Solone
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«La giustizia è come una tela di ragno: trattiene gli insetti piccoli, mentre i grandi trafiggono la tela e restano liberi.»
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(Solone)
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Solone fu un importantissimo legislatore nell'antica Atene. È vissuto tra il VII e il VI secolo a.C.. Ateniese di nobile famiglia, dopo essersi dato in gioventù ai commerci, si dedicò tutta la vita alla politica. Fu considerato dagli antichi uno dei Sette Savi. La sua poesia risente spesso del suo impegno politico.
Il suo operato ad Atene, in quanto legislatore o "arbitro della costituzione", come lo definisce Aristotele , è articolato in tre punti principali: l'abolizione della schiavitù per debiti; la riforma timocratica o censitaria e la riforma del sistema attico di pesi e misure, che passò dal sistema eginetico a quello ionico-attico.
All'arrivo di Pisistrato sulla scena politica ateniese si ritirò in esilio volontario.
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[modifica] L'abolizione della schiavitù per debiti
Gli schiavi, merce dell'antichità greca, erano costituiti in gran parte da prigionieri di guerra, ma nell'età arcaica un buon numero era formato da debitori insolventi che avevano ottenuto un prestito dando come garanzia se stessi. Spesso si trattava di un piccolo agricoltore che chiedeva un prestito ad un grande proprietario terriero e non riusciva a saldarlo entro un periodo di tempo. Il piccolo agricoltore diventava un ectemoro ed era così tenuto a dare 1/6 del raccolto al padrone, diventando quindi una sorta di servo della gleba. Poiché questo fenomeno era sempre più frequente, Solone, vedendo che la piccola proprietà stava scomparendo e nell'intento di rimuovere le ingiustizie sociali al fine di creare un corpo cittadino privo di attriti e di motivi di ribellione, elaborò quella riforma battezzata da Aristotele seisachteia (letteralmente "scuotimento di pesi", intendendo metaforicamente l'eliminazione dei debiti contratti sul corpo del debitore), appunto l'abolizione della schiavitù per debiti. Questa riforma ebbe anche la particolarità di valere anche per i casi passati. Di conseguenza vennero liberati tutti gli ectemoroi compresi alcuni che furono i protagonisti di una vera e propria speculazione finanziaria. Infatti chiesero ingenti prestiti perché sapevano che sarebbe stata fatta la riforma di Solone per poi tenersi i soldi che non dovevano più rendere. Nonostante ciò, Solone fu letteralmente osannato ed egli stesso si vantò di aver restituito armonia tra le classi sociali.
[modifica] La riforma costituzionale
Quando viene nominato arconte con poteri straordinari, nel 594 o 591 a.C., Solone trova una situazione sociale e politica bloccata, con il potere in mano alle stirpi (γένη) aristocratiche: il principale organo legislativo della città è la "Boulé (βουλή) dei Quattrocento", costituita da cento membri per ogni tribù gentilizia (le quattro tribù sono quelle degli Opleti, Argadei, Geleonti ed Egicorei); l'organo supremo dello stato ateniese è il Consiglio dell'Areopago, formato dagli ex arconti che rimangono a vita membri del Consiglio. Nell'intento di creare forme di mobilità sociale e di offrire i diritti politici a tutti i cittadini, Solone sostituisce alle quattro tribù gentilizie quattro nuove tribù in cui distribuisce la cittadinanza in base al reddito. Si tratta delle seguenti classi censitarie:
- Pentacosiomedimni (coloro che ogni anno ricavano almeno 500 medimni di grano dai loro campi o hanno comunque un reddito pari a tale somma)
- Cavalieri (coloro che ricavano almeno 300 medimni o sono in grado di mantenere un cavallo)
- Zeugiti (coloro che ricavano almeno 200 medimni o sono in grado di mantenere una coppia di buoi da aratro)
- Teti (la maggioranza, coloro che guadagnano meno di 200 medimni, compresi i nullatenenti).
A tutti i cittadini, che siano pentacosiomedimni o teti, veniva garantito il diritto elettorale attivo, ossia il diritto di partecipare all'assemblea generale e di eleggere i magistrati, ma solo ai pentacosiomedimni è concesso il diritto di farsi eleggere alla carica più importante, quella degli arconti. In maniera analoga, le altre magistrature sono aperte alle classi in base al censo: ad esempio solo pentacosiomedimni e cavalieri possono diventare tamiai, ossia tesorieri di stato, e così via. I teti sono del tutto privi del diritto elettorale passivo, ma possono comunque prendere parte all'assemblea e ai tribunali. L'aspetto più importante della riforma consisteva nel suo carattere aperto: dato che il criterio di distinzione tra una classe e l'altra non era più il sangue, vale a dire la nobiltà di nascita, ma il reddito, era teoricamente concessa a chiunque la possibilità di compiere la scalata sociale, garantendosi la pienezza del diritto.
