Bardi
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Bardi | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Emilia-Romagna | ||
Provincia: | Parma | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 625 m s.l.m. | ||
Superficie: | 189 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 14 ab./km² | ||
Frazioni: | Vedi elenco | ||
Comuni contigui: | Bedonia, Bore, Borgo Val di Taro, Compiano, Farini (PC), Ferriere (PC), Morfasso (PC), Valmozzola, Varsi | ||
CAP: | 43032 | ||
Pref. tel: | 0525 | ||
Codice ISTAT: | 034002 | ||
Codice catasto: | A646 | ||
Nome abitanti: | bardigiani | ||
Santo patrono: | San Giovanni Battista | ||
Giorno festivo: | 24 giugno | ||
Sito istituzionale |
Bardi è un comune di 2.719 abitanti della provincia di Parma.
Indice |
[modifica] Geografia
Bardi è situato a 625 metri sul livello del Mare nell'alta Val Ceno, in corrispondenza della confluenza tra il torrente Ceno ed il torrente Noveglia, a circa 60 Km dal capoluogo Parma e a circa 35 km. dal casello di Fornovo dell'Autostrada della Cisa A 15.
[modifica] Storia
«Bardi», secondo la leggenda, deriverebbe da «Bardus» o «Barrio», l'ultimo degli elefanti al seguito dell'esercito di Annibale che sarebbe morto qui durante la marcia verso Roma. In suo ricordo, Annibale avrebbe quindi deciso di fondare una colonia. Secondo la storia invece il toponimo «Bardi» deriverebbe dall'appellativo che contradistingueva la nobiltà longobarda - i cosiddetti Arimanni - un gruppo dei quali si stabilì qui attorno al 600 d.c. L'abitato è dominato dall'imponente Castello costruito in posizione sopraelevata su uno sperone di diaspro rosso. La prima testimonianza scritta della presenza di un castello è data da una pergamena datata 869. Nell'agosto 898 un bardigiano, Andrea figlio di Dagiverto vende al Vescovo di Piacenza Everardo metà della "Rocha" di Bardi. Nel gennaio del 1000 il Vescovo di Piacenza Sigifredo si trasferisce a Bardi, essendo il feudo diventato patrimonio erediatario dei Vescovi di Piacenza. Nella prima metà del XIII secolo il Vescovo di Piacenza cedette il castello e le terre circostanti ad un gruppo di nobili locali conosciuti come "Conti di Bardi". Nel 1251 In seguito ad una ribellione i Pallavicino - Signori di Piacenza - espugnarono e distrussero il castello.
Il 19 marzo 1257 il feudo fu acquisito da Umbertino Landi dei Landi di Piacenza - Conti ghibellini - che rimasero tra alterne vicende Signori di Bardi per i successivi quattro secoli. Umbertino Landi riedificò e fortificò il castello facendone un baluardo pressoché inespugnabile. Nella lotta tra Papato e Impero (Guelfi e Ghibellini) Bardi rimase sempre legata all'impero. Nel 1269 i i Guelfi assediarono il castello che si arrese dopo mesi per penuria di viveri. Il castello passò alla città di Piacenza fino all'ottobre 1307, quando Umbertino II Landi ottenne dal'Imperatore Arrigo VII di Lussemburgo il castello di Bardi, Borgo Val di Taro e Compiano. Il 29 novembre 1321, in località "La giostra" nei pressi dell'oratorio delle Grazie fu combattuta una violenta battaglia tra le milizie Guelfe guidate da Giacomo Cavalcabò, Capo di Cremona, e le truppe Ghibelline comandate da Galeazzo I Visconti. I guelfi ebbero al peggio e lo stesso Cavalcabò fu ucciso e venne sepolto nel vicino Oratorio. Nel 1381 Gian Galeazzo Visconti riconobbe la signoria dei Landi che ottennero nel 1415 una completa autonomia. Il castello, progettato inizialmente come presidio militare, venne successivamente ampliato e modificato per adattarsi alla funzione di capitale di un piccolo stato libero esteso a buona parte dell'alta Val Ceno e dell'alta Val Taro (corrispondente al territorio dei comuni di Albareto, Bardi, Bedonia, Borgotaro, Compiano, Tornolo e Varsi). Nel 1429 Filippo Maria Visconti conquistò il castello, successivamente affidato al condottiero di ventura Niccolò Piccinino che lo tenne dal 1438 al 1448. Nel 1448 ritornarono i Landi. Nel 1551 l'imperatore Carlo V eresse il feudo a marchesato e i Landi ottennero il diritto di battere moneta con una loro Zecca. Agostino Landi fu nominato marchese di Bardi e principe di Borgotaro. Ad Agostino successe Manfredo, morto improvvisamente in Spagna prima delle nozze con Giovanna di Aragona, a cui si deve l'impianto attuale del castello. Dopo il marchese Claudio nel 1589 il castello passò a Don Federico, che istituì nel 1616 per diploma dell'Imperatore Mattia un collegio di notai in Bardi con la facoltà di concedere la Laurea di abilitazione e l'anello. Il collegio venne abolito con le Leggi Napoleoniche nel 1805. A Don Federico e a sua Figlia Polissena il castello deve una risistemazione complessiva del cortile, la costruzione del portico dell'Oratorio, la grande Sala dell'Armeria, la raccolta dei quadri e la Biblioteca. A Polissena successe il figlio Dario, che nel 1682 cedette Bardi a Ranuccio I Farnese, duca di Parma. La storia di Bardi seguì da quel momento la storia del Ducato di Parma e dal 1861 quella del Regno d'Italia e della Repubblica Italiana. Assegnato dapprima al territorio della provincia di Piacenza, passò alla provincia di Parma nel 1923.
