Petlyakov Pe-2
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Petlyakov Pe-2 | |
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In volo |
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Descrizione | |
Ruolo | Bombardiere |
Equipaggio | 3 |
Primo volo | giugno 1940 |
Entrata in servizio | 1941 |
Costruttore | industrie di stato URSS |
Esemplari costruiti | oltre 11.000 |
Dimensioni | |
Lunghezza | 12,6 m |
Apertura alare | 17,2 m |
Altezza | 3,5 m |
Superficie alare | 35 m² |
Pesi | |
A vuoto | 5.870 kg |
Carico | kg |
Massimo al decollo | 7.550-8,500 kg |
Propulsione | |
Motore | 2 M-105 12 cilindri a V |
Potenza | 1.140 cv l'uno |
Prestazioni | |
Velocità massima | 540 km/h a 5.000 m. |
Autonomia | 1.150 (con 1.000 kg di bombe) |
Tangenza | 8.800 m (quota operativa) |
Armamento | |
Mitragliatrici | 7 mtg. SKHAS/UBT da 7,62/12,7 |
Bombe | fino a 1.000 kg (sovraccarico) |
Note | |
Il migliore bimotore della V-VS durante la II GM | |
La lista di aerei militari presenti su wiki | |
Progetto:Aviazione |
Il Petlyakov Pe-2 era un bimotore multiruolo e, insieme ai modelli moderivati, è stato l'ossatura dei reparti da bombardamento tattico dell'Aviazione Sovietica (V-VS) durante la Seconda guerra mondiale.
Le loro eccellenti prestazioni gli consentirono di restare validi fino al termine delle ostilità, e anche dopo. I limiti dell'aereo in termini di carico bellico e raggio d'azione non erano tuttavia del tutto accettabili per esigenze un pò più orientate nel'ottica di un impiego maggiormente strategico.
Indice |
[modifica] Storia
La necessità di avere un nuovo bimotore per l’impiego nelle unità di prima linea portò alla progettazione di questo nuovo velivolo da parte del gruppo guidato da Vladimir Mikhailovich Petlyakov, esperto membro del team della Tupolev. L'impiego previsto era tuttavia quello di caccia d'alta quota (non di bombardiere) e la macchina, denominata VI-100, con motori turbocompressi e abitacolo pressurizzato, venne poi rielaborata per il bombardamento, sempre d'alta quota. Ma siccome la precisione in tali condizioni era discutibile, il progetto venne nuovamente modificato con l'introduzione degli aereofreni di picchiata, trasformando l'originario caccia pesante in un bombardiere in picchiata dalla straordinaria velocità, designato PB-100, irrobustito e privato della cabina pressurizzata.
[modifica] Tecnica
Si trattava di un velivolo straordinariamente simile al Bloch MB.170 francese, caratterizzato come questo da una struttura estremamente aerodinamica, e quasi consequenzialmente, slanciata ed elegante. La coda aveva il piano verticale sdoppiato, per consentire al mitragliere di difendere meglio il settore posteriore. L'ala era monoplana bassa e molto allungata. L'abitacolo era molto più corto e basso di quello della macchina francese, e il muso era molto più appuntito; questo un pò per le esigenze imposte dalla ricerca aereodinamica, ma anche per la presenza originaria dell'abitacolo pressurizzato.
I motori, altro punto di contatto con le macchine francesi essendo derivati da un modello Hispano-Suiza, erano tuttavia del tutto diversi, anche se con la stessa potenza di quello installato sul Bloch. Posti come di consueto nelle gondole alari, avevano una struttura a cilindri in linea (12 a "V") ed erano raffreddati a liquido grazie ai radiatori sistemati sotto le eliche tripala, metalliche e a passo variabile. Non erano più dotati di turbocompressore e pertanto le prestazioni in quota erano adesso assai modeste.
