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Francesco De Sanctis

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Nota disambigua - Se stai cercando notizie sull'architetto Francesco De Sanctis, autore della Scalinata di Piazza di Spagna, vedi Francesco De Sanctis (architetto).

Francesco Saverio De Sanctis, (Morra Irpina 28 marzo 1817 - Napoli, 29 dicembre 1883), fu il maggiore critico e storico della letteratura italiana nel XIX secolo.

Specchietto cronologico
  • 1817 - Nasce a Morra Irpina il 28 marzo.
  • 1826 - Frequenta la scuola privata dello zio Carlo.
  • 1831 - Passa nel liceo dell'abate Fazzini, poi nello "Studio" del Garzini.
  • 1834 - Nella scuola superiore di Basilio Puoti.
  • 1839 - Fonda la scuola privata superiore al Vico Bisi, mentre sostituisce lo zio Carlo nella sua.
  • 1841 - Viene nominato insegnante nel Collegio militare della Nunziatella.
  • 1848 - Il 15 maggio combatte alle barricate. Viene sospeso dal Collegio della Nunziatella.
  • 1849 - Si ritira in Calabria, a Cosenza.
  • 1850 - È arrestato il 3 dicembre e incarcerato in Castel dell'Ovo.
  • 1853 - Viene liberato ma deve andare in esilio: in Piemonte, a Torino.
  • 1856 - É a Zurigo, insegnante di Letteratura Italiana al Politecnico.
  • 1860 - Il 6 agosto ritorna a Napoli. Eletto Governatore della provincia di Avellino. Nel settembre è nominato da Garibaldi Direttore dell'Istruzione pubblica. Provvedimenti per rinnovare l'Università.
  • 1861 - Deputato del Regno d'Italia e dal 20 marzo ministro dell'Istruzione.
  • 1865-1876 - Torna aagli studi: è il periodo della sua più intensa attività letteraria.
  • 1878 - Ministro dell'Istruzione.
  • 1879-1882 - Di nuovo Ministro dell'Istruzione
  • 1883 - Muore a Napoli il 29 dicembre.

Indice

[modifica] La Vita

Francesco De Sanctis in un ritratto di Saverio Altamura (1980)
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Francesco De Sanctis in un ritratto di Saverio Altamura (1980)

Francesco Saverio De Sanctis nacque da una famiglia di piccoli proprietari terrieri. Il padre era dottore in diritto e due zii paterni, uno sacerdote e l'altro medico, vennero esiliati per aver preso parte ad una congiura carbonara del 1820-21.

[modifica] La sua formazione scolastica

Nel 1826 lasciò la provincia per recarsi a Napoli dove frequenterà il ginnasio privato di uno zio paterno, Carlo Maria De Sanctis.
Nel 1831 passò ai corsi liceali dapprima presso la scuola dell'abate Lorenzo Fazzini dove compì le prime letture filosofiche e nel 1833 presso quella dell'abate Garzia.

Completati gli studi liceali intraprese gli studi giuridici presto però trascurati per seguire, già dal 1836, la scuola del purista Basilio Puoti sul Trecento e sul Cinquecento, lezioni che il marchese teneva gratuitamente presso il suo palazzo dove il De Sanctis avrà modo di conocere il Leopardi e dove avviene la sua vera formazione.

[modifica] L'insegnamento

Trascorso un breve soggiorno a Morra, dove iniziò ad insegnare nella scuola dello zio che si era ammalato, il De Sanctis ritornò a Napoli dove, per interessamento dello stesso Puoti, venne nominato professore alla Scuola militare preparatoria di S.Giovanni a Carbonara (1839-1841) e in seguito al Collegio militare della Nunziatella (1841-1848).
Contemporaneamente egli tenne in una sala del Vico Bisi, per gli allievi del Puoti, corsi privati di grammatica e letteratura dove avrà tra i suoi allievi coloro che diventeranno i più bei nomi della cultura italiana: il filosofo Angelo Camillo De Meis, lo storico Pasquale Villari, il giurista Diomede Marvasi e Luigi La Vista, suo allievo prediletto, che troverà la morte nell'insurrezione del 1848.

