Colonialismo
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Il Colonialismo si definisce l'estensione della sovranità di una nazione su territori e popoli all'esterno dei suoi confini, spesso per facilitare il dominio economico sulle risorse, il lavoro e il mercato di questi ultimi. Il termine indica anche l'insieme di convinzioni usate per legittimare o promuovere questo sistema, in particolare il credo che i valori etici e culturali dei colonizzatori siano superiori a quelli dei colonizzati. Il termine indica anche, in senso più stretto, il dominio coloniale mantenuto da diversi stati europei su altri territori extraeuropei lungo l'età moderna e indica quindi il corrispettivo periodo storico, cominciato nel XV secolo, contemporaneamente alle esplorazioni geografiche europee e formalmente conclusosi nella seconda metà del XX secolo, con la vittoria dei movimenti anticoloniali.
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[modifica] Tesi favorevoli e contrarie
I sostenitori del colonialismo argomentano che il governo coloniale beneficia i colonizzati sviluppando l'infrastruttura economica e politica necessaria per la modernizzazione e la democrazia. Essi indicano ex colonie come Stati Uniti d'America, Canada, Australia, Nuova Zelanda, Hong Kong e Singapore, come esempi di successi post-coloniali. Queste nazioni comunque, non rappresentano il corso normale del colonialismo, in quanto si tratta di società coloniali o di città commerciali.
I teorici della dipendenza come Andre Gunder Frank, comunque, pensano che il colonialismo in realtà porta ad un trasferimento netto di ricchezza dai colonizzati ai colonizzatori, e inibisce uno sviluppo economico di successo.
I critici post-colonialisti come Frantz Fanon sostengono che il colonialismo arreca un danno politico, psicologico e morale anche ai colonizzatori.
La scrittrice e attivista politica indiana Arundhati Roy disse che dibattere i pro e i contro del colonialismo/imperialismo "è un po' come dibattere i pro e i contro dello stupro".
I critici del neocolonialismo vedono questo fenomeno come la continauzione del dominio e sfruttamento delle stesse nazioni con mezzi differenti (e spesso in realtà con gli stessi mezzi).
[modifica] La nascita del colonialismo
La sua origine politico-culturale non è ben delineata in quanto la definizione stessa di colonialismo collima con fenomeni già presenti nella storia sin dalla Grecia antica.
Infatti l'occupazione di territori oltre i confini nazionali per trarvi beneficio economico e per influenzarne le scelte di politica interna era lo strumento principale con cui i grandi imperi dell'antichità usavano accrescere il loro potere.
L'impero marittimo ateniese pose sotto la propria influenza tutte le città bagnate dal Mar Egeo, costringendole ad una alleanza forzata e scavalcando le autorità locali, controllò alcune zone del Mar Nero da cui otteneva le materie prime per mantenere la flotta.
L'impero cartaginese sottomise con la forza gran parte delle popolazioni del Nordafrica e della Penisola Iberica utilizzando modalità non dissimili a quelle dei conquistadores spagnoli nelle Americhe e sfruttò intensamente le ricche miniere aurifere presenti in Spagna.
I Romani adottando il famoso motto "divide et impera" divenirono i precursori della strategia bellica dei colonizzatori europei, volta a sfruttare a proprio vantaggio le rivalità presenti tra le tribù locali frammentando una potenziale difesa contro l'invasore che, quindi riesce spesso ad assoggettare vasti ed eterogenei territori impiegando ridotte risorse. Inoltre, come dimostrato dalle ricostruzioni storiche e dai ritrovamenti archeologici nelle regioni esterne dell'Impero, le legioni erano sempre seguite da nutriti gruppi di cartografi e coloni che una volta pacificata l'area si sarebbero poi insediate in città di nuova fondazione.
Generalmente, si intende usare questo termine riferendolo al fenomeno che prese il via a seguito delle prime spedizioni oceaniche degli esploratori europei.
[modifica] Le fasi del colonialismo
In questo paragrafo si suddividono in base a criteri storico-temporali le fasi generali della espansione colonialistica in America, Asia, Africa ed Oceania delle principali potenze mondiali indicandone l'approssimativa data di inzio e termine, gli eventi correlati e le zone specifiche interessate da questo fenomeno
Primo colonialismo spagnolo: (1493, colonizzazione Hispaniola - 1808, 13 stati indipendendenti nel sudamerica spagnolo), interessò tutta l'area mesoamericana, vaste zone del Nordamerica sud-occidentale, il Sudamerica ad eccezione del Brasile, la Florida e le Filippine.
Primo colonialismo portoghese: (1505, occupazione di Mozambico - 1815 nascita del Regno indipendente del Brasile), interessò il Brasile, le coste africane con stabile presenza nel Golfo di Guinea, in Anglola e nella Costa orientale, l'India occidentale, Timor, Macao e le isole dell'Oceano Atlantico.
Primo colonialismo francese: (1608, inizio colonizzazione della Nuova Francia - 1815, Congress o di Vienna cessione di gran parte delle colonie alle altre potenze europee), interessò il Quebec, la regione dei Grandi Laghi, le pianure del Mississipi e la Louisiana, in Nordamerica, Santo Domingo, alcune isolette caraibiche e l'India occidentale (quest'ultima perduta insieme al Canada per mano degli Inglesi nel 1757 come risoluzione della Guerra dei Sette Anni).