Sempre nelle ali, sistemati sul dorso inferiore, erano posti gli aerofreni a fessura, estraibili durante le picchiate per diminuire la velocità, aumentando quindi il tempo disponibile per mirare con precisione sui bersagli (gli aerofreni servono essenzialmente per questo scopo). Nelle gondole motori esistevano anche gli elementi principali del carrello, molto robusti e con grandi pneumatici per operare in qualunque terreno. Anche bombe da 100 chili potevano essere sistemate nella parte posteriore delle gondole. In alternativa, tutto il carico bellico poteva essere alloggiato dentro la stiva bombe, nella fusoliera. Quest'ultima era ben corazzata con piastre protettive da 9mm nelle parti vitali, erano presenti poi due mitragliatrici calibro 7,62 nel muso mentre altre due vennero sistemate in posizione dorsale e ventrale. Il ruotino di coda era retrattile, mentre l'antenna radio aveva una struttura estremamente robusta e molto alta sopra l'abitacolo.
[modifica] L'impiego e le nuove versioni
La macchina era appena entrata in linea in tempo per l'operazione Barbarossa, ed inizialmente non poté pressoché nulla contro l'avanzata tedesca. Ancora un'anno dopo, le continue perdite affliggevano a tal punto i reparti che solo numeri modesti erano disponibili. Le cose poi migliorarono rapidamente. A Kursk, per esempio, un gran numero di queste macchine vennero usate in azioni di bombardamento tattico. Il velivolo, durante gli ultimi 3 anni di guerra, divenne estremamente importante nelle file della V-VS. Potendo bombardardare in picchiata come il Junkers Ju 88, ma essendo di circa 100 km/h. più veloce, era un'eccellente velivolo in ogni aspetto che contava per l'efficacia bellica. Le macchine giunte in servizio nel corso degli anni erano state poi ottimizzate per ogni compito tattico, e il carico bellico venne incrementato in maniera sensibile; anche l'introduzione dei motori da 1.600CV rese il velivolo estremamente competitivo verso qualunque altro avversario avesse dovuto incontrare.
Nel 1942-43 le versioni in produzione comprendevano il Pe-2FT, con motori da 1.260hp (anziché 1.100), che resero la velocità massima quasi pari a quella dei migliori caccia della Luftwaffe allora comparsi (580km/h. a 5.000 metri), e il Pe-2M che, volato per la prima volta nell'ottobre 1941, portava fino a 4 bombe da 500 chili. Il Pe-3bis era invece un caccia dotato di un articolato armamento di armi da 12,7 e 20mm. Era dotato anche di ipersostentatori per il combattimento manovrato (per ridurre la velocità di stallo durante le manovre consentendo di "stringerle" il più possibile) al posto dei freni di picchiata.
Nel corso del 1942 la mitragliatrice da 7,62 dorsale venne sostituita dalla UBT calibro 12,7, un'arma ancora più potente e certamente valida contro i caccia nemici ormai sempre più robusti. Anche l'arma ventrale venne sostituita da una da 12,7, mentre altre due da 7,62 vennero aggiunte sui lati. La macchina venne ulteriormente riadattata alla caccia d'alta quota, con il modello Pe-2VI, mentre il migliorato Pe-2I era dotato di motori M-107 da 1.650CV e turbocompressore, grazie al quale la velocità superò i 645 km/h. Il Pe-2R era il modello ricognitore, che non poteva mancare per una macchina di queste qualità. Il Pe-2U aveva invece l'abitacolo bicomando in funzione addestrativa, ed infine il Pe-2R venne sperimentato con un motore a razzo ausiliario RD-1 per rilevare l'incremento di prestazioni ottenibile con tale soluzione di propulsione mista.
[modifica] Confronti e curiosità
Il Pe-2 era una velivolo, come già visto, molto simile al Bloch 170 eccetto che per il fatto di avere motori a cilindri in linea. Era se non altro per questo un pò più veloce, avendo per il resto la stessa potenza e un maggiore peso. Nei confronti del Ju 88 non c'era molta differenza, quanto a ruoli, ma il Pe-2 era estremamente veloce e anche assai ben armato. Lo Junkers era potente e moderno, ma la sua bassa velocità lo rendeva vulnerabile a praticamente qualunque caccia lo avesse incontrato, mentre il Pe-2 poteva competere con i migliori intercettori dell'epoca nonostante gli aerofreni e gli irrobustimenti strutturali necessari per esercitare il ruolo di bombardiere in picchiata.
