Parenzo
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Parenzo | |
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Nome ufficiale: | Poreč/Parenzo |
Stato: | Croazia |
Regione: | Regione Istriana |
Coordinate: | Latitudine: 45° 13′ N Longitudine: 13° 35′ E |
Altitudine: | 29 m s.l.m. |
Superficie: | km² |
Popolazione: - Totale - Densità |
(2001) 17.460 ab. ab./km² |
CAP: | 52440 |
Pref. tel: | 052 |
Sito istituzionale |
Parenzo (in croato Poreč, in latino Parentium) è una città croata situata sulla costa occidentale della penisola istriana, compresa nella regione fisica italiana.
Fondata oltre duemila anni fa, si è sviluppata attorno al porto, protetto da un'isola, chiamata di "San Nicola" (Sveti Nikola). La popolazione della città si aggira attorno alle 7.600 persone, residenti in gran parte nelle periferie, al di fuori del centro storico; comprendendo anche i sobborghi vicini la popolazione sale a circa 12.000 persone. La città occupa un'area di 142 km² e circa 37 km di coste, dal fiume Quieto (Mirna) vicino a Cittanova (Novigrad) fino a Fontane (Funtana) e Orsera (Vrsar), a sud.
Indice |
[modifica] Popolazione
La popolazione è composta, oltre che dagli autoctoni italiani, da croati, sloveni, albanesi e serbi, senza che si siano segnalate tensioni etniche tra le varie componenti, per la tradizione tollerante della città.
[modifica] Italiani
Il censimento della Repubblica di Croazia ha dichiarato che nel comune della città di Parenzo gli italiani sono 775 (circa 4.5%) ma gli italofoni sono in numero ben maggiore ovvero 1750 riuniti in tre diverse comunità: Parenzo guidata da Graziano Musizza, Torre-Abrega guidata da Diego Babich e Mompaderno guidata da Pietro Banco. Ne consegue che gli italiani sono il secondo gruppo etnico della città in quanto rappresentano a livello comunale il 10,0% (a Parenzo città gli italiani sono il 11,0%).
Nonostante le continue promesse di estendere il bilinguismo a tutto il territorio comunale Parenzo continua ad essere una città semi-bilingue in quanto il bilinguismo è applicato solamente nei centri di Parenzo/Poreč, Torre/Tar, Abrega/Vabriga, Fratta/Frata e Mompaderno/Baderna.
[modifica] Storia
Il luogo è abitato fin dalla preistoria. Nel II secolo a.C. i Romani costruirono un accampamento su una piccola penisola dalle dimensioni di circa 400 per 200 metri, che corriponde all'odierno centro cittadino. Durante il regno dell'imperatore Ottaviano, nel 12 a.C., divenne un municipio ed entrò a far parte della X Regio Venetia et Histria; in seguito, all'inizio del I secolo d.C., fu elevato a colonia di cittadinanza romana col nome di Colonia Iulia Parentium.
Nel III secolo, nel luogo era presente una comunità di cristiani con un iniziale complesso edilizio destinato a scopi religiosi. Fu eletta a Diocesi ed una basilica fu eretta nel V secolo da parte del vescovo Mauro, divenuto poi patrono della città.