Dalla fine dell'ottocento a tutto il 900 la storia di Bardi è caratterizzata dal fenomeno dell'emigrazione verso la Gran Bretagna, la Francia, Il Belgio e gli Stati Uniti. Durante la seconda guerra mondiale e dopo l'Armistizio Bardi e le montagne circostanti furono teatro di scontri tra le truppe tedesche e le brigate partigiane della Val Ceno e della Val Taro. Il 17 luglio 1944 all'alba Bardi fu bombardata da 12 bombardieri "Stukas" che provocarono danni ingenti, mentre truppe tedesche in ritirata da Bedonia e Borgotaro eseguirono numerosi rastrellamenti.
Tra le persone illustri nate a Bardi ricordiamo il Cardinale Antonio Samoré (1905-1983), Vito Fumagalli (1938-1997), già Ordinario di Storia Medievale nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'università di Bologna, Frank Berni (1909 - 1990), l'inventore dell'"Happy Hour" nella catena di alberghi da lui fondata in Gran Bretagna, Il capitano Pietro Cella (1851-1896), prima medaglia d'oro del corpo degli Alpini, Andrea Pontremoli (1959 - ), Presidente e Amministratore Delegato di IBM Italia.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Cultura
Il Castello di Bardi è in ottimo stato di conservazione e visitabile; è teatro di numerose giornate a tema medioevale con rappresentazioni di fatti storici e spesso utilizzato come ambiente per giochi di ruolo.
Nella nuova chiesa parrocchiale di S. Maria Addolorata, costruita nel 1934 in stile ravennate, è custodito un dipinto su tavola del Parmigianino raffigurante lo "sposalizio mistico di S. Caterina" (1520). Sull'altare è visibile una statua in legno policromo e dorato che rappresenta Maria Addolorata, attribuita allo scultore Berni, datata 1649.
La vecchia chiesa parrocchiale è intitolata a San Giovanni Battista; fu eretta nel 1500 dai padri Serviti.
L'oratorio di S. Maria delle Grazie (già di S. Biagio) fu edificato nella seconda metà del XIII secolo. Restaurato nel 1621, venne chiuso nel 1774 perché pericolante e riedificato. Fu riaperto al culto nel 1779. Racchiude diversi dipinti del XVIII sec, tra cui un olio su tela raffigurante la vergine seduta regalmente nell'atto di benedire con la mano tra San Biagio e San Rocco, in atto di venerazione.
Il convento di S. Francesco con annessa la chiesa fu costruito nel 1611 sotto al lato ovest del castello.
La chiesa di S. Siro, edificio romanico rustico, è databile attorno ai secoli XII - XIII.
- Bardi è sede del "Bardi Web Award", premio rivolto ai migliori siti web in Italiano in varie categorie. [2]
- Ogni anno il giorno 13 agosto si tiene la tradizionale Festa dell'Emigrante.
- Ogni anno il giorno 24 agosto si tiene la tradizionale Fiera di San Bartolomeo.
- Ogni anno il giorno 29 settembre si tiene la tradizionale Fiera di San Michele.
- Ogni anno il primo fine settimana di agosto la Mostra del Cavallo Bardigiano (razza adattata al lavoro collinare e al trekking istituita con D.M. nel 1977) richiama una folta folla di visitatori e addetti ai lavori.
- Molto noti i funghi porcini (Boletus Edulis) della zona, dal profumo caratteristico.
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Pietro Tambini dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0525 71321
Email del comune: segreteria@comune.bardi.pr.it
Il comune di Bardi fa parte della Comunità Montana delle Valli del Taro e del Ceno.
[modifica] Frazioni
Bazzini, Bergazzi, Berlini, Bertonazzi, Boccolo, Bosini, Bre, Brugnoli, Caberra, Cacrovoli,Caneto, Cantiga, Caprile, Carpana, Case Soprane, Cavallare, Cerreto, Chiesabianca, Cogno Gazzo, Cogno Grezzo, Comune Soprano, Costa, Cremadasca, Diamanti, Dorbora, Faggio, Ferrari, Filippini, Franchini, Frassineto, Gabriellini, Gazzo, Geminiano, Granelli, Granere, Grezzo, Lezzara,Lobbie, Moglie, Monastero, Noveglia, Osacca,Panigaro, Pareto, Piana Gazzo, Pianelletto, Pieve, Pione, Roncole, Rossi, Saliceto,Santa Giustina, Segarati, Sidolo, Taverna,Tanugola, Tiglio, Vicanini, Vischetto di Là,Vosina
Albareto | Bardi | Bedonia | Berceto | Bore | Borgo Val di Taro | Busseto | Calestano | Collecchio | Colorno | Compiano | Corniglio | Felino | Fidenza | Fontanellato | Fontevivo | Fornovo di Taro | Langhirano | Lesignano de' Bagni | Medesano | Mezzani | Monchio delle Corti | Montechiarugolo | Neviano degli Arduini | Noceto | Palanzano | Parma | Pellegrino Parmense | Polesine Parmense | Roccabianca | Sala Baganza | Salsomaggiore Terme | San Secondo Parmense | Sissa | Solignano | Soragna | Sorbolo | Terenzo | Tizzano Val Parma | Tornolo | Torrile | Traversetolo | Trecasali | Valmozzola | Varano de' Melegari | Varsi | Zibello |