Il De Havilland Mosquito inglese era per certi versi il modello più vicino al Pe-2. Come lo Junkers, aveva un leggero margine di carico bellico in più, ma soprattutto era migliore in termini di autonomia, essendo a tutti gli effetti un bombardiere strategico piuttosto che tattico. Era inoltre straordinariamente veloce e possedeva una elevata quota di tangenza. Tuttavia, se il Mosquito era il migliore in termini strategici, il Pe-2, costretto a combattere spesso in supporto delle truppe a terra e contro obiettivi dietro la linea del fronte, era certamente il migliore in termini tattici. Infatti pur avendo un leggero svantaggio (invece che una parità) in termini di velocità comparata a quella dei caccia avversari, non puntava tutte le sue carte su di essa (che non avrebbe potuto in ogni caso costituire un'assicurazione totale) ma si affidava anche a poche, ma efficaci armi difensive che riducevano solo marginalmente le prestazioni ma garantivano la difesa dai caccia nemici. Le due mitragliatrici di piccolo calibro consentivano poi di sparare in maniera offensiva contro eventuali bersagli a terra o in aria, cosa che il Mosquito, totalmente disarmato, non poteva fare.
È difficile strabilire se fosse migliore il velivolo inglese, visto che nella sua prima versione raggiungeva i 585km/h contro i 560 del Bf 109E, mentre il Pe-2 si accontentava di 540 km/h ma poteva disporre di un'armamento difensivo. Certo è che se il Mosquito fosse stato usato in compiti tattici avrebbe potuto far valere molto meno la velocità e l'elevata quota di tangenza (nonché il raggio d'azione, che consentiva di avere maggiore libertà nella scelta della direzione da cui arrivare) e avrebbe dovuto far fronte ad una minaccia che non avrebbe potuto contrastare in alcun modo. Inoltre il Mosquito non era un bombardiere in picchiata; anche questo aspetto era importante, specie nelle missioni tattiche.
In definitiva, il Pe-2 era una ottimo compromesso tra esigenze contrastanti, con la capacità di bombardamento in picchiata e l'armamento difensivo del Ju 88, combinata con una velocità quasi pari a quella del Mosquito, quindi un'ottima combinazione tra le caratteristiche dei bombardieri in picchiata (di solito molto "spigolosi") e quelle dei bombardieri veloci. Un'aspetto negativo era la capacità di carico ed un'autonomia inferiori rispetto a queste due macchine (specialmente per lo Ju 88 come carico, e per il Mosquito come autonomia), mentre le prestazioni in quota erano tutt'altro che straordinarie, anche se nei compiti tattici in cui la macchina veniva usata questo non era molto importante.
Il Pe-2 era certamente una macchina fortunata ed indovinata, veloce e versatile com'era. Rispetto al Bloch 170, la maggiore differenza non si dovrebbe cercare tanto nei motori ma piuttosto nel fatto di trovarsi in una situazione geopolitica meno critica. Entrambe fecero appena in tempo ad entrare in servizio subito prima dell'attacco tedesco, ed entrambe appartenevano a nazioni che, per quanto fortissime sulla carta, vennero sconfitte clamorosamente. Ma se la Francia capitolò inesorabilmente, l'URSS riuscì invece a resistere e quindi il Pe-2, a differenza del Bloch, non passò alla storia come l'aereo che "avrebbe potuto fare tanto se solo ci fosse stato il tempo...", ma come la macchina che contribuì al riscatto dell'Unione Sovietica dopo le prime, catastrofiche sconfitte, finendo vittoriosamente il conflitto. Venne così prodotta in oltre 11.400 esemplari contro il centinaio di Bloch 174-76.
Petlyakov, bravissimo progettista, non ebbe tuttavia fortuna con la creazione che più d'ogni altra lo consacrò tra i grandi progettisti. Dapprima Stalin lo fece imprigionare con l'accusa d'aver passato ai tedeschi i piani per costruire il Messerschmitt Bf 110 (che invece volò molto prima) in quanto le due macchine si somigliavano molto, cosa d'altra parte normale quando anche le esigenze sono simili. Ma il successo operativo del Pe-2 e le esigenze di estrapolarne nuove versioni lo riabilitarono presto.
Poi, tristemente, durante un volo di collegamento effettuato con il secondo esemplare di serie del suo aereo, Petlyakov rimase coinvolto nello schianto della macchina, a causa di un incendio in volo. Morì il 23 gennaio 1942.