Le lezioni di quella che fu chiamata la "prima scuola napoletana" (1838/39-1848) furono raccolte ed edite solamente nel 1926 da Benedetto Croce con il titolo "Teoria e storia della letteratura".

[modifica] Le distanze dal purismo

Alla Nunziatella il De Sanctis iniziò a trattare problematiche di carattere letterario, estetico, stilistico, linguistico, storico e di filosofia della storia prendendo le distanze dal purismo di Puoti dopo aver scoperto alcuni testi dell' Illuminismo francese (d'Alambert, Diderot, Hélvetius, Montesquieu, Rousseau e Voltaire) e di quello italiano (Beccaria, Cesarotti, Filangieri, Genovesi, Pagano.

De Sanctis passò così da una prima fase intrisa di sensibilità romantica e leopardiana, di forte polemica antilluministica e di convinta adesione a un programma cattolico-liberale, giobertiano, di restaurazione civile e morale, ad una seconda fase, nel costituire la quale ebbero grande parte la lettura di Hegel e le esperienze drammatiche del 1848.

[modifica] La partecipazione ai moti del 1848

Nel maggio del 1848 come membro dell'associazione "Unità d'Italia" diretta dal Settembrini, partecipò con alcuni dei suoi allievi ai moti insurrezionali e in seguito a questa sua iniziativa, nel novembre del 1848 viene sospeso dall'insegnamento.

[modifica] La prigionia

Nel novembre del 1848 egli preferì allontanarsi da Napoli ed accettò un incarico di precettore che gli era stato proposto dal barone Francesco Guzolini e si reca a Cosenza.
Quì scrisse i suoi primi "Saggi critici", cioè le prefazioni all'Epistolario leopardiano e alle "Opere drammatiche" di Schiller, ma nel 1850 viene arrestato e recluso a Napoli nelle prigioni di Castel dell'Ovo dove rimase fino al 1853 quando, espulso dal Regno dalle autorità borboniche e fatto imbarcare per l'America, riuscì a fermarsi a Malta e quindi a rifugiarsi a Torino.

Durante il periodo di prigionia il De Sanctis si diede allo studio approfondito di Hegel compiendo lo sforzo di apprendere il tedesco e compiere così la traduzione del "Manuale di una storia generale della poesia e della Logica" di Hegel oltre a cercare di approfondire i motivi mazziniani della propria ideologia, come testimonia il carme in endecasillabi con autocommento intitolato "La prigione".

Dal carcere uscì indubbiamente un De Sanctis diverso al quale la realtà aveva distrutto le illusioni e al pessimismo e misticismo giovanile era subentrata una moralità più eroica e alfieriana e che, grazie alla lettura di Hegel, aveva maturato una diversa concezione del divenire della storia e della struttura dialettica della realtà.

[modifica] L'attività letteraria a Torino

A Torino, la cultura moderata gli negò una cattedra ma De Sanctis riuscì comunque a svolgere un'intensa attività letteraria. Trovò un incarico di insegnante presso una scuola privata femminile dove insegnò lingua italiana, diede lezioni private, collaborò a vari giornali dell'epoca come "Il Cimento" divenuta in seguito "Rivista Contemporanea", "Lo Spettatore", "Il Piemonte", "Il Diritto" e iniziò a tenere conferenze e lezioni tra le quali quelle famose su Dante che, per la loro originale impostazione e per l'analisi storica e poetica, gli fecero ottenere, nel 1856, una cattedra di letteratura italiana presso il Politecnico federale di Zurigo.

