi utilizzati per formare squadroni di cavalleria. Lo storico Flavio Arriano parla ad esempio della formazione di cavalleria detta circolo cantabrico o del cosiddetto impeto cantabrico, un massiccio attacco frontale che veniva sferrato contro le linee nemiche nel tentativo di aprire delle brecce. Le qualità belliche di cantabri obbligarono Augusto a impiegare un consistente numero di legioni e truppe ausiliarie:
- I Legione Augusta
- II Legione Augusta
- IV Legione Macedonica
- V Legione Alaudae (operante nelle Asturie)
- VI Legione Vincitrice (operante nelle Asturie)
- IX Legione ispanica
- X Legione Geminata (operante nelle Asturie)
- XX Legione Valeria Vincitrice
- Ala II Gallorum,
- Coorte II Gallorum,
- Ala II Thracum Victrix Civium Romanorum,
- Coorte IV Thracum Aequitata,
- Ala Parthorum
- Ala Augusta
Anche la flotta romana partecipò alle operazioni militari, giungendo dall'Aquitania per bloccare la costa cantabrica. Questa decisione fu fondamentale per la risoluzione del conflitto, dato che permise di completare l'accerchiamento della regione. Gli efefttivi dell'esercito romano arrivarono a un numero compreso tra le 70 e le 80 mila unità.
I romani portarono avanti in maniera spietata la conquista della regione, senza fare prigionieri tra i maschi atti alle armi (cosa non consueta). Anche se, secondo una tradizione, erano i cantabri a preferire la morte alla schiavitù, scegliendola in qualsiasi modo possibile.
Il grosso delle operazioni militari terminò nel 19 a.C., anche solo nel 16 tutte le residue sacche di resistenza erano ormai state spazzate via del tutto. Una volta terminata la conquista, i romani tentarono di imporre le loro riforme, ma senza ottenere grandi risultati a causa del carattere duro e testardo dei cantabri. Nonstante i massacri, la resistenza fu tale che i romani dovettero mantenere nella regione due legioni per oltre 70 anni: la X Legione Geminata e la IV Legione Macedonica.
[modifica] Bibliografia
- Eduardo Peralta Labrador,Los Cántabros antes de Roma, 2ª edizione, Real Academia de la Historia (2003).
- Angel Ocejo Herrero e AAVV, Las Guerras Cántabras.
- Juan Carlos Cabria Gutiérrez, Estelas Cántabras: Símbolos de un pueblo, Brenes XXI editore.
- Jesús J. Maroñas, Onomástica de Cantabria - Los Nombres de Persona Cántabros.
[modifica] Collegamenti esterni
- (es) Associaizone di guerra cantabrica
- (es) I Cantabri
- (es) Guerre cantabriche in Celtiberia.net
- (es) Storia delle Guerre cantabriche in Celtiberia.net
- (es) I formidabili sodlati cantabri.
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