Lingua occitana
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Occitano (Occitan, Lenga d'òc) † | |
---|---|
Parlato in: | Francia, Italia, Spagna, Monaco |
Regioni:Parlato in: | Francia meridionale, Catalogna, Val d'Aran e sud-ovest del Piemonte |
Persone: | ~2.000.000 |
Classifica: | non in top 100 |
Filogenesi: |
Lingue indoeuropee |
Statuto ufficiale | |
Nazioni: | Val d'Aran, minoranza nazionale in Italia |
Regolato da: | Conselh de la Lenga Occitana |
Codici di classificazione | |
ISO 639-1 | oc |
ISO 639-2 | oci |
Estratto in lingua | |
Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo - Art.1 Alverniate: Ta la proussouna neisson lieura moé parira pà dïnessà mai dret. Son charjada de razou moé de cousiensà mai lhu fau arjî entremeî lha bei n'eime de freiressà. Linguadociano: Totes los èssers umans naisson liures e egals en dignitat e en dreches. Son dotats de rason e de consciéncia e se devon comportar los unes amb los autres dins un esperit de fraternitat. |
|
Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica | |
Diffusione geografica dell'occitano |
|
L'occitano o lingua d'oc (nell'originale: occitan o lenga d'òc) è una lingua del gruppo galloromanzo meridionale parlata nelle zone dell'Occitania, in particolare in Francia meridionale. È parlato anche, sia pure in maniera minore, in Spagna (Catalogna e Val d'Aran) ed in Italia, nei comuni occitani delle vallate del Piemonte sud-occidentale.
A parlare l'occitano sono circa due milioni di persone[1], mentre si stima in circa sette milioni il numero di persone che ne hanno una conoscenza passiva.
Indice |
[modifica] Etimologia
La denominazione occitano deriva dalla parola occitana òc che significa sì.
Questo criterio distintivo venne usato da Dante Alighieri, che descrisse le lingue occitana, francese e italiana in base alle loro rispettive particelle affermative: òc, oïl (antenato del moderno oui) e sì.
Mentre la parola òc deriva dal latino hoc, la parola oïl deve la sua origine al latino hoc ille.
Fino al secolo scorso la lingua occitana non era nota con questo nome e veniva chiamata “lingua d'oc” (da cui Linguadoca) o provenzale (termine che oggi designa il provenzale in senso stretto, ossia la parlata occitana parlata nella sola Provenza).
[modifica] Dove si parla occitano
L'ambito di diffusione della lingua occitana copre il terzo meridionale della Francia ed è nettamente delimitato ad ovest dall'Oceano Atlantico, a sudovest dai Pirenei (che lo dividono da basco, aragonese e catalano), a sud dal Mar Mediterraneo e ad est dalle Alpi (che lo separano dall'italiano).
Meno chiara è invece la linea di confine con il francese ed il francoprovenzale, che segue una linea ondulata che va da Bordeaux alla Val di Susa in Piemonte. Nella Francia centrale esiste inoltre una vasta area di transizione linguistica, chiamata croissant per la sua forma.
In Francia le regioni in cui si parla occitano sono le seguenti:
- Provenza-Alpi-Costa Azzurra (escluse le storiche aree di diffusione della lingua ligure: l'alta valle dei fiumi Bevera e Roia, il Principato di Monaco, Mentone e le isole linguistiche nel dipartimento del Var);
- Linguadoca-Rossiglione (escluse le aree di lingua catalana del dipartimento Pirenei Orientali);
- Midi-Pirenei;
- Aquitania (eccetto l'area di lingua basca intorno a Bayonne e Biarritz, nonché la piccola parte del dipartimento della Gironda, dove si parla il saintongeais, dialetto del francese);
- Limosino;
- Poitou-Charentes (solo in una fascia di confine del dipartimento della Charente);
- Alvernia (esclusa la quasi totalità del dipartimento dell'Allier e piccole frange di quello del Puy-de-Dôme);
- Rodano-Alpi (Ardèche, Drôme e parti dell'Isère).
In Italia, l'occitano è parlato nei comuni occitani del Piemonte, nonché a Guardia Piemontese in Calabria, dove la parlata occitana è frutto di un antico insediamento di valdesi sfuggiti alle persecuzioni religiose.
In Spagna, l'occitano (nella sua variante dialettale guascone) è diffuso nella Val d'Aran, in Catalogna.
In misura minore esiste poi la diaspora occitana (Argentina, Uruguay, Stati Uniti).