[modifica] Gli anni di Zurigo

Francesco De Sanctis nel periodo zurighese (1856-1859)
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Francesco De Sanctis nel periodo zurighese (1856-1859)

A Zurigo, dove insegnò dal 1856 al 1860 , il De Sanctis tenne lezioni su Dante, sui poemi cavallereschi italiani e su Petrarca.
Zurigo, che in quegli anni era sede di grande confronto intellettuale, diede a De Sanctis l'occasione di elaborare meglio il proprio metodo critico, di approfondire le proprie meditazioni filosofiche e di raccogliere il materiale documentario tra il quale assai importante risultano essere le conferenze petrarchesche del 1858-1859 che saranno la base del saggio pubblicato nel 1869 a Napoli dall'editore Morano.

[modifica] Il ritorno in patria

Intanto, con la Liberazione negli anni '60 dell'Italia meridionale, il De Sanctis poté tornare in patria dove portò avanti, contemporaneamente alla sempre fervida attività letteraria, anche l'attività politica.

Nel 1860 conobbe Giuseppe Mazzini e, dopo aver interrotto il ciclo di lezioni sulla poesia cavalleresca e entusiasta dell'opera mazziniana, sottoscrisse il manifesto del Partito d'Azione per caldeggiare l’unificazione e per combattere le idee estremiste dei repubblicani.

Da quel momento egli si immerse di slancio nella nuova realtà politica italiana ritrovando nell'azione la possibilità di rendere concreto l'ideale appreso da Machiavelli, Hegel e Manzoni e cioè quello dell'uomo totalmente impegnato nella realtà.

[modifica] Attività letteraria e attività politica

Si dedicò pertanto ininterrottamente, ora all'attività di politico e ministro, ora a quella di giornalista, ora a quella di critico e storico della letteratura e infine a quella di professore.

[modifica] Le cariche politiche

In seguito alla conquista di Garibaldi il De Sanctis venne nominato governatore della provincia di Avellino e per un brevissimo periodo fu ministro nel governo Pallavicino collaborando per il rinnovamento del corpo accademico napoletano.

Nel 1861 venne eletto deputato al Parlamento nazionale, aderendo alla prospettiva di una collaborazione liberal-democratica, e accettò il ministero della Pubblica Istruzione nei gabinetti Cavour e Ricasoli, per cercare di attuare la difficile opera di fusione tra le amministrazioni scolastiche degli antichi stati.

Nel 1862 passò però all'opposizione e in collaborazione con il Settembrini, promosse una "Associazione unitaria costituzionale" di sinistra moderata, che ebbe come voce il quotidiano "Italia" diretto dallo stesso De Sanctis dal 1863 al 1865.

[modifica] Il grande impegno di studi

Il fallimento delle elezioni del 1865 coincise con il ritorno del De Sanctis a un grande impegno di studi concentrato sulla struttura di una storiografia letteraria che fosse di respiro nazionale, questione che affronterà nei saggi sulle "Storie" letterarie del Cantù in "Rendiconti della R. Accademia di Scienze morali e politiche di Napoli" del 1865, e sul Settembrini, "Settembrini e i suoi critici", in Nuova Antologia, marzo 1869.

Nel frattempo De Sanctis stava già lavorando a una "Storia della letteratura italiana" che, nata come testo scolastico, si sviluppò assai presto in un'opera di ampia e complessa portata.

Dal 1872 De Sanctis insegnò Letteratura comparata presso l'Università di Napoli e quell'anno accademico iniziò con il discorso su "La scienza e la vita".
I corsi da lui tenuti in quegli anni si intitolano a Manzoni (1872), la scuola cattolico-liberale (1872-'74), la scuola democratica (1873-'74), Leopardi (1875-1876).
Questi scritti, che svolgono tutti quei temi di Letteratura contemporanea che nella Storia della letteratura non ebbero spazio per esigenze editoriali, furono raccolti da Francesco Torraca e solo in parte rivisti dal De Sanctis.