Colonialismo olandese: (1619, fondazione Batavia o Giakarta - 1949 indipedenza indonesiana), interessò l' attuale Indonesia ad eccezione di Timor ed alcune isole delle Piccole Antille.
Primo colonialismo inglese: (1607, fondazione primo insediamento permanente in America a Jamestown in Virginia - 1783, Trattato di Parigi, riconosciuta l'indipendenza degli Stati Uniti d'America), interessò il Nordamerica orientale, la Nuova Scozia, la Terranova ,la Terra di Rupert, le Bahamas, la Giamaica, il Belize e gran parte delle isole delle Piccole Antille.
Colonialismo russo: (1581, Ermak comincia la colonizzazione dei territori oltre i Monti Urali - 1917, prima guerra mondiale e rivoluzione d'Ottobre), interessò la Siberia, l'Alaska, l'Asia centrale ed il Caucaso (si escludono le annessioni in Europa)
Secondo colonialismo inglese: (1753, inizio infiltrazione inglese in India - ), interessò il Sudafrica, il Canada, l'India, Ceylon, la Malesia, l'Australia, la Nuova Zelanda, la Guiana occidentale e le isole atlantiche.
Secondo colonialismo francese: (1830, inizio della conquista dell'Algeria - 1859, annessione di Saigon), interessò l'Algeria, il Vietnam, la Guiana orientale, il Senegal, il Gabon, le isole di Tahiti e la Reunion.
Terzo colonialismo inglese: (1870, nuova spinta colonizzatrice europea - 1956 inizio decolonizzazione possedimenti africani), interessò il Bechuanaland (Botzwana), la Rhodesia (Zambia), l'Uganda, il Kenya, la Somalia settentrionale, l'Egitto, il Sudan, la Nigeria, la Costa d'Oro, la Sierra Leone, il Gambia, lo Yemen, il Kuwait, la Birmania, la Papua, il Brunei, e molti archipelaghi polinesiani; si mantennero i precedenti possedimenti.
Terzo colonialismo francese: (1860,inizio espansione nell'Africa Occidentale dal Senegal - 1962 , indipendenza dell'Algeria), interessò il Marocco, tutta l'Africa occidentale sahariana, la Mauritania, la Costa d'Avorio, il Congo, il Madagascar, il Laos, la Cambogia e la Nuova Caledonia.
[modifica] Cattolicesimo e colonialismo
La Chiesa cattolica è stata aspramente criticata per la tolleranza alle brutalità commesse dal colonialismo europeo, in particolare riferendosi agli Spagnoli ed ai Portoghesi dove era estremamente influente, durante il periodo della conquista delle Americhe.
Essa, tuttavia, spingeva le potenze coloniali affinché il movimento di scoperta avesse come fine principale l'evangelizzazione dei nuovi popoli e non lo sfruttamento. La diffusione del credo cattolico con ogni metodo talora fu utilizzato come giustificazione per eccidi di indigeni inermi, con la consenziente complicità dei preti missionari.
Una prima ferma condanna della schiavitù dei neri fu emanata da papa Urbano VIII il 22 aprile del 1639. Nei fatti, la lotta contro la schiavitù fu portata avanti dagli ordini missionari e in particolar modo dai Domenicani, già un secolo prima durante l'evangelizzazione dei nativi americani.
Una chiara e definitiva posizione contro il neocolonialismo occidentale dei tempi moderni è invece offerta dall'enciclica Mater et Magistra del 1961, un pilastro della Dottrina sociale cristiana.
[modifica] Neocolonialismo
Le comunità in fase di sviluppo presentano una inconfondibile tipicità: infatti solitamente le risorse del territorio abbondano e l' ambiente naturale è stato sfregiato solo recentemente ma in modo incontrollato.
Le popolazioni di questi consessi socio-economici frequentemente conservano gli antichi costumi se non uno stile di vita ancora frugale Il conformismo occidentale spesso non riconosce e rispetta quelle peculiarità e tende a proiettare la sua concezione annullando le radicate tradizioni e provocando danni sociali irreparabili. Inoltre il primo mondo approfitta della cooperazione tecnico-finanziaria per incidere sulla situazione politica di queste allo scopo di attuare piani di predominio.
Questo fenomeno politico configura una nuova forma di colonialismo, che per quanto abilmente mascherata, non è meno involutiva di quella dalla quale molti popoli sono evasi, la presa di coscienza di questi ultimi della loro condizione e la necessità di un riscatto morale e politico potrebbe sfociare in consegueze imprevedibili costituendo una minaccia per la stabilità mondiale.
[modifica] Voci correlate
- Colonia
- Mercantilismo
- Protettorato
- Decolonizzazione
- Colonizzazione
- Storia del colonialismo in Africa
- Storia del colonialismo in Asia
- Colonizzazione europea delle Americhe
- Storia del colonialismo in America Latina
- Neo-colonialismo
- Indipendenza
- Imperialismo
- Neo-imperialismo
- Imperialismo culturale
- Imperialismo dei media
- Impero Britannico
- Impero portoghese
- Impero coloniale italiano
- Etnocentrismo