Leovigildo
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Leovigildo (Liuvigild, Leuvigild, Leoviglild, Leogild) fu re dei Visigoti dal 569 al 586, anno della sua morte.
Nel 569 Leovigildo venne eletto, in concomitanza con suo fratello Liuva I, sovrano dei Visigoti, dopo un breve periodo di anarchia seguito alla morte di re Atanagildo che era anch'egli loro fratello. Entrambi fedelli alla religione ariana, suddivisero il governo territoriale dei Visigoti in modo tale che Leovigildo sovrintendesse alla parte iberica. mentre Liuva si occupasse del resto del territorio al di là dei Pirenei. Dopo la morte della prima moglie, Teodosia, madre dei suoi figli, Leovigildo si sposò con la vedova di suo fratello, Goisvinda, che influenzerà fortemente anche il regno del successivo sovrano visigoto, Recaredo I.
Intorno al 572 Liuva I morì lasciando Leovigildo come unico regnante dei Visigoti. La sua prima iniziativa fu di unificare tutto il territorio visigoto assediando e conquistando la città di Cordoba fino ad allora in mano ai Bizantini. L'Impero Bizantino, nel tentativo di impadronirsi di una cospicua striscia di terra a sudest del territorio iberico, aveva chiesto addirittura l'aiuto di Atanagildo. Dopo essersi sbarazzato dei Bizantini, fu la volta per Leovigildo di occuparsi dei Suebi e delle loro roccaforti di León e Zamora, estendendo ulteriormente il regno visigoto sia a nord che ad occidente. Tuttavia la presenza dei resti dell'impero Romano non venne del tutto debellata dal territorio iberico, sopravvivendo nella parte meridionale e mantenendo addirittura la nomenclatura di Hispania Baetica.
Sebbene in costante coflitto con i Bizantini, Leovigildo ne imitò il metodo di amministrazione del territorio e il cerimoniale, arrivando addirittura ad ispirarsi al suo sistema di conio. Leovigildo riformò la legge dei Visigoti e creò la possibilità di una successione pacifica al torno facendosi coadiuvare alla reggenza dai suoi due figli, Recaredo ed Ermenegildo. Il più anziano dei due fratelli, Ermenegildo, si unì in matrimonio con una principessa franca, Ingunda, figlia di re Sigeberto I, sovrano d'Austrasia.
Tra il 584 ed il 585 Leogivildo ordina ai suoi sudditi di religione cattolica di convertirsi alla religione ariana, scatenando la rivolta della provincia della Baetica, capitanata da suo figlio Ermenegildo che si era convertito al Cattolicesimo grazie all'opera del vescovo cattolico Leandro di Siviglia. Dopo che i Bizantini fallirono nel tentativo di prestare aiuto ai rivoltosi, Ermenegildo venne catturato a Cordoba e assassinato dai sicari di suo padre e Leandro costretto a riparare in Mauritania. Ermenegildo venne in seguito canonizzato da papa Sisto IV su richiesta del sovrano iberico Filippo II il Cattolico.
Leovigildo approfittò della campagna volta a sedare la rivolta per sottomettere anche le popolazioni suebe della Galizia, sconfiggendo l'esercito dell'ultimo sovrano suebo, Andeca, nel 584 ed annettendo al regno visigoto il regno di Galizia.
L'ultimo anno di regno di questo sovrano venne tormentato dal conflitto aperto con i Franchi lungo i confini settentrionali del territorio visigoto. Tuttavia quello di Leovigildo fu uno dei periodi di governo più saldi della storia dei Visigoti in Spagna, grazie anche alla fondazione della nuova capitale a Toledo, da cui spesso si indica il regno iberico dei Visigoti come regno di Toledo.
Alla sua morte il trono venne ereditato da suo figlio minore Recaredo che nel 589 si convertì al Cattolicesimo eleggendolo a religione di stato.
Monarca precedente: Atanagildo |
Re Visigoti 569–572 (con Liuva I), 573–586 (unico re) |
Successore: Recaredo I |
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