[modifica] L'ultimo periodo della vita

Nel 1876, prevalendo la Sinistra, il De Sanctis si dimise da professore e accettò da Benedetto Cairoli un nuovo incarico ministeriale (1878-1880) mentre il suo interesse critico si rivolgeva al naturalismo francese come testimonia lo Studio sopra Emilio Zola che apparve a puntate sul "Roma" nel 1878 e lo scritto "Zola e l'assommoir" pubblicato nel 1879 a Milano.

Ritornato a Napoli si dedicò alla rielaborazione del materiale leopardiano che fu pubblicato postumo con il titolo "Studio su G.Leopardi" a c. di R.Ronari nel 1885 e alla vivace dettatura di "Ricordi" autobiografici che arrivano fino al 1844 pubblicati dal Villari nel 1889 con il titolo "La giovinezza di Francesco De Sanctis".

Colpito da una grave malattia agli occhi il De Sanctis morì a Napoli nel 1883.

[modifica] Le Opere

De Sanctis enunciò i suoi principi critici in diversi scritti di carattere non esclusivamente teorico e il suo pensiero non è esposto in opere autonome e organiche di poetica e di estetica.
Il problema dell'arte non divenne mai per De Sanctis oggetto di un discorso rigorosamente filosofico, tuttavia le sue sparse meditazioni su di esso contengono i principi fondamentale dell'estetica moderna e rivelano quanto fossero solide le fondamenta del suo pensiero critico.

[modifica] La "Storia della letteratura italiana"

La Storia della letteratura italiana deve considerarsi il capolavoro critico del De Sanctis.In essa l'autore ricostruisce in modo mirabile lo sfondo storico critico-civile dal quale nacquero i capolavori della letteratura italiana.

Per approfondire, vedi la voce Storia della letteratura italiana (Francesco De Sanctis).

[modifica] Le altre opere

Tra gli studi del De Sanctis spicca il Saggio critico sul Petrarca del 1869 mentre tra i lavori inclusi nei Saggi critici del 1866 e nei Nuovi Saggi critici del 1869 meritano di essere menzionati quelli su episodi della Divina Commedia, su L'uomo del Guicciardini, su Schopenhauer e Leopardi oltre Il darwinismo nell'arte e quelli su Emilio Zola.

Da ricordare ancora è il discorso La scienza e la vita del 1872 nel quale egli, sostenendo la necessità di non separare la scienza dalla vita, prese posizione nei riguardi dell'allora dilagante positivismo.

Scrittore vivace e singolare in una "prosa parlata che ha la spontaneità del discorso vivo", il De Sanctis si rivela un piacevole narratore nel frammento autobiografico La giovinezza del 1889 e nelle quindici lettere che costituiscono il resoconto di Un viaggio elettorale scritto nel 1876.

[modifica] Il pensiero

In un periodo in cui l'entusiasmo per lo storicismo idealistico era scomparso e la critica, sia europea che italiana si era spento e si orientava verso la ricerca filologica-erudita, si trovano nel pensiero di De Sanctis i motivi più significativi e vitali della cultura romantica.
De Sanctis stabilì nella sua Storia della letteratura italiana il legame tra il contenuto e la forma con lo scopo di ricostruire quel mondo culturale e morale dal quale sarebbero nate in seguito le grandi opere.
Egli considera l'arte come il "vivente", cioè la "forma", ritenendo che tra forma e contenuto non esista dissociazione perché esse sono l'una nell'altra.
Nelle pagine di De Sanctis vi è una felice vena di scrittore. Egli infatti scrive con una prosa antiletteraria, fervida e mirabile per l'immediatezza dl pensiero.
Il pensiero del De Sanctis venne contrastato dal positivismo della scuola storica. Sarà solamente con Croce che avrà inizio la rivalutazione del pensiero desanctisiano che troverà, attraverso Gramsci, importanti sviluppi nella critica di ispirazione marxista.

