Sin
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Sin era il dio della luna presso i Babilonesi, conosciuto come Nanna (colui che illumina) nella mitologia sumera.
Veniva rappresentato con una barba di lapislazuli e con un toro alato come cavalcatura.
Sua moglie era Ningal (grande regina) dalla quale nacquero Utu/Shamash, dio del sole ed Inanna/Ishtar, dea dell'amore.
I suoi simboli erano la luna crescente, il toro ed il tripode.
Le due sedi principali del culto del dio Sin erano Ur nel sud e Harran al nord. Il culto di Sin si sparse ad altri centri in tempi antichi, e templi dedicati al dio-luna sono stati trovati in tutte le grandi città della Mesopotamia.
Sin è indicato comunemente come En-zu = "signore della saggezza", questo attributo è a lui costantemente associato. Durante il periodo della supremazia di Ur nella valle dell'Eufrate (c. 2600-2400 aC), Sin era naturalmente considerato il dio principale del pantheon mesopotamico. È a questo periodo che risalgono le indicazioni di Sin come "padre degli dei", "capo degli dei", "creatore di tutte le cose" e similari. È ragionevole supporre che il culto del dio-luna fosse stato introdotto in Babilonia dall'Arabia da popolazioni nomadi di origine semita.
Il dio-luna è per eccellenza il dio della gente nomade, essendo la luna loro guida e protezione di notte quando, per gran parte dell'anno, intraprendono le loro migrazioni, così come il dio-sole è il dio principale delle popolazioni dedite all'agricoltura. Il culto una volta introdotto tenderebbe a perseverare e lo sviluppo dell' astrologia, che culmina nell'invenzione del calendario ed in un sistema dell'interpretazione dei movimenti degli astri nel cielo stellato, sarebbe un fattore importante nel mantenere la posizione di Sin nel pantheon.
Il santuario principale di Sin a Ur è stato chiamato E-gish-shir-gal = "casa della grande luce". Il suo santuario a Harran è stato chiamato E-khul-khul = "casa della gioia". Sui cilindri-sigillo è rappresentato come un uomo anziano con la barba fluente e con la mezzaluna come suo simbolo. Nel sistema astrale-teologico è rappresentato dal numero 30 ed il pianeta Venere collagato a sua figlia Ishtar dal numero 15. Questo 30 probabilmente si riferisce al numero medio di giorni (correttamente intorno a 29,53) in un mese lunare come viene misurato fra due noviluni successivi.
La 'saggezza' personificata dal dio-luna è probabilmente un'espressione della scienza dell'astrologia in cui l'osservazione delle fasi lunari è un fattore molto importante. La tendenza a centralizzare le potenze dell'universo conduce all'istituzione della dottrina di una triade consistente in Sin, Shamash e Ishtar, personificando la luna, il sole e la terra intesa come "forza vitale".
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