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Carrello d'atterraggio - Wikipedia

Carrello d'atterraggio

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il robusto carrello d'atterraggio dell'Antonov AN-225
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Il robusto carrello d'atterraggio dell'Antonov AN-225

Il carrello d'atterraggio è il sistema che sorregge un velivolo quando non è in volo e gli permette un più rapido spostamento sui piazzali di manovra aeroportuali. È inoltre progettato per ammortizzare il momento in cui tocca terra durante la fase di atterraggio. Normalmente è composto da ruote fissate ad ammortizzatori, ma possono anche essere utilizzati sci per operazioni su superfici nevose o ghiacciate oppure galleggianti per operazioni su superfici acquose, come nel caso degli idrovolanti. Molti elicotteri invece utilizzano i pattini: permettono l'atterraggio quasi ovunque ma rendono difficile lo spostamento dell'elicottero quando non è in volo.


Indice

[modifica] Tipi di carrello

[modifica] Carrello fisso

Questo tipo di carrello è fissato sotto la fusoliera o le ali dell'aereo: genera molta resistenza aerodinamica ma risulta meno pesante e non richiede il livello di manutenzione necessario per i carrelli retrattili. Viene di solito utilizzato negli aerei di piccole dimensioni perché nella maggior parte dei casi i vantaggi in termini di prestazioni non giustificano il peso e la complessità maggiore.

[modifica] Carrello retrattile

Carrello retrattile dell'Airbus A340. Si noti il terzo carrello al centro della fusoliera
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Carrello retrattile dell'Airbus A340. Si noti il terzo carrello al centro della fusoliera

Questo tipo di carrello viene retratto nella fusoliera o nelle ali dell'aereo (in apposite gondole negli elicotteri) e permette una notevole riduzione della resistenza aerodinamica generata da un carrello fisso.

I primi elementari sistemi di retrazione non apparsero fino al 1917, ma fu solo tra la fine degli anni '20 e i primi anni '30 che cominciarono a diffondersi. Le prestazioni migliorarono così tanto da giustificare la maggiore complessità e il peso aggiuntivo. Gli aerei che ne beneficiarono di più furono i caccia, tanto che allo scoppio della seconda guerra mondiale i modelli che non utilizzavano questo sistema erano obsoleti e venivano facilmente superati in velocità e prestazioni da quelli che lo utilizzavano.

In fase di manutenzione dell'aeromobile, per assicurare la staticità dei carrelli si usa bloccarli mediante un perno con attaccata una bandierina rossa o arancione riportante la scritta REMOVE BEFORE FLIGHT, che ha il compito di ricordare al personale addetto alla manutenzione di rimuovere il perno prima del volo affinché il carrello possa retrarsi all'interno del vano senza ostacoli.

[modifica] Carrello biciclo

Il Douglas DC-3 disponeva di un carrello biciclo che veniva retratto nelle gondole dei motori
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Il Douglas DC-3 disponeva di un carrello biciclo che veniva retratto nelle gondole dei motori

Detto anche carrello triciclo posteriore, è costituito da due sole ruote principali poste anteriormente sotto la fusoliera o sotto le ali e da un ruotino di coda. I primi aerei utilizzavano un pattino al posto del ruotino.

Il vantaggio di questo tipo di carrello è che permette l'atterraggio e il decollo anche da piste semi-preparate o comunque non in condizioni ottimali: questo perché la ruota anteriore dei carrelli tricicli non è molto resistente, al contrario della robustezza dovuta al fatto di usare due sole ruote. Inoltre gli aerei che utilizzano questo sistema incontrano meno difficoltà quando devono atterrare in condizioni di vento forte.

L'"assetto a cabrare" che assumono gli aerei con carrello biciclo quando sono a terra comporta qualche difficoltà nella fase di rullaggio dovuta alla scarsa visibilità anteriore, anche se alcuni bicicli godono di una visibilità maggiore rispetto ad alcuni tricli. Grazie a questo assetto però, la corsa di decollo necessaria è minore rispetto ai tricicli perché l'ala di trova già ad un angolo di attacco abbastanza alto.
La difficoltà più grande nel pilotare aerei con questo tipo di carrello è nella fase di atterraggio: una volta che le ruote toccano la pista, il pilota deve frenare gradualmente altrimenti la coda si alza e il muso (o le eliche) tocca terra distruggendosi.

Proprio per questo, pilotare un aereo con carrello biciclo è considerato molto difficile e c'è bisogno di una speciale abilitazione. Inoltre dalla fine della Seconda guerra mondiale le industrie produttrici hanno prodotto sempre meno aerei di questo tipo, e di conseguenza ci sono sempre meno istruttori esperti.

[modifica] Carrello triciclo

Carrello triciclo fisso di un Cessna 172
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Carrello triciclo fisso di un Cessna 172

Detto anche carrello triciclo anteriore, è costituito da una ruota anteriore posta di solito sotto il muso e da due o più ruote poste leggermente dietro il centro di gravità dell'aereo, sotto la fusoliera o sotto le ali. In alcuni modelli il carrello anteriore è in grado di sterzare per facilitare il rullaggio e le operazioni a terra.

Con questo tipo di carrello è impossibile che l'aereo si cappotti, le manovre a terra sono più agevoli grazie alla maggiore visibilità e al ridotto effetto coppia e rende i velivoli un po' meno vulnerabili al vento di traverso. La maggior parte dei modelli di oggi sono dotati di carrello triciclo retrattile.

Gli aerei che atterrano con un alto angolo di attacco sono spesso dotati anche di un ruotino di coda per evitare che la coda tocchi la pista: il Concorde ne è dotato di uno retrattile.

Questo tipo di carrello era già usato in alcune delle prime macchine volanti, ma alcune fonti indicano Waldo Waterman come inventore del moderno carrello triciclo nel 1929

[modifica] Usi e modelli

Vista la crescente dimensioni degli aerei, c'è bisogno di un numero maggiore di ruote per far fronte all'aumento di peso. L'Airbus A340-500 dispone di un terzo carrello posizionato al centro della fusoliera; il Boeing 747 invece dispone di cinque carrelli: uno sotto il muso e gli altri quattro, ognuno da quattro ruote, sotto la fusoliera e le ali.

Alcuni aerei invece utilizzano una sorta di carrello solo per decollare: appena in volo viene poi sganciato e l'atterraggio avviene grazie a pattini o sistemi simili. In questo modo possono risparmiare lo spazio, il peso e la complessità richiesti dal sistema di retrazione senza sacrificare le prestazioni con l'utilizzo di un carrello fisso. Esempi storici sono il Messerschmitt Me 163 Komet e il Messerschmitt Me 321.

Un tipo di carrello poco usuale è quello dell'Harrier: dispone di due ruote principali nella parte centrale della fusoliera, una anteriore sotto il muso e di due ruotini più piccoli nelle estremità alari, spostati più internamente nelle ultime versioni. Una configurazione simile era usata anche in alcuni aerei degli anni '50, come il Lockheed U-2, Myasishchev M-4, Yakovlev Yak-25, Yak-28 ed il Boeing B-47 Stratojet, perché permetteva di sfruttare meglio lo spazio nella fusoliera.

Una soluzione simile è stata adottata anche per il Boeing B-52 Stratofortress, che dispone dei quattro carrelli principali sotto la fusoliera e di due ruotini alle estremità alari; inoltre tutte le ruote sono in grado di sterzare, favorendo l'allineamento del carrello alla pista e facilitando l'atterraggio con vento traverso.

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