Falangi Libanesi
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Il movimento politico delle Falangi Libanesi (araboالكتائب اللبنانية, al-Katā'eb al-Lubnāniyya) fu fondato nel 1936 da Pierre Gemayel (Pierre Giumayyil), George Naccache (giornalista) e Charles Hélou (i due ultimi abbandonarono rapidamente la formazione). Il movimento s'opponeva all'epoca alla presenza della Francia in Libano. Collaborò in special modo col gruppo sunnita al-Najjāda nel 1943 per conseguire l'indipendenza del paese.
Il suo nome è probabilmente ricollegabile all'omonima formazione di estrema destra spagnola di Miguel Primo de Rivera e Francisco Franco, ma subì anche la fascinazione del Fascismo italiano, all'epoca considerato in Libano e nel mondo arabo il più concreto oppositore dell'imperialismo anglo-francese che occupava quasi tutto il Vicino Oriente.
Le Falangi fanno prevalere un'ideologia multi-confessionale nel quadro nazionale unitario, richiamandosi al preteso sostrato fenicio del paese, quindi non-arabo e neppure europeo. In pratica, le Falangi sono però un movimento eminentemente maronita e considerato come tale dalla decisa maggioranza dei musulmani libanesi. Benché nazionalista e conservatrice, la formazione mira a costruire uno Stato democratico con una forte e partecipazione cristiana.
[modifica] Le Falangi dopo l'indipendenza
L'afflusso di rifugiati palestinesi nel 1948 è considerato come una minaccia destabilizzante per il movimento, a causa della sua capacità di alterare i rapporti di forza interni al Libano, fino alla II guerra mondiale decisamente a maggioranza cristiana, con una forte minoranza sciita nel Sud-Libano, una minoranza sunnita nelle regioni settentrionali gravitanti intorno alla provincia di Tripoli (Libano) e un'esigua ma storica minoranza drusa nelle zone montagnose dello Shūf.
La formazione tenta di opporsi quindi al radicamento palestinese che, per la sua grande maggioranza sunnita, era fin dal 1967 in grado di alterare la bilancia dei poteri che fu sanzionata nell'informale Patto Nazionale del 1943, in base al quale la Presidenza della Repubblica sarebbe stata appannaggio dei Maroniti, quella del Consiglio dei sunniti, quella del Parlamento degli sciiti e la carica di Capo di Stato Maggiore sarebbe stata riservata a un Druso, con un complesso meccanismo di dosaggio politico per garantire la rappresentanza parlamentare a tutte le altre mini-comunità libanesi, prime fra tutte quelle greco-ortodossa e armena.
Le Falangi costituirono quindi una delle prime e più possenti milizie armate libanesi a partire dagli anni Settanta. Dal momento che suo padre Pierre Gemayel restava nominalmente alla guida delle Katā'eb, suo figlio Béchir (Bashīr) creò fin dal 1970 le Forze Libanesi che, poco a poco, assorbirono tutte le altre milizie cristiane (i seguaci di Camille Chamoun (Camille Shamˁūn) e quelle di Sulaymān Frāngiyye, entrambi ex-Presidenti della Repubblica libanese.
[modifica] Le Falangi nella guerra civile
Nel 1975, il movimento vantò l'adesione di 80.000 persone. Nel 1982, Israelel invase il Libano (Prima guerra israelo-libanese. Béchir leader di fatto delle Falangi, fu eletto Presidente della Repubblica con la benedizione degli israeliani. Ma fu assassinato il 14 settembre 1982. Suo fratello Amine Gemayel (Amīn Giumayyil) fu eletto al suo posto. Nella notte fra il 16 e il 17 settembre, un'unità dell'Esercito del Sud-Libano (filo-israeliano) - ma si dice in realtà falangista - guidato da Elie Hobeika penetrò sotto gli occhi "distratti" degli israeliani nei quartieri beirutini di Sabra e Shatila e uccise fra le 700 e le 3.500 persone, ma c'è chi afferma che il numero fosse più elevato), principalmente rifugiati palestinesi, per la massima parte musulmani ma anche cristiani.
Pierre Gemayel morì nel 1984. Elie Karameh gli succedette allora alla guida della formazione politica (1984-86) seguito da George Saade (1986 - 1998). Il partito prese in questo periodo distanza dalla Siria, ma ad essa tornò ad allearsi in seguito agli Accordi di Ta'if del 1989 che crearono la II Repubblica libanese. Amine Gemayel e alcuni dei suoi sostenitori si opposero e andarono in esilio dopo la nomina di un governo militare presieduto da Michel Aoun (Michel ˁAwn). Poco dopo intervenne la firma degli Accordi di Tā'if, che Amine Gemayel denunciò. La nomina del nuovo governo non piacque alle Forze Libanesi, che misero le mani sulle istituzioni socio-economiche del paese create dal Presidente uscente Amine Gemayel, e obbligarono questi a lasciare il Libano nell'ottobre del 1988 per un esilio in Svizzera, Francia e Stati Unirti durato 12 anni.
[modifica] Le Falangi dopo la guerra
In seno al partito le divisioni si accentuarono a proposito della presenza siriana, autorizzata dagli Accordi a presidiare il Libano sotto il nome di Forza Araba di Dissuasione (FAD), inizialmente formata in massima parte dalla Siria ma con aliquote quasi insignificanti di alcuni altri paesi arabi. Alla guida dell'Ufficio Politico fui posto Boutros Khawand che condusse questa opposizione fin quando egli non fu sequestrato il 5 settembre 1992. Secondo Human Rights Watch, sarebbe stato incarcerato nella prigione militare di Mezze a Damasco e in seguito trasferito nel centro detentivo di Tadmur (Palmira).
Dopo la morte di Georges Saade, fu Mounir al-Hajj che prese la guida del partito nel marzo 1999, poco dopo l'elezione di Émile Lahoud alla presidenza della Repubblica. Hajj aveva tentato di promuovere un riallineamento del partito a Damasco ma questa politica era stata fortemente avversata all'interno delle Falangi. La sua alleanza alle elezioni parlamentari del 2000 col ministro filo-siriano degli Interni, Michel al-Murr (figlio d'un noto magnate libanese), doveva d'altronde far collassare la sua fortuna politica. Al-Murr doveva infatti proporgli di figurare nella sua lista elettorale della regione del Metn sulla quale si trovavano anche i membri del Partito Social-Nazionale Siriano (formazione libanese di chiaro orientamento filo-siriano, dove il termine "Siria" sta per "Grande Siria"), favorevole all'annessione del Libano alla Siria, e che aveva tra l'altro combattuto le Forze Libanesi nel corso della sanguinosa guerra civile. Hajj fu sconfitto e non poté far parte del nuovo governo.
In tale occasione egli fu allontanato dalla Presidenza delle Falangi. Da allora due candidati restarono in lizza: Amine Gemayel, rientrato dall'esilio nel luglio 2000 e Karim Pakradouni.
Quest'ultimo sarà eletto presidente del partito il 4 ottobre 2001 grazie alle possenti ingerenze siriane nel processo elettorale interno e provocherà una scissione di fatto fra militanti pro-Gemayel e pro-Pakradouni.
Il 21 novembre 2006, Pierre Amine Gemayel, ministro dell'Industria e figlio di Amine Gemayel, fu assassinato alla vigilia dell'autorizzazione da parte dell'ONU di convocare un tribunale internazionale incaricato di giudicare i fatti che portarono all'assassinio del Primo Ministro Rafic Hariri (Rafīq Harīrī).