Dopo la caduta dell'impero romano nel 476, seguì una serie di diverse forme di governo e di sovrani: inizialmente fu parte del territorio controllato dagli Ostrogoti, e dopo il 539 divenne parte dell'Impero bizantino. In questo periodo il Vescovo Eufrasio terminò la costruzione della grande Basilica che da lui prese il nome. A cavallo tra il VI secolo ed il VII secolo si verificarono anche nel Parentino le prime devastanti incursioni di tribù slave, che invasero e razziarono il territorio e cinsero d'assedio la città senza però riuscire a sopraffarla. Successivamente si ritirarono nell'entroterra montagnoso. A questi lutti e saccheggi si aggiunsero ripetute epidemie di peste che congiuntamente portarono ad un netto spopolamento del territorio, cosicché alcuni anni dopo s'iniziò a favorire l'insediamento, questa volta pacifico, di singoli gruppi slavi nel contado. Secondo alcune fonti, un primo insediamento di Croati risale circa al 620. Dal 788 fu governata dai Franchi. Nel XII secolo ci fu un breve periodo di indipendenza, interrotto poi dal governo del patriarca di Aquileia. Nel 1267 divenne parte del territorio controllato dalla Repubblica di Venezia, situazione che si protrasse per oltre cinque secoli. Nel 1797 fu per breve tempo tenuta dall'Impero d'Austria, passò quindi all'Impero Francese di Napoleone per tornare infine, dopo la sconfitta di quest'ultimo, austriaca. Nel 1861 divenne il capoluogo della regione istriana, ospitando la sede del parlamento regionale (Dieta Istriana), di scuole, di uffici giudiziari e amministrativi. Dopo la I Guerra Mondiale fu annessa con tutta l'Istria all'Italia fino al trattato di Pace di Parigi del 1947 che la assegnò alla Jugoslavia. Tale fatto causò l'esodo massiccio della sua popolazione lasciando la città completamente deserta. Nel 1991 passò alla Croazia.
Ha una certa notorietà nella cultura popolare dell'Italia settentrionale, grazie alla canzone "La mula de Parenzo".
[modifica] Clima
Il clima locale è estremamente mite, libero dall'opprimente afa estiva. Il mese di agosto è il più caldo, con una temperatura media di 24°C in condizioni di bassa umidità, mentre gennaio è il più freddo, con una media di 5°C. Ci sono più di 3850 ore di sole all'anno, con una media di oltre 10 ore di sole nelle giornate estive. Le temperature del mare arrivano a 25 °C.
Le precipitazioni annuali di 920 mm sono equamente distribuite nel corso dell'anno. I venti sono la bora, che d'inverno porta l'aria fredda e tersa dal nord, lo scirocco, il vento caldo che porta la pioggia da sud. La brezza diurna che soffia dal mare verso terra è detta "Maestral", mentre la brezza notturna, che soffia dalla terra verso il mare, è detta "Levante".
[modifica] Caratteristiche fisiche
La grotta di Baredine è l'unico monumento geologico nelle vicinanze. Il Canale di Leme (Limski Kanal) è una struttura lunga 12 Km simile a un fiordo, ultimo tratto del profondo Vallone (Draga) creato dal torrente Foiba (Pazinčica), che scende dal cuore dell'Istria erodendo il terreno nel suo corso verso il mare. Occasionalmente si trovano blocchi di quarzo, solitamente esposti dall'erosione marina.
Il territorio è ricco di pinete e di macchia mediterranea, principalmente composta da olmi. Per generazioni, la fertile terra rossa (o Cirquenizza), mescolata a pietre, è stata usata nella coltivazione di cereali, frutteti, ulivi, ortaggi. Oggi, è significativa la produzione di cibi biologici, ulivi, e vini di qualità tipicamente italiani, come Malvasia, Borgogna, Merlot, Pinot, e Terrano.
[modifica] Comunicazioni
Le principali vie di comunicazione sono stradali. Parenzo è ben connessa al resto dell'Istria e a tutte le città principali come Trieste, Fiume, Lubiana e Zagabria. L'aeroporto commerciale più vicino si trova a Pola. Il traffico marittimo è meno importante dispetto ai secoli passati, ed oggi è composto principalmente da barche da diporto. La connessione ferroviaria più vicina è a Pisino (Pazin), sede del governo regionale, (Regione Istriana). Nel 1902 venne inaugurata una linea ferroviaria a scartamento ridotto, chiamata Parenzana o Parenzaner Bahn, che collegava Parenzo a Trieste. Restò in servizio fino al 1935.
