Suebi
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I Suebi o Suevi erano un popolo germanico proveniente dall'area del Mar Baltico.
[modifica] Le origini
Duemila anni fa il Mar Baltico era conosciuto dai Romani come Mare suebico. In parte a causa della sua scarsa conoscenza con i diversi popoli germanici che interagirono con Roma, lo storico Tacito si è riferito a tutti i Germani dell'Elba con il nome di Suebi. Gli studiosi moderni hanno mostrato che questa era un'esemplificazione. Infine i Suebi migrarono a sud e a ovest, soggiornando per una periodo nell'odierna regione tedesca della Renania, dove il loro nome sopravvive nell'area nota come Swabia. I Suebi, sotto Ariovisto furono invitati in Gallia dagli Edui, ma subito divennero i loro dominatori e alla fine furono sconfitti da Giulio Cesare nel 58 a.C.
Strettamente collegati agli Alamanni e spesso agendo in accordo con loro, la maggior parte dei Suebi stettero sulla riva destra del Reno fino agli inizi del V secolo, quando il grosso della tribù si unì ai Vandali e agli Alani per fare breccia nella frontiera romana a Mainz e da lì invadere la Gallia (una parte dei Suebi, chiamati Suebi del nord, sono menzionati nel 569 sotto il re franco Siegbert I, nell'attuale Sassonia-Anhalt). E Suebi, colleati a Sassoni e Longobardi, sono menzionati anche in Italia per l'anno 573.
Mentre i Vandali e gli Alani si scontravano con i Franchi alleati di Roma per il dominio sulla Gallia, i Suebi di re Ermerico si diressero a sud, attraversando i Pirenei, e penetrarono in Spagna, che era fuori dal controllo imperiale sin dal tempo della ribellione di Geronzio e Massimo nel 409. Attarversando il paese dei Baschi, si fermarono in Galizia, regione nord-occidentale della Spagna, giurando fedeltà all'Imperatore Onorio, che li accettò come foederati e gli permise di insediarsi in quell'area e di formare un proprio governo autonomo. In contemporanea con la provincia autonoma della Britannia, il reame dei Suebi in Galizia fu il primo di quei sub-regni romani che si formarono dalla disintegrazione dell'Impero romano d'Occidente. E fu il primo ad avere una propria zecca.
[modifica] Regno suebo di Galizia
Durò dal 410 al 584, con capitale Braga (Bracara Augusta). Ben presto gli invasori adotarono la locale lingua romano-ispanica. Come accadde nella maggior parte delle invasioni barbariche, i conquistatori furono un piccolo numero, non più di 30.000.
L'irruzione dei Visigoti in Spagna nel 416, inviati dall'Aquitania dall'imperatore d'Occidente per combattere Vandali e Alani, ebbe come efeftto un'effimera espansione del regno suebo: al suo apogeo si estendeva fino a Merida o Siviglia. Nel 438 Ermerico ratificò la pace con la locale popolazione romano-ispanica e, stanco di guerreggiare, abdicò in favore del figlio Rechila. Nel 448 Rechila morì, lasciando la corona al figlio Rechiaro, che si convertì al cattolicesimo attorno al 447. Nell'arco della sua storia religiosa in questo regno si alternarono cattolicesimo, priscillanesimo e arianesimo. Nella metà del VI secolo si ritornò al cattolicesimo.
Nel 456 Rechiaro morì dopo essere stato sconfitto dal re visigoto Teodorico II e la potenza seuba cominciò a svanire e all'interno del regno sorsero le prime divisioni. Nonostante la pressione visigota, i Suebi mantennero la loro nominale indipendenza nel nord-ovest fino al 584, quando il re visigoto Leovigildo detronizzo Andeca, ultimo sovrano suebo, nel 584.
[modifica] Re suebi di Galizia
- Ermerico (409-438)
- Rechila (438-448)
- Rechiaro (448-456)
- Aiulfo (456-457), solo nel sud
- Framta (456-457), solo nel nord
- Maldraso (457-459), solo nel sud
- Ricimondo (459-463), solo nel nord
- Fromaro (459-463), solo nel sud
- Remismondo (459-469), su tutto il regno dal 463
- Periodo oscuro (469-550), durante il quale si conosce solo il nome diTeodemondo, ma forse anche Vermondo, Rechila II e Rechiaro II
- Carriarico (550-559)
- Teodemaro (559-570)
- Miro (570-583)
- Eborico (chiamato ancheEurico) (583-584)
- Andeca (584-585), ultimo sovrano suebo, deposto e messo in monastero da Leovigildo (i Visigoti, dunque, conquistano i Suebi)
- Malarico (585-586), si oppose a Leovigildo e fu sconfitto
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