Darwinismo sociale
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Il darwinismo sociale è una teoria secondo la quale un aspetto particolare della teoria evolutiva o teoria della selezione naturale sarebbe applicabile alle popolazioni umane.
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[modifica] Origine e sviluppo
Herbert Spencer, scienziato contemporaneo di Charles Darwin ed altrettanto popolare, interpreta questa teoria per la «selezione dei più adatti» (Survival of the fittest). Il Darwinismo sociale suggerisce dunque che l'eredità (i caratteri innati) avrebbe un ruolo preponderante in rapporto all'educazione (i caratteri acquisiti). Si tratta quindi di un sistema ideologico che vede nelle lotte civili, nelle ineguaglianze sociali e nelle guerre di conquista nient'altro che l'applicazione alla specie umana della selezione naturale. La teoria fornirebbe quindi una spiegazione biologica alle disparità osservate tra le società nella traiettoria unica della storia umana: i popoli meno «adattati» alla lotta per la sovravvivenza sarebbero rimasti «relegati» allo stadio primitivo concettualizzato dai seguaci dell'evoluzionismo antropologico. Darwin aveva scritto un saggio intitolato "L'origine delle specie" (avente come sottotitolo: "La preservazione delle razze favorite nella lotta per la sopravvivenza"), e per Hitler, che era un fervente evoluzionista, non era rimasto che un piccolo passo da fare per passare dal concetto della "sopravvivenza" a quello della "dominazione" delle razze.
Sul piano politico, il darwinismo sociale servì a giustificare il colonialismo, l'eugenetica, il fascismo e soprattutto il nazismo. In effetti, quest'ideologia considera legittimo che le «razze umane» e gli esseri più deboli scompaiano e lascino il posto alle razze ed agli esseri meglio armati per sopravvivere. Ernst Haeckel Vedi Razza.
Ai nostri giorni, il darwinismo sociale è ancora l'ispiratore di alcune ideologie di estrema destra.
[modifica] Il darwinismo sociale applicato alle nazioni
Alla fine del XIX secolo, le teorie del darwinismo sociale vennero applicate ai rapporti fra le nazioni.
Questo movimento si sviluppò soprattutto nei paesi anglosassoni, ed in misura minore in Russia. Se queste idee non produssero generalmente movimenti bellicosi in queste nazioni, non fu così in Germania, dove lo scontro fra le nazioni giovani, come veniva vista la Germania stessa, piene di virile vitalità, e le nazioni vecchie, qualificate dai partigiani di questa teoria come decadenti, come la Francia, fu considerato inevitabile.
Per di più, la vitalità di una nazione si deduceva quasi esclusivamente dalla sua crescita demografia: più una nazione era feconda, più essa sarebbe stata forte. Così, la Russia ed i popoli slavi in generale facevano paura a moltissimi uomini politici tedeschi (come ad esempio al cancelliere Bethmann-Hollweg) a causa della naturale crescita della loro popolazione, in quanto doveva essere inevitabile, dal loro punto di vista, una resa dei conti violenta (fobia mediatica del rullo compressore russo). Giunto a questo punto, il darwinismo sociale si confonde con il nazionalismo razziale.
Si è ritenuto che questa visione dei rapporti tra le nazioni, dominante in Germania e in Austria all'inizio del XX secolo, abbia giocato un ruolo essenziale nell'innescare la Prima Guerra mondiale.
Ma l'importanza del darwinismo sociale come ragione dello scoppio della prima guerra mondiale va relativizzato: tale interpretazione è seriamente destituita di fondamento dal lavoro di Léon Schirmann, che, analizzando gli archivi ufficiali dei vari paesi belligeranti (vedi "Mensonges et désinformation, aout 1914, comment on vend une guerre", Léon Schirmann Editions Italiques, 2003), ha identificato le vere responsabilità che hanno portato al primo conflitto mondiale, affermando che esse sono state in realtà più politiche che scientifiche.
[modifica] Il Darwinismo sociale nella letteratura popolare
Vedere Conan il Barbaro e altri romanzi di Robert E. Howard.
[modifica] Voci correlate
- Altruismo
- Ecologia politica
- Ecologia sociale
- Evoluzionismo
- Darwinismo economico
- John Fiske
- Razzismo
- Giovanni Verga (darwinismo sociale)