[modifica] Dialettologia
Ancora non del tutto chiusa è la discussione sulla natura di lingua dell'occitano. Mentre al giorno d'oggi nessuno specialista sostiene che si tratti di un dialetto del francese, alcuni lo considerano invece una famiglia linguistica.
La visione maggioritaria tra i linguisti è che invece l'occitano sia una lingua unitaria suddivisibile in vari dialetti, che a causa della grande estensione del mondo occitanofono si sono distinti anche notevolmente uno dall'altro. Ad ogni modo tutti i dialetti dell'occitano sono tra di loro intellegibili.
L'occitano si suddivide nei seguenti insiemi dialettali:
- occitano settentrionale, che comprende i dialetti limosino, alverniate e vivaro-alpino;
- guascone, di cui l'aranese è la variante parlata nella valle d'Aran;
- occitano meridionale, che comprende il linguadociano ed il provenzale.
Un altro punto critico dal punto di vista della parentela linguistica è la distinzione tra catalano ed occitano. Le due lingue, che costituivano anticamente un'unità, hanno finito col divergere per circostanze storico-politiche fin dal medioevo, anche se ancora oggi presentano notevolissime somiglianze, maggiori rispetto a quelle che intercorrono tra le altre lingue romanze, motivo per cui vengono spesso considerate “sorelle”.
[modifica] La centralità dell'occitano
L'occitano ha sempre occupato una posizione di centralità geografica rispetto a tutte le altre lingue derivanti dal latino e funge tutt'ora da tratto d'unione tra le lingue nazionali (francese, italiano, spagnolo) e le lingue regionali (catalano, francoprovenzale, ecc.).
Una volta appresa l'esistenza stessa dell'occitano e valutatane l'area di diffusione, è facile spiegarsi un fenomeno che altrimenti non avrebbe spiegazione: l'italiano e lo spagnolo sono così simili fra di loro, ancora di più rispetto al francese, perché esiste il "ponte" delle lingue occitana e catalana (v. tabella qui sotto).
latino | portoghese | spagnolo | francese | catalano | occitano | italiano | romeno |
---|---|---|---|---|---|---|---|
clavis | chave | llave/clave | clef/clé | clau | clau | chiave | cheie |
nox, acc. noctem | noite | noche | nuit | nit | nuèit | notte | noapte |
cantare | cantar | cantar | chanter | cantar | cantar | cantare | cânta |
capra | cabra | cabra | chèvre | cabra | cabra | capra | capră |
lingua | língua | lengua | langue | llengua | lenga | lingua | limbă |
platea | praça | plaza | place | plaça | plaça | piazza | piaţă |
pons, acc. pontem | ponte | puente | pont | pont | pònt | ponte | punte |
ecclesia (anche basilica) | igreja | iglesia | église | església | glèisa | chiesa | biserică |
caseus (latino volgare formaticum) | queijo | queso | fromage | formatge | formatge | formaggio | caş |
[modifica] Il problema del riconoscimento e della tutela
Ancora oggi l'occitano, al pari di altre lingue, non gode di alcuna forma di riconoscimento o autonomia all'interno dello Stato francese e risulta pertanto in forte regresso.
La rigida politica accentratrice di Parigi (tradizionalmente diffidente verso ogni forma di decentramento), unita al secolare e diffuso prestigio della lingua francese hanno causato grave nocumento all'occitano, che è stato da tempo abbandonato a favore del francese nelle città principali, mentre resiste ancora nelle aree rurali e meno densamente popolate. La debole percezione di un'unità storico-linguistica occitana, sommata alla scarsa diffusione della lingua tramite i mezzi di informazione ed alla scarsa considerazione da parte dei suoi stessi locutori (derivante dalla secolare discriminazione dell'occitano come “cattivo francese”), pongono oggi in grave pericolo la sussistenza dell'occitano.
Parzialmente diverso è il discorso per quanto riguarda l'Italia, in cui recentemente ha trovato attuazione il dettato costituzionale dell'art. 6. La legge 15 dicembre 1999, n. 482, ha riconosciuto l'occitano come minoranza linguistica storica all'interno dello Stato italiano e ha posto le basi per una maggiore valorizzazione.
Per quanto riguarda infine la Spagna, lo statuto della Catalogna garantisce ampia tutela (bilinguismo) alla minoranza linguistica della Valle d'Aran.
[modifica] Il problema della standardizzazione
Un ulteriore problema, ancor oggi non del tutto risolto, riguarda la standardizzazione dell'occitano.
