Strada Statale 63 del Valico del Cerreto
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Strada Statale 63
del Valico del Cerreto
Inizio | Reggio Emilia |
Fine | Aulla |
Lunghezza | 137,4 km |
Regioni | Emilia-Romagna Toscana |
La strada del Valico del Cerreto, (Strada Statale n° 63) è la strada statale che collega Reggio Emilia con il Valico del Cerreto e da qui prosegue fino ad Aulla, nell'Appennino tosco-emiliano.
Nel XVIII secolo era chiamata anche Strada Ducale o Strada Ducale di Lunigiana.
Indice |
[modifica] XVIII secolo
Un percorso appenninico irregolare è di antica origine, ma la sistemazione definitiva e parzialmente carrozzabile della strada ebbe inizio solo nel XVIII secolo, quando il duca Ercole III incaricò l'ingegnere Lodovico Bolognini della realizzazione della "Strada ducale di Castelnovo Monti", il cui percorso si sarebbe collegato col versante toscano e da qui al mar Tirreno. Il progetto venne presentato nel 1785. Il cantiere si interruppe nel 1796, con l'avvento di Napoleone e e gli eventi politici connessi alla dissoluzione del ducato. La strada era stata sistemata fino al tratto Reggio - Busana.
[modifica] XIX secolo
[modifica] Periodo napoleonico
Il governo napoleonico, che aveva nella creazione di strade e ponti una delle maggiori priorità civili e militari, riprese il progetto estense immaginando un collegamento fra il mar Ligure e Adriatico attraverso il Dipartimento del Crostolo (nuovo nome assunto dalla provincia di Reggio Emilia), sistemando la strada del Cerreto fra la Spezia e Reggio e da qui ripristinando il Canale Naviglio, via d'acqua navigabile che si collegava al Po attraverso le località di Mancasale, Bagnolo in Piano, Novellara, Gualtieri. Del progetto della strada fu di nuovo incaricato, con altri esperti, l'ingegnere Bolognini, che lo presentò nel 1808. Il naviglio Reggio Po venne comunque sistemato nello stesso anno, mentre i lavori nella strada appenninica procedettero a rilento.
[modifica] Restaurazione
Dopo il Congresso di Vienna l'Emilia e la Toscana erano di nuovo divisi in vari stati, tutti legati alla Casa D'Austria. Si riproponeva la questione del collegamento fra pianura padana e mar Tirreno e se fosse più conveniente il percorso della Strada del Cerreto o quello della Cisa, nel ducato di Parma. Nel 1818 una commissione formata da rappresentanti del ducato di Parma, del duca di Modena e Reggio Francesco IV, del granduca di Toscana e dell'imperatore d'Austria esaminò il problema, ma le discussioni sul percorso e sui finanziamenti si protrassero fino al 1828. Alla fine il percorso definitivo, nel tratto toscano e ligure, passava dal valico del Cerreto per Fivizzano, Sarzana e Spezia. Nel 1831 la strada era in buona parte terminata
[modifica] Dopo l'unità
Dop l'unità d'Italia la strada venne classificata come strada di interesse nazionale n° 23 (in seguito diverrà la n° 38 e infine la strada statale n° 63, come è tuttora). Vennero eseguite diverse rettifiche del tracciato, fra cui nel 1867 la rettifica Aulla - Fivizzano. Il nuovo stato italiano diede impulso alle ferrovie e si pose la questione del tracciato di collegamento dell'appennino nord - occidentale con la pianura padana. Si pose di nuovo l'alternativa fra la Strada della Cisa o quella del Cerreto, e prevalse la prima opzione. La ferrovia Parma - la Spezia fu inaugurata il 1 agosto 1894.
[modifica] XX secolo
Il tracciato della strada era piuttosto tortuoso e nel corso del XX secolo subì numerose rettifiche. Negli anni 90, nei comuni di Casina e Carpineti nella provincia di Reggio sono state realizzate numerose gallerie che hanno reso più rapido il collegamento.
[modifica] Descrizione settecentesca della "Strada Ducale di Lunigiana"
Nel 1788 l'antico percorso della strada viene così descritto da Lodovico Ricci nella "Corografia dei Territori di Modena, Reggio e degli altri Stati appartenenti alla Casa d'Este":
«Strada Ducale di Lunigiana, ossia di Castelnuovo ne' Monti". Esce dalla Città di Reggio volgendo il suo corso a Mezzogiorno, e scorre sopra un ponte di figura Romboidale di due arcate, sormonta il Crostolo, corre presso la Ducal Villa di Rivalta, attraverso il feudo d'Albinea, il borgo di Pujanello, ed entra nel feudo di Vezzano, dove il Torrente Campola sbocca nel Crostolo. Ivi si piega a dritta verso ponente, e costeggiando il Rio Campola prosegue per Sedrio, traversa il detto torrente e giunge al borgo di Pecorile in Canossa. Continua la strada attraverso i Feudi di Paderna, e di Sordiglio, ed ivi piegandosi nuovamente al Meriggio stendesi pel Feudo di Pavullo, ed entra in Sarzano.
Quindi prosiegue alla Casina, e poco dopo sormonta i due nuovi Ponti sovrapposti alli rivi Tassubio e Rezola, giunge a Migliara, scorre per Marola, attraersa i Feudi Pantano, San Donino, Busanella, e giunge a Fellina. Quivi trova un ramo di strada al Mezzodì, che passando la Secchia alla Gatta corre per Menozzo e Ligonchio a Sillano, e cala in Garfagnana. Da questo stretto ramo se ne stacca un altro, che volgendosi anche più a mattina stendesi per Quara, Gova, Romanoro, Pietravolta, S. Pellegrino, e scende pure a Castelnuovo di Garfagnana. Uscita di Fellina la Strada della Lunigiana piega al Ponente, passa sopra un Ponte il Rio di Carbonara, e lasciando sulla sinistra la Pietra di Bismantova, mette capo a Castelnovo ne' Monti. Uscita di quella terra ritorna nella Giurisdizion di Bismantova, stendesi alle cale del Garfagnolo, entra nei Feudi di Busana, passa per le borgate di Cervarezza, e rivolta alla faccia di Meriggio corre sulla pendice di Ventasso. Non molto dopo attraversa il paese di Busana, e lasciando la Secchia alla sinistra continua sempre colla stessa direzione per le borgate di Nismozza, Aquabona e giunge a Culagna. Esce di Culagna rivolta a Ponente, e dopo qualche tratto passa sulla confluenza di due Torrenti detti Canalazzo e Biola, e li sormonta amendue in un bel ponte di cinque archi, poscia entra nel Feudo di Valbona, e taglia pel tratto di due miglia la pendice di macigno, che quasi perpendicolare sovrasta ivi alla Secchia sulla sinistra. Quivi piegata al Meriggio cala nel fiume, indi sale al Cerreto, e ne attraversa l'abitato, poscia continuamente montando per due miglia e mezzo ginge alla cima dell'alpi fino ai confini di Sassarbio Giurisdizione di Fivizzano, paese della Lunigiana, e dominio del Gran-Ducato di Toscana» |
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