Nei fatti, la riforma non interveniva sulle disuguaglianze economiche, non prevedeva ridistribuzioni di terre e non colpiva sostanzialmente i privilegi dei più ricchi, dei quali, tuttavia, suscitò lo scontento per aver concesso anche ai più poveri di partecipare alla vita politica. In conclusione, Solone si attirò l'ira di tutte le parti sociali, tanto che, alla fine della sua opera, i disordini sociali ad Atene ripresero come in precedenza e aprirono la strada alla tirannide di Pisistrato. Solone, però, si faceva vanto dei fatto che nessuno poteva dirsi contento della sua riforma costituzionale, considerando questo fatto come segno di imparzialità della sua opera.
[modifica] L'attività politica
Solone emanò anzitutto leggi che vietavano di ridurre i cittadini in schiavitù per debiti non risarciti, e che cancellavano le ipoteche e i debiti contratti in precedenza. Tali provvedimenti sollevarono dal bisogno le fasce più basse della popolazione, anche se Solone rifiutò di promuovere una radicale riforma agraria, che avrebbe causato, attraverso la ridistribuzione delle terre, eccessivi malcontenti tra i possidenti aristocratici. Attuò inoltre sostanziali riforme costituzionali, la più importante delle quali fu la divisione della popolazione in quattro classi su base timocratica: i pentacosiomedimni, ossia coloro che avevano una rendita annuale di 500 medimni di cereali; i triacosiomedimni, o cavalieri, la cui rendita ammontava a 300 medimni; gli zeugiti, la cui rendita era di 200 medimni; e infine i teti, nullatenenti. Solo gli appartenenti alle prime tre classi godevano del diritto di voto ed erano tenuti a prestare servizio nell'esercito. Le cariche amministrative più delicate (quelle variamente connesse alla gestione delle finanze della pólis) erano riservate ai soli pentacosiomedimni, meno corruttibili perché già ricchi e in grado di rispondere in solido delle eventuali irregolarità; alla carica di arconte potevano invece accedere anche i triacosiomedimni. Tutti i cittadini, compresi i teti, potevano infine partecipare alle assemblee pubbliche: l’assemblea popolare (ecclesía) e il tribunale del popolo (eliea).
Secondo la tradizione Solone, che mantenne la prestigiosa istituzione arcaica dell’Areopago, istituì anche un nuovo consiglio cittadino, che da alcuni è stato considerato una sorta di anticipazione della bulè di 400 membri, istituita poi da Clistene.
L'attività legislativa di Solone toccò inoltre vari aspetti della vita economica e sociale, poiché introdusse, tra l’altro, una riforma monetaria e legiferò in materia di matrimonio, adozioni, promozione delle attività commerciali. Nonostante molti dettagli della sua attività legislativa non siano noti, sicuramente egli favorì l'instaurazione della democrazia ad Atene; nel distinguere i cittadini in base al loro censo non annullò certo le loro differenze sociali, né li parificò nelle possibilità di assunzione di responsabilità politiche. Strappò però il controllo assoluto della vita politica ateniese ai pochissimi nobili, che lo detenevano in precedenza per antico diritto di sangue, ponendo così le basi per le successive riforme.
[modifica] L'attività filosofica e letteraria
Fra i testi a lui attribuiti, compaiono anche testi di carattere autobiografico, ma egli tratta principalmente di politica.
La triade concettuale da egli introdotta, fu fondamentale per la letteratura greca (venne riproposta da Eschilo):
- uβρις (ybris): il male è una scelta dell'uomo
- aτε (ate): l'aτε è un procedimento di degradazione a cui gli dei sottopongono chi si è macchiato di uβρις
- δίκε (dike): è il motore del processo di giustizia divina
Il male per Solone è dovuto all'ὕβρις: ciò rappresenta un'evoluzione strepitosa rispetto alla cultura arcaica, che credeva nello φθόνος θεῶν (fthonos theon, invidia degli dei) e nel μίασμα (miasma, putredine generazionale, ἄτε di famiglia), perché il male nasce dal cuore dell'uomo, dall'individuo in sè.