Il bando della lingua dall'uso ufficiale nel XVI secolo ebbe difatti per conseguenza un rapido declino delle norme ortografiche occitane, al punto che nei secoli successivi caddero in disuso e ciascun autore utilizzò una grafia propria, spesso mutuata dal francese (le cosiddette graphies patoisantes).
I primi autorevoli tentativi di arrestare l'inselvatichimento dell'occitano vennero intrapresi a metà dell'Ottocento. Simon-Jude Honnorat scrisse nel 1840 un dizionario francese-occitano con un sistema ortografico molto vicino a quello dei trobadori, mentre nel 1854 alcuni poeti provenzali fondarono la società letteraria Félibrige, che ben presto divenne maggiore artefice della rinascita della lingua occitana.
I poeti del Félibrige (tra cui il premio Nobel Frédéric Mistral) scrissero le loro opere servendosi di una grafia francesizzante incentrata sul provenzale (grafia felibriana) che, grazie alla sua semplicità, trovò presto vasta affermazione, ma non venne considerata soddisfacente per rappresentare la varietà dialettale delle altre regioni occitane.
Fu così che a partire dagli inizi del XX secolo alcuni studiosi (tra cui Joseph Roux) si dedicarono alla riscoperta e alla modernizzazione dell'antica grafia medioevale dei trobadori, propugnandone la diffusione come standard dell'occitano. Nel 1919 Antonin Perbosc e Prosper Estieu fondarono a tale scopo la Escòla occitana, mentre negli anni Trenta il linguista Louis Alibert perfezionò queste regole nella sua grammatica prima e nel suo dizionario poi.
La grafia così ricostruita (grafia classica), meno aderente all'ortografia francese e basata sul dialetto linguadociano, è stata ufficializzata dall'Istituto di Studi della Lingua Occitana e vale oggi come standard in tutto il mondo occitanofono.
Rimane tuttavia la grande eccezione del provenzale, che forte della propria cospicua produzione letteraria non si è adeguato alla norma classica ed è rimasto fedele alla grafia felibriana, con ciò rallentando il fenomeno di unificazione dell'occitano moderno.
[modifica] Storia
L'apogeo della lingua e cultura occitana si ebbe tra i secoli XI e XIII. In questo periodo l'occitano non solo era una lingua unificata e veicolare, ma era utilizzata come lingua giuridica ed amministrativa.
In quel periodo l'occitano (col nome di provenzale) conobbe una ricchissima fioritura letteraria, culminata con la lirica dei trobadori medioevali.
L'inizio della decadenza dell'occitano risale alla seconda metà del XIV secolo, quando in seguito al progressivo assorbimento del Midi da parte del regno di Francia si assistette alla "calata" del francese (lingua originaria della Francia del nord) come lingua dell'amministrazione e del potere politico.
Il processo fu poi accelerato dall'editto di Villers-Cotterêts (1539), che impose ufficialmente su tutte le terre occitane sotto sovranità francese l'uso pubblico della lingua di Parigi.
Nel 1229 in seguito all'invasione della Linguadoca da parte di re Luigi VIII ed al conseguente sterminio degli Albigesi, l'occitano iniziò inevitabilmente ad essere relegato come lingua "inferiore" rispetto alla Linguadoil della Francia settentrionale. Con la fine dell'Ancien Régime non cambiò nulla al riguardo, anzi, l'uso del francese assunse valenza strategica in quanto simbolo e garanzia dell'unità nazionale. In tutti questi secoli l'occitano rimase tuttavia diffuso come lingua vernacolare.
[modifica] Note
[modifica] Collegamenti esterni
- Diccionari general occitan de Cantalausa
- panOccitan.org - Dizionario online
- TVist'1 - Daily press review in lingua occitana
Lingua latina † · Latino volgare † Romanzo insulare: Lingua sarda (Sardo campidanese · Sardo logudorese) Romanzo occidentale Gruppo iberico: Lingua aragonese · Lingua asturiana · Lingua galiziana · Lingua leonese (Lingua mirandese) · Lingua portoghese · Lingua castigliana Gruppo gallo-romanzo: Lingua catalana · Lingua emiliana · Lingua francese · Lingua friulana · Lingua francoprovenzale · Lingua ladina · Lingua lombarda · Lingua occitana · Lingua romancia · Lingua vallone · Lingua veneta Romanzo orientale Gruppo italiano: Lingua corsa (Gallurese · Sassarese) · Lingua italiana (Dialetti italiani) · Lingua napoletana Gruppo siciliano: Lingua siciliana Gruppo balcanico: Lingua rumena · Lingua dalmatica † · Lingua istriota † Romanzo meridionale: Lingua mozarabica † |