Fronte Sociale Nazionale
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Fronte Sociale Nazionale | |
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Partito politico italiano | |
Leader | Adriano Tilgher |
Fondazione | 1997 |
Sede | |
Coalizione | nessuna |
Ideologia | Neofascismo, Nazionalismo |
In Parlamento | non ha rappresentanti |
Partito europeo | nessuno |
Organo ufficiale | nessuno |
Sito internet | www.frontenazionale.it |
Fronte Sociale Nazionale è un partito politico fondato nel 1997 da Adriano Tilgher, che si propone l'obiettivo di ripristinare lo stato sociale in Italia.
Nel periodo 2003-2006 ha collaborato con il cartello di Alternativa Sociale guidato da Alessandra Mussolini e stringendo collaborazioni sporadiche con la coalizione del centro-destra italiano, mantenendo pur sempre una linea politica di autonomia.
Indice |
[modifica] Storia
[modifica] Il Fronte: creare una nuova forma di Stato
Fondato nel 1997, il Fronte si definisce come "un movimento politico avente il fine di realizzare, con metodi partecipativi di democrazia integrale, una nuova forma di Stato che, come fatto spirituale e morale, affermi il proprio valore organico, racchiudendo in sé la manifestazione politica, giuridica, economica e culturale della Nazione. Uno Stato che abbia come obiettivo l'attuazione di se stesso e quindi di un fine etico, immanente e continuo nel tempo, il cui contenuto è il bene del Popolo".
Intende inoltre proporre un nuovo modello di civiltà, alternativo a quello liberal-capitalista, in cui il lavoro sia posto a base della società e rappresenti, per il cittadino produttore, il riconoscimento di un diritto-dovere, per mezzo del quale egli possa partecipare direttamente alla gestione delle aziende ed alle scelte politiche della nazione.
[modifica] La fase di Alternativa Sociale
Dal 2003 al 2006 stringe una collaborazione con altri due movimenti dell'estrema destra sotto la guida di Alessandra Mussolini nel cartello di Alternativa Sociale, al quale aderivano anche Azione Sociale e Forza Nuova. Col simbolo di AS, riconosciuto in chiave democratica, partecipa alle elezioni europee del 2004, alle regionali del 2005 e alle politiche del 2006. In quest'ultimo caso, AS aveva raggiunto un accordo con la coalizione del centro-destra italiano, la Casa delle Libertà, che aveva posto il veto alla candidatura dello stesso Tilgher considerato come personalità "impresentabile" (negli anni Ottanta è stato in carcere con l'accusa di tentata ricostituzione del disciolto partito fascista).
L'esperienze elettorale, tuttavia, è deludente. Alternativa Sociale deve fronteggiare un risultato scoraggiante, che non gli garantisce l'attribuzione di alcun seggio in Parlamento: i voti raccolti sono 255 mila alla Camera (0,7%) e 214 mila al Senato (0,6%) e, in entrambi i casi, non vengono superati gli sbarramenti previsti né è possibile applicare la norma dell'attribuzione dei seggi come "miglior perdente" della coalizione, in quanto la defezione della lista DC-PSI alleata della CdL porta quest'ultima a godere di tale privilegio. AS, in base alle preferenze ottenute, risulta pertanto essere la prima tra le liste della CdL non ammesse alla ripartizione dei seggi.
Alla luce di questi risultati elettorali e dell'assenza di rappresentatività nelle assemblee parlamentari, Alternativa Sociale si scioglie. Il Fronte riprende a camminare per la sua strada.
[modifica] Dissenso interno
La partecipazione ad Alternativa Sociale, l'alleanza con la Casa delle libertà e contrasti di natura politica e organizzativa hanno portato una parte dei militanti a lasciare il partito. Gran parte dei dissidenti, guidati da Paolo Signorelli, si riconoscono nelle Comunità di Socialismo Nazionale.
[modifica] Un percorso unificante
Nel 2006, all'indomani del disfacimento di AS, Tilgher sostiene la necessità di creare un percorso unificante per tutti i soggetti politici che si collocano nella stessa area, riconducibile a quella della "destra radicale" (anche se il Fronte non si definisce un movimento di destra) e che hanno a che fare con la volontà di ricostruire lo stato sociale.
Scrive Tilgher ai "frontisti":