[modifica] Il metodo

Il metodo della critica desanctisiana nasce, oltre che da una geniale elaborazione intellettuale, da una forte esigenza di intraprendere una battaglia culturale.
La critica di De Sanctis fu quindi una critica militante, il tentativo di superare per sempre il distacco tra l'artista e l'uomo, tra la cultura e la vita nazionale, tra la scienza e la vita.
Lo scrittore non è mai per De Sanctis un uomo isolato e chiuso in sé stesso, ma inquadrato nel contesto che lo circonda, cioè la sua civiltà e la sua cultura.

[modifica] L'estetica

Discepolo del Puoti, De Sanctis inizia fin dalla sua prima scuola (1839-1848) la critica del formalismo puristico e retorico e si pone sia contro la poetica del Cinquecento sia contro quella del Settecento, accademica e neoclassica.
In quegli anni a Napoli iniziò a penetrare la filosofia di Hegel e il De Sanctis agli inizi studiò e aderì all'estetica del grande filosofo tedesco anche se era in lui già latente la ribellione che divenne esplicita in occasione della pubblicazione del suo "Saggio sul Petrarca".
Hegel sosteneva infatti che l'arte fosse "l'apparenza sensibile dell'Idea" e quindi che l'opera d'arte fosse simbolo del concetto filosofico e quasi una forma provvisoria di esso. Una simile dottrina conferiva carattere teoretico all'arte, ma ne comprometteva l'autonomia, tant'è vero che Hegel prevedeva alla fine dell'epoca romantica la morte dell'arte.
Il De Sanctis contrappose all'estetica hegeliana, l'estetica della forma intesa come un'attività originaria ed autonoma dello spirito, per mezzo della quale la materia sentimentale si realizza in figurazione artistica. In questo modo essa non è una elaborazione di un contenuto astratto, ma unità di contenuto e forma.
Su questi fondamenti si basa la critica del De Sanctis che fu una vera rivoluzione nella tradizione letteraria italiana.

[modifica] Il rinnovamento della storiografia letteraria

L'esigenza già avvertita durante il romanticismo di avere una storia letteraria che non fosse solamente una successione di biografie ma una storia intesa nel suo completo svolgimento, viene sentita dal De Sanctis che con la sua "Storia della letteratura italiana" compie in modo completo il rinnovamento della nostra storiografia letteraria.

[modifica] Altri progetti

[modifica] Bibliografia

[modifica] Opere

  • Saggi critici, Rondinella, Napoli 1849
  • La prigione, Benedetto, Torino 1851
  • Saggi critici, Morano, Napoli, 1869
  • Storia della letteratura italiana, Morano, 1870
  • Un viaggio elettorale, Morano, Napoli 1876
  • Studio sopra Emilio Zola, Roma, XVI 1878
  • Nuovi saggi critici,, Morano, Napoli, 1879
  • Zola e l'assommoir, Treves, Milano 1879
  • Saggio sul Petrarca, Morano, Napoli 1883
  • Studio su G.Leopardi, a c.di R.Bonari, Morano, Napoli 1885


