Roberto d'Angiò
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Roberto d'Angiò detto il saggio (1277 - 1343), figlio di Carlo II d'Angiò, fu re di Napoli (con il nome di Roberto I di Napoli dal 1309 al 1343), Re titolare di Gerusalemme, Duca di Calabria (1296 - 1309) e Conte di Provenza and Forcalquier (1309 - 1343).
Figlio terzogenito di Carlo II d'Angiò detto lo Zoppo, fu ostaggio del re Pietro III d'Aragona dal 1288 al 1295 nel corso della guerra del Vespro. Dopo la morte del fratello Carlo Martello (1297) divenne erede al trono di Sicilia. In cambio della rinuncia di Giacomo II d'Aragona alla Sicilia, ne sposò la sorella Iolanda d'Aragona. Non ci fu però tregua fra le due casate e i baroni siciliani lo rifiutarono, eleggendo re il fratello di Giacomo, Federico III d'Aragona. La guerra che ne seguì si chiuse con la definitiva separazione della Sicilia dal Regno di Napoli in base alla pace di Caltabellotta (1302) gli Angioini persero definitivamente l'isola.
Intervenuto nella guerra tra Bianchi e Neri in Toscana, Roberto assunse la signoria di Firenze ma dovette ritirarsi per l'opposizione del Papa Clemente V. Alla morte del padre, nel 1309, divenne re di Napoli consacrato da Clemente V e da allora fu personaggio importantissimo della vita politica italiana. Vicario del papa in Romagna, nel 1310 fu alla testa dei guelfi, si oppose all'imperatore Enrico VII di Lussemburgo (1311-1313), che nel 1312 occupò Roma.
La guerra, interrotta dalla morte di Enrico, proseguì contro i ghibellini Matteo Visconti e Cangrande della Scala. Già in possesso di vasti possedimenti in Piemonte, Roberto estese ulteriormente la propria influenza nella penisola: nel 1317 fu nominato dal papa senatore di Roma e nel 1318 divenne signore di Genova e di Brescia (1319).
Nel 1328 si oppose a Ludovico il Bavaro e nel 1330 si unì alla lega contro Giovanni di Boemia, che fu costretto a lasciare l'Italia settentrionale. L'egemonia sull'Italia del sovrano angioino fu logorata tuttavia dagli sforzi per impedire l'ascesa al trono di Sicilia a Pietro d'Aragona, figlio di Federico III.
Intervenne militarmente in Piemonte nel 1341 per sostenere Manfredo V di Saluzzo contro il nipote Tommaso II: durante questa spedizione militare le milizie angioine saccheggiarono Saluzzo, che venne data alle fiamme. Sconfitto il suo viceré Reforza d'Angoult nella battaglia di Gamenario del 1345, egli dovette ridimensionare le sue mire sul Piemonte.
Tornato a Napoli le sue costanti preoccupazioni furono riacquistare la Sicilia e assicurare la successione dinastica, gravemente compromessa alla morte prematura del figlio ed erede Carlo duca di Calabria, che aveva lasciato soltanto due figlie, Giovanna d'Angiò e Maria d'Angiò. Ma le guerre siciliane non condussero ad alcun risultato, mentre il disgraziato matrimonio tra la nipote Giovanna e Andrea d'Ungheria, voluto dal re, segnò l'inizio delle vicende burrascose che dovevano segnare la fine della dinastia. Fu ricordato da Petrarca e Boccaccio come colto e generoso mecenate: il Petrarca, che gli dedicò l'Africa, volle addirittura essere esaminato da lui prima dell'incoronazione in Campidoglio (1341).
[modifica] Voci correlate
- Angiò (dinastia)
- Elenco dei monarchi di Napoli e Sicilia
- Regno di Napoli
- Regno di Sicilia
- Vespri siciliani
Predecessore: Carlo II d'Angiò |
Successore: Giovanna d'Angiò |