[modifica] Economia
Tradizionalmente, le attività della popolazione sono sempre state collegate alla terra e al mare. L'unica industria importante è quella alimentare. Essendo completamente integrata con l'Europa dal 1994, i settori di commercio, finanaza e comunicazioni sono in crescita. La primaria fonte di reddito è il turismo. I prezzi degli immobili sono molto alti a causa della notevole posizione della città.
[modifica] Patrimonio
La pianta della città mostra ancora la struttura del castrum romano: le strade principali, il Decumanus ed il Cardo Maximus sono infatti conservate nelle loro forma antiche. Marafor è la piazza romana con due templi; uno di questi (dimensioni 30x11m), eretto nel I secolo è dedicato al dio romano Nettuno. Ci sono poi nella città alcune case romaniche, bei palazzi gotici veneziani come la chiesa francescana e la barocca sede dell'Assemblea istriana.
Il complesso della Basilica Eufrasiana, risalente al V secolo ma ampliato nel VI sotto il vescovo dell'Impero bizantino Eufrasio, è il principale monumento di Parenzo, protetto dall'UNESCO come patrimonio dell'umanità dal 1997.
Fra XII e XIX secolo la città ha avuto famose fortificazioni.
[modifica] Storia del turismo
Nel 1844 la società dei vaporetti, il Lloyd Austriaco di Trieste, aprì una linea turistica che compendeva Parenzo. Già nel 1845 venne stampata la prima guida turistica che descriveva la città. L'aristocrazia austro-ungarica fu la prima a scoprire Parenzo, nel 1866, quando l'arciduchessa austriaca Stephanie introdusse la città al pubblico entrando nel porto di Parenzo a bordo del suo yacht Phantasy. Nel 1867 l'arciduca Carlo Stefano e l'arciduchessa Maria Teresa d'Austria vi passarono le vacanze, mentre nel 1868 fu visitata da Carlo Ludwig. Il più vecchio hotel della città è il celeberrimo Riviera, costruito nel 1910. In seguito fu la volta del Parentino e di altri.
[modifica] "La Capitale" del turismo
Parenzo oggi è la capitale croata del turismo. La città offre più di 95.000 posti letto, più di 30 hotel, 13 campeggi, campi per naturisti, 16 complessi di appartamenti, ville, bungalow, case e camere in affitto. L'infrastruttura turistica è intenzionalmente sparsa lungo i 37 km di costa, tra il fiume Quieto (Mirna) e il Canale di Leme (Limski Kanal). A sud si trovano complessi come Plava Laguna, Zelena Laguna, Bijela Uvala, (plavo=blu, zeleno=verde, bijelo=bianco, uvala=baia), Brulo. A nord si trovano altri complessi quali Materada, Červar-Porat, Ulika, Lanterna. Più del 30% dei turisti in vacanza sulle coste occidentali dell'Istria (la regione più visitata della Croazia), soggiornano qui.
Questi "sobborghi estivi" sono dotati di hotels, spiagge, campeggi, porti turistici, grandi magazzini, parchi gioco, trasporti, divertimenti, e vari negozi. nell'alta stagione, l'area ha una popolazione che supera i 120.000 residenti. Poiché gran parte delle attività vacanziere si svolgono fuori dalla città, il centro di Parenzo si affolla solo durante la sera, quando i turisti si riversano nei ristoranti, nei bar e nelle discoteche.
Oltre che dal Sole e dal mare, i turisti sono attratti dal centro storico, con i suoi musei e gallerie. Molti ospiti probabilmente non realizzano o non pensano di camminare in strade costruite dagli antichi romani, arricchite da tracce di altre grandi culture.
Fuori stagione la zona è visitata nei fine settimana da turisti provenienti soprattutto dall'Italia ma anche dal resto della Croazia, da Slovenia e Austria. Si stanno sviluppando diversi agriturismi. L'infrastruttura sportiva è sviluppata e sfruttabile tutto l'anno. Durante la guerra di liberazione (1991-1994), l'infrastruttura venne usata per ospitare i rifugiati provenienti da altre parti della nazione.