  • La giovinezza di Francesco De Sanctis, a c. di P.Villari, Morano, Napoli 1889
  • Purismo illuminismo storicismo, scritti giovanili e frammenti di scuola, lezioni, a c. di A. Marinari, 3 voll., Einaudi, Torino 1975
  • La crisi del romanticismo, scritti dal carcere e primi saggi critici, a c. di M.T.Lanza, introd. di G.Nicastro, Einaudi, Torino 1972
  • Lezioni e saggi su Dante, corsi torinesi, zurighesi e saggi critici, a c. di S.Romagnoli, Einaudi, Torino 1955, 1967
  • Saggio critico sul Petrarca, a c. di N.Gallo, introduzione di N.Sapegno, Einaudi, Torino 1952
  • Verso il realismo, prolusioni e lezioni zurighesi sulla poesia cavalleresca, frammenti di estetica e saggi di metodo critico, a cura di N.Borsellino, Einaudi, Torino 1965
  • Storia della letteratura italiana a c. di N.Gallo, introd. di N.Sapegno, 2 voll., Einaudi, Torino 1958
  • Manzoni, a c. di C.Muscetta e D.Puccini, Einaudi, Torino 1955
  • La scuola cattolica-liberale e il romanticismo a Napoli, a c. di C.Muscetta e G.Candeloro,Einaudi, Torino 1953
  • Mazzini e la scuola democratica, a c. degli stessi, Einaudi, Torino 1951, 1961
  • Leopardi, a c.di C.Muscetta e A.Perna, Einaudi, Torino 1961
  • L'arte, la scienza e la vita, nuovi saggi critici, conferenze e scritti vari, a c. di M.T.Lanza, Einaudi, Torino 1972
  • Il Mezzogiorno e lo Stato unitario, scritti e discorsi politici dal 1848 al 1870, a c. di F.Ferri, Einaudi, Torino 1960
  • I partiti e l'educazione della nuova Italia, a c. di N.Cortese, Einaudi, Torino 1970
  • Un viaggio elettorale, seguito da discorsi biografici, dal taccuino elettorale e da scritti politici vari, a c. di N.Cortese, Einaudi, Torino 1968
  • Epistolario (1836-1862) a c. di G.Ferretti, M.Mazzocchi Alemanni e G.Talamo, 4 voll. 1956-69
  • Lettere a Pasquale Villari, a c. di F.Battaglia, Einaudi, Torino 1955
  • Lettere politiche (1865-80) a c. di A. Croce e G.B.Gifuni, Ricciardi, Milano-Napoli 1970
  • Lettere a Teresa, a c. di A.croce, Ricciardi, Milano-Napoli 1954
  • Lettere a Virginia, a c. di B. Croce, Laterza, Bari 1917

[modifica] Saggi critici su Francesco De Sanctis

  • B. Croce, Gli scritti di Francesco De Sanctis e la loro varia fortuna, Bari 1917
  • C.Muscetta,nel vol. F.De Sanctis, Pagine sparse, Bari 1944
  • G. Contini, Varianti e altra linguistica. Una raccolta di saggi (1938-1968), Torino, Einaudi 1970 pp. 499-531 (il saggio è uscito nel 1949 come introduzione a F. De Sanctis, Scritti critici, Torino, Utet).
  • R. Wellek, Storia della critica moderna, Bologna, Il Mulino, 1969, IV, pp. 123-74 (il saggio originario è del 1956.
  • M. Fubini, Francesco De Sanctis e la critica letteraria, in Romanticismo italiano. Saggi di storia della critica e della letteratura, Bari, Laterza, 1971 pp. 295-319 (pubblicato per la prima volta in francese nei "Cahiers d'Histoire Mondiale", VII, 1963,2).
  • C.Dionisotti, Geografia e storia della letteratura italiana, Torino, Einaudi, 1967 pp.12-15 e 27-30
  • C. Muscetta, Francesco De Sanctis, in Lett.it.L.,VIII/I, pp.355-462
  • M.Mirri, Francesco De Sanctis politico e storico della civiltà moderna, Messina-Firenze, D'Anna, 1961
  • S.Landucci, Cultura e ideologia in Francesco De Sanctis, Milano, Feltrinelli, 1963
  • C.Muscetta, Francesco De Sanctis nella storia della cultura, Roma-Bari,Laterza, 1958

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

  • La letteratura italiana nel secolo XIX (1953);
  • La poesia cavalleresca e scritti vari (1954);
  • Lezioni sulla Divina commedia (1955);
  • Memorie, lezioni e scritti giovanili. La Giovinezza e Studi hegeliani (1962);
  • Saggi critici (1952);
  • Saggio critico sul Petrarca (1954);
  • Storia della letteratura italiana (1912 e 1962).


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