"900", Cahiers d'Italie et d'Europe
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"900", Cahiers d'Italie et d'Europe è una rivista che per la prima volta esce nel novembre del 1926, diretta da Massimo Bontempelli con Curzio Malaparte come condirettore che; dopo qualche numero, passerà in modo clamoroso nel campo opposto schierandosi con gli strapaesani della rivista Il Selvaggio.
La rivista che viene accolta da "una tempesta di discussioni, quasi tutte ostili" nell'ambiente strapaesano e fascista, avrà redattori di fama internazionale, come Ramòn Gòmez de la Serna, James Joyce, George Kaiser, Pierre Mac Orlan, ai quali si aggiungerà dal terzo numero, nella primavera del 1927, il sovietico Jlya Ehrenbourg. I segretari di redazione saranno due, Corrado Alvaro a Roma e l'emigrato politico Nino Frank a Parigi.
I primi quattro preamboli, Giustificazione, Fondamenti, Consigli, Analogie vengono pubblicati in francese nei quaderni dell'autunno 1926, nel marzo e nel giugno del 1927 (verranno poi tradotti nel 1938 dallo stesso Bontempelli) ed espongono le principali linee dell'azione novecentista subito rinominata dagli avversari in modo negativo come movimento di Stracittà.
Nel giro di soli tre anni, "900" ospita il dadaista Risemont-Dessaignes e il surrealista Soupault; fa conoscere per la prima volta in Italia paragrafi tradotti dall'"Ulisse" di James Joyce e da "La signora Dalloway" di Virginia Woolf; riporta il profilo di George Grosz scritto da Ivan Goll, gli inediti di Anton Cechov e "Le memorie postume del vecchio Teodoro Kusmic" di Léon Tolstoï
Ma il dialogo internazionale che Bontempelli tenta di instaurare, il suo miraggio novecentista di aprire all'Europa la provincia culturale italiana e il progetto ad esso connesso di esportarvi una letteratura più giovane e nuova, si svolge in condizioni difficili e sospette, tanto che, dopo il quarto numero, il regime impone a "900" di usare la lingua italiana e l'"avventura" novecentista di Bontempelli avrà presto termine. La rivista chiude infatti nel